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Mangystau

con AnM e Marco Vasta nel più colorato dei deserti dipinti

1a ediz. 28/5-5/6 22 / 2a ediz. 3-11 set 22 / 3a ediz. 26/8- 3/9 23 / 4a ediz.  13-28 aprile 2024

Guida al Mangystau

e Kazakistan in breve: cultura, società, guida in viaggio

Ultima modifica: 01/05/2024 17:34:57

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Tuzbayir - Plateau Ustyurt - Beket Ata - Plateau superiore

Le tappe quotidiane nel Mangystau possono essere invertite per esigenze logistiche, senza compromettere le peculiarità del viaggio.

Tre fratelli Moschee e luoghi di culto del Mangystau

Altopiano di Ustyurt

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Off road dal lago a Bozzhira.
Sono riportate le varie possibilità, incluso l'asfalto.

Percorso gruppo 2647
Alfredo Giudice © 2022

Italia - Aktau Aktau - Kapamsay Torish - Ayrakty Shetpe - Tuzbayir Ustyurt - Bozzhira Bozzhira Baisary - Kyzylkup Schopan Ata - Aktau Aktau - Italia

Ustyurt

 

Il Plateau dell’Ustyurt (altopiano, per chi rifiuta il francese...) offre un paesaggio quasi alieno nei toni del gesso bianco: centinaia di milioni di anni fa questo luogo formava il fondo di Tethys, la Tetide cioè l'antico oceano dell’era mesozoica e successivamente della Paratetide, ed a seguito del graduale cambiamento del livello delle acque oceaniche si è formato questo insolito paesaggio. All'interno del plateau, nella parte kazaka, è stata istituita nel 1984 la Riserva naturale di Ustyurt (Ustyurt National Biosphere Reserve), in kazako, ustyrt, үстірт significa altopiano, mentre scritto in russo è Устюрт Ustyurt.

L'altopiano si estende fra il Caspio e ciò che resta del lago d'Aral (in kazaco Арал Теңізі "Aral Tengizi"; in usbeco "Orol Dengizi"), talvolta chiamato Mare d'Aral. Ironia della sorte, aral in kazako significa "isola". Come ormai stiamo vedendo da giorni, la superficie dell'altopiano è una lastra di calcare leggermente ondulata e occupata da numerosi bacini endoreici (cioè che non hanno sbocco) poco profondi di origine sia carsica che eolica. Suoli argillosi salati ricoprono il fondo di queste depressioni, in cui cresce qualche pianta e un po' d'erba dopo le rare piogge che nella parte del Mangystau sono di circa di 128 mm all'anno.

L'altopiano è transfrontaliero e si estende oltre il confine in Uzbekistan ed in Turkestan. Alcuni siti web lo indicano come Patrimonio della Umanità, ma non è inserito in nessuna lista del World Heritage Site, tant'è che è in corso una campagna per inserirlo nelle liste dell'Unesco a cui puoi aderire firmando la petizione nel sito https://ecocitizens.kz/petition.

Vi sono progetti estrattivi proprio ai bordi ella riserva che si trova al centro del territorio kazako.

L'altopiano è stato pesantemente eroso durante i periodi più umidi della sua storia geologica, quando si sono formati inghiottitoi, doline e campi solcati. Il clima arido che vi regna da migliaia di anni ha contribuito a fare di questa struttura fisica una hammada dove la vegetazione è quasi assente e dove dominano le vaste distese di pietre spigolose. Le dune sono inesistenti, tranne in alcuni bacini come quelli di Sengirkum (пески Сенгиркум) e di Tuiesu (Senek).

Nel sottosuolo, la rete carsica è ancora attiva; vi sono degli inghiottitoi di 90 metri di profondità e anche dei laghi sotterranei, alimentati dalle rare precipitazioni, nei quali vive una fauna cavernicola poco studiata.

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Dal Lago a Bozzhira

Lo spostamento dal lago salato alla prossima méta è lungo. Sono quasi 200 chilometri sia che si segua la pista ad ovest (traccia rossa) che si seguano le piste più ad est (percorso effettuato nel 2019, traccia verde), ma effettuati su pista e potrebbero impegnare 6/7 ore di guida off-road in un paesaggio che alterna tratti sabbiosi a facili sterrati. Vi è quindi un reticolo di piste, nella GMaps è riportato anche un tracciato "mediano", traccia gialla del 2017.

