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29 giugno - 14 luglio 2019
con Avventure nel Mondo e Marco Vasta
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Gelati გელათი
I georgiani sembrano aver sempre avuto un particolare talento nello
scegliere splendidi luoghi dove edificare le loro chiese e questo
complesso monastico, situato sul pendio di una collina boscosa 9 km
a nord-est di Kutaisi, non fa eccezione.
Gelati fu fondato dal re Davit il Costruttore nel 1106 come centro
della cultura cristiana e neoplatonica, La sua accademia divenne,
secondo le cronache medievali, una ‘seconda Gerusalemme’. Molti
regnanti georgiani sono stati sepolti all’interno del monastero, fra
cui lo stesso Davit e (secondo il suo biografo) la regina Tamar. Nel
1510 i turchi ottomani incendiarono l’intero complesso, che in
seguito venne fatto restaurare da Bagrat III di Imereti e divenne
residenza del patriarca della Georgia occidentale. Nel 1922 i monaci
furono cacciati dai comunisti, ma le chiese vennero riconsacrate nel
1988 e nel 2004 il presidente Saakashvili scelse Gelati come luogo
del suo insediamento in carica.
L’interno della chiesa principale, la
Cattedrale della Vergine,
è tra i più pittoreschi e vivaci che si possano vedere nelle chiese
di tutta la Georgia. Tra gli affreschi, realizzati fra i secoli XII
e XVIII, spicca in particolare la fila di otto aristocratici
rappresentati sulla parete nord del transetto settentrionale: fra
questi vi sono Davit il Costruttore (raffigurato nell’atto di
reggere la chiesa) e Bagrat III (con una croce sulla spalla sinistra).
Dietro l’angolo, a destra di Davit, si riconoscono l’imperatore
bizantino Costantino VII e la moglie Elena. Nell’abside si
puòammirare un celebre mosaico del 1130 circa raffigurante la
Vergine e il Bambino, con l’arcangelo Michele sulla sinistra e
l’arcangelo Gabriele a destra.
Se visitate la chiesa durante la funzione della domenica mattina,
che inizia verso le 10, sarete deliziati da splendidi canti
georgiani.
Uscendo dal portale occidentale della cattedrale s’incontra la più
piccola
Chiesa di San Nicola,
costruita su un’insolita base ad archi, e, poco oltre, l’Accademia,
dove si studiavano filosofia, teologia, scienze e pittura, si
redigevano importanti cronache del tempo e si traducevano scritti.
L’Accademia è stata di recente completamente restaurata dopo essere
rimasta per anni un guscio vuoto senza tetto. A sinistra di questa,
superata la
Porta Meridionale,
si arriva alla tomba di Davit il Costruttore. Il re diede
disposizioni affinché il suo corpo fosse sepolto in questo preciso
luogo, in modo che tutti coloro che entravano nel monastero
passassero sopra la sua grande pietra tombale di 3 m: una scelta di
grande umiltà per un uomo così potente. Per ironia della sorte, i
reverenti fedeli di oggi fanno ben attenzione a
non
calpestare la tomba.
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