il sito di marco vasta

lento pede ambulabis

Nepal orientale

Bhaktapur - Janakpur

Giornata di trasferimento dalla valle di Kathmandu al principale tempio del Terai. Lungo il percorso vi sono alcune località minori di scarso interesse.

 

Sopra: Tempio Harasiddhi
Hajar Siddhi

Dhulikhel

Le vedute panoramiche sull’Himalaya di Dhulikhel (1.550m) reggono egregiamente il confronto con quelle di Nagarkot. Dal margine del crinale si svela infatti una vista stupefacente delle vette, che spazia dal Langtang Lirung a est, attraverso il Dorje Lakpa passando per il poderoso massiccio del Gauri Shankar e del vicino Melungtse (7181 m), fino al Numbur (5945 m) a est.

Dhulikhel ha inoltre un grande vantaggio rispetto a Nagorkot: è una cittadina newari autentica, con una piazza tradizionale su cui affacciano diversi templi e una vita che va oltre la sua vocazione turistica.

 

Il nome Dhulikhel deriva dalla parola Nepal Bhasha (una forma di lingua newari) Dhali_khela, che è la forma precedente dell'attuale nome Nepal Bhasha Dhau_khyo. Dhali o Dhau significa yogurt e Khela o Khyo significa campo in Nepala Bhasha. Si dice che derivi da Dhawalasrotapura in lingua ome Lichchhi. Dhulikhel era il confine orientale dell'antico Nepal Mandala ed era uno dei territori del regno di Bhaktapur. Dhulikhel fu tra gli ultimi luoghi ad essere annesso a regno Gorkha che era stato ampliato da Prithvi Narayan Shah.

 

Città vecchia

La zona vecchia della città merita di essere esplorata. La piazza principale è dominata da un Tempio di Hari Siddhi a tre tetti e da un Tempio di Vishnu a tre ordini di fronte al quale si trovano due statue di Garuda in atteggiamento devozionale, realizzate con altezze e stili diversi. A nord-ovest della piazza sorgono il moderno Tempio di Gita e il Tempio di Bhagwati, un edificio a tre ordini in stile newari.

 

Tempio di Kali

Se non vi intimidisce una ripida camminata in salita di 30 minuti potete inerpicarvi su una serie di scorciatoie fatte di gradini di cemento fino a questo tempio moderno, che sorge sulla sommità della collina da cui si gode uno splendido panorama di alte vette.

Il sito è occupato dall’esercito, ma durante i weekend presso la torretta panoramica si accalcano orde di turisti locali, mentre in autunno sul ciglio del sentiero ci sono ambulanti del posto che vendono suntala (piccole arance). Lungo il tragitto si incontra lo Shanti Ban, una massiccia statua dorata del Buddha.

Poiché questa è anche la direzione per Namobuddha, se avete in programma una visita da quelle parti vi suggeriamo di abbinare la scarpinata fino al Tempio di Kali all’escursione a Namobuddha.

 

Tempio di Shiva

Percorrendo per 2 km la strada che si dirige a sud-est dal fondo della piazza, oltrepasserete un campo sportivo fino al bivio per il Tempio di Kali. Subito dopo il bivio, un santuario di Ganesh indica l’inizio del sentiero che scende a un pittoresco tempietto situato sul fondo di una gola. Al suo interno è custodito un lingam a quattro facce sormontato da una cupola metallica con quattro naga che si inarcano verso il basso. Osservate le statue di una famiglia reale Malla nel cortile. Il ruscello che gorgoglia attraverso il sito rende l’atmosfera ancora più suggestiva.

 

BP Koirala Rajmarg - H06

La BP Koirala Rajmarg è 214 km che va da Jaleshwar sul confine indiano a via Janakpur e Kamalamai fino a Dhulikhel, dove prosegue fino a Kathmandu nell'Araniko Rajmarg. Nel Terai, l'H6 incrocia la Mahendra Rajmarg (H1).

La strada attraversa poi l'Himalaya superiore e raggiunge la valle del fiume Sunkoshi . Segue il Sunkoshi e successivamente il Roshi Khola a monte di Kashikhanda. Da lì sono solo pochi chilometri a nord fino a Dhulikhel, dove si immette nella Araniko Rajmarg.

 

Namobuddha

Insieme a quelli di Bodhnath e di Swayambhunath, lo stupa situato a Namobuddha è uno dei tre luoghi di pellegrinaggio buddhisti più importanti del Nepal, meta di un elevato numero di tibetani provenienti dal Nepal, dall’India e dal Tibet stesso.

