Il Pakistan ha una superficie di 803.943 km2 (310.403 miglia2) ed una popolazione di 86 milioni di abitanti (1981). Il territorio è prevalentemente occupato da alte montagne, aridi deserti e pianure incolte poste a livello del mare che assieme comprendono i tre quinti della superficie, mentre i restanti due quinti appartengono alle fertili piane alluvionali formate dall'Indo e dai suoi affluenti. Possiamo individuare una zona desertica che fa parte dell'altopiano iraniano-afghano posta ad occidente; una zona montuosa settentrionale con le catene dell'Hindu Kush e del Karakorum dove troviamo 35 vette poste a più di 7300 metri ed i ghiacciai più lunghi della terra; il bacino dell'Indo, fiume maestoso che da nome a tutto il subcontinente.
Dopo l'indipendenza ottenuta nel 1947, il Pakistan si costituì in Repubblica Federale comprendente quattro stati principali (Punjab, Sind, Provincia della frontiera del Nord-ovest e Baluchistan) al quale erano aggregate le zone tribali (agenzie), amministrate direttamente dal governo federale (Bajlur Mohmand, Kyber, Orakzai, Kurram, Waziristan del Nord e del Sud). ed inoltre i territori del nord, di Gilgit, del Baltistan e dell'Azad Kashmir.
I confini di questi stati seguivano approssimativamente quelli delle differenti province culturali che componevano la nuova repubblica. Oltre all'urdu, lingua nazionale ed abbastanza diffusa, gli abitanti di ogni stato parlavano la loro lingua tradizionale (sindhi, punjabi, pushto, brahui e baluchi). Oggigiorno gli stati vengono chiamati provincie ed ad alcune di esse sono stati aggiunti i territori di piccoli regni settentrionali.
L'identità culturale delle province è, ovviamente, precedente alla formazione del Pakistan ed uno dei più difficili compiti del governo centrale è quello di affermare l'idea di una unica nazione pakistana al di sopra dei particolarismi regionali.
Nome d'origine persiana (panch=cinque - ab=acqua) per indicare questa terra bagnata da cinque fiumi che scendono dall'Himalaya attraversando le pianure del Punjab prima di confluire nell'Indo. I fiumi Suttlej, Ravi, Chenab, Jelhum ed Indo contribuirono nei secoli alla ricchezza agricola del Punjab. Questa regione è principalmente una piana alluvionale di clima continentale dove gli Inglesi svilupparono e costruirono un sistema di irrigazione avanzato.
Ai giorni nostri il Punjab (pr. it.: pangiàb) fornisce circa il 65% della produzione agricola del Pakistan, soprattutto grano, canna da zucchero, cotone e riso, il che giustifica il nome tradizionale di «granaio del Pakistan» ( come parimenti viene chiamato granaio dell'India il territorio al di là del confine). La presenza di importanti quantità di materie prime ha permesso lo sviluppo di un certo numero di industrie. Fra la produzione totale del Pakistan il Punjab fornisce il 97% del riso, il 72% del cotone, il 65% di granaglie, il 43% del cotone, il 43% della carta, il 30% del tabacco, il 40% dello zucchero ed il 40% del cemento. Cifre in sé aride ma che testimoniano la ricchezza naturale ed anche l'attività industriosa degli abitanti.
Il Punjab è parimenti importante come centro di antiche culture e civiltà che datano principalmente al periodo moghul, quando gli imperatori fecero di Lahore la loro capitale. Al momento dell'indipendenza la terra del Punjab fu insanguinata da violenti e cruenti scontri fra profughi musulmani ed indù entrambi vittime di una spartizione che divideva non solo il continente ma lo stesso Punjab. I massacri del 1947 sono tutt'ora presenti nei ricordi degli abitanti su entrambi i lati della frontiera. Se ai tempi del raj britannico il Punjab era una nazione plurireligiosa, oggigiorno, nella parte pakistana vi è un 97% di mussulmani. Gli altri abitanti sono di osservanza cristiana od indù. I Sikh si sono quasi tutti concentrati nella parte indiana.
Forti di una tradizione storica e culturale che risale nei secoli i Punjabi si considerano superiori agli altri Pakistani e nella gerarchia politica, civile e militare i posti chiave sono occupati in gran parte da loro.
La superficie è di 205.344 km2 , circa il 26% del Pakistan. Nell'ultimo censimento risedevano 47 milioni di abitanti, più della metà della popolazione della nazione, dei quali il 72% vive nelle aree rurali. Alta quindi la densità: 230 abitanti per km2.
