il sito di marco vasta

lento pede ambulabis

Tsum Valley Trek
10 - 29 marzo 2018

con AnM e Marco Vasta nella valle felice

The ultimate guide to Tsum Valley, the Beyul Kyimolung

11) Nyile - Mu - Lar - Ngakyu

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Rikang Gönpa visto da Mu
Yudit Tesfaye Dossena ©  2018

Rikang Pungpa Gönpa (restauro 2020)
La valle di Tsum da Mu Gönpa a 169° sud

Mu Gönpa in Snellgrove David

Mu Gönpa
Mu Gönpa © Yudit Tesfaye Dossena
Mu Gönpa © Yudit Tesfaye Dossena
Scendendo da Mu

Immagini di svegliarti all'alba, sorseggiare una bevanda calda e guardare i raggi del sole scintillare come oro dalle montagne così vicine che ti senti di poterle toccare allungando la mano libera.

Il caffé è lontano... Devi uscire dalla stanza, percorre il ballatoio, scendere le scale e sperare che nessuno ti abbia anticipato occupando il bagno. Siamo ancora in ombra anche se la luce è arrivata verso le sei. Nyile non è più sulla lunga direttrice che da Chhokang Paro punta dritta a Chule, ci siamo leggermente spostati, pazienza... Salendo a Mu il panorama si aprirà maggiormente.

Prepariamo le sacche ed entriamo in sala da pranzo occupando i posti vicino alla finestra che guarda la valle. Come di consueto la "comanda" per la colazione è stata fatta ieri sera, gli ordini arrivano corretti ed ora sono davanti ad ognuno sulla tovaglia di plastica. Non fa caldo, ma la colazione è sempre gradita. Il caffè in polvere, schiarito con latte in polvere - il latte di yak è indigesto agli umani - è decente e giunge un altro coffea-milk, ovviamente andrà ad aumentare il conto che saldiamo e partiamo.

Dalla Nile Norling Guest House scendiamo al ponte  e prendiamo la traccia che risale la valle. Il vecchio sentiero sale gradualmente verso Mu Gönpa, il più grande monastero della regione. Sulla destra orografica vi è un edificio che sembra una piccola centrale idroelettrica. Seguiamo  fino a quando non troviamo un ponte per attraversare il fiume e sul lato sinistro c’è la strada molto larga pronta per le jeep. Non capisco come sia passata attraverso Nyile, forse il tratto non è stato ancora tracciato oppure è passata a monte dell'abitato.

La strada continua oltre Mu e raggiungerà ad est il valico del Salbu-la (Mai-la-cha-ch’ing Shan-k’ou 4.461m). Il passo è dato sulla mappa come Ngula Dhojayang La quotato 5.093m), ma potrebbero essere due valichi diversi e che per i mezzi a motore sia stato scelto un altro percorso.. Da lì si scende sulla strada che dalla dogana di Rasuwa Gaddhi passa per la città tibetana di Kyirong raggiungendo Zongga, capitale di distretto a vicina al lago Pecu Tso. Da Mu alla strada asfaltata sono circa trenta chilometri.

Si racconta che una decina d'anni fa qualche turista sia salito al passo per innalzare una bandiera tibetana e che una pattuglia cinese sia scesa fino a Chokang Paro per ricordare la presenza dell'ingombrante vicino.

Un portatore ci spiega che qualche anno prima l’esercito avevo portato con l’elicottero un mezzo per spianare la strada e favorire l’accesso dei turisti al monastero.

Sui pendii vaga qualche yak, siamo abbastanza ad una quota dove questi bestioni possono scendere senza soffrire il caldo. Non sono animali pericolosi, sono semplicemente timidi e, se avvicinati, potrebbero incornarti senza volere nel ritrarsi.

Guadagnando quota, sul versante opposto a Mu, vero est si scorge Rikang (Rigang) Rinchen Pungpa Gönpa, costruito nel 13° secolo da Densa Rinchen, distrutto dalle piogge nel 2003 e restaurato successivamente al nostro viaggio.

