Quale è il primo libro che ha portato in occidente una descrizione del Pakistan? Forse l'Anabasi dei cronisti al seguito di Alessandro Magno? Marco Polo, che secondo alcuni commentatori ha incontrato i Kalash spingendosi verso lo Swat? La relazione di viaggio di padre Desideri, velocemente transitato nel Punjab dirigendosi da Delhi verso il Kashmir ed il cui manoscritto rimase sepolto per decenni nei meandri del Vaticano?
Ed in oriente furono Huan Tsang e Fa Yen i primi a riportare in Cina notizie di queste contrade?
Ambasciatori, missionari, artisti e mercanti alla corte dei Moghul raramente si spingono oltre Delhi ed è solo con gli avventurieri del Raj britannico che inizia un'esplorazione sistematica delle zone poste ad ovest ed a nord del Punjab. Sono quasi tutti libri affascinanti, veri reportage con schizzi e mappe, guide vissute che ci portano lontano nel tempo quando i padiglioni dei giardini di Shalimar erano usati per alloggiare ospiti illustri e lo spionaggio industriale svelava i segreti della tessitura del Kashmir. Poi venne il grande gioco, l'esplorazione della N.W.F.P e delle valli del Karakorum risultò di importanza vitale per il raj. Quando era veramente possibile incontrare L'uomo che volle farsi re ed intraprendenti funzionari credevano fermamente di portare il «fardello dell'uomo bianco».
Ho qui cercato di indicare i libri che permettono una conoscenza del Pakistan settentrionale e che sarebbe interessante leggere prima di partire. Qualche edizione è ormai esaurita anche nelle librerie specializzate, ma i soci del C.A.I. non avranno problemi nel consultare le fornite biblioteche delle maggiori sezioni o potranno ricorrere alla consultazione delle opere conservate presso la Biblioteca Nazionale del C.A.I.. La Libreria Alpina di Bologna è specializzata nella ricerca di volumi ed edizioni ormai fuori commercio ed effettua anche vendite per corrispondenza. Nel suo catalogo figurano moltissimi titoli in lingua straniera, compresi diari e relazioni di spedizioni in Karakorum, che non ho elencato in questa appendice. Nella sezione «Trekking» ho riportato gli indirizzi di altre librerie specializzate nel settore viaggi (vedi pag. 000.
Karakorum e PAKISTAN NUOVA Bibliografia e libreria on line Cicca qui per aprire la lista aggiornata
In Pakistan ho acquistato libri presso:
Mohammad Bookstall
%Saeed Book Bank
Gilgit %Arbab Road
Pakistan %Peshawar Cantt
Per conoscere il paese
Attraverso il Pakistan, (trad. italiana) è un libro fotografico con un buon testo divulgativo consigliabile a chi vuol conoscere il paese nei suoi aspetti fondamentali stando comodamente in poltrona. Non contiene alcuna informazione pratica per il viaggiatore.
Pakistan, past & present, London 1977, pubblicato in occasione del centenario della nascita del padre della patria non si limita ad una agiografia di Jinnah ed alla storia della Lega Musulmana ma presenta aspetti culturali, sociali e geografici della nazione corredandoli di un'ampissima e didascalica documentazione fotografica. Non contiene alcuna informazione pratica per il viaggiatore.
La Storia dell'India di Stanley Wolpert (O.U.P.), pubblicato in Italia da Bompiani (Milano 1985), è un buon manuale che traccia un percorso «dalla cultura dell'Indo ai nostri giorni» delineando un profilo storico di tutto il subcontinente. Il volume si occupa in generale della storia della nazione indiana, specie per quanto riguarda l'ultimo secolo, ed alcuni paragrafi trattano ovviamente delle regioni che attualmente costituiscono il Pakistan.
Per comprendere l'arte di Gandhara ed il relativo periodo storico, il testo migliore è L'arte del Gandhara di Mario Bussagli (in Storia universale dell'arte, UTET 1984). Ricco di fotofrafie, mappe affronta l'argomento in modo completo con un linguaggio scientifico chiaro e comprensibile anche da chi non è pratico della storia dell'arte.
Gabriele Mandel, La civiltà dell'Indo, SugarCo. Gibrel Mandel Khan (così ora firma i suoi libri) ama i percorsi esoterici e misteriosi, dallo Yemen ai caravanserragli della Turchia. Interessante questa sua presentazione di Mohenjodaro, sicuramente più divulgativa di tanti studi dell'Ismeo.