Il Punjab confina a nord con la fascia pedemontana himalayana, ad est con la N.W.F.P., a sud-ovest con il Sind ed ad est con l'India. Le città principali sono Lahore (capitale provinciale), Rawalpindi, Islamabad (capitale nazionale), Sarghoda, Gujranwala, Dera Gazi Khan e Bahawalpur.
Il nome Sind (scritto anche Sindh) deriva da Sindhu, il fiume Indo, ed indica le piane che si estendono su entrambe le rive del fiume da Attock fino al mare nella parte mediana ed inferiore del corso del fiume in territorio pakistano. Il nome è appropriato poiché le pianure sono state create dal fiume con la caratteristica azione alluvionale in migliaia di anni. Ad essere più precisi, il termine Sind indica quella parte dove le piane alluvionali dell'Indo strette fra le montagne del Baluchistan ed il Thar, il grande deserto del subcontinente, che iniziano a circa 600 chilometri dal mare. Il Sind, come provincia amministrativa, ha però incluso nei suoi confini varie parti delle colline occidentali del paese e del deserto posto ad oriente.
Le tre differenti conformazioni del suolo, altipiani rocciosi del Baluchistan, piane alluvionali solcate dal capriccioso letto dell'Indo, le nude dune del Thar, hanno una caratteristica comune: un regime secco dove le piogge sono scarse e non periodiche. Senza la presenza dell'Indo il Sind non si sarebbe differenziato dalle regioni vicine caratterizzate da un'economia pastorale e precaria.
La provincia confina a nord con il Punjab ed ad ovest con il Baluchistan, ad est il deserto del Thar è attraversato dal confine con l'Unione Indiana ed a sud il mare di Oman e le piane salate del Rann di Kutch. Quasi tutto il suo territorio si presenta come un altopiano arido (211 mm di precipitazioni annue) che permette di annoverare questa provincia fra le zone più torride della terra, ed in particolare Jacobabad ed i suoi dintorni dove la temperatura media estiva supera i 50<198>. Gli insediamenti sono sparsi e poco numerosi tranne che lungo le rive del fiume dove si concentra la maggior parte dei terreni coltivati e dove si sono sviluppati i maggiori centri urbani come Hyderabad, Larkana, Sukkur, Nawabshah e Karachi.
La provincia del Sind gioca il ruolo di finestra del Pakistan verso il mare di Oman. Storicamente la provincia fu la prima ad essere islamizzata nel 7<198> secolo. Malgrado i giganteschi sforzi intrapresi dal governo per irrigare, a cominciare dalla diga di Sukkur, la produzione agricola non può essere confrontata con quella del Punjab, anche se l'agricoltura è l'attività economica principale del Sind.
La superficie è di 140.914 km2, meno di un quinto del Pakistan e 20 milioni di abitanti. Quasi dieci milioni sono concentrati nelle aree urbane e quindi la statistica riporta 123 abitanti per km2, sebbene gran parte del territorio sia desertica. E' proprio nelle zone prossime al Thar che si concentra la maggioranza della popolazione induista del Pakistan composta da 1.5 milioni di fedeli.
La conferenza sul Karakorum svoltasi a Londra tra il "36 ed il "37 ha definito i confini di questa catena. A est e sud-est il corso del fiume Chip-chap che nasce a sud del passo Karakorum e che subito si getta sullo Shyok (pr. it. Sciaioch). Il fiume Shyock che si dirige verso sud fino alla barriera naturale costituita dalla catena del Ladakh, dove compie un'ansa ad angolo acuto e piegare decisamente verso nord-ovest fino alla confluenza con l'Indo; a sud il corso dell'Indo fino alla confluenza con il Gilgit; ad ovest il corso dei fiumi Gilgit, Iskhuman e Karunbar fino al passo Kilinij dove il Karakorum si salda all'Hindu Kush ed al Pamir; a nord, in Pakistan quelli del Chapursan e del Kunjerab fino all'omonimo passo e poi, in territorio cinese, le vallate dei fiumi Oprang, Shaksgam e Yarkand che separano il Karakorum dall'altipiano tibetano.
In realtà la catena del Karakorum merita di essere considerata una entità a sé stante non solo per la lunghezza di oltre 400 chilometri ma anche per la presenza di ben quattro montagne superiori agli ottomila metri (K2, Broad Peak, Gasherbrum I e II), per i ghiacciai più lunghi della terra ma anche per la posizione geografica ben definita nei confronti della Grande Catena Himalayana dalla quale è separata dal solco di grandi fiumi.