L'area a nord-ovest sopra Mu, prende nome dal piccolo il lago sacro Chhosyang Tal, circa due o tre ore a piedi sopra il Gönpa, non riportato su nessuna carta ma visibile nelle immagini da satellite e che può essere meta di una ulteriore escursione (vedi sotto).

 Mu Gönpa si trova nel punto più alto e più lontano dello Tsum. Dopo 2h siamo alla foresteria del monastero di Mu Gönpa (3.510 m /3.667M)). Ripreso fiato, dalla terrazza lastricata - come i tetti - dominiamo la valle di fronte a noi con il pianoro di Rikang Gönpa che sosvrasta la valle del torrente Phuchun Khola e il Paschubo (6.177m) sullo sfondo e quella di Tsum che abbiamo risalito e fra i pendii abbiamo uno scorcio lontano dei versanti settentrionali dei Ganesh. Scintillano il Churke Himal (5.957m) e il Baixoi Kangri (4.589m) che in prospettiva sembrano più alti del Ganesh VI (6.7.36m) e del Ganesh NW (6.804m).

Mu Gönpa è stato fondato nel 1895. È diretto da Lama Sherab Dorje Drukpa Rinpoche dell'ordine Drukpa Kagyu-pa. Il monastero è stato oggetto di restauri dal 1998 e sono stati costruiti nuovi edifici per ospitare i monaci. Alcuni degli oggetti più sorprendenti del monastero sono le statue di Buddha Amitabha. La struttura è molto ampia ed un tempo ospitava fino a 500 monaci, ora ce ne sono una decina.  Non si tratta di un lodge, ma di stanze solitamente usate dai monaci che vengono ‘affittate’ ai turisti.

Il secondo Drukpa(1) Rimpoche, divenuto molto anziano, chiese a Lama Zopa di farsi carico delle due comunità. Nel 2003, Lama Zopa Rinpoche ha chiesto a Geshe Tenzin Zopa (presente nel documentario Unmistaken Child) di dirigere il progetto Tsum nel tentativo di rivitalizzare Mu e Rachen. Geshe Tenzin Zopa ha ricoperto questa posizione fino al 2011. Ora lama Tenzin Lundup gestisce sia Mu che Rachen con il supporto del monastero di Kopan e della FPMT (Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana). Oggi qui vivrebbero un centinaio di monaci, ma noi ne vediamo solo una decina.

Himalayan PilgrimageIl monastero di Mu è visibile più in alto nella valle e siamo rallegrati dal pensiero che questo sia il nostro ultimo obiettivo. Come Ra-chhen è costituito da un tempio centrale circondato dalle casette dei monaci, ma è costruito in posizione isolata su un crinale in alto sopra il fiume. Sembra essere proprio il capo della valle, ma in realtà i torrenti si incontrano in questo punto da est e da ovest e le tracce conducono alla frontiera politica del Tibet in entrambe le direzioni. "Perché non andate a Kyirong?" ci è stato chiesto, e anche se abbiamo cercato di spiegare le ragioni politiche, nessuna di queste persone poteva davvero capire.

Viaggiano liberamente e presumevano che viaggiassimo allo stesso modo. O felice innocenza! I monaci ci avevano visto arrampicarci sull'ultima parte della salita e un gruppo di loro si è radunato nel cortile per sapere chi potevano essere questi strani visitatori.

Pasang spiegò nei soliti termini che eravamo pellegrini e implorammo una camera per restare quella notte, perché non c'era spazio piatto fuori dal complesso del monastero, dove si poteva montare una tenda. Non abbiamo ricevuto una parola in risposta e hanno indicato con un gesto che erano sotto voto di silenzio.

