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31 ottobre - 16
Novembre 2019
con AnM e Marco Vasta nel paese degli Sherpa in occasione del Mani
Rimdo
"Se non sali la montagna, non
potrai ammirare il paesaggio" Paolo Neruda
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Cham - le Danze
al Monastero di Ciwang
13 novembre 2019
Ser-Kyem
I
danzatori, gli unici che non coprono il viso con una maschera, indossano i paramenti (prosaicamente: costumi) degli
Shanang
(Zhanak(1) (ཞྭ་ནག་), i cosiddetti cappelli neri,
ed il loro rituale consiste nella offerta di nettare spirituale, il gSer-sKyems
(ser : oro, kyem : libagione o brindisi), usato in molte cerimonie. Il liquido in genere è la birra locale, un
fermentato di orzo o riso, accompagnato da piccole
torma. Qui, come a
Tengboche
vengono
offerte le pillole dette Mani Rilwu un impasto prodotto in tanti modi e con
diversi ingredienti Può darsi che il monaco mi abbia tradotto le Mani Rilwu
come torma per semplificare.
Gli Shanang sono i maghi tantrici, i
sacerdoti-sciamani
bön della religione originaria del Tibet.
Anch'io, come molti occidentali, per semplificare chiamo danza di
cappelli neri qualsiasi manifestazione in cui appaiono questi
personaggi, ma la danza
dei cappelli neri ha altri componenti ed altri significati. Però il
vestito, soprattutto il cappello è simile nelle varie versioni degli ordini
monastici vajrayana ed in altre località dell'Himalaya. La danza, secondo il codice chams-yig
scritto dal Grande Quinto fu eseguita per la prima volta da
Guru Rinpoche
stesso per consacrare il terreno de primo monastero buddhista a Samye (bSam-yas).
Gli Shanang offrono il Ser-sKyems
da calici d'argento e le pillole Mani Rilwu al Lama
(la guida spirituale, che potrebbe essere anche il Rinpoche che comparirà
fra poco, ma ogni monaco ha la sua guida),
agli Yidam (la divinità personale di ogni praticante), alle
Khandro (o Khandro-ma
o Dakini, le fate o portatrici di saggezza) e agli Shi-Dak (le divinità terrene). Un praticante buddhista
si rifugia in queste quattro presenze. Un tema centrale nella pratica buddhista tibetana è fare offerte
a questi esseri, in modo che possano aiutare con le azioni virtuose che
portano alla Buddhità.
I ballerini indossano una lunga veste di seta
chiamata phoego (ཕོད་ གོ་), che è legata intorno all'anca
dall'interno usando uno speciale sostegno in modo che la veste vortichi in
modo fluido ed elegante quando i ballerini eseguono movimenti vorticosi. Le
vesti sono realizzate in diversi colori di broccato di seta e hanno motivi a
righe sul corpo principale e sulle maniche che hanno un'estremità molto
ampia. È questo vorticare in cerchio, alternato ai movimenti lenti e
ieratici, che attrae ed impressiona gli astanti perché - raccomanda il
Grande Quinto - "...la parte inferiore della veste dovrebbe muoversi come
quando la grande aquila si alza per sollevarsi; le ciocche (capelli)
dovrebbero essere come quelle della tigre indiana che si allunga con grazia
nella foresta". I ballerini indossano il copri-spalla dorji gong
(རྡོ་ རྗེ་ གོང་) e un grembiule scuro con disegnata una faccia adirata e
nappe sul fondo.
Chhing-pa
La danza successiva raffigura i Quattro Ghing
Protettori, difensori della fede buddhista dagli attacchi dei demoni.
Il nome suona con la g dura, quasi una k ed al mio orecchio
sembra king. Lucenti maschere di carta nascondono i volti dei danzatori, ognuna
è di un
colore diverso e tutte mostrano un sorriso costante. I passi dei ballerini
sono ritmicamente accompagnati dal fragoroso battito dei cimbali.
Senza interrompere il passo, i ballerini
caricano incessantemente i bambini nel pubblico. I giovani indietreggiano
per l'orrore, con grande divertimento di tutti gli altri nella folla.