Con i suoi 347.190 km2 questa provincia è la più grande del Pakistan. Ha una popolazione di quasi cinque milioni di abitanti con una densità di 12 abitanti per km2. Situata ad ovest del paese, confina con Afghanistan, Iran, NFWP, Punjab, Sind e mare di Oman. Il Baluchistan (pr. it. Belucistan) è un vasto deserto striato da catene montuose. Un universo minerale dove le tribù baluchi (pr. it. beluci) conducono la loro vita nomade perpetuando sistemi di vita ancestrali. La maggior parte del territorio è costituita da un arido altopiano fra le montagne del Toba Kakar, lungo la frontiera con l'Afghanistan, e la catena del Sulaiman delimitata dal fiume Indo. A meridione, costeggiante la zona di frontiera, troviamo uno dei deserti più inospitali del mondo, il Makran: un territorio quasi completamente desertico, con a nord basse, aride colline la cui altitudine varia fra i 300 ed i 2500 metri. Ad occidente troviamo un grande lago salato, Hammum-i-Maskhel ed una piana desertica più estesa. E' qui che le catene dei monti Chagai e Toba Kakar formano i confini fra Iran, Afghanistan e Pakistan. Intorno a Quetta, capitale della provincia ed alla cittadina di Ziarat vi sono fertili altipiani, che verso il tratto di deserto e di territorio semiarido sono attraversati dalla catena Sulaiman, che si estende da sud a nord attraverso il territorio della Khulu Agency, verso il territorio del Waziristan nella NWFP. Qui vi sono quattro fiumi di portata rilevante: Zhob, Orali, Hingal e Dasht che scorrono tutti verso meridione.
Il Baluchistan rimane fuori dalla zona monsonica ed ha un clima gradevole, fatta eccezione per le zone collinari desertiche e per le montagne aride. In inverno la temperatura scende a <197> 30<198>, mentre in estate vi è un'escursione fra i 18<198> ed i 30<198>. Malgrado l'inclemenza del suolo, il Baluchistan ha paradossalmente la fama di zona verde, in effetti gli abitanti delle catene montuose, del nord di questa provincia, grazie ad un clima più propizio, producono frutta succulenta che viene venduta in tutto il Pakistan.
Più di 11 milioni di abitanti vivono sui 74.521 kmq della NWFP e di essi un milione e mezzo affollano le città. La Provincia della frontiera di nord-ovest ed in specialmodo Peshawar, la capitale, sono un nodo fondamentale dove si incrociano vie di comunicazione provenienti dall'Asia Centrale e dal resto del continente. L'importanza di questa provincia è dovuta a tutt'oggi al fatto di essere vicina a Cina, Urss, Afghanistan ed al Kashmir conteso fra Pakistan, Cina ed India. La posizione strategica e l'indole guerriera dei suoi abitanti hanno garantito a questa zona un passato, un presente e sicuramente un futuro movimentati.
La provincia è divisa in due zone amministrative ben distinte: la FATA (Federal Administrated Tribals Areas - Zone tribali amministrate dal governo federale, come ad esempio i due Waziristan) e i distretti amministrati dal governo provinciale. Nel censimento del 1981 risultavano esservi due milioni di abitanti nelle FATA. I privilegi acquisiti dalle tribù ai tempi dell'amministrazione britannica sono stati mantenuti quasi interamente dal governo pakistano. Le tribù continuano con le attività tradizionali di contrabbando e di fabbricazioni di armi da guerra e continuano a regolare i problemi interni con un diritto consuetudinario, a base di scontri a fuoco.
La questione afghana, i milioni di profughi ospitati nella NWFP (spesso invisi ai Pakistani perché ricevevano dalle organizzazioni internazionali una diaria superiore al salario medio di un locale), l'attività dei movimenti di resistenza afghana che nella capitale avevano i loro centri amministrativi e politici hanno contribuito a modificare largamente l'economia della provincia negli anni "80.
Mentre Peshawar si è ingrandita, raddoppiando la popolazione in questi ultimi anni, il resto della NWFP ha mantenuto la sua caratteristica di zona agricola (riso, tabacco, frutta).
Negli anni "70, sotto l'amministrazione Bhutto, sono stati annessi alla NWFP i distretti di Chitral, Dir, Swat, esautorando i mir locali. In queste aree il governo centrale è intervenuto, specie nello Swat per salvaguardare patrimoni culturali inestimabili risalenti all'epoca buddista e male conservati dalla popolazione locale interamente musulmana (tranne che nelle valli dei Kalash). Città principali sono Peshawar, Dera Ismail Khan, Mingora-Saidu Sharif ed Abbotabad.
