Thimi, Changu Narayan, Namo Buddha

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Bhaktapur
Da Dakshinkali a Kirtipur
Thimi, Changu Narayan, Namo Buddha
Panauti
Patan
Bungamati - Kokana
Pashupatinath, Bodhanath
Budhanilkantha e Swayambhunath

Thimi

Conosciuta storicamente come Madhyapur, un tempo Thimi era la quarta città più grande della valle. Oggi è una sonnolenta località sulle cui tortuose stradine lastricate di mattoni si affacciano templi di epoca medievale. Il suo nome attuale deriva da un’espressione newari che significa ‘persone capaci’, quanto mai adatto a una città che si è affermata tra i centri più importanti per la produzione di ceramiche e di maschere di cartapesta.

Numerosi negozi vendono queste maschere lungo la strada che taglia la zona nord di Timi in direzione di Bhaktapur. Il più famoso dei santuari cittadini è il cinquecentesco Tempio di Balkumari, dedicato a una delle shakti (consorti) di Bhairab. La cavalcatura della dea, un pavone, è raffigurata su una colonna di fronte al tempio e a ciascuna delle sue due estremità.

Il sito costituisce il fulcro del Balkumari Jatra, la festa con cui Thimi accoglie il nuovo anno (verso metà aprile), accompagnata da celebrazioni rituali e spettacoli scatenati a mano a mano che i 32 khat (portantine) girano intorno al tempio sotto un lancio di polvere rossa.

Un passaggio sul lato meridionale della piazza conduce alla piazza dei vasai, piena di fornaci coperte di paglia e cenere.

Un chilometro a nord di Thimi sorge il villaggio di Bode, famoso per il seicentesco Tempio di Mahalakshmi, dietro il quale c’è una piccola statua di Narayan disteso sul suo letto di serpenti.

 

Changu Narayan

Arroccato sulla cima di uno stretto crinale a nord di Bhaktapur, lo splendido tempio storico di Changu Narayan è un museo vivente di statue risalenti al periodo Licchavi. È stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità per l’elevata valenza artistica delle sue statue, veri e propri capolavori così come il tempio che le contiene. Nonostante si trovi ad appena 6 km da Bhaktapur e a 22 km da Khatmandu, il sito è relativamente poco visitato, ma proprio questo contribuisce ad aumentarne il fascino.

 

Tempio di Changu Narayan

Costruito nello stile delle pagode a due piani, il santuario è presidiato su ogni lato da coppie di animali mitologici – leoni, elefanti e grifoni rostrati – e le travi che ne sostengono il tetto sono ornate da sculture straordinariamente elaborate raffiguranti varie divinità tantriche.

La statua custodita all’interno raffigura Vishnu nella sua incarnazione di Narayan, il creatore di tutti gli esseri viventi, ma purtroppo le porte del tempio, magnificamente decorate da placche di metallo, si aprono solo in occasione di determinati rituali e l’accesso è consentito solo agli hindu.

Di fronte alla porta occidentale si trova la statua di un Garuda inginocchiato, che si pensa risalga al V secolo. Davanti a essa, la più antica iscrizione della valle, risalente al 464 d.C., ricorda come il re abbia persuaso sua madre a non commettere sati (suicidio rituale) dopo la morte del padre. Due robuste colonne reggono una conchiglia e un chakra, i simboli tradizionali di Vishnu.

Disseminate in tutto il cortile si possono vedere straordinarie sculture risalenti al periodo Licchavi, raffiguranti Vishnu nelle sue diverse incarnazioni. All’angolo sudoccidentale del complesso, il dio appare nelle vesti di Narsingha (l’uomo-leone) (ne abbiamo visto una raffigurazione in piazza a Bhaktapur), mentre sventra un demone con le dita, e in quelle di Vikrantha (Vamana), il nano a sei braccia che si trasformò in un gigante in grado di attraversare l’universo in tre passi per sconfiggere il re Bali (osservate le gambe allungate). Di fianco a queste statue, una lastra spezzata raffigura un Vishnu a 10 teste e 10 braccia, con Ananta disteso su un serpente più in basso. Le scene sono suddivise in tre sezioni, che rappresenta-no rispettivamente ciascuna delle sue due estremità del tempio.

