sei in percorso Home » viaggi » uzbekexpress

Torna alla pagina precedente

Ladakh, Zanskar, Kashmir, Tso Moriri, Hemis festival, tso Moriri Trek, Kaza, Kibber, Dhumla, Thaltak, Jugtha, Borochin, Dhak Chu, Parang la , Laccku Camp, Dak Kardom, Datang Yongma , Humna, Racholamo, Norbu sumdo, Chumak Shelter, Kiang dom, Karzok, Kiang dom, Kun Motchey, Latogongma, Zozingo, Tela Konda la, Daktago (Numa), Pang, trekking, viaggio, viaggio con bambini, Mahayana, Vajrayana, slideshow, mountain lectures, slides, trekking, montagna, Himalaya, Karakorum, Nepal, Kailash, Guge, Tsaparang, Bon, Tibet Occidentale, Western Tibet, high mountain, travel, Buddhism, Tibet News, Articles about Tibet, Tibetan News, Stories about Tibet, Tibet, Tibetan, Dalai Lama, Save Tibet, China, human rights, human rights in china, Lhasa, Buddhist, Buddhism, religious repression, human rights violations, exiles, refugees, India, Nepal, tibet, tibétain, tibetan, dalai, dalaï, bouddha, bouddhisme, bouddhiste, buddha, buddhism, lama, lamaiste, lamaïste, lhasa, lhassa, agenda, alexandra david-neel, amchi, amdo, amitabha, avalokitesvara, barkhor, bod, bodhi, bodhicitta, bodhisattva, bodpa, bon, bön, bonnets jaunes, capt, carte, cartes, cham, chamba, chenrezig, china, chine, choekyi, chokhang, chorten, chörten, compassion, cspt, delek, dharma, dolma, dölma, drapchi, drigungpa, drolma, drugpa, dvarapala, dzo, dzong, everest, gautama, gelukpa, gendun, glossaire, gompa, gonkhang, gyatso, gyud, himalaya, hinayana, hum, jokhang, jowo, kailash, kangyur, kargyupa, karma, karmapa, kham, khatag, lhakhang, lingkhor, livre, livres, lokapala, losang, lotus, lungta, mahakala, mahayana, maitreya, mandala, mani, manjushri, mantra, milarepa, momos, mudra, ngawang, nirvana, norbulingka, nyima, nyingmapa, om, padmapani, padmasambhava, padme, palden, panchen, potala, preta, qinghai, rinpoche, rinpoché, sakyamuni, sâkyamuni, samdhong, samsara, sangdrol, sangha, satyagraha, siddhartha, stupa, sutra, tanka, tantra, tantrisme, tara, tashi, tenzing, tgie, thangka, theravada, tipa, tsampa, tsongkhapa, tufan, tulkou, u-tsang, vajra, vajrayana, xizang, yak, yogin, zimchung

il sito di marco vasta

lento pede ambulabis

Shakhrisabz

Su
Afrāsiyāb
Shakhrisabz

Shakhrisabz è una piccola città a sud di Samarcanda, oltre le colline nella provincia di Kashkadarya, che non ha subito l’influenza russa. È una piacevole e tranquilla cittadina uzbeka che non sembra niente di speciale, ma quando cominciate a imbattervi nelle rovine che punteggiano le strade secondarie, allora si materializzano i fantasmi di un luogo un tempo completamente diverso, con evidenti manie di grandezza. È la città natale di Tamerlano e una volta, probabilmente, metteva in ombra la stessa Samarcanda. Merita una visita solo per ripercorrere le orme di questo grande uomo.

Tamerlano nacque il 9 aprile 1336 nella tribù dei Barlas, appartenente all’aristocrazia locale, nel villaggio di Hoja Ilghar, 13 km a sud. Antica già allora, Shakhrisabz (che al tempo si chiamava Kesh) era una specie di feudo di famiglia. Quando salì al potere, Tamerlano le diede il nome attuale (che in tagiko significa ‘Città Verde’) e la trasformò in un grande monumento di famiglia. La maggior parte degli edifici storici di interesse turistico oggi è opera di Tamerlano (compresa la tomba che avrebbe dovuto ospitarlo) o del nipote Ulughbek.

L'emiro di Bukhara, Abdullah Khan II, distrusse gran parte della città nel sedicesimo secolo nel tentativo di conquistare il trono di Shahrisabz. Secondo la leggenda, rase al suolo la città in un impeto di rabbia dovuto alla morte del proprio cavallo preferito durante la ripida scalata alla città, salvo poi provare rimorso per le distruzioni apportate. La città tentò di conquistarsi una propria autonomia sotto il governo dell'Emirato di Bukhara. I Russi conquistarono la città nel 1870, fu detto per vendetta seguita all'assassinio di un esattore delle tasse dello zar.

 

Cripta di Tamerlano

Cripta di Tamerlano (ingresso)
Moschea Kok-Gumbaz
Il mausoleo Jahangir
Decorazioni del Palazzo Bianco
Decorazioni del Palazzo Bianco

Dietro il Hazrati Imam si trova un bunker con una porta che conduce a una camera sotterranea, scoperta dagli archeologi nel 1943. La stanza è riempita quasi completamente di bare ricavate da monolitici blocchi di pietra, sui quali le iscrizioni rivelano la destinazione d'uso di sarcofagi per Tamerlano. In realtà l'Emiro fu sepolto a Samarcanda, nella Gur-e Mir, e non nella natale Shahrisabz. Misteriosamente, la sua tomba a Shahrisabz conteneva due corpi che non sono però stati identificati.