Abbiamo detto loro di più su noi stessi, mentre loro  annuivano con la testa; poi, dopo averla indicata con un altro cenno del capo, ci condussero in massa verso una delle case. Nel frattempo erano arrivati altri monaci e anche un ragazzo, che o era libero dal voto o era stato liberato per la nostra accoglienza. Ci spiegò che avremmo potuto usare questa casa e che avrebbe portato legna e acqua per noi. I monaci stavano osservando il silenzio e un digiuno quel giorno, ma sarebbero stati liberi dopo la cerimonia finale della mattina dopo.

Li abbiamo ringraziati e abbiamo dato dei soldi come offerta per il tè comunitario, che sarebbe stato organizzato nella mattina seguente. Il digiuno che accompagna la cerimonia è detto Nyung-la (smyung-gnus) termina al sedicesimo giorno del mese tibetano. Fornisce un'occasione solenne per riaffermare le regole alle quali i monaci sono vincolati e che danno forma forma alla professione monastica generale (pratimoktha).

Snellgrove David, Himalayan Pilgrimage,
A Study Ojf Tibetan Religion. A Traveller Through Western Nepal,
1961, Published by Bruno Cassirer (Publishers) LTD. 3 I Portland Rd.,

Oxford pag. 260.

 

Guardando le creste che separano la valle dal Tibet, immaginiamo le carovane che valicano questi alti passi. Il valico più frequentato è il Ngula Dhojyang o Passo Mailatasachin (5.093m) mente ad occidente c'è il Thapla Bhanjyang (5.104m) che però non è visibile dal basso. Escursionisti ben acclimatati ed allenati salgono agli alpeggi di Kalung (3.820m) o di Bhajyo (4.030m) portando la tenda per vedere il Tibet dai valichi. Sembra che Mingma Lama (chiedere a Niyele) possa organizzare trasporto con cavalli o yak, ammesso che sia disponibile e ne abbia voglia... Occorrono circa quattro ore da Bhajyo e tre in discesa.

Snellgrove aggiunge una nota sulla trascrizione del toponimo: “Il monastro di Mu compare sulla carta del Survay of India come 'Chum Gompa. 'Chum' rappresenta 'Tsum', il nome attribuito a tutta la regione. Poiché è molto importante, questo monastro è conosciuto anche come 'Tsum Gornba' usato al posto del vero nome di Gomba. 'Gomba' essendo 'Gompa', il termine più vicino a quello tibetano di dgon-pa. La carta Survay of India riporta Gömpa e Gömpā ed anche Gompa. Vi sono molti lemmi tibetani che si trascrivono usando la ö ma non è questo il caso.

Nelle prime settimane del monsone, nei prati sopra i cinquemila metri si raccoglie uno dei rimedi naturali più costosi del mondo, lo yarsagumba (tib.: དབྱར་རྩྭ་དགུན་འབུ་) Questo è un bruco parassita che nasce dalle uova si una falena a sua volta parassita del fungo Ophiocordyceps sinensis, un tempo classificato Cordyceps sinensis e vale circa 10.000 dollari al chilo essendo usato in Cina come afrodisiaco e cura del cancro.

 

 

Non lontano di cMu, si trova il monastero femminile di  Depuet Dronme (Dhephu Doma, Dheron Gompa, Dhephyudonma) (luogo di nascita della luce), ritenuto uno dei più antichi monasteri della valle, forse addirittura il primo. Venne fondato nel 1.236 da Lama Naljor Choeden conosciuto anche come  da Madun Reachen. All'inizio  era solo un eremo,  poi diventò centro spirituale e seggio dei detentori del lignaggio. Molti detentori del lignaggio hanno risieduto qui, medita e conseguito grande fama sia nella valle che al di fuori. In inverno vi rimangono due monache, ma in estate dovrebbero essere di più.  Il convento si può raggiungere da Mu con un sentiero che rimane in quota. Non avendo raggiunto la nunnery ed avendo trovato deserto, il giorno dopo, il monastero femminile di Rachem Gönpa, potrebbe essere vuoto nei mesi invernali e in marzo. Nel sito del grande centro monastico di Kopan, che finanzia Mu, si accenna a solo due suore che vi risiederebbero in inverno

C'è una roccia molto grande vicino al monastero che simboleggia la presenza dei Protettori del Dharma. Si dice che la roccia sia giunta in volo da Bodhgaya (il luogo dove Siddhārtha Gautama raggiunse l'illuminazione  verso il 530 a.C.) perché Lama Naljor Choden e il protettore Madun(2) erano amici del Dharma e discepoli di Guru Padma Sambhava.