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Antonella Ardito©2019 |
I
quattro Ghing, sono servi di
Guru Rinpoche, collegati alla sua
emanazione come Dorje Trollo. Sono
venuti dalla sua Terra Pura di Sangdok Palri, dove vivono nel suo mandala. Annunciano
l'imminente arrivo di
Guru Rinpoche al Mani Rimdu.
I vestiti dei danzatori a Tengboche, anni
fa, rappresentavano abiti nepalesi. Qui sono differenti.
Due dei Ghing sono maschi e
portano cimbali, mentre le due femmine portano tamburi. Il
maschio rappresenta i mezzi abili e la femmina rappresenta la saggezza; questi
due aspetti del percorso verso l'illuminazione sono al centro della pratica Vajrayana (tantrica). L'unione di
mezzi abili o compassione e saggezza è spesso raffigurata, e spesso
fraintesa, nell'iconografia tantrica.
Dorje Drolö - Guru Rinpoche
Preceduto
da un monaco riverente con in mano un incenso in fiamme, Guru Rinpoche fa la
sua drammatica apparizione
nella forma di Dorje Drolö (tib. གུ་རུ་རྡོ་རྗེ་གྲོ་ལོད་,
lett.
Selvaggio portatore del vajra). Guru Rinpoche ha altre sette emanazioni, sei delle quali pacifiche. Dorje
Drolö, è una delle forme irate che il Prezioso Maestro assunse, per
sconfiggere i demoni in Tibet. In contrasto con la dramatis personae
raffigurata, una traduzione in lingua inglese diventa "saggia pancia
cadente di diamante" e mi immagino il prezioso maestro con un
grembiulino di ciccia sull'addome.
Dorje Drolö giunge
dalla sua casa sulla Montagna di Rame in sella a una tigre volante,
seguito dai Ghing. Dopo aver avviato il suo mandala simbolico,
Guru Rinpoche è invitato ad accomodarsi sul trono e gli vengono
fatte offerte in quanto considerato anche come il "Secondo Buddha".
Nella mano destra impugna il
dorje (diamante simbolico o fulmine) che rappresenta l'indistruttibilità, mentre
nella mano sinistra brandisce il
phurba, il simbolico pugnale che uccide i demoni. Dopo
aver vinto i demoni, Guru Rinpoche li converte in buddhismo e gli fa
pronunciare voti solenni per proteggere gli insegnamenti e tutti i
praticanti.
Il simbolismo può essere interpretato
su molti livelli; i demoni
interiori di odio, avidità e ignoranza (i tre elementi raffigurati al centro
della
sidpa korlo, la ruota della vita) possono essere superati dalla
meditazione su compassione e saggezza e trasformati in
illuminazione. I tre veleni (tib.: dugsum=cattive bevande) sono
la forza motrice della vita. Il gallo rosso della «collera», cioè odio,
rabbia
e avversione agli altri uomini, il serpente verde del «desiderio»,
ovvero tutti i sentimenti che esprimono cupidigia e brama di
possesso, il grigio maiale dell'«ignoranza». I tre animali si mordono la
coda: il ciclo dell'«ego», con le sue forze dinamiche, muove tutta la vita.
Nga-Cham (danza dei tamburi)
La
danza dei tamburi è eseguita
da quattro Shanang per celebrare il raggiungimento del
samādhi
(concentrazione meditativa) ed è descritta per Tengboche in
Mani-Rimdu,
Sherpa Dance-Drama di Luther G. Jerstad, University of
Washington, Seattle 1969. A Chiwong si esegue lo stesso rituale, ma noi ne
abbiamo visti solo quattro, anche se il libretto che abbiamo acquistato ne
indica sei...