 

Tuzbair - Shepte - Munayshy - Beket Ata (358 km)

 

Karaman Ata (non visitata)

Continuando sulla autostrada, poco prima del villaggio di Beki un bivio (43.88968100380911, 52.074964894162314) conduce alla necropoli di Karaman Ata con una deviazione di una ventina di chilometri.
. La necropoli è costituita da stele turkmene risalenti al medioevo, lapidi, numerosi saganatam e mausolei (seconda metà del XIX secolo – inizi del XX secolo), costruiti dai maestri del clan Adai (maestri Omir Karauly e Nazar Omiruly). A ovest della necropoli si trova la moschea sotterranea Karaman-Ata.
La moschea è tagliata in un dolce pendio di una piccola collina di rocce marnose, forse i costruttori qui utilizzarono la grotta naturale. La moschea sotterranea è composta da tre locali principali. Ci sono un corridoio, una sala di preghiera e una stanza rotonda, dove secondo la leggenda si trova la tomba di Karaman-Ata. Dall'area d'ingresso si accede alla galleria principale, dove si svolgono i riti religiosi, ad es. avviene la preghiera. Nella parte interna del tetto, ad es. sul soffitto della galleria sono lasciati due massicci blocchi di marna e tre colonne per garantire la robustezza del soffitto. A causa della profondità ridotta dell'edificio, tutte le stanze sono basse. Sul lato esterno del tetto sono presenti due aperture rotonde per la luce.
Fonti:

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Album Of Historical And Cultural Sites And Places Of Pilgrimage Of Kazakhstan, Ministry of Culture and Sport, Astana 2018, pag 399.

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Guide to Kazakhstan: Sites of Faith, Sites of History, (scarica PDF) Gianluca Bonora, Umberto Alemandi & C. Pag.189.

 

Yessen Ata, necropoli e moschea (non visitata)

Seguire la strada asfaltata (traccia blu) comporta un tragitto di più di 300 chilometri (gruppi maggio 2018, settembre 2022 ed altri). La linea blu è il percorso su asfalto, rapido ma lungo e monotono, affrontato quando il plateau è inagibile per la poggia che rende alcune aree delle trappole di fango come è capitato ad alcuni gruppi.

La tappa, peraltro monotona, passa vicino ad una delle necropoli minori, quella di Yessen Atayessne ata maghystauyessn (Zakhoroneniye - Есен ата, захоронение). L'antica necropoli è situata su un'alta collina vicino alla strada Zhetybai-Shetpe (A 33 - E 121). All'ingresso vi è un tradizionale luogo di preghiera lastricato in pietra. Secondo la leggenda, qui è sepolto Santo Yessen Ata. La necropoli è suddivisa nella parte vecchia e nella parte nuova. Nella parte vecchia le tombe sono lastricate di rocce e recintate con koytasses e kulpytas nella  maggior parte   sono decorate con intagli ed ornamenti complessi. Ci sono una varietà di lapidi, che riflettono le rappresentazioni del mondo pagano e musulmano. Nella parte edificata successivamente nel XVIII-XX secolo, si trovano i mausolei saganatams ed edifici più recenti.

A occidente della necropoli, circa 6 km, si trova la moschea sotterranea Yessen Ata che secondo la leggenda si collega con la moschea sotterranea Karaman-Ata con un lungo tunnel. Secondo la tradizione, Yessen Ata e Karaman-Ata sono figli di Shopan-Ata.

 

Fonti:

Guide to Kazakhstan: Sites of Faith, Sites of History, (scarica PDF) Gianluca Bonora, Umberto Alemandi & C.

 

Tuzbair - Beket Ata (184 km)

05-06-2022 Con il gruppo Mangystau 1 di fine Maggio 2022, avremmo dovuto costeggiare il lago sulla pista che corre fra la falesia e la sponda settentrionale ma ad oriente del lago era segnalato ancora fango causato dalla pioggia inusuale dei primi di maggio. Gli autisti hanno scelto una pista che si trova a sud del lago e che dalla estremità occidentale attraversa il plateau in diagonale da Nord-Ovest a Sud-Est raggiungendo Beket Ata, come da me richiesto. Sulla GMaps è evidenziata con  linea più larga ed in verde (gpx by Carlo Gramatica 2022).

 

La pista non rimane in vista del lago ma corre su una traccia che alterna tôle ondulée a tratti con solchi profondi di ruote (forse il tratto con maggiori sobbalzi di tutto il viaggio) puntando verso un elettrodotto (evidente su GMaps) di cui si avvistano i tralicci. Quindi cambia direzione seguendo i pali ed i piloni (ci sono più linee), fino ad incrociare e scavalcare il polidotto (petrolio e metano) del ramo kazako dell'oleodotto dell'Amicizia (in russo: нефтепровод «Дружба», traslitterato: Nefteprovod Družba) (vedi pagina precedente).