 

Banepa

Prima città di una certa importanza che si incontra viaggiando verso est oltre la Valle di Kathmandu, Banepa risulta assai più attraente una volta che ci si lascia alle spalle il traffico infernale della sua statale per addentrarsi nel dedalo di stradine di mattoni che si snodano verso nord. Vale la pena di dedicare almeno un’ora alla visita dei suoi numerosi templi hindu e buddhisti, molti dei quali costruiti nel XIV e XV secolo, all’epoca in cui Banepa era un importante crocevia lungo la via commerciale verso il Tibet e vantava relazioni persino con la dinastia Ming, sulla costa orientale della Cina. Narra la leggenda che un tempo le popolazioni di questa valle fossero terrorizzate da un demone chiamato Chand; la creatura fu sconfitta da una delle più terribili incarnazioni di Parvati, che si guadagnò così il nuovo appellativo di Chandeshwari, ossia ‘Assassina di Chand’. Il Tempio di Chandeshwari, al cui interno campeggia un grande dipinto murale di Bhairab, è un luogo di pellegrinaggio molto frequentato dove nei giorni di festa si compiono sacrifici di animali. Su una fila di colonne, di fronte al tempio, poggiano statue di animali di ogni genere, mentre sulle travi che sostengono i tre tetti dell’edificio sono raffigurati le otto Ashta Matrika e gli otto Bhairab.

 

La strada si inerpica pian piano sul bordo del cratere di KTM, oltrepassiamo il parco acquatico Kathmandu Fun Valley dominato dalla grande statua di Kailashnath Mahadev (nepalese : कैलाशनाथ महादेव). È la seconda divinità hindu più alta dopo la statua di Garuda Wisnu Kencana a Bali, in Indonesia. La statua è misura 43,5 metri ed è stata realizzata utilizzando rame, zinco, cemento e acciaio. Suscita curiosità, essendo lontana dalla strada su una collina, difficile rendersi conto delle proporzioni, ma è poco più bassa della Statua della Libertà ad Hellis Island, ovviamente senza il piedistallo in pietra.

 

Kailashnath Mahadev (nepalese : कैलाशनाथ महादेव), il grande signore del mitico Kailasa.

 

Vent’anni fa, per nuotare dovevamo andare nei pochi alberghi di lusso che ammettevano nelle loro piscine.

 

Dhulikhel

Le vedute panoramiche sull’Himalaya di Dhulikhel reggono egregiamente il confronto con quelle di Nagarkot. Dal margine del crinale si svela infatti una vista stupefacente delle vette, che spazia dal Langtang Lirung a est, attraverso il Dorje Lakpa passando per il poderoso massiccio del Gauri Shankar e del vicino Melungtse (7181 m), fino al Numbur (5945 m) a est.

Dhulikhel ha inoltre un grande vantaggio rispetto a Nagorkot: è una cittadina newari autentica, con una piazza tradizionale su cui affacciano diversi templi e una vita che va oltre la sua vocazione turistica.

 

Tempio di Shiva

Percorrendo per 2 km la strada che si dirige a sud-est dal fondo della piazza, oltrepasserete un campo sportivo fino al bivio per il Tempio di Kali. Subito dopo il bivio, un santuario di Ganesh indica l’inizio del sentiero che scende a un pittoresco tempietto situato sul fondo di una gola. Al suo interno è custodito un lingam a quattro facce sormontato da una cupola metallica con quattro naga che si inarcano verso il basso. Osservate le statue di una famiglia reale Malla nel cortile. Il ruscello che gorgoglia attraverso il sito rende l’atmosfera ancora più suggestiva.