I quattro Shanang vestono anche qui i paramenti
dei cappelli neri. Secondo il codice chams-yig scritto dal Grande Quinto,
la danza fu eseguita per la prima volta dallo stesso Guru Rinpoche, mago e
taumaturgo, per consacrare il terreno del primo monastero buddhista a Samye
(bSam-yas) in Tibet. Compito degli Shanang è quello di soggiogare lo spirito
malvagio attraverso un largo cappello che rappresenta, a sua volta, tre
livelli differenti dell'esistenza: la testa, ornata di pelliccia, raffigura
i mondi elevati spirituali dei reami senza forma (arupadathu), la calotta
conica simboleggia il mondo delle dinamiche meditative e delle forme
spirituali (rupadubu) e la parte più alta, la punta, mette in relazione il
danzatore con il mondo degli esseri umani e con quello celeste divino (kamadathura).
Il cappello nero, che ha una larga falda
circolare piatta su cui a volte sono disegnati diagrammi tantrici o mantra.
La parte centrale è la cupola che viene calzata sulla testa del ballerino e
legata con una cinghia che passa sotto il mento. La cupola ha varie
caratteristiche tra cui forme di pile di disco solare e mezzaluna (come i chörten), in alcuni casi teste mozzate e teschi e un apice con uno specchio
od un
vajra, ed è spesso decorato con piume di pavone. Ai due lati del
sostegno centrale ci sono motivi di serpenti, draghi, fogliame, fiamme,
sciarpe, ecc. La cupola rappresenta il mandala cosmico dei tre mondi del
desiderio, della forma e dei regni informi o il Monte Meru circondato
dai continenti e dai sub-continenti. Il cappello illustra come il monaco che lo indossa
trasformi il mondo ordinario in un campo di energia illuminata. La miglior
descrizione dell'abbigliamento de Nagpa / Shanang è stata studiata e scritta
da René De Nebesky-Wojkowitz nel suo
Tibetan Religious Dances, pubblicato nel 1976, con riferimento al
Mani Rimdu di Tengboche.
Mi-Tshe-ring
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Mi Tsering - Antonella
Ardito ©2019 |
In
questo interludio comico appare un personaggio, Mi-Tsering, (l'uomo dalla
lunga vita) il preferito dai bambini presenti al Cham. È un vecchio
maldestro e gentile. Intende fare del bene e fa del suo meglio, ma
inevitabilmente sbaglia tutto. Tuttavia, è convinto di essere un esperto e
cerca di istruire gli altri in alcuni rituali del tempio, come offrire le
khatak (sciarpe di seta) o fare prostrazioni.
La sua è una presenza comica che porta allegra, ma porta un messaggio di
incoraggiamento alla gente comune: la sincerità e le buone intenzioni
contano tanto quanto la competenza.
È Mi-Tsering a guidare la processione di monaci che accolgono l'arrivo di
Sang Sang Rinpoche a Chiwong e che lo annuncia nel cortile per presiedere le
danze. È un riconoscimento delle buone intenzioni di ogni uomo, per quanto
umile.
I momenti comici sono presenti in tutti i cham che ho visto in Ladakh
ricordo i monaci giullari che ad Hemis che prendevano di mira gli
spettatori, individuandone uno a chiedendo una mancia. In altri cham, al
posto di Mi-Tsering compare un anziano, in genere con il volto scuro,
accompagnato da quattro assistenti. Nel manuale delle danze scritto da
Grande Quinto non compare. Si dice che sia stato introdotto dal 13° Dalai
lama che durante l'esilio in Mongolia aveva sognato questo strano
personaggio e talvolta viene indicato come l'Anziano che viene dalla
Mongolia.
Conclusione anche i canoni non sono immutabili. Come del resto sono cambiate
le danze Dogon dove, dopo i viaggi di Griaule, in alcuni villaggi comparve
la maschera detta dell'etnologo.
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Mi-Tsering, l'uomo dalla lunga vita, insegna
come prosternarsi - R.J. Kohn 1979
Ingresso dell'Abate (Rol-Cham)
Ingresso dei monaci e Mi-Tsering
con stendardi e strumenti cerimoniali, che annuncia l'arrivo dell'abate. Il
Venerabile Sangsang Rinpoche è l'incarnazione di Lang Chokeng
Chorongnei, uno dei venticinque discepoli di
Guru Rinpoche
riconosciuti dal 16° Karmapa e discepolo di Chuxi Rinpoche nella vita
precedente. Rinpoche è nato nel
1959, figlio di Passang Gonpo e di Youdon. In tenera età, avendo
risvegliato chiari ricordi delle vite precedenti e soprattutto raccontato
chiaramente la sua vita passata mentre era seduto in posizione di
meditazione e recitava preghiere, venne riconosciuto come
tulku reincarnato.