Kalash, les derniers «infideles» de l'Hindu-Kush, ed. Beager-Levrault, Paris 1981 e Solstice paien, Presse de la renaissance, Paris 1984 (tr. Kalash Solstice Islamabad), fondamentali per comprendere la cultura dei Kalash. Gli autori sono i francesi Jean Yves Laude e Viviane Lievve che hanno soggiornato per due inverni nelle valli dei Kalash accompagnati dal fotografo Herve Negae.
S. Rushdie, I figli della mezzanotte, Garzanti 1984, e La vergogna, Garzanti 1986, sono due romanzi che aprono una finestra sul mondo indiano ed in particolare su quello dei musulmani del Pakistan. Nel primo è riproposta la vicenda della separazione dal Bangladesh mentre nel secondo la vicenda di Bhutto, il suo scontro con Zia, sono narrati romanzescamente, ma senza allontanarsi dalla realtà. Ne I versetti satanici, Mondadori 1989, è possibile ritrovare alcune vicende accadute in Pakistan recentemente.
La saga familiare di Benazir Bhutto, Figlia del destino (ed. Leonardo), è un best seller uscito alla vigilia delle elezioni dell'88 e pubblicato in moltissimi paesi del mondo.
Per comprendere i problemi della indipendenza indiana e le tensioni fra musulmani ed indu, sia nel periodo coloniale che dopo la spartizione fra Pakistan ed Unione Indiana: E.M. Forster Passaggio in India, Mondadori 1985, il protagonista sogna di esiliarsi dal Raj britannico ed andare a vivere in Kashmir quel tempo stato musulmano indipendente. Consiglio l'edizione inglese (ed. Penguin) con interessanti note al testo.
Fra le opere di narrativa non possiamo dimenticare Kipling con Kim ed i racconti (tutte le opere in ed. Mursia), certamente di taglio colonialista e britannico ma che ad intere generazioni hanno permesso di sognare ad occhi aperti le strade dell'India e dell'Oriente.
Per gli appassionati di lingua (... e sono più di quanti si creda) segnalo: Antonio Enrico Leva, Lezioni di grammatica urdu, Istituto per l'oriente Roma 1959; Alessandro Coletti, Grammatica della lingua pashtu, afgana e pakistana, ed. A.C., Roma 1980.
La letteratura del paese è ben delineata da Alessandro Bausani in La letteratura del Pakistan. La letteratura Afgana ed. Sansoni Accademia, Milano 1968.
In lingua inglese
La migliore, per quanto riguarda i percorsi, è la A traveller's guide to Pakistan, Islamabad 1981, purtroppo carente di una presentazione culturale, storica, sociale e geografica del paese. I numerosi riferimenti letterari degli autori, Hilary Adamson e Isobel Shaw, sono tratti dai diari degli officiali del Civil Service del Raj e sono lontani dalla nostra cultura italiana.
La collana della casa australiana Lonely Planet presenta Pakistan, a travel survival kit di J. R. Santiago. Utilissima per i riferimenti pratici (alloggi, trasporti ecc.) rivela il pragmatismo anglosassone della casa editrice, l'aggiornamento del 1987 è limitato agli alberghi, i cui prezzi sono nel frattempo ulteriormente saliti. In ogni caso un ottimo aiuto per chi ha fretta di spostarsi nel paese e chiede alla guida solo poche informazioni di base. La parte sui trekking non è molto attendibile.
Informazioni pratiche su alberghi, trasporti ed altro, sono nel Pakistan Tourism Directory '89 curato da Asghar Ahmad, pubblicato dal settimanale di turismo Holiday. Vi è anche una parte descrittiva iniziale molto semplice e lineare
Anche J. Swift Trekking in Himalaya and Karakorum può essere utile per una visione schematica di quanto offre questa regione, è un libro ormai datato ma ha offerto spunti per interessanti camminate.
Haqiqat Ali, con la sua Trekkers guide to Hunza, ha compiuto un'opera meritoria. Le serate passate con lui a Passu, dove attualmente vive, sono state fonte inesauribile di notizie sulla vita quotidiana nell'Hunza Gojal.
In lingua francese
Guida spigliata e sintetica, ma fonte di informazioni culturali e pratiche è Le Pakistan, édition j.a., Paris 1987. Lineare nella sua estensione presenta le città e le località principali ponendole in ordine alfabetico.
