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Fathepur Sikri
17 agosto - 2 settembre 2017
Delhi ] [ Fathepur Sikri ] Agra ]

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Delhi
Fathepur Sikri
Agra

 

 

Delhi

Kathmandu

Questa magnifica città antica fortificata, situata 40 km a ovest di Agra, fu per un breve periodo la capitale dell’impero moghul tra il 1571 e il 1585, durante il regno dell’imperatore Akbar. Akbar si recò presso il villaggio di Sikri per consultare il santo sufi Shaikh Salim Chishti, che predisse la nascita di un erede maschio al trono moghul. Quando la profezia si avverò, l’imperatore fece costruire qui la sua nuova capitale, compresi una splendida moschea, tuttora in uso, e tre palazzi per ciascuna delle sue mogli preferite, una hindu, una musulmana e una cristiana. La città era un capolavoro dell’arte indo-islamica, ma poiché sorgeva in una zona soggetta a forti carenze d’acqua, fu abbandonata poco dopo la morte di Akbar. Dichiarata sito Patrimonio dell’Umanità, Fatehpur Sikri si può facilmente visitare in giornata da Agra. Vi sono comunque un paio di strutture decorose dove pernottare e il pittoresco bazar nel villaggio di Fatehpur, immediatamente sotto le rovine, così come il piccolo villaggio di Sikri, pochi chilometri più a nord, meritano di essere visitati con una certa attenzione. Inoltre, le pareti dei palazzi in arenaria rossa diventano particolarmente suggestive al tramonto, quando si creano anche le condizioni di luce più adatte per le fotografie. La fermata degli autobus si trova all’estremità orientale del bazar. Da qui, percorrendo a piedi 1 km verso nord-est giungerete all’Agra Gate e all’incrocio con la principale direttrice Agra-Jaipur, dove potrete prendere un autobus.

Che cosa vedere

Il complesso dei palazzi si trova accanto alla moschea Jama Masjid. Entrambi sorgono sulla sommità di un crinale che corre tra i piccoli villaggi di Fatehpur e di Sikri. Presso la biglietteria è possibile ingaggiare una delle guide ufficiali, che vi accompagnerà in visita al sito per ₹125. Altre rovine sono disseminate un po’ ovunque in questa zona e tutte si possono visitare gratuitamente. Il pittoresco Fatehpur Bazaar merita anch’esso un po’ del vostro tempo.

Jama Masjid

Bellissima e immensa, questa moschea fu completata nel 1571 e contiene elementi architettonici persiani e indiani. L’ingresso principale, situato in cima a una rampa di gradini in pietra, passa attraverso l’imponente Buland Darwaza (Porta della Vittoria), alta 54 m, costruita per celebrare la vittoria militare di Akbar nel Gujarat. All’interno del cortile della moschea spicca la splendida tomba di Shaikh Salim Chishti, in marmo bianco, completata nel 1581 e accessibile attraverso una porta d’ebano. All’interno vi si possono ammirare alcuni variopinti dipinti murali a motivi floreali, mentre il baldacchino è decorato con conchiglie in madreperla. Proprio come Akbar, che quattro secoli fa si recò presso il santo sperando nella nascita di un erede, oggi le donne senza figli visitano la sua tomba e legano un filo agli jali, che sono tra i più belli di tutta l’India. A destra della tomba si trovano le lapidi dei familiari di Shaikh Salim Chishti, mentre a poca distanza c’è l’ingresso a una galleria sotterranea (bloccata da una porta chiusa) che si dice conduca fino all’Agra Fort! Dietro all’ingresso della galleria, sulla parete più lontana, si possono notare tre forti che facevano parte dell’antico sistema di ventilazione. Ancora oggi si avverte la corrente d’aria fresca che vi si incanala. Situata poco più a est della tomba di Shaikh Salim Chisti, la tomba di Islam Khan, in arenaria rossa, offre riposo eterno al nipote di Shaikh Salim Chisti, nonché ex governatore del Bengala. Nella parete del cortile rivolta a est si apre un altro ingresso alla moschea, più piccolo; è lo Shahi Darwaza (Porta del Re), che conduce al complesso del palazzo. Palazzi e padiglioni PALAZZI indiani/stranieri ₹20/260, videocamera ₹25; halba-tramonto) Il primo edificio del complesso dei palazzi al quale si accede da sud è anche il più grande: è il Palazzo di Jodh Bai, un tempo dimora della moglie hindu di Akbar, che si dice fosse la sua favorita. Disposto attorno a un vastissimo cortile, è un connubio di colonne tradizionali indiane, cupole islamiche e tegole persiane dalle sfumature azzurre e turchesi. Immediatamente all’esterno, a sinistra delle antiche cucine del Jodh Bai, sorge il Palazzo della Moglie Cristiana. Qui dimorava Marian, la moglie di Akbar originaria di Goa, che qui diede alla luce Jehangir nel 1569. Al pari di molti edifici del complesso dei palazzi, contiene elementi di tradizioni religiose diverse, così come si addiceva al credo tollerante di Akbar. Il soffitto a cupola è in stile islamico, ma si possono vedere anche i resti di un dipinto parietale raffigurante la divinità hindu Shiva.

Proseguendo la visita in senso antiorario si giunge alla Piscina Ornamentale. Qui, cantanti e musicisti si esibivano sulla piattaforma sull’acqua, mentre Akbar seguiva le loro performance dai suoi appartamenti privati, noti con il nome di Daulat Khana (Dimora della Fortuna). Alle spalle del padiglione si trova il Khwabgah (Casa dei Sogni), una zona dedicata al riposo dove campeggia un enorme letto in pietra. Oggi però vi dormono soltanto i pipistrelli appesi al soffitto; la saletta all’estremità più distante ne è piena! Dirigendovi a nord dalla Piscina Ornamentale arriverete alla struttura con gli intagli più elaborati dell’intero complesso, il piccolissimo ma elegante Rumi Sultana, il palazzo costruito per la moglie musulmana di Akbar, di origine turca. Immediatamente oltre il Rumi Sultana si apre il Cortile del Pachisi, dove si dice che Akbar giocasse a pachisi, un antico gioco da tavolo, utilizzando giovani schiave al posto delle pedine. Da qui potete scendere al Diwan-i-Am (Sala delle Udienze Pubbliche), un vasto cortile (oggi un giardino) dove Akbar dispensava giustizia ordinando esecuzioni pubbliche, eseguite, pare, da elefanti che calpestavano i condannati fino alla morte. Il Diwan-i-Khas (Sala delle Udienze Private), situato all’estremità settentrionale del Cortile del