 

Si procede per piste e tracce parallele fino ad una casa nel nulla con un pozzo/cisterna da cui manualmente con un secchio si preleva acqua che verrà poi utilizzata per lavaggi vari di perone e di utensili da cucina.

 

La previsione meteo nel box a destra riguarda la località di Dzhana Aaul'ye, ma potrebbe essere ricavata dai dati di una stazione meteo che si trova circa 30 chilometri più a sud..

 

Pozzo artesiano, rifornimento d'acqua

La pista qui si divide in una ramo verso Shopan Ata e Senek ed un ramo, quello che seguiamo, verso est. Passata una zona con altre sfere di pietra (stone balls) si raggiunge e si sale su un terrapieno su cui corre la strada che scende verso Beket Ata.

Sfere di pietra (Stone balls)

pranzo volante

Self service all'ombra

 

Tuzbair Est - Uzen - Senek - Beket Ata (219 km)

Il percorso in nero è quello affrontato dal gruppo Mangystau 2 (Settembre 2022), scende quasi verticale verso Shopan Ata e Senek. Il percorso segue la strada di servizio dell'Oleodotto dell'amiciza e prosegue fino al poozzo artesiano descritto sopra. Da qui unta verso ovest e poi a sud, incontrando alcuni allevamenti, una ex-stazione meteo, giungendo sulla strada asfaltata nei pressi di Senek, Voltando a destra si raggiunge  la stazione di servizio con ii metano ad Uzen. Voltando a sinistra si raggiunge il distributore di Senek e si prosegue per  Bozzhira e Beket Ata lungo la strada asfaltata.

 

Altre piste (tracce rossa e gialla)

I percorsi rosso e percorso giallo sono più centrali sul plateau e passano vicino alla moschea di Shopan Ata, descritta nella tappa Baisari - Shopan Ata. Sono state rilevate da ciclisti e da fuoristradisti.Si può fare tappa a Shopan Ata e raggiungere all'indomani Beket Ata o fare campo fra le stupende formazioni di Bozhira. Il percorso linea verde sottile è più ad oriente e passa per Beket Ata.

 

Ingresso Beket Ata

La foresteria

(le cupole sono sulla sala centrale)

Immagine  tratta dal catalogo:
Sciamani e Dervisci dalle steppe del Prete Gianni, Religiosità del Kazakhstan e percezione del fantastico a Venezia
Museo Correr - 2000

Moschea ipogea di Beket Ata

La Falesia di Bozhira è una delle méte più note del Mangystau, ma se c'è tempo suggerisco una breve sosta lungo il percorso per la visita dell’antica moschea ipogea di Beket Ata (18°-19° secolo), scavata ai piedi di una spettacolare falesia, una delle tante piccole moschee disseminate nel deserto del Mangystau, antichi eremi di asceti mussulmani rapiti dai silenzi e dagli spazi infiniti e considerata la Mecca del Kazakistan...

Come per le altre moschee ipogee, la visita di Beket Ata permette talvolta il contatto con la popolazione kazaka. Negli anni passati, Il governo ha profuso forti investimenti per facilitarne la visita. La strada asfaltata corre sull'altopiano e permette di raggiungere sia Beket Ata che Shopan Ata.

Il visitatore turista, in genere occidentale e non musulmano, può dormire nelle foresterie (presso Shopan Ata vi è anche una guest house privata). Ricordando di avere il massimo rispetto per non urtare la sensibilità dei credenti, pernottare può essere una occasione unica di incontro con l'altro. Spesso i pellegrini giungono da villaggi remoti del Mangystau o del Kazakistan e non hanno mai incontrato un occidentale. sono quindi estremamente curiosi nei loro confronti e la curiosità è vicendevole.

La vastità e la bellezza del paesaggio che si gode dall’alto della falesia fanno comprendere il motivo che indusse tanti mistici mussulmani a condurre vite ascetiche in questi luoghi davvero surreali. Beket Ata non è una località, ma il nome di Becket Myrzagululy (1750-1813), filosofo ritenuto un santo uomo. Questa è la moschea Beket Ata di Oglandy, un'altra Beket Ata si trova a Tobykty.

La moschea è stata ridecorata nel 2000 in occasione del 250° anniversario della nascita di Beket Ata. Sono state costruite strade, sono state allestite strutture all'aperto come servizi igienici e una pensione per ospitare i viaggiatori. Da Aktau si raggiunge Beket Ata percorrendo una distanza di 150 chilometri verso est su una strada asfaltata che passa Zhanaozen e Tenge verso Ozen e Senek.