Questa minuscola provincia (13.296 km2 con 2 milioni di abitanti) è composta da due zone ben distinte: la zona montagnosa a nord e le pianure ad ovest. L'Azad Kashmir gode di un sistema amministrativo particolare. La provincia è governata da un presidente assistito da un consiglio dei ministri, mentre nelle altre provincie vi è un governatore.
La capitale è Muzafarabad e l'economia della provincia è prevalentemente agricola.
Economia
Industria
All'atto della proclamazione dell'indipendenza il Pakistan ereditava dal Raj britannico una buona rete ferroviaria che collegava i principali centri del paese, un ottimo sistema irriguo nel Punjab, ma non molto di più. Sebbene la colonia avesse partecipato allo sforzo bellico, la maggior parte delle industrie erano negli stati indiani. Le potenti famiglie industriali che avevano appoggiato le campagne per l'indipendenza e si erano arricchite con la crescita industriale erano pure rimaste in India. Il Pakistan doveva partire praticamente da zero per la propria crescita economica. Come tutti gli altri paesi del terzo mondo, essendo un paese prevalentemente agricolo, dovette ricorre ai prestiti della Banca Mondiale, del FMI/Fondo Monetario Internazionale ed alla BSA/Banca per lo sviluppo dell'Asia. Nel 1950 il governo doveva a questi enti circa 25 milioni di dollari. L'impegno dei Pakistani nell'onorare i debiti ha fatto si che nel 1985 il debito estero dello stato fosse di soli 12 milioni di dollari, nonostante che la secessione del Bangladesh avesse dimezzato le entrate di valuta straniera dovute all'esportazione del tea e della canapa.
In un paese a sviluppo prevalentemente agricolo è ovvio che la maggior parte dell'industrie siano di supporto a questo settore o ne elaborino i prodotti. L'industria più importante del paese è infatti la manifattura tessile. Altrettanto sviluppata è la coltivazione del tabacco e conseguentemente la produzione di sigarette. Il Pakistan ha inoltre una forte produzione di olio vegetale idrogenato, una sviluppata industria raffinazione dello zucchero ed anche, una forte produzione di fertilizzanti.
Negli anni "80 si è sviluppata anche una serie di piccole industrie leggere elettromeccaniche ed il Pakistan ha affiancato l'esportazione di know-how verso il medio-oriente all'esportazione dei prodotti tessili in occidente.
Lo sviluppo edilizio sta rafforzando la produzione di cemento e si notano anche i primi sviluppi di una entrata del Pakistan nel mercato mondiale dell'acciaio grazie alle commesse della Pakistan Steel. Il centro siderurgico è situato a Karachi in modo da poter usufruire del porto come punto di partenza per le esportazioni che il Pakistan spera presto di riuscire ad avviare nonostante la crisi internazionale del settore.
Agricoltura
A metà degli anni 80 il prodotto nazionale lordo del Pakistan ha raggiunto e superato i 20 miliardi di dollari USA. Pur poggiando su basi eterogenee l'economia del paese è infatti in espansione ma è il settore agricolo, pesca e foreste comprese, che fornisce l'unica grossa fonte di lavoro per la popolazione. La produzione agricola riesce a far fronte alle esigenze alimentari della nazione grazie allo sviluppo del settore nelle zone ben irrigate della valle dell'Indo dove, specie nel Punjab, si concentrano tre quarti della produzione agricolo. Il grano ed il riso sono i prodotti principali e l'esportazione di riso è uno degli elementi che maggiormente favoriscono il flusso di valuta estera verso il paese. Fra le coltivazioni non alimentari è il cotone a far la parte del leone: oltre due milioni di acri, per la maggior parte di Punjab, sono coltivati a cotone, fornendo materia prima alle quasi duecento fabbriche del paese. Degli 800.000 chilometri quadri del paese (80 milioni di ettari, due volte e mezza la superficie dell'Italia), solo 200.000 sono sfruttati per la produzione agricola nelle seguenti proporzioni: 75.000 km2 a frumento, 20.000 a riso, 8.000 a granturco, 25.000 a cotone, 9.000 a canna da zucchero.
Il patrimonio zootecnico è in aumento, ciò è dovuto anche ad una maggior diffusione della carne come alimento quotidiano. Nel 1987 è stato calcolato che in Pakistan vi fossero 35 milioni di bovini, 65 milioni di ovini (capre, pecore, montoni), 2 milioni di cammelli e 3 milioni di asini.