Guide Arthoud, Le Pakistan, di Jose Roleo Santiago, è la prima stesura di quella successivamente pubblicata dalla Lonely Planet, priva di documentazione ed troppo inesatta ed incompleta.
Guide Fodor, Pakistan, sorpassata nei contenuti ed ormai priva di valore pratico.
Le Pakistan, Collection «Petit Planet», simpatica ed inutile.
In lingua italiana
Mario Fantin ha compiuto un'opera meritoria ed unica con il suo Himàlaya e Karakorùm, Cai 1977. Nel volume sono riportate vette e schizzi topografici delle catene montuose di tutta questa zona. Se qualcuno avesse ripreso l'attività di Fantin, indicando ed aggiornando i percorsi per i trekking, non avrei avuto la necessità di scrivere il presente volume.
Per informazioni sul Kashmir annesso all'India consiglio ovviamente Ladakh. Kashmir, Zangskar, ed Calderini 1988, a cura di Marco Vasta.
Giancarlo Corbellini con Guida al Karakorum, Mursia 1987, ha messo a frutto le ricerche condotte in quattro spedizioni effettuate nell'ambito del progetto di «Quota 8000», durante il quale sono stati percorsi a piedi mille chilometri di sentieri e piste. Egli presenta l'area del Karakorum nelle sue tre suddivisioni fra Pakistan, India e Cina, dal punto di vista naturalistico, storico ed etnografico. Validissima è la sua opera di ricerca sul campo nelle zone dei Wakkhi e dei Baltì ed interessanti sono gli estratti dai libri ormai introvabili dei grandi esploratori italiani.
In lingua italiana
A Fosco Maraini si devono i migliori libri di alpinismo e di esplorazione in Karakorum ed in Himalaya. Nato a Firenze nel 1912 e formatosi in un ambiente internazionale compie nel 1937 il suo primo viaggio in Asia, al quale seguiranno numerosi itinerari di studio in varie regioni orientali. Maraini si addentra in realtà fisiche e spirituali sconosciute per penetrarle a fondo con immaginazione, simpatia, volontà di capire ed amare. Tutte esperienze riferiteci, a cominciare da Segreto Tibet (riedito nel 1986 da Dall'Oglio) con la penna e con l'obbiettivo. Gasherbrum IV è la relazione ufficiale della spedizione CAI del 1958 che raggiunse l'omonima vetta e che ebbe in Maraini un attivo partecipante con compiti di interprete e di «diplomatico» interlocutore con le autorità locali. Sulle orme dei grandi esploratori italiani dei primi decenni, Maraini affresca una colorita descrizione della popolazione dei Baltì intercalandola con gli avvenimenti della spedizione. L'anno successivo eccolo nuovamente in Pakistan, diretto all'Hindu Kush con la spedizione CAI Roma al Saraghrar. Sulla via del ritorno i partecipanti compiono una breve deviazione nelle valli, non lontane da Chitral, abitate dagli ultimi Kalash. Paropamiso è il titolo del poetico saggio scritto su questa popolazione che allora viveva ancora isolata nelle vallate.
Giuseppe Tucci, il grande orientalista, lo studioso che ha aperto le grandi campagne di scavo degli archeologi italiani nello Swat, l'uomo che si fece monaco che per entrare in Tibet, ha trascritto le sue esperienze di viaggio in numerosi libri fra i quali: La via dello Swat.
Per conoscere il Pakistan attraverso gli scritti ed i diari degli Italiani che vi sono giunti dal '700 in poi si deve risalire alle narrazioni delle varie spedizioni che hanno attraversato queste zone dirette verso il Karakorum, verso l'Asia centrale o verso il Tibet.
Nell'opera Il nuovo ramusio si può leggere la vicenda di padre Ippolito Desideri S.J., nella parte I missionari italiani nel Tibet e nel Nepal curata da Luciano Petech, Ist. Poligrafico dello Stato, 1954. In questi volumi sono racchiuse le lettere ed i documenti scritti da cappuccini e gesuiti nel corso delle loro peregrinazioni. Il curatore ha aggiunto pochi e scarsi commenti ed il testo è interessa anche per quanto riguarda il Baltistan perché Desideri è il primo europeo a descriverlo. I suoi manoscritti rimasero inediti fino ai primi decenni del '900 e furono quindi ignorati dagli altri esploratori e missionari fino quando, nel 1875, Carlo Puini li ritrovò e ne trasse il volume Il Tibet secondo la relazione di viaggio di P. Ippolito Desideri, R. Soc. Geogr. 1904.