Il sito deve la sua sacralità alla leggenda che narra di quando il Buddha, nelle vesti di un principe, in una vita precedente, s’imbatté in una femmina di tigre che stava morendo di fame ed era incapace di nutrire i suoi piccoli. Mosso da compassione, il Buddha permise alla bestia affamata di divorarlo, in un atto di estrema generosità che lo elevò ai più alti livelli dell’esistenza. L’episodio è raffigurato su una lastra di marmo in una piccola grotta lungo il sentiero nel bosco a sinistra dello stupa. In cima alla collina sorge anche il magnifico Monastero di Thrangu Tashi Yangtse, un vasto complesso di templi e monasteri legati al buddhismo tibetano dagli sfavillanti tetti curvi dorati. Il sito è stato ufficialmente aperto ai visitatori nel dicembre del 2008.

Benché molti stranieri lo visitino nell’ambito di gite in giornata, c’è anche la possibilità di trascorrere la notte presso il monastero (9841112171; www.namobuddha.org/namobuddha.html 20.000 pax nel 2023 nella guest house esterna al monastero), consumando i pasti negli stessi orari dei monaci; Nelle vicinanze dello stupa sono presenti anche diverse semplici case da tè dove potrete fermarvi per il pranzo.

Quasi tutti arrivano a Namobuddha a piedi lungo il sentiero proveniente da Dhulikhel. Esiste tuttavia anche una strada carrozzabile.

Da Namobuddha, un sentiero a destra dello stupa scende attraverso la foresta fino al villaggio di Sankhu (un posto diverso dall’altro Sankhu citato in questo capitolo), dove potrete visitare templi e ghat. Subito dopo il villaggio il sentiero si biforca: a destra prosegue per Batase e Dhulikhel, a sinistra continua sinuoso oltre una serie di campi.

Conosco il monastero dal 2010 (quando il vulcano islandese Eyjafjöll bloccò mezzo mondo) e vi sono tornato una decina di volte. Ho quindi una ampia casistica ed anedottica sulle reazioni dei partecipanti.

Allora vi salimmo a piedi, terminando una camminata di più giorni sul ciglio della valle partendo da Sundarijal (non ero il primo di AnM ad inerpicarmi lassù). A quel tempo si incontravano ancora le postazioni maoiste dell'assedio di KTM nel 2006.

Il complesso era molto più piccolo, non si ergevano i templi che troviamo ora. Noi visitatori dormivamo all'interno della cinta (e cosa inusuale anche le donne) in un basso edificio con cellette a due letti. Girava una sola chiave del gabinetto ed era un bene prezioso. Nel tempo il monastero di è arricchito, grazie soprattutto alle donazioni dei praticanti occidentali e orientali. Sono stati costruiti nuovi templi che mostrano la opulenza dell'istituzione (basta guardare il loro sito web), ma soprattutto una foresteria, esterna al recinto sacro. E' un edificio a due piani con stanze ampie, forse AC, ventilatore e WiFi (a pagamento). Personalmente la ritengo di buon livello.

L'esperienza di dormire a Namo Buddha può essere importante per chi vuole avere uno sguardo (sicuramente parziale e fugace), non tanto per il dormire o per la vista stupenda sui Lantang e su i Ganesh, quanto per la cena e la colazione nel grande refettorio. Qualcuno sarà incuriosito anche dalle preghiere nel Dukang, la cerimonia con le voci vibranti dei monaci, i cimbali e i tamburi. Liturgie di cui non comprendiamo nulla, ma che fanno tanto folklore e spiritualità. Chi mi legge perdoni la mia acidità.

Ritengo più importante partecipare ai due pasti, vedere cosa mangiano e come mangiano. Assistere poi alla calata di monachelli e monaci nei due bar/negozi sul piazzale di arrivo. Vederli prendere un tè in compagnia o acquistare dolciumi con qualche spicciolo raccattato dai visitatori.

Secondo me è una esperienza più immersiva che la visita a Kopan o ad altre grandi istituzioni monastiche della valle.

Che poi esistano coordinatori o partecipanti che vivono con disagio la doccia in comune, la presenza di un geko in camera (ho assistito a scene isteriche), il divieto di fumare o il cibo spesso non gradito perché estraneo ai nostri gusti quotidiani (è di moda dire "fuori dalla comfort zone), questo fa parte del gioco.