Le foreste ed i boschi occupano il 4,5% del territorio e sono sfruttate ad oltre il 50% , il rimboschimento pianificato dal governo stenta a far fronte a questo taglio sconsiderato che danneggia il suolo eliminando una barriera naturale contro l'erosione. D'altro canto il fabbisogno interno è così alto che il Pakistan importa metà del legname usato per le costruzioni.
Risorse naturali
Il Pakistan ha inoltre una produzione di petrolio pari al 20% del suo fabbisogno, mentre non ha ancora raggiunto la piena disponibilità degli immensi giacimenti di carbone e di gas naturale. Il petrolio fu scoperto in Pakistan nel 1915, da allora è stato attivato un numero notevole di pozzi portando la produzione a circa 90.000 barili al giorno. Petrolio greggio deve però essere importato per far fronte al fabbisogno nazionale. E' pure in aumento la produzione di metano, con una media di 24 milioni di metri cubi al giorno. La maggior parte dei giacimenti metaniferi finora scoperti sono in Baluchistan. Lo sfruttamento delle risorse minerarie ha appena mosso i primi passi. La quasi totalità di questo enorme patrimonio di ricchezze sotterranee rimane ancora inesplorato anche se il governo spera di riuscire presto ad avviare un progetto che ne permetta la ricerca sistematica e lo sfruttamento.
Per sostenere il consumo interno di energia elettrica, che è rilevante e che è destinato a crescere nei prossimi anni, grazie alla espansione ed alla modernizzazione dell'economia, il Pakistan progetta di raggiungere alla fine degli anni "90 una produzione di 38.000 megawatt. L'attuale produzione sorpassa gli 11.000 megawatt ed ad essa si provvede, sia con l'utilizzo di carbone, metano e petrolio, che con lo sviluppo delle centrali ad energia idroelettrica che da sole forniscono un quarto dell'energia necessaria al fabbisogno commerciale. Per raggiungere l'obbiettivo previsto alla fine del prossimo decennio, cioè reperire fonti di energia pari a 27.000 MW, il Pakistan ha avviato una politica energetica basata sullo sfruttamento dell'energia nucleare. Attualmente sono in funzione una piccola centrale (167 MW) presso Karachi ed una da 600 MW nel Punjab.
La tecnologia atomica è sfruttata anche in centri di ricerca agricola istituiti a Faisalabad, a Tarnab presso Peshawar, ed a Tandojam. Nei tre centri si cerca di sviluppare nuove razze di frumento, riso, cotone e legumi, resistenti alle malattie e di alto rendimento. Vanto dell'istituto di Faisalabad è la produzione di un nuovo tipo di riso ad alto rendimento, soprannominato Kashmiri Basmati, che matura tre settimane prima della varietà da cui deriva.
Emigrazione
Queste avveniristiche ricerche sono il fiore all'occhiello del Pakistan futuro. Per il momento resta il fatto che una delle maggiori fonti di introito sono le rimesse degli emigranti che, per la maggior parte, trovano impiego negli Stati del Golfo come addetti ai pozzi petroliferi.
Accanto a questa emigrazione vi è un aspetto poco conosciuto della bilancia con l'estero pakistana: un forte afflusso di valuta è apportato al paese dalle missioni all'estero dei membri dell'esercito. L'esercito di Islamabad svolge una notevole funzione in tutto il mondo arabo. Resi esperti da una serie di guerre (1948 e 1965 in Kashmir e 1971 in Bangladesh) i soldati pakistani formano uno degli eserciti tra i più efficienti degli stati dell'area orientale e medio-orientale. Il primo intervento all'estero è avvenuto nel 1967 come consiglieri tecnici dell'Arabia Saudita. Successivamente fu la volta della Giordania e dal 1970 i consiglieri pakistani furono richiesti dall'esercito e soprattutto dall'aviazione della Libia, dell'Irak, della Siria e dalla quasi totalità degli Emirati arabi. L'addestramento di eserciti esteri o l'intervento come consiglieri è continuato con l'avvento al potere del generale Zia-ul-Haq, con missioni in Somalia e Zimbawe ed in altri stati.
Equipaggiato dagli Stati Uniti, l'esercito di Islamabad è sempre stato il figlio prediletto di tutti i regimi del Pakistan. Attualmente il 70% del bilancio dello Stato è dedicato ai militari e questo investimento riporta in valuta pregiata circa 300 milioni di dollari all'anno(secondo dati dell'Istituto Studi Militari di Stoccolma).
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