Il materiale e la documentazione della spedizione Piacenza (fotografie, lettere, diari, oggetti) sono custoditi nel Museo della Montagna di Torino del quale Mario Piacenza fu direttore fino all'aprile 1957. Egli raccontò la sua esperienza in Nel Himalaya Cashmiriano, spedizione Mario Piacenza 1913, Rizzoli, Milano 1930.
La grande ed entusiasmante spedizione del 1913-14 è narrata da Filippo de Filippi, Storia della spedizione scientifica italiana nell'Himàlaia Caracorùm e Turchestan Cinese, Zanichelli 1923 (ristampa anastatica 1979-81) che a dispetto del titolo è un diario accurato di quanto compiuto nel corso di questa avventura durata due anni ed interrotta dallo scoppio delle ostilità. I risultati scientifici sono stati pubblicati a parte e l'imponente volume è un buon aiuto per conoscere i luoghi descritti in questa guida. I capitoli più interessanti sono quelli curati da Giotto Dainelli, viaggiatore e studioso di grande capacità espressiva: la sua spedizione gestita autonomamente negli anni trenta è raccontata nel libro Il mio viaggio nel Tibet occidentale, Mondadori 1932. Con parole semplici che poco concedono all'etnologo ed al geografo, Dainelli presenta costumi, ambienti, contatti umani, inquadrandoli in una visione d'insieme, con una grazia divulgativa che diventa a tratti di leggerezza e leggibilità romanzesche.
La maggior parte di queste opere sono praticamente introvabili. Per questo consiglio vivamente di consultare i Quaderni del Museomontagna, pubblicati come catologhi ad interessantissime mostre:
Fosco Maraini, una vita per l'Asia;
Dal polo al K2, sulle orme del Duca degli Abruzzi;
La collezione Mario Piacenza: artigianato ed arte del Ladakh;
I fratelli Guido e Mario Piacenza pionieri, alpinisti ed esploratori;
Mattia Zubrigen, guida alpina.
Silvia Metzeltin racconta parte della sua esperienza pakistana in Alpinismo a tempo pieno, ed. Dall'Oglio, e le sue considerazioni su come la miseria altrui diventi spesso folklore agli occhi dei turisti sono sicuramente valide ed accettabili.
Sulle vie della sete, dei ghiacci e dell'oro è l'autobiografia di Ardito Desio che con queste «avventure straordinarie di un geologo» narra in prima persona la sua lunga carriera che lo ha portato non solo ad essere il fondatore del dipartimento di scienze della terra dell'Università di Milano, ma anche ad essere l'organizzatore della spedizione italiana al K2 alla quale sono dedicate brevemente alcune pagine, riprese in La conquista del K2, seconda cima del mondo.
Infine due alpinisti di lingua tedesca ma cari agli italiani: Kurt Diemberger, con Da 0 a ottomila, Zanichelli, Cime e segreti, K2, il nodo infinitoe poi si è rivelato un affabile narratore oltre che trascinante conferenziere (ma non possiamo tralasciare il suo compagno Herman Bhul: E' buio sul ghiacciaio, Melograno 1984), e Reinold Messner che ci ha sommerso con una... montagna di pubblicazioni, in genere nei tipi della De Agostini:Due e un ottomila. Dal Lhotse all'Hidden Peak, Milano 1977, Nanga Parbat in solitaria, Popoli montanari. Vita tra le pietre, Orizzonti di Ghiaccio, Tutte le mie cime, Sopravvisuto, i miei 14 ottomila, Corsa alla vetta, e K2, scritto con Alessandro Gogna.
Leggere tutti questi libri ha dilatato gli scaffali della mia biblioteca ma come tralasciare di leggere la verità di Bonatti in Processo al K2, Milano 1985, o Gianni Calcagno (un big dell'alpinismo extra-europeo) in La sfida agli ottomila, Milano 1988, o dimenticarsi di un classico come Il terzo polo, oppure di tranquilli ricordi come Sette anni contro il Tirich di Machetto-Varvelli?
G. Robertson, The Kafirs of the Hindu-Kush, London 1896. Fondamentale ed introvabile.
R.C.F. Shomberg, Between the Oxus and the Indus, ristampa anastatica SSA, breve resoconto di una spedizione dal Kashmir all'Amur Daria attraverso la Gilgit Agency.