Il monastero esiste da più di 700 anni e c'era una comunità di suore che viveva lì durante il tempo del padre e del nonno di Lama Sherap Rinpoche. Tutte quelle vecchie suore sono morte e il lama Sherap ha pensato di restaurare il monastero e la comunità. Così, ha ristrutturato l'edificio del monastero che era in pessime condizioni. Ha ricevuto aiuto dalle popolazioni locali, dal governo del Nepal, da suor Ani Yeshi e molti altri benefattori. Attualmente vi sarebbero circa venti suore che studiano e praticano sotto la guida di Lama Sherap Rinpoche, appartenente alla Nyile Ladrang.

 

Ci vogliono circa 45 minuti per raggiungerlo tramite un sentiero stretto ed esposto. Lungo il sentiero numerosi chorten.

In prossimità di un fiumiciattolo si attraversa un ponte di legno, si scavalla una dorsale ed eccolo lì. Questo monastero è attualmente attivo (pannelli solari, vestiti stesi al sole). L’edificio alto è un luogo di preghiera. La vista da qui è indescrivibile. Chi vuole può ancora salire fino a raggiungere tre chorten situati a 3,950 metri. Da qui la vista è favolosa: si può vedere il fondo valle e al di là le montagna tibetane

Dalla relazione di Alessandra Guerini - Gruppo AnM ottobre 2017

 

Il kani (ingresso) di Chule visto da Nord

Chule mandir visto da Nord
dopo i restauri del 2020.
Chorten Renovetion © Tenzin Lundup

Rachen Gompa (Snellgrove 1956)

Rachen Gönpa © Yudit Tesfaye Dossena

Da Nyile scendiamo sui nostri passi. La prospettiva, ora che torniamo, è completamente differente e la valle si apre innanzi a noi. La mulattiera è larga e delimitata da muri a secco alte poco più di un metro. Squadre di volonterosi Tusm-pa sono al lavoro nell'area del c.d. Chule Mandir, toponimo coniato dai geografi nepalesi, i locali usano termini tibetani. I locali lo chi<mano Janchub Namgyal Chorten, cioè "stupa della illuminazione e della vittoria", unendo nel nome due dei principali tipi di stupa tibetani che sono otto e si riferiscono alla vita di Buddha, il "chorten della illuminazione" (janchub, talvolta traslitterato chanchub - pr cianciùb) e il "chorten della vittoria" (Namgyal).

Sulla mia sinistra, a est della pista, fervono i lavori per recuperare da un cumulo di massi travi di legno, alcune istoriate ed altre con alcuni dipinti.

Nei mesi seguenti al nostro passaggio, il complesso è stato ricostruito e restaurato.

Risaliamo la collinetta con in cima alcuni chorten. Potrebbe essere una morena terminale di qualche antico ghiacciaio. Nella frazione che precede Phurbe, a lato della strada una tea-house con annesso negozio vende beni e prodotti cinesi. Ci sono anche bottiglie e lattine di birra prodotta a Lhasa. Fino a pochi anni fa, ogni due mesi gli tsum-pa organizzassero una carovana di yak per raggiungere i dintorni di Kyelong ed approvvigionarsi. Ora con la costruzione della strada anche nella Budhi Gandakhi e con l'uso degli elicotteri, il commercio con le colline è stato facilitato.

 fino a Phurbe (3.251 m) dove decidiamo di passare da Lar. La traccia all'interno del villaggio non è ben chiara, i portatori proseguono lungo il sentiero principale, poi il sirdar ci raggiunge, scendiamo sul greto dell'affluente, saliamo sulla sponda opposta e percorriamo ila  pianoro sulla sinistra orografica della valle, raggiungendo Lar.