 

Escursione a piedi a Namo Buddha (2010)

L’escursione lungo il sentiero che da Dhulikhel conduce a Namobuddha, percorribile a piedi o in mountain bike, offre un’ottima opportunità per tenersi in allenamento e non a caso è una delle attività che riscuotono maggior successo tra i visitatori che arrivano fin qui.

Occorrono circa tre ore all’andata e altrettante al ritorno, ma potete anche continuare per altre due ore fino a Panauti. Da Dhulikhel il sentiero inizia a salire verso il punto panoramico del Tempio di Kali, poi scende sulla sinistra dopo il Deurali Restaurant per mezz’ora fino al villaggio di Kavre, presso la nuova strada per Sindhuli. Attraversate la strada e imboccate il sentiero accanto alle bandiere di preghiera: dopo un’ora di cammino arriverete al villaggio di Phulbari. Scavalcato un crinale, vedrete un monastero tibetano sulla cima di una collina e, immediatamente sotto, Namobuddha.

 

Bhiman - भिमान

Bhiman è una città importante nel distretto di Sindhuli in quanto è una porta d'accesso alla regione del Terai in Nepal. Dista 19 chilometri da Bardiba. Bhiman si trova sulla B.P. Koirala Highway, a soli 18 chilometri dalla sede del distretto di Sindhulimadi. La strada Bhiman - Katahari attraversa la città. La città di Bhiman si trova vicino alla riva del fiume Kamala. Vicino alla città scorre anche un piccolo fiume stagionale Bhiman Khola.

 

La Battaglia di Sindhuli

L'occupazione del Passo Kuti nel 1756 circa interruppe il commercio della valle con il Tibet. Alla fine, il re Prithvi Narayan Shah entrò nella valle dopo la vittoria di Kirtipur. Il re Jaya Prakash Malla di Kathmandu cercò aiuto dagli inglesi e così la Compagnia delle Indie Orientali inviò un contingente di soldati sotto il capitano Kinloch nel 1767. Le forze britanniche furono sconfitte a Sindhuli dall'esercito di Prithvi Narayan Shah. Era la prima volta che una forza britannica veniva sconfitta in Asia. I soldati britannici furono completamente sorpresi dalla geografia del luogo. Erano equipaggiati con armi e munizioni moderne come pistole e cannoni, ma l'esercito Gorkha era coraggioso e aveva una migliore comprensione del terreno. Il luogo in cui fu sconfitto l'esercito dell'Impero britannico ha ampiamente guadagnato popolarità. Si chiama "Sindhuli Gadhi" ed ha un grande significato storico per il Nepal.

 

Madan Bhandari NH09 Hwy - Inner Terai Highway

A Bihman la NH9 Madan Bhandari Hwy si distacca dalla NH6. L'autostrada Madan Bhandari Inner Terai (nepalese: मदन भण्डारी भित्री मधेश राजमार्ग) è un progetto stradale in corso in Nepal, che al termine sarà lungo 1.200 chilometri da est a ovest. Inizia a Shantinagar nel distretto di Jhapa della provincia n. 1 e attraversa l'area del Terai interno (Chure-Bhawar). Termina a Rupal nel distretto di Dadeldhura della provincia di Sudurpashchim. È una strada alternativa all'autostrada East-West Mahendra (NH-1). L'autostrada sarà situata da 25 a 30 km a nord dell'autostrada Mahendra e da 25 a 30 km a sud dell'autostrada Pushpalal. Il tratto di 315 chilometri dell'autostrada da Dharan a Hetauda era già stato assegnato e i lavori di costruzione sono in corso.

 

Dhalkebar ढल्केबर

Alla rotonda di Dhalkebar ढल्केबर La NH1 si dirige a est mentre la strada per Janakpur prosegue dritta verso sud.

 

Janakpur

Fogne a cielo aperto nel cuore della città, immondizia che brucia nelle strade, luridi stagni verdastri, strade piene di buche: detestiamo dirlo, ma Janakpur è uno schifo. Ed è terribile, perché oltre la sua disgustosa superficie ci sono tante cose interessanti da vedere.

Janakpur è conosciuta soprattutto come meta di pellegrinaggio hindu, essendo legata al poema epico del Ramayana. Secondo la leggenda, è il posto in cui Sita nacque e si sposò con Rama. Per questo la città è soffusa di un’inebriante atmosfera religiosa e i suoi abitanti spesso parlano dei personaggi del Ramayana come se li vedessero passeggiare per le strade.

