Batura è un nome in Burushaski che unisce «bat» e «tur», (pelle e corna). I pastori locali rinvenivano numerose carcasse di ibex, uccisi dai leopardi delle nevi o dalle valanghe. Oggigiorno il termine indica tutta la catena, da alcuni geografi considerata Hindu Kush e da altri Karakoram. Il ghiacciaio che ne lambisce le pendici settentrionali è chiamato ghaicciaio Batura e Batura Pamir gli alpeggi della vallata (ovviamente altri pascoli detti Batura Pamir sono ai piedi di tutti i versanti nelle numerose valli che scendono dalla catena dei Batura). Il ghiacciaio è lungo ben 54 chilometri, la bocca è ad un'ora di cammino dalla KKH e sono sufficenti due giorni di marcia per raggiungere i pascoli di Yash Pert ed ammirare ghiacciaio e picchi in tutta la loro maestosità, in tre giorni si arriva al dosso panoramico sopra le malghe di Gushem che sovrasta la confluenza fra due lingue del ghiacciaio. Il trekking è alla portata anche dell'escursionista meno esperto.
Percorso, difficoltà e rischi
La camminata si svolge per la maggior parte sui pianori e sulle morene laterali sinistre raggiungibili solo con l'attraversamento del ghiacciaio stesso. Da Passu si raggiunge Yunz e si prosegue sulla destra orografica. E' possibileattraversare il ghiacciaio all'altezza di Younz, di Kirgaswash o di Bajyard. I portatori sanno individuare i passaggi ed in genere si orientano per compiere l'andata su un passaggio ed il ritorno su un altro. L'attraversamento all'altezza di Younz è il più lungo, in quanto richiede un maggior numero di saliscendi fra i seracchi, ma è anche il più spettacolare.
Raggiunta la sponda sinistra si incontrano spiazzi e pascoli dove campeggiare. Dopo l'ultimo pascolo di Gushem è possibile visitare il ghiacciaio Batura fino ai campi base oppure entrare in un ramo laterale.
Non vi sono pericoli: sul ghiacciaio camminare con attenzione ed avere fiducia cieca nella guida, i ramponi non servono. Il totale delle tappe da Passu a Gushem è di otto, ma sono sufficienti tre tappe in salita e due in discesa per un totale di sei giorni con uno di sosta. Chi volesse dedicare più tempo alla vallata può calcolare anche dodici giorni ammesso che voglia compiere tappe di due-tre ore campeggiando a Yuonz, Kirgaswash, Yash Pert, Fatima Hill, Gushem. I portatori dormono nelle baite degli alpeggi, la sistemazione migliore per l'escursionista è la tenda.
Passu - Kirgaswash
Da Passu si segue la KKH che sale sulla morena del ghiacciaio. Una deviazione verso sinistra porta ad uno spiazzo nei pressi del quale scorre un canale di irrigazione. Per risparmiare questi tre chilometri conviene noleggiare un trattore con rimorchio od una jeep. All'inizio lungo il canale fino alla presa d'acqua, poi su tracce di sentiero si costeggia il torrente fino alla bocca del ghiacciaio dove il percorso si alza fra sassi e roccette fino a raggiungere uno spiazzo sabbioso (2 h) detto Younz o Younzbin. (Dal sovrastante pendio a sud scende una traccia di sentiero proveniente dal Passu Glacier). Da qui si può raggiungere il ciglio della morena e scendere sul ghiacciaio per attraversarlo oppure continuare in lentissima salita sulla fascia di terreno fra il pendio della montagna e la morena finché si incontrano le due baite di Mologhil ed una serie di bacini sabbiosi che diventano laghi all'inizio dell'estate. Si raggiungono così le capanne di cacciatori presso lo spiazzo di Kirgaswash (aquila abbattuta), acqua nel torrente che scende dalla successiva conoide. Dal campo si può proseguire per Maidan e Bajyard, attraversare il ghiacciaio e raggiungere Fatima Hill. Dopo Bajyard la sponda destra non è più percorribile perchè posta direttamente sotto le seraccate dei Batura.
Kirgaswash - Yash Pert
Da Kirgaswash conviene attraversare il ghiacciaio all'altezza del torrente. Il percorso è facile ed i saliscendi pochi, occorre circa mezz'ora e poi ci si alza sul bordo della morena laterale sinistra per raggiungere gli spiazzi verdeggianti posti sotto alcuni strapiombi. Ci si incammina verso ovest su sentiero facile raggiungendo una grande spianata. Una miriade di sentieri aggira un dosso e conduce in alto ai pascoli di Yash Pert (cavallo - verdi pascoli). Il villaggio è composto da una ventina di malghe in gran parte abbandonate, anni addietro vi era anche coltivazioni di orzo ma ora solo un paio di famiglie vivono quassù nei mesi estivi. L'acqua è scarsa, si trova più a monte oppure occorre scendere nella piana erbosa posta un duecento metri verso ovest.
Yash Pert - Fatima Hill
Scendere sulla piana erbosa (sorgente) per poi inoltrasi lungo un torrente che costeggia il ghiacciaio, guadarlo e proseguire sulla sua sponda sinistra. La vista del ghiacciaio è preclusa dalla morena laterale. Sorpassate le case di Kuk Hill (sorgente - pascolo), affrontando guadi obbligati che costringono a cambiare sponda e ponti di neve, si abbandona il torrente entrando in una piana allo sbocco di una valletta laterale. Si può campeggiare in località Hilmil e risalire questa valletta laterale, fra rocce stupende, detta Shirin Maidan (prati di Shirin). Proseguendo si incontra un'altro torrente posto fra i pendii e la morena laterale, in lontananza si scorgono le malghe di Gushem (in persiano l'occhio dei fiori). Senza guadare, camminare sotto fino ad uno spiazzo di sassi e sabbia. C'è una sorgente facilmente individuabile. Un ponte da accesso alla spianata dove sorgono le malghe.
A monte della sorgente un sentiero si inerpica sul dosso che sovrasta Gushem (un sentiero più facile lo si trova aggirando le pendici del dosso ad ovest). E' sufficiente alzarsi di trecento metri per godere del più bel panorama di tutto il trekking: la bastionata dei Batura domina i 60 chilometri del ghiacciaio e, proprio ai piedi del dosso, il ramo che scende da Yukshgoz si unisce al Batura formando una serie di lingue nere di morene longitudinali. Altra escursione da Gushem consiste nel proseguire risalendo l'una o l'altra delle due lingue di ghiaccio. Con una giornata di cammino veloce si può andare e tornare da entrambe le escursioni, oppure è possibile pernottare sfruttando i pochi spiazzi per le tende o bivaccando. Camminando sul ramo ramo nord- ovest su morena e ghiaccio nero si raggiungono alcuni dossi erbosi a quota 4027 metri (Yukshgoz). Campeggio o bivacco in cavità, non c'è legna, acqua potabile. Yak e ibex sono visibili nei dintorni. Continuando invece sul ghiacciaio principale (morena alternata a ghiaccio) con lenta salita di 5-6 ore si raggiunge l'ultimo spiazzo con arbusti (Pup Shikarga). Chi non è stanco di vette innevate, sassi e scomodità può ulteriormente proseguire fino all'ultimo campo a 4541 metri. Per compiere questa escursione in giornata da Gushem occorre partire poco prima dell'alba. Se non si è buoni camminatori è bene calcolare due tappe. Le guide non concordano nel stabilire in quale spiazzo collocare la zona del cosidetto «campo base cinese».
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