Disposti a forma di una tenda, la cripta del mausoleo (l’unica parte che è sopravvissuta) ha una tomba singola in marmo con il suo coperchio lasciata aperta, in attesa di Tamerlano. Le pareti della cripta sono decorate molto semplicemente con un disegno a forma di una lacrima, e una scritta in arabo nella lettura: “Un uomo saggio e potente deve cercare il vantaggio in ogni situazione e di agire per conto suo, dove come un pazzo su attende l’azione degli altri “.

 

MOSCHEA DI KOK-GUMBAZ E DORUT TILYOVAT

Questa grande Moschea del Venerdì (Ipak Yoli; fu ultimata da Ulughbek nel 1437 in onore di suo padre Shah Rukh (uno dei figli di Tamerlano). Il nome è quanto mai appropriato perché significa ‘cupola azzurra’. Da anni la moschea è quasi sempre in fase di restauro. Le palme dipinte sulle pareti interne sono il biglietto da visita dei progettisti indiani e Uzbekistaniani dell’edificio originale.

Dietro la moschea sorge il Dorut Tilyovat (Casa della Meditazione), l’antico complesso funerario degli antenati di Tamerlano. Sotto la cupola alla sua sinistra si può vedere il Mausoleo di Sheikh Shamseddin Kulyal, tutore spirituale di Timur e di suo padre, Amir Taragay (forse anche lui è sepolto qui). Il mausoleo fu portato a termine da Tamerlano nel 1374.

Sulla destra c’è la Gumbazi Seyidan (Cupola dei seyyidi), che Ulughbek fece ultimare nel 1438 come mausoleo per i suoi discendenti (anche se non si sa se qualcuno vi sia stato effettivamente sepolto).

 

COMPLESSO DELL’IMAM KHAZRATI

Dalla Kok-Gumbaz un passaggio pedonale si dirige verso est fino ai pochi malinconici resti di un mausoleo di 3500 mq chiamato Dorussiadat o Dorussaodat (Seggio del potere o della forza), che Tamerlano terminò nel 1392 e che forse superava in magnificenza persino il Palazzo Ak-Saray.

Il principale edificio rimasto è l’alta e diroccata Tomba di Jehangir, il prediletto figlio maggiore di Tamerlano, che morì a 22 anni. Questo è anche stanza è disadorna, a parte alcuni versi del Corano che decorano gli archi, ed è occupata quasi interamente da un sarcofago ricavato da un’unica pietra. Sul sarcofago vi sono iscrizioni biografiche riguardanti Tamerlano dalle quali (al tempo della sua scoperte nel 1963. si dedusse che questa cripta fosse destinata a lui.

 

PALAZZO AK-SARAY (PALAZZO BIANCO)

Situato subito a nord del centro, il palazzo d’estate di Tamerlano, l'accesso alla scalinata dimostra in ogni centimetro quadrato di poter rivaleggiare con qualsiasi costruzione di Samarcanda quanto a magnificenza. Del palazzo originale in realtà non rimane nulla, tranne alcuni frammenti del gigantesco pishtak (portone d’ingresso) alto 40 m, ricoperto di splendidi mosaici non restaurati simili a filigrana. Queste rovine in sfacelo che si fondono in modo armonioso con la vita di tutti i giorni entusiasmeranno sicuramente i visitatori rimasti delusi dai restauri asettici effettuati su altri monumenti del paese.

L’Ak-Saray fu probabilmente il progetto più ambizioso di Tamerlano: richiese 24 anni di lavoro dopo una vittoriosa campagna in Corasmia e l’’importazione’ di molti dei suoi migliori artigiani. Vale sicuramente la pena salire in cima al pishtak per poterne apprezzare meglio la grandiosità. Si rimane sbalorditi tentando di immaginare cosa doveva essere il resto dell’edificio per grandezza e splendore.

In quello che era il centro del palazzo sorge una nuova statua di Tamerlano. Nei weekend non è insolito vedere anche 10 coppie di sposi allo stesso tempo, tutte venute qui per mettersi in posa davanti al monumento.

 

MUSEO DI AMIR TIMUR

All’interno della restaurata Medressa Chubin è ospitato questo semplice museo (ipak Yoli), il cui elemento di maggior richiamo è un modellino che riproduce tutto il regno di Tamerlano, dall’Egitto a Kashgar. Oltre i confini del regno, una linea gialla segnala i suoi ‘protettorati’, tra cui Kiev e Mosca. Se ciò non vi interessa, forse non vale la pena che spendiate i soldi del biglietto, nonostante vi siano esposti anche alcuni antichi manufatti buddhisti e zoroastriani che risalgono a parecchi secoli prima di Tamerlano.

Ultima modifica: 28/10/2024 19:10:57

Visitatori in linea: 14711 su tutte le pagine di www.marcovasta.net

25  persone hanno letto questa pagina

dal 21 dicembre 2023