Sebbene Janakpur sia di cultura prevalen­temente indiana, un tempo era la capitale dell’antico regno mithila, un territorio oggi diviso fra Nepal e India e abitato da oltre due milioni di persone che parlano la lingua maithili; i mithila sono famosi per i dipinti a colori estremamente vivaci.

Janakpur in realtà è la terza città a sor­gere su questo sito: quella mitologica del Ramayana esisteva intorno al 700 a.C., ma fu abbandonata e sommersa dalla foresta; al suo posto sorse Simaraungarh, ma anch’essa fu distrutta, questa volta per mano degli invasori musulmani nel XIV secolo; la costruzione della città moderna, infine, ebbe inizio nel tardo XVIII secolo.

 

Intorno a Janakpur i campi di canna da zucchero e i villaggi mithila formano un mosaico magico e lussureggiante. Molte costruzioni sono nel tradizionale stile mithila, con muri di mattoni crudi decorati con dipinti colorati e incisioni raffiguranti persone e animali. La gente è molto socievole, almeno fintanto che non si diventa invadenti con la macchina fotografica.

Il villaggio più facile da raggiungere è Kuwa, circa 1 km a sud di Murali Chowk, dove ha sede lo Janakpur Women’s Deve­lopment Centre (p305).

Se volete spingervi oltre, Dhanushadham, 15 km a nord-est di Janakpur, è il luogo in cui, secondo la leggenda, Rama tese l’arco magico di Shiva e i devoti ritengono che qui giaccia un frammento fossilizzato di quell’arco. Ulteriori paesaggi bucolici e arte murale vi attendono nel villaggio di Phulgama, a 30 minuti in autobus (Rs 20) verso sud da Janakpur.

 

Janaki Mandir

(Nel cuore di Janakpur, lo Janaki Mandir in marmo è uno dei più sontuosi capolavori architettonici del Nepal. Costruito in elaborato stile barocco moghul, il tempio è dedicato a Sita, consorte di Rama ed eroina del Ramayana. Si dice che sorga nel punto esatto in cui re Janak trovò la piccola Sita sdraiata nel solco di un campo arato.

Un costante flusso di pellegrini ordinata­mente in fila attraversa il corpo di guardia all’ingresso per rendere omaggio alla statua di Sita conservata nel sancta sanctorum. Il tempio è frequentato soprattutto da donne che per l’occasione indossano i loro sari più belli e più colorati. Le prime ore della sera, quando il tempio è addobbato di luci colorate e i pellegrini arrivano numerosi, è il momento più suggestivo per visitare il mandir, non potete neanche immaginare quel che vedrete!

Il tempio risale al 1910, ma con gli archi in marmo, le cupole, le torrette e le grate sembra molto più antico. Sul retro del complesso, un piccolo museo espone alcune piccole statue in movimento dal sapore piacevolmente retrò, che raccontano la storia di Rama e Sita.

 

Ram Sita Bibaha Mandap

Questo tempio piuttosto bizzarro accanto allo Janaki Mandir sorge nel punto in cui Rama e Sita furono uniti in matrimonio. È sormontato da un’interpretazione modernista del tetto a pagoda ed è racchiuso fra pareti in vetro, che permettono di vedere i modelli a grandezza naturale di Sita e Rama, vagamente kitsch, custoditi all’interno.

 

Ram Mandir e Danush Sagar

Nascosto in un cortile in pietra a sud-est dello Janaki Mandir, il Ram Mandir è il più antico di Janakpur (1782) ed è costruito nello stile pagoda a più livelli diffuso nelle colline. Il tempio principale è dedicato a Rama ma il complesso è punteggiato da altri santuari minori dedicati a Shiva, Hanuman e Durga. Nelle prime ore della sera è molto affollato e il cortile si riempie di incenso e musica.

Di fronte all’entrata, una serie di ghat scende verso il Danush Sagar, il bacino cerimoniale più grande di Janakpur. Altri piccoli santuari circondano il perimetro e di fronte stazionano i venditori di ghirlande di fiori, polvere tika, cordoncini benedetti e altri oggetti rituali per la puja (cerimonia devozionale).


Da Janakpur si può tornare alla rotonda di Dhalkebar o prendere la strada secondaria c.d. Hulaki Sadak verso est che nei pressi di Portaha si immette nella NH1. La NH1 Mahendra Hwy valica il Sapta Koshi e poco dopo Haripur la abbandoniamo per raggiungere gli uffici della Koshi Tappu Wildlife Reserve.

 

   

 

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Ultima modifica: 15/07/2024 13:08:06

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