È ormai accettato che l'Islam copra una moltitudine di correnti e interpretazioni che vietano qualsiasi contaminazione. È forse meno noto che le società musulmane hanno sviluppato forme religiose alternative che si dichiarano anticonformiste, se non indifferenti al dogma.

Ex culla del misticismo islamico, l'Asia centrale ha accolto, fino all'inizio del secolo scorso, individui o gruppi marginali e di protesta, detti dervisci, seguaci di quest'altro Islam. Alcuni pregavano di sopravvivere, altri si isolavano o attaccavano violentemente i passanti, altri ancora si abbandonavano a gravi mortificazioni; molti erano gli illuminati, irsuti e portatori di oggetti simbolici.

Tutti però alimentavano la speranza di un accesso a Dio passato attraverso la rottura sociale. Gli stessi dervisci scrivevano delle loro esperienze usando idiomi particolari: formule laconiche, poesia brutale, slang.

La storia di questi musulmani emarginati, dalla loro presenza tollerata nel XV secolo fino alla loro sradicamento nei tempi moderni, è veramente poco conosciuta

La visita della moschea, se accessibile, richiede la discesa, ovviamente a piedi, lungo un sentiero pavimentato e con scalini della lunghezza di di poco più di un chilometro; dislivello di circa 160 metri; circa 45 minuti per la risalita e meno di mezz’ora per la discesa).

Distanza: 1,4 km solo andata - 3.260 a/r dal parcheggio

Altezza minima: 111 m

Altezza massima: 298 m

Salita accumulata: 167 m

Discesa accumulata: 167 m

 

Francesco Cardia © 2022

Inizio scalinata

Inizio scalinata

Rampa finale

Francesco Cardia © 2022

Francesco Cardia © 2022

Ospiti delle pellegrine

 

 

 

Ospiti delle pellegrine

La falesia vista dal drone

Ospiti delle pellegrine

 

La scalinata di Bekt ata. Clicca sul logo per l'altimetria

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Il cammino del Derviscio

San Francesco del deserto (Venezia)

Beata Solituda Sola beatitudo Certosa di Calci

Beket Ata è la terza tappa del pellegrinaggio alle tre moschee del Mangystau, la prima tappa è quella di Shopan Ata. La tradizione vuole che si debba visitarle in quest'ordine e chi non segue il precetto, non giungerà mai a Beket Ata, e se vi giungesse non avrebbe alcun beneficio spirituale.

La seconda tappa del pellegrinaggio è anche il secondo atto nella fondazione dell'anacoretismo sufi: Shaqpaq Ata, posta circa un centinaio di chilometri a nord di Aktau, non lontano dal villaggio di Taushyk sul ciglio di una scarpata, scavata nel denso strato di calcare e visitato nel primo giorno delle scorribande in 4x4.

Secondo altre fonti, la seconda tappa dovrebbe essere la moschea di Masat Ata.

Il pellegrinaggio del derviscio è metafora del percorso mistico verso il Creatore e non solo uno spostamento fisico fra luoghi isolati ed eremi. "Beata solitudo, sola beatitudo" ricorda il motto sulle pareti di San Francesco del deserto.

Anche se la tradizione del romitaggio sembra essersi persa, la cappella di Shoqpaq Ata è tutt'ora frequentata, specialmente nei giorni festivi, sia da credenti musulmani che da cristiani ortodossi!

L'ascesa mistica della lunga scalinata verso le cinque camere che formano la moschea sotterranea di Beket Ata, sarà per loro il terzo atto del pellegrinaggio.

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Geologia del plateau e delle scarpate

Dopo aver visitato il luogo di culto, ci aspetta l'area della  famosa Falesia di Bozhira (Boszhiry - Boszhir - Босжира - Босжир Фанг), costellata di bianche formazioni calcaree, i cui straordinari panorami fanno vivere appieno la grandezza della natura. La guida sceglierà il luogo migliore per il campo, protetto il più possibile dal vento. Lungo la falesia vi sono tanti monumenti naturali, come per esempio il Dente di Bozhira (зубец Босжиры - Urochishche Boszhira).

L'altopiano di Ustyurt o Mangyshlak orientale è una pianura desertica composta da calcari sarmati, ricoperti in alcuni punti da argilla e ghiaia argillosa e depositi di sabbia. Le altezze relative delle scarpate (falesie) settentrionali vanno da 100 a 300 metri, nella regione dell'altopiano di Shagraysky (toponimo citato solo nella pubblicazione di nota 3) diminuiscono a 50 metri.

