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Il Potala

Il Palazzo Bianco ] Il Palazzo Rosso ] Dentro il Palazzo ]

Il sacro palazzo domina la capitale dalla Marpo-ri (rossa collina), un luogo che per la sua posizione centrale nella piana ha attratto fin dai primordi l'interesse degli abitanti dell'altopiano. Una fortezza sarebbe esistita già precedentemente al 7° secolo quando re Songtsen  Gampo (ব্ত্সন স্গাম পো) fece edificare una dimora per le sue due spose straniere. Le saghe raccontano che la fortezza aveva l'aspetto di un elefante addormentato e che le venne attribuito il nome di Bianca Residenza Regale. Il complesso si sviluppò fino ad avere ben nove piani e contenere un totale di quattrocento stanze.

Sopra: Uscita dal Potala nel 1986
Sopra: l'ultima chiuda la porta (1986)
Sopra: gentile guida con smartphone sul tetto del Palazzo Rosso (1997)

Di questo nucleo originario, distrutto da un incendio nel 9° secolo, rimangono solo due stanze e ben poco doveva sussistere quando Ngawang Lobzang Gyatso, il grande quinto, ne ordinò la ricostruzione nel 1645. Nel 1650 egli vi pose la sua residenza abbandonando Drepung, purtroppo morì prima che il palazzo fosse terminato. Guardando da sud il Potala si distinguono nettamente il Palazzo Bianco, terminato nel 1653 e che ne costituisce le due ali. L'opera continuò sotto la guida del reggente che nel 1690 elevò il Palazzo rosso, la parte centrale, fino al tredicesimo piano. L'edificio fu terminato nel 1694 e dal 1755 divenne il Palazzo d'inverno poiché il 7° Dalai Lama fece costruire il Norbulingka come residenza estiva. Poiché la ruota era pressoché sconosciuta ogni pietra del palazzo è stata trasportata a dorso di mulo risalendo le ampie scalinate. Gli ultimi ampliamenti del complesso edificio furono effettuati sotto il tredicesimo Dalai Lama.

Nell'insurrezione del 1959 il palazzo fu conquistato dall'EPL e venne in parte abbandonato; qualche anno dopo si procedette quindi a lavori di ripristino. Attualmente la parte centrale degli edifici è aperta ai visitatori, in quella occidentale vivono circa 150 monaci mentre nell'ala orientale vi sono uffici governativi, una scuola per i monaci che hanno funzioni impiegatizie e la sala per le riunioni dell'Assemblea Nazionale. Le centinaia di stanze e celle che anticamente ospitavano magazzini con gli approvvigionamenti per l'esercito e per i monasteri sono ora il deposito di centinaia di migliaia di rotoli dipinti, di testi sacri, di statue ed ammennicoli antichi e vetusti che sono stati raccolti nel corso dei secoli e qui depositati e dei quali non è ancora stato terminato l'inventario.

Nel corso della rivoluzione culturale il palazzo fu protetto contro i vandalismi delle Guardie rosse dalle truppe dell'EPL, si dice che sia stato Zhou En Lai (Chu-en-lai) a dare questa disposizione non si sa se perché convinto della importanza storica e culturale o perché nel Potala vi è ammassata una quantità non ancora catalogata di tesori.

Nel giugno del 1984 un incendio causato da un cortocircuito ha distrutto il Maitreya Lhakang. Negli ultimi anni, oltre ai numerosissimi estintori, sono stati installate numerose cisterne e condotte d'acqua per spegnere eventuali nuovi incendi. La Tibet Tourist Corporation ha dotato il complesso di un moderno sistema di illuminazione che sostituisce quello installato ai tempi di Tenzin Gyatso e che ha ridotto il numero delle torce e delle lampade a burro. Si vorrebbe inoltre costruire tutta una serie di servizi igienici che sarebbero certamente graditi a quei viaggiatori in cerca di lusso che nella maggior parte considerano il Potala come un museo polveroso e cadente ma queste innovazioni non sono certo gradite né ai tibetani né a coloro che in questo luogo cercano e vedono il centro di una religione ancora viva ed insostituibile.

Costruito in legno, terra e pietre, il Potala ha tredici piani che si innalzano per ben 117 metri. L'intera struttura ospita oltre un migliaio di ambienti fra corridoi, stanze, cappelle, saloni, vestiboli ed anditi. Vi sarebbero contenute diecimila nicchie ed oltre duecentomila statue di varie dimensioni. I contrafforti e le mura, spessi dai due ai cinque metri sono stati rinforzati con tiranti in rame per rendere la struttura più resistente ai terremoti. La terra per riempire i contrafforti e la malta sono state estratte dai campi dietro la Collina rossa e la cava si trasformò in un laghetto.

Immagini dalla conferenza "Il sacco di Lhasa"
Porta ovest 1904 Younghusband entra a Lhasa nel 1904 Alexandra Davi-Neel e il figlioccio
Il Potala dal Chakpori nel 1942 L'arrivo dei primi mezzi cinesi 1956 I camion del PLA davanti al Potala
La porta ovest dall'interno La porta nel 2002 Pubblicità 2002

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Ultima modifica: 15/06/2024 21:05:16

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