Recentissima è la pubblicazione a cura di Charles Allen del diario della consorte di un vicerè delle Indie: A Glimpse of the Burning Plain, Leaves from teh Indian Journals of Charlotte Canning, foto, testi, schizzi e disegni dell'epoca svelano il gusto e la sensibilità di questa esile ragazza (nonb sopravviverà al clima...) nel viaggio dalle foci del Gange al passo Kyber. Sullo stesso stile narrativo in Italia è stata tradotta: La calma dorata, ed. Mondadori.
Eric Shipton, The Six Mountain - Travel Books, Diadem Books, London 1985: è in questa riedizione delle principali opere del grande esploratore ed alpinista inglese che troviamo la prima descrizione della valle di Shimshal pubblicata in Blank on the Map, resoconto della spedizione che vede Shipton, Tilman, Spender e Auden (il fratello del poeta) avventurarsi nella valle poco conosciuta dello Shaksgam, raggiunta attraverso la zona dello Snow Lake ed abbandonata attraverso il passo di Shimshall. Fu un'avventura allargò la conoscenza del Karakorum ponendo le basi per nuove imprese alpinistiche e colmando gli «spazi vuoti sulla mappa».
China to Chitral di H.W. Tilman, C.U.P. 1951, resoconto del viaggio da Urumchi a Chitral, dedica ampio spazio al Turchestan cinese per accennare, nell'ultimo capitolo, al tragitto nelle valli di Chapursan, Iskuman, Yasin e Mastuj.
Una donna di straordinario coraggio ed indomabile forza d'animo è Dervla Murphy, giovane irlandese che nel 1963 raggiunge l'India in bicicletta (come racconta in Full Tilt). Nel 1974 eccola in Hunza con la figlia Rachel di sei anni; acquista un pony e raggiunge a piedi Skardu, incurante della morsa di gelo che sta per racchiudere il Karakorum. La sua esperienza è raccolta in Where the Indus is young - A winter in Baltistan, London 1977.
Nel giugno del 1983 Richard Reeves segue la moglie incaricata di una ricerca sulle condizioni di vita nei campi profughi. Passage to Peshawar, New York 1984, non è il solito diario ma un reportage lineare ed istintivo, i numerosi incontri sono lo spunto per una analisi puntuale della situazione afghana e della politica pakistana grazie anche alle sue capacità di scrittore di talento.
R. Biasutti, Razze e popoli della Terra, Torino 1954.
Travels in the Himalayan Provinces di W. Moorcroft e G. Trebeck, ristampa O.U.P. Karachi 1979.
Pennell on the Afghan Frontier ed Among the wild tribes of the afghan frontier di Alice Pennell, ristampa anastatica Lahore 1978.
E.F. Knight, Where three empires meet, a narrative of recent travel in Kashmir,Western Tibet, Gilgit and the adjoining countries, Longsman Green, London, 1893 ( esiste una ristampa anastatica Karachi 1978).
Akbar S. Ahmed, Pakistan Society, Islam, ethnicity and leadership in South Asia, O.U.P. Karachi.
Karl Jettmar, Rockcarvings and inscriptions in the N.A. of Pakistan, Islamabad 1984.
Amar Dhin, Grandes Figures de l'Islam, Algeri 1986.
A.L. Basham, A Cultural history of India, Oxford U.P., 1975.
G. Corbellini, Sui sentieri del mondo, Mursia Milano 1986.
Paolo Cuneo, Il mondo islamico, Laterza, 1986.
Giotto Dainelli, Esploratori del Karakorum, UTET, Torino, 1959.
Mario Fantin, K2, sogno vissuto, Tamari, Bologna 1958
F. de Filippi, La spedizione di S.A.R. il Duca degli Abruzzi nel Karakorum e nell'Imalaia occidentale,1909, Zanichelli, 1912.
F. de Filippi, I viaggiatori italiani in Asia,Roma, 1934.
Herzog H., Le grandi avventure dell'Himalaya, Novara 1983.
Houston-Bates, K2 the savage mountain, Seattle 1988.
Keay J., When men and mountains meat, London 1987.
T'Serstevens, I precursori di Marco Polo, Garzanti, 1982.
P. Verri, Guida all'Himalaya, Moizzi.
AA.VV. Nepal, camminate ai piedi dell'Himalaya, Calderini, 1985.
AA.VV. Tibet, T.C.I., 1981.
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