Incontriamo una centralina idroelettrica, la Sri Buddha Primary School (la prima della valle costruita ai tempi di re Birendra), alcuni lodge ed un edificio che ospita un Punto Nascita. (Birthing Center Outreach Clinic) ed in 15 minuti da Lar siamo al monastero di Rachen Gompa, il più grande della valle (per dormire si potrebbe anche tornare indietro a Lar).

Con nostra grande sorpresa e disappunto, il monastero è deserto. C'è ancora luce possiamo proseguire e, del resto, i portatori hanno proseguito sulla destra ororafica.

Incamminandoci da Rachen Gompa, possiamo ammirare ad ovest il Baudha e l'Himalchuli. Il sentiero incontra prati, chorten e boschi di pini. Passiamo un ponte su un torrente minore e poi oltrepassiamo il Nangiliba Kholo e giungiamo al ponte che ci riconduce sulla sponda destra del Siyar Khola presso il villaggetto di Ngakyu Laru. Qui ci ritroviamo sul sentiero percorso evall'andata.

Nella frazione di Ngakyu Laru ci aspettano i portatori. la guest house è un edificio abbastanza grande. Le camere sono al primo piano. Bagni e lavandini sono nel cortile. Una bella e gradevole sistemazione.

 

L'attuale monastero di Rachen Gompa (3.240 m) venne fondato nel 1905. Attualmente ospiterebbe  circa trenta monache appartenenti all'ordine Ngak-pa, che non permette la macellazione animale.

In realtà quindi le suore andrebbero chiamate ngak-ma (al femminile), ma oltre a quanto riportato da alcuni autori, è difficile capire se queste suore sono praticanti laiche.

Ero abbastanza incuriosito da questa "nunnery", avendo letto alcune pubblicazioni che riportano come molte delle suore provengano da famiglie povere ed hanno subito abusi, percosse e minacce di matrimonio forzato prima di entrare in convento. Essere giovani e donne in queste zone remote significa abbastanza spesso essere vittima di abusi; uno dei modi per sfuggire a questo destino è scappare per quanto possibile, o unirsi a un convento, un luogo di protezione e rifugio. C'è un interesse ancora maggiore ad entrare a far parte del convento ora che Lama Zopa e Kopan hanno reso migliori le condizioni di vita al monastero.

Di fronte a queste affermazioni, sorge qualche dubbio sulla felicità che aleggia su questa valle...(3),

 

Purtroppo non è possibile dormire all’interno del monastero(4) vi sono alcune stanze adibite a foresteria, ma non è chiaro se si può usufruirne. Gli  alloggi sono disposti sul perimetro del convento mentre nel grande cortile interno sono presenti due templi. Il primo edificio di Rachen, oggi inagibile, era costruito in fango ed imbiancato, con attorno un cortile e una porta d'ingresso riccamente dipinta. L’ampio paesaggio aperto conferisce al convento una sensazione di solitudine sacra e di pacifica coesistenza con la natura. Il monastero ospita inoltre una serie completa di matrici per la stampa del canone Kangyur (tib. bKa’ ‘gyur), incise su entrambi i lati e che provengono dal Tibet. Vi sono mille statue in terracotta di bodhisattva Avalokiteshvara (sPyan-ras-gzigs), il compassionevole, protettore del Tibet raffigurato anche da una statua più grande nella forma ad undici teste nel suo aspetto trionfale.

Le undici teste si riferiscono ai quattro punti cardinali, alle quattro direzioni intermedie, al centro, allo zenith e al nadir, indicando che la compassione del dio è rivolta a tutto l’universo. La serie delle teste è sormontata dalla testa rossa del Buddha Amitabha alla cui famiglia Avalokiteshvara appartiene. Ciascuna delle mille mani reca un occhio al centro del palmo, a significare che lo sguardo misericordioso del dio abbraccia tutte le creature. Le due mani centrali sono congiunte nella añjali-mudra, due delle altre mani reggono la Ruota della Dottrina e il fiore di loto da cui deriva l’altro nome del bodhisattva (Padmapani).

