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Gyantse

Gyantse (anche: Gyangtse, rGyang-rtse, rGyal-rtse, in cinese: 江孜) è la terza più grande città della c.d. Regione Autonoma del Tibet, posta nella regione di Tsang cui capitale è Shigatse.

Sita a 3977 metri di altitudine sul livello del mare è attraversata dalla Friendship Highway, che la congiunge a Kathmandu in Nepal e a Lhasa. Gyantse è famosa per il Kumbum (a destra in una immagine del 1930) posto entro le mura dell'antico monastero di Pelkor Chode. Eretto nel 1440 il Kumbum è uno stupa contenente 108 cappelle su quattro piani, tutte finemente illustrate da migliaia di dipinti e centinaia di statue.

Nel 1904 un esercito inglese di 4.000 uomini e 10.000 truppe indiane, sotto il comando del colonnello Younghousband, penetrò in Tibet e conquistò Gyantse senza che vi fosse opposizione armata. Quando le truppe tibetane si organizzarono e si impadronirono del Dzong, il forte che domina la città, le truppe inglesi mossero all'assalto e sterminarono i 900 difensori. Di lì quindi mossero per conquistare Lhasa dove riconobbero formalmente la sovranità dell'impero cinese sul Tibet.

Fu visitata diverse volte dal tibetologo Giuseppe Tucci, che nel 1937 vi fu accompagnato dal fotografo Fosco Maraini, nel 1939 dal Capitano degli Alpini Felice Boffa Ballaran, e nel 1948 dal fotografo Pietro Francesco Mele, dal medico della Marina militare Regolo Moise.

Vedi mappa cinese

Voce di Wikipedia in lingua inglese: Kumbum

 

Bibliografia:

  • Tucci Giuseppe, Gyantse ed i suoi monasteri, Indo Tibetica IV

  • Vitali, Roberto. Early Temples of Central Tibet, p. 133. (1990). Serindia Publications. London. ISBN 0-906026-25-3.

  • Tibet, p. 167. 6th edition. (2005). Bradley Mayhew and Michael Kohn. Lonely Planet. ISBN 1-74059-523-8.

  • Dowman, Keith. 1988. The Power-places of Central Tibet: The Pilgrim's Guide. Routledge & Kegan Paul, London and New York. ISBN 0-7102-1370-0, p. 270

  • Chan Victor, Tibet Handbook - a Pilgrimage Guide, Moon Travel Handbooks. 1994

Il Pelkor Chode

Voce di Wikipedia (in lingua inglese)

Il castello

Le spesse mura che proteggono gli edifici ormai abbandonati di questa fortezza sono le meglio conservate del Tibet. La strada sale a zig-zag fra i muraglioni interni fino al portale per proseguire fino alla sommità dalla quale l'occhio si perde in lontananza dominando la vallata.

 

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