L'altezza delle scarpate nord-occidentali e occidentali raggiunge spesso i 200 metri, dove taglia la roccia di Muzbel fino alla lettieradepressione di Karyn-Zharyk addirittura i 340 metri.

Nel Nordest le scarpate sono più spianate, con pendenze fino a 10°-12° e altezze dei declivi da 10 a 150 metri, in altri casi la loro pendenza complessiva è di circa 50* e un'altezza fino a 300 metri. Nella maggior parte dell'altopiano, la parte superiore delle scarpate è come se fosse visivamente separata dal fondo da una vista a strapiombo (l'altezza della parte superiore arriva fino a 1 m). La struttura della parte inferiore delle scarpate è diversa. Nelle scarpate settentrionali si tratta di una cengia appiattita con un continuo strascico proluviale alla base, tagliata da piccole forme erosive. Nel nord-ovest, le scarpate hanno una struttura a gradini a causa di grandi blocchi stabilizzati, con una sporgenza di abrasione sottostante. In Occidente, spesso nella striscia precursore larga fino a 1-3 km, si forma un fantasioso rilievo multicolore. La salita (o discesa) a piedi sull'altopiano è possibile solo in alcuni punti dove sono presenti sentieri appositamente predisposti.

Liberamente tradotto da Landscape ecc.

Il campo panoramico

Soffia il vento, si montano le tende. Un partecipante si butta sulla sua tenda per impedire che coli via verso ile "zanne"

Le zanne all'alba
durante la colazione

Per chi. come noi, è sceso da nord fino a Beket ata, si raggiunge il ciglio del plateau e lo si costeggia dirigendosi verso est. le auto sostano vicino al ciglio che si raggiunge a piedi (dista una cinquantina di metri. Molte relazioni, sia pre-covid che successive hanno numerato in progressione i punti panoramici (alcuni allegramente senza darne la posizione) sulla base di programmi di agenzie kazake o centroasiatiche. Sono tutti interessanti. Si possono ammirare sia in andata che al ritorno dal campo che viene eretto su uno sperone che domina la depressione (43.40956, 54.10523), uno dei momenti topici del viaggio. Lo sperone offre a sud est una visione panoramica sulle "Zanne di Bozzhira (Бозжыра Клыки)” dette “Ak Orpa” (bianco sasso o bianca polvere) (43.399463790323146, 54.09539616198875).Si possono ammirare sia in andata che al ritorno dal dal campo che viene eretto su uno sperone che domina la depressione, uno dei momenti topici del viaggio.

Lo sperone offre a sud est una visione panoramica sulle "Zanne di Bozzhira (Бозжыра Клыки). Il toponimo è ambiguo perché vi sono anche altre formazioni simili che ammireremo il giorno seguente ed anch'esse variamente denominate "dente di Bozzhyra.

01-06-2022 Mentre ammiriamo il paesaggio notiamo in basso i resti di una tenda. Immediatamente mi si affaccia alla memoria la tenda persa al campo avanzato del Mera Pack dove riuscimmo appena in tempo ad estrarre due partecipanti prima che la bufera facesse volar via la tenda. Fummo ben più fortunati di Simone La Torre...

Il luogo è in una posizione unica, ma durante la notte il vento aumenterà la sua potenza. Nel frattempo giunge da Aktau un meccanico con un pezzo di ricambio per una delle 4x4, lavorerà assieme a Vitaly tutta la notte mentre altri autisti passano ripetutamente a controllare i picchetti delle tende. La lavorazione termina alle 4 del mattino ed all'alba il meccanico è già ripartito per Aktau.

08-09-2022 Fuga dal campo panoramico Da Beket Ata arriviamo al ciglio del plateau, e poi lo costeggiamo dirigendoci verso est. Le auto sostano vicino al ciglio che si raggiunge a piedi (dista una cinquantina di metri). ormazioni simili che ammireremo il giorno seguente ed anch'esse variamente denominate "dente di Bozzhyra”. Il luogo è in una posizione unica, ma inizia a piovere e il vento aumenta la sua potenza. Gli autisti decidono di smontare la tenda mensa e la cucina e di ritornare alla foresteria di Beket Ata.

Sistematici nei due stanzoni, uno per gli uomini ed uno per le donne, accade una forte incomprensione con Zimulla che si era reso garante della nostra permanenza. Le donne ci hanno invitato ed abbiamo scattato anche delle foto su loro richiesta. Zumulla, che non parla inglese, non ha capito quanto gli veniva spiegato e rimarrà fortemente risentito nei giorni seguenti.

 
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da giovedì 6 febbraio 2020