La Libia e gli Italiani

Clicca sulle immagini per ingrandirle

L'occupazione fascista
La Cirenaica
Le deportazioni
I lager
Marce forzate
Bombardamenti
Iprite sui Libici

“…Tutto avveniva, all'epoca, nel silenzio. La censura fascista era rigidissima. Graziani non mirava soltanto alla "riconquista'. Voleva annientare il nemico. E quando, in Cirenaica, si trovò di fronte a un vero antagonista, Omar el Muktar, capo della resistenza, ricorse ad ogni possibile sistema terroristico. Per cominciare, al fine di togliere ad Omar l'appoggio popolare, fece deportare tutti gli abitanti ovviamente islamici del Gebel».

“Luogo d'arrivo?”

«La Sirtica, una regione torrida, inospitale.
Lì, in tredici campi di concentramento, furono rinchiuse circa centomila persone. Quando, nel' 33, dopo circa tre o quattro anni, vennero smantellati questi lager, i superstiti erano sessantamila. Quarantamila persone, al netto dei nati, erano morte per denutrizione, pandemie, fucilazioni sommarie. Il caso più clamoroso fu l'impiccagione di Omar el Muktar, avvenuta nel campo di Soluk, vicino ad Agedabia. Ventimila musulmani vennero costretti ad assistere alla scena».
Così Angelo Del Boca, studioso di storia coloniale, ricorda la riconquista della Libia negli anni dal 1922 al 1932 in un intervista a Nello Ajello, pubblicata in “Repubblica” del 6 novembre 2001.

 
 

 

Home Su Roma Bisanzio Arabi La Libia e gli Italiani La nuova Libia