Con anni di pratica meditativa e di studi filosofici è divenuto rinpoche,
cioè "prezioso" (sott. maestro) e supremo protettore del Dharma, alla guida
di diversi gompa nepalesi, ma per noi, sacrileghi spettatori italiani,
rinpoche fa scattare immediatamente la rima "c'è o non c'è?".
L'ombrello, simbolo di
regalità, può sorprendere, ma anche nella nostra cultura esiste
l'equivalente, come il baldacchino del S.S. Sacramento nelle processioni del
Corpus Domini.
Thur-Dhag
(Rurang)
Thur-Dhag,
la Danza della Liberazione, è l'atto centrale del cham. Le
due figure scheletriche sono i Signori dei Cimiteri,
portano una maschera raffigurante un teschio. Qui a Chiwong
hanno un costume bianco ma in altri monasteri indossano uno rappresentante
uno scheletro. I Thur.Dhag (ma anche traslati bDurdag, e nell'opuscolo
rurang) simboleggiano l'evoluzione della mente verso la piena consapevolezza
di se e ricordano la natura transitoria dell'esistenza umana. Due Shanang
compaiono sugli scalini, scendono nel chiostro ed eseguono un'invocazione mistica, attirando tutti i
demoni e le energie negative, quindi li intrappolano in una piccola figura
di pasta.
Allo stesso tempo,
Sang Sang Rinpoche esegue la puja del fuoco - chiamando i demoni mediante
lunghi scuotimenti di un
dorje a nove punte
ed uno stendardo nero. I
demoni sono intrappolati e bruciati cerimoniosamente su una piccola pira,
come offerta agli dei, a cui viene quindi chiesto di liberare il mondo. Rinpoche
ha però compassione dei demoni ormai convertiti e con
colpi simbolici del suo
phurba, li manda nel regno della saggezza.
I demoni dell'odio, dell'avidità e
dell'ignoranza sono morti. I
signori dei cimiteri portano i cadaveri agli dei del Mandala. Le
ceneri della pira sono sepolte sotto una pietra del lastricato nel cortile.
Kang-Wa
Assiso sul
trono, Rinpoche invoca i Grandi Protettori
chiedendo loro di svolgere le attività di un Buddha. A Tengboche, i
Protettori sono otto, a Chiwong compaio solo quattro maschere: quella di Mahakala
(tib
ནག་པོ་ཆེན་པོ།,
Nak po chen po,
il grande nero)
è in realtà di colore blu. Mahakala è un'altra manifestazione feroce di
Chenrezi.
La dea Ekajati, che nella iconografia è cieca da un occhio, porta con sé le raffigurazioni di un
corpo umano, di uno scheletro e di una daga rituale. Ekajata è una potente
protettrice dell'ordine
Nyingma-pa
cui appartiene il monastero. Mahadeva
(lett. il grande dio, Lha-chen-po), altra
manifestazione di Shiva, indossa una maschera di colore rosso e Trudo Lhamo
(sic) (Durtrö
Lhamo
དུར་ཁྲོད་ལྷ་མོ་-,
dur-khrod-lha-mo,
la divinità del cimitero,
da non confondere con i guardiani dei cimiteri) è marrone, ma è
anch'essa una manifestazione di
Ekajati. Durante
questa danza,
Ang Babu e la sua famiglia fanno offerte a Rinpoche e al
Sangha, la Comunità buddhista.
L'opuscolo stampato dal Trust, riporta le danze come
presentate in parte su vari siti (in genere di agenzie di viaggio) del monastero
di Tengboche. Non è facile seguire le coreografie e comprendere i personaggi. Ma
vi possono sicuramente essere discrepanze e variazioni di anno in anno.