A destra vi è uno stupa in oro ed argento ed a sinistra due raffigurazioni, una di Najur-ma (?). Ci sono anche statue di grandezza naturale di Guru Padmasambhava, Tara e Buddha Amitabha, oltre a mille statue modellate di Avalokiteshwara, un trono intagliato e una grande ruota di preghiera. Il soffitto e le travi mostrano immagini di dragoni (makara), uccelli ed altri animali.

Si accede al tempio principale attraverso un portico, decorato in modo regolare con idipinti della Ruota dell'Esistenza e dei re delle quattro direzioni. Si entra quindi in una grande sala quadrata con pilastri: le pareti posteriori e laterali sono coperte da file su file di piccole immagini in terracotta di "Colui che guarda con compassione" a undici teste (bcu-gcig zhal). Lungo la parete di fronte sono montate teche finemente intagliate e dipinte, contenenti varie immagini e i cento volumi del canone tibetano. Draghi e fiori di loto, foglie intrecciate e gioielli, incorniciano il vetro delle teche. Al centro c'è un grande "Chenrezi" dorato a undici teste e a sinistra e a destra immagini di Sakyamuni, "Nato dal loto  (Padma Dambhava, ndt)", la "Saggezza" e "Luce infinita (Opame. ndt)". Anche i capitelli dei pilastri e le travi del soffitto sono intagliati e dipinti. Accanto al tempio principale ce n'è uno piccolo che contiene una grande ruota della preghiera e al di là di questa ancora c'è la cappella privata del superiore, dove è posta dietro un vetro una bella immagine del "Possessore del Vajra" (Vajrapani ndt). Il superiore è il capo della pratica Bhudn ('hug-pa rin-po-che), che nella sua precedente incarnazione ha fondato questo convento, il monastero di Mu e un altro monastero a Kyirong appena oltre la frontiera politica.

Snellgrove David, Himalayan Pilgrimage, A Study Of Tibetan Religion. A Traveller Through Western Nepal, 1961, Published by Bruno Cassirer (Publishers) LTD. 3 I Portland Rd., Oxford. Pag 259.

 

(1) Non è ben chiaro il legame con i Drukpa Kagyu-pa, ma lama bhutanesi sono giunti in visita quassù.

/2) Il racconto della genealogia del Nile Ladrang non è molto chiaro e viene il dubbio che Lama Naljor Choden e il protettore Madun fossero la stessa persona.

(4) In genere sono legli uomini che non possono dormire nei monasteri femminili o le donne in quelli maschili. Il problema sorge con le coppie. Del resto nel monastero di Oropa solo le coppie possono dormire nella stessa stanza della foresteria.
     
La tappa Nyile - Mu -Ngakyu
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Escursione al laghetto
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In alternativa: Escursione a Chhosyang Tal,

Il giorno di riposo potrebbe permettere una escursione ad un laghetto sopra Mu. La  camminata è facoltativa ed è legata alla fattibilità ntiero. Il laghetto non figura su nessuna carta... ma se si osserva bene GMaps si trova una pozza d'acqua ad ovest del Monastero che alimenta un torrente incrociato in salita. Per raggiungerla occorre fare un giro sopra il monastero per portarsi sul torrente e poi salire. Nella immagine si nota un edifico vicino al laghetto.

Da Mu al lago

Distanza: 2,7 km

Durata: 3 ore, 20 minuti e 40 secondi

Velocità media: 0,8 km/h

Altezza minima: 3668 m

Altezza massima: 4259 m

Salita accumulata: 631 m

Discesa accumulata: 63 m

 

Dal lago ritorno a Mu

Distanza: 2,3 km

Durata: 50 minuti e 35 secondi

Velocità media: 2,8 km/h

Altezza minima: 3668 m

Altezza massima: 4242 m

Salita accumulata: 14 m

Discesa accumulata: 583 m

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