Un itinerario che ripetiamo sulla scia di precedenti spedizioni in terra
maliana ormai collaudatissime. L'idea è quella di percorrere
integralmente la falaise di Bandiagara per incontrare villaggi e genti
dove non sono ancora arivate le deturpazioni del turismo super
organizzato. Solo all'altezza di Sangha potremo incontrare qualche
turista. Da Bamako, dove ci lascia l'aereo dall'Italia, raggiungiamo con
una camionetta l'affollato porto di Mopti sul delta interno del fiume
Niger.
Una veloce contrattazione per trovare un camion, o qualsiasi altro
mezzo, e inserirci nella zona di Hombori. Tocchiamo Douentza, il
caratteristico mercato di Kona, il villaggio di Dala fino a Hombori,
incontrando sulla pista pastori nomadi Peul e Gurma. Hombori è al centro
di una vasta savana dove all'improvviso si ergono fantastiche formazioni
rocciose cesellate dall'erosione dei venti. Dall'alto dei suoi 1.155 metri
Hombori Tondo è il punto più elevato con la forma di un perfetto
tamburo. Vagheremo fra queste fantastiche guglie che non a torto furono
soprannominate le «Dolomiti del Mali» dal gruppo Toguna "78 che per
primo le scoprì.
Rientriamo a Douentza fermandoci a visitare alcuni
villaggi lungo la strada, interessanti sia per gli abitanti che per la
caratteristica architettura. La zona è abitata prevalentemente da Peul,
ma si cominciato a vedere i primi villaggi di Dogon. Iniziamo il trekking
per Diaullé, Biendu, Amba, Neni, Banaba attraverso i villaggi della
pianura al di fuori di tutti i circuiti turistici dove l'uomo bianco è
ancora oggi una grande curiosità. Proseguiamo con la visita a Diankabu e
Anakila tipici villaggi della pianura abitati dai Dogon. Il Toguna in
quest'ultimo villaggio, da solo, vale la camminata di 20 km. Quindi Domosongo, caro a Marcel Griaule e
Yadasongo dove troveremo case in terra
mai viste sui libri e pubblicazioni sul Mali, Yogoupiri che gli architetti
Spini (autori di «Toguna» ed. Electa) definivano «villaggio dove la
cultura Dogon è rimasta intatta». Il villaggio dal sentiero non si vede,
bisogna salire su una collinetta, ma la fatica è ampiamente premiata
dallo spettacolo impressionante delle capanne costruite sulla parete
sovrastante. Faremo provvista d'acqua, che i Dogon recuperano nella grotta
sacra e ci portiamo sul plateau di questa falesia secondaria da cui
potremo ammirare la «falaise» in tutta la sua bellezza.
Poi per passaggi
mozzafiato riscendiamo a Yougodogorou, fra tutti i villaggi ritenuto il più
sacro. Il mito indica che qui i Dogon per la prima volta ebbero coscenza
della morte e per esorcizzarla crearono le maschere. Ritoniamo ai piedi
della falaise principale alla volta di Tireli fermandoci per via al sacro
stagno di Amani. Assistiamo a Tireli alle danze Dogon e poi velocemente
riprendiamo il cammino per Nombori rientrando in una zona dove il turismo
è pressoché inesistente. Passiamo per Yaba-toulou poi, all'altezza di
Teli iniziamo a risalire per il plateau seguendo il sentiero che si
inerpica tra rocce e canaloni e «giardini» coltivati alacremente dai
Dogon.
Le 4x4 a cui avevamo dato appuntamento ci verranno a recuperare a
Djiguibombo dopo questi magnifici otto giorno trascorsi fuori dal mondo.
Siamo diretti a Djenné dove traghettiamo per visitare la più bella
moschea del Mali e ci immergiamo nel grande mercato del lunedì. Con una
baché (auto pubblica) di fortuna rientriamo a Bamako e purtroppo saremo
presto sull'aereo per l'Italia.
|
|