 

Città vecchia

La zona vecchia della città merita di essere esplorata. La piazza principale è dominata da un Tempio di Hari Siddhi a tre tetti e da un Tempio di Vishnu a tre ordini di fronte al quale si trovano due statue di Garuda in atteggiamento devozionale, realizzate con altezze e stili diversi. A nord-ovest della piazza sorgono il moderno Tempio di Gita e il Tempio di Bhagwati, un edificio a tre ordini in stile newari.

 

Tempio di Kali

Se non vi intimidisce una ripida camminata in salita di 30 minuti potete inerpicarvi su una serie di scorciatoie fatte di gradini di cemento fino a questo tempio moderno, che sorge sulla sommità della collina da cui si gode uno splendido panorama di alte vette. Il sito è occupato dall’esercito, ma durante i weekend presso la torretta panoramica si accalcano orde di turisti locali, mentre in autunno sul ciglio del sentiero ci sono ambulanti del posto che vendono suntala (piccole arance). Lungo il tragitto si incontra lo Shanti Ban, una massiccia statua dorata del Buddha.

Poiché questa è anche la direzione per Namobuddha, se avete in programma una visita da quelle parti vi suggeriamo di abbinare la scarpinata fino al Tempio di Kali all’escursione a Namobuddha.

 

A Dhulikhel lasciamo la H03 Araniko Hgy, la Autostrada dell’Amicizia (sino-nepalese) per Kodari al confine con il Tibet, e proseguiamo sulla H6 giungendo alla deviazione per Namo Buddha,

 

Namobuddha

Insieme a quelli di Bodhnath e di Swayambhunath, lo stupa situato a Namobuddha è uno dei tre luoghi di pellegrinaggio buddhisti più importanti del Nepal, meta di un elevato numero di tibetani provenienti dal Nepal, dall’India e dal Tibet stesso.

Il sito deve la sua sacralità alla leggenda che narra di quando il Buddha, nelle vesti di un principe, in una vita precedente, s’imbatté in una femmina di tigre che stava morendo di fame ed era incapace di nutrire i suoi piccoli. Mosso da compassione, il Buddha permise alla bestia affamata di divorarlo, in un atto di estrema generosità che lo elevò ai più alti livelli dell’esistenza. L’episodio è raffigurato su una lastra di marmo in una piccola grotta lungo il sentiero nel bosco a sinistra dello stupa. In cima alla collina sorge anche il magnifico Monastero di Thrangu Tashi Yangtse, un vasto complesso di templi e monasteri legati al buddhismo tibetano dagli sfavillanti tetti curvi dorati. Il sito è stato ufficialmente aperto ai visitatori nel dicembre del 2008. Benché molti stranieri lo visitino nell’ambito di gite in giornata, c’è anche la possibilità di trascorrere la notte presso il monastero; www.namobuddha.org/namobuddha.html ; daj 2015 nella guest house esterna al monastero), consumando i pasti negli stessi orari dei monaci;

 Nelle vicinanze dello stupa (che si trova più in basso del monastero) sono presenti anche diverse semplici case da tè dove potrete fermarvi per il pranzo.

Da Namobuddha, un sentiero a destra dello stupa scende attraverso la foresta fino al villaggio di Sankhu (un posto diverso dall’altro Sankhu), dove potrete visitare templi e ghat. Subito dopo il villaggio il sentiero si biforca: a destra prosegue per Batase e Dhulikhel, a sinistra continua sinuoso oltre una serie di campi.