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Mahakala
Antonella
Ardito ©2019 |
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Mahadeva
Antonella
Ardito ©2019 |
Trudo Lhamo
Antonella
Ardito ©2019 |
Mi-Nak
e Syarlon(Shalung)
Compaiono due
uomini con maschera color carne e vestiti di nero sono servitori di
Shalung Genyen Chenpo (trascritto anche Syalung) divinità
protettrice del monastero nyma-pa di Dza-Rong-Phu, che li segue dopo alcuni
minuti di danza. Shalung Genyen Chenpo, era originariamente un feroce
assassino, ma in seguito è pentito e diventa un protettore del Dharma.
Il
monastero di Rongbuk (རྫ་རོང་ཕུ་དགོན་, rdza rong phu dgon) è
trascritto in modi differenti: Rongpu, Rongphu, Rongphuk and Rong sbug
(sulle mappe cinesi Róngbù- Sì), e anche Dzarongpu o Dzarong. Distrutto nel
1966, ricostruito nell'86 si raggiunge ora con comoda strada asfaltata.
Questa
danza, o coreografia che di si voglia, ricorda lo stretto legame del popolo
sherpa con il territorio tibetano e con Rongbuk che, se pur di relativamente
recente costruzione, è nell'area da cui sono transitati dorante la
migrazione.
La maschera compare dopo i Mi-Mak che lo hanno
preannunciato. Ha
color marrone come molte altre raffigurazioni in questo cham, ma riusciamo a
differenziarlo sia per la presenza del Mi-Mak, sia per il copricapo di un
colore azzurro chiaro.
Khandro
Cinque Dakini della saggezza
entrano e fanno offerte di tsog, canzoni e balli a Sang Sang Rinpoche. Queste Dakini
(Khandro-ma) sono la parte attiva di Lama, Yidam e Khandro. Nn
ho mai visto direttamente la danza delle Dakini, ma le immagini del Cham di
Tengboche fanno sorridere, perché vedere sette uomini che danzano impersondo
figure femminili fa pensare ad uno spettacolo en-travesti... Ci
sono ulteriori cerimonie e processioni da parte dei monaci, mentre Sang Sang
Rinpoche lascia il cortile.
Shimjyung Pheppsu
Un monaco dispone una torma come
offerta compassionevole agli esseri e come in una passerella finale
ricompaiono i monaci nei loro vari paramenti. Riconosciamo i berretti neri,
i protettori del dharma ed i musici con il berretto giallo.
Tok-Den
Questo secondo interludio comico è
una sorta di soap-opera spirituale. Uno
yogi tantrico e i suoi due discepoli senza speranza cercano di affrontare la
vita, la morte, l'amore, la lussuria, l'alcool e un assortimento di altri
problemi samsarici. Alla fine
della scena, Tok-Den, dimostra la sua abilità spirituale piegando una
spada di metallo contro la sua pelle non protetta. L'azione mi ricorda
vagamente le lesioni che si infliggono gli oracoli ladakhi nei cham
invernali dei monasteri di Stok e Matho, ma probabilmente non
vi è alcun collegamento.
Più che una danza, questa è una
rappresentazione teatrale che si tiene anche nel Mani Rimdu di Tengboche.
Viene descritta come il racconto della sfida fra saggi tibetani ed
indiani, tal'altra come la disfida
tenutasi a Samye fra lama tibetani e cinesi. Aldilà di queste spiegazioni, il laico che assiste al 'cham
non usa le stesse categorie dei tibetologi e non fa distinzioni fra
vajrayana tantra, riti bön, pratiche yoga, che forse non sono conosciute
neppure dai monaci. Lo spettatore, sopratutto i più anziani, si immergono,
fra una risata e l'altra, fra un sorso di té ed un altro, e sono permeati dai
riti, facendone parte.
Ti-Cham
La Danza del Coltello taglia e
distrugge tutti i demoni rimanenti.
Lok-Cham
Questa è la Danza Finale che conclude
il secondo giorno del Mani Rimdu del Monastero di Chiwong.
Note
(1) Levando lo "sha"
ed aggiungendo il suffisso "pa" (persona), si usa anche il terrmine Nang-pa,
come nell'opuscolo venduto al monastero. (torna la testo)
[ Su ]
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