 

Di fronte a commenti ipercritici di partecipanti o coordinatori, prendo a prestito il "mi girano i cabasisi" del maestro Camilleri.Conosco il monastero dal 2010 (quando il vulcano islandese Eyjafjöll bloccò mezzo mondo) e vi sono tornato una decina di volte. Ho quindi una ampia casistica ed anedottica sulle reazioni dei partecipanti   .Allora vi salimmo a piedi, terminando una camminata di più giorni sul ciglio della valle partendo da Sundarijal (non ero il primo di AnM ad inerpicarmi lassù). A quel tempo si incontravano ancora le postazioni maoiste dell'assedio di KTM nel 2006.Il complesso era molto più piccolo, non si ergevano i templi che troviamo ora. Noi visitatori dormivamo all'interno della cinta (e cosa inusuale anche le donne) in un basso edificio con cellette a due letti. Girava una sola chiave del gabinetto ed era un bene prezioso. Nel tempo il monastero di è arricchito, grazie soprattutto alle donazioni dei praticanti occidentali e orientali. Sono stati costruiti nuovi templi che mostrano la opulenza dell'istituzione (basta guardare il loro sito web), ma soprattutto una foresteria, esterna al recinto sacro. E' un edificio a due piani con stanze ampie, forse AC, ventilatore e WiFi (a pagamento). Personalmente la ritengo di buon livello.L'esperienza di dormire a Namo Buddha può essere importante per chi vuole avere uno sguardo (sicuramente parziale e fugace), non tanto per il dormire o per la vista stupenda sui Lantang e su i Ganesh, quanto per la cena e la colazione nel grande refettorio. Qualcuno sarà incuriosito anche dalle preghiere nel Dukang, la cerimonia con le voci vibranti dei monaci, i cimbali e i tamburi. Liturgie di cui non comprendiamo nulla, ma che fanno tanto folklore e spiritualità. Chi mi legge perdomi la mia acidità.Ritengo più importante partecipare ai due pasti, vedere cosa mangiano e come mangiano. Assistere poi alla calata di monachelli e monaci nei due bar/negozi sul piazzale di arrivo. Vederli prendere un tè in compagnia o acquistare dolciumi con qualche spicciolo raccattato dai visitatori.Secondo me è una esperienza più immersiva che la visita a Kopan o ad altre grandi istituzioni monastiche della valle.Che poi esistano coordinatori o partecipanti che vivono con disagio la doccia in comune, la presenza di un geko in camera (ho assitito a scene isteriche), il divieto di fumare o il cibo spesso non gradito perché estraneo ai nostri gusti quotidiani (è di moda dire "fuori dalla comfort zone), questo fa parte del gioco.Come bresciano acquisito mi appello a San Enculet...

 

Escursione a piedi a Namo-buddha (2010)

Nel 2010, in attesa che il mio compagno riuscisse a partire dall'Italia dopo l'eruzione del vulcano islandese che oscurava i cieli, ho percorso parte del ciglio della calle da Sundarijal a Namobuddha. Un ottimo allenamento per la valle del Rolwaling.l'ultima tappa du l’escursione lungo il sentiero che da Dhulikhel conduce a Namobuddha, percorribile a piedi o in mountain bike, offre un’ottima opportunità per tenersi in allenamento e non a caso è una delle attività che riscuotono maggior successo tra i visitatori che arrivano fin qui. L'ho fatto una volta e per me è stata sufficinte...

Occorrono circa tre ore all’andata e altrettante al ritorno, ma potete anche continuare per altre due ore fino a Panauti. Da Dhulikhel il sentiero inizia a salire verso il punto panoramico del Tempio di Kali, poi scende sulla sinistra dopo il Deurali Restaurant per mezz’ora fino al villaggio di Kavre, presso la nuova strada per Sindhuli. Attraversate la strada e imboccate il sentiero accanto alle bandiere di preghiera: dopo un’ora di cammino arriverete al villaggio di Phulbari. Scavalcato un crinale, vedrete un monastero tibetano sulla cima di una collina e, immediatamente sotto, Namobuddha.

Per raggiungere lo stupa, al bivio prendete la strada che prosegue verso destra. Il sentiero è ben indicato e non dovreste aver bisogno di ingaggiare una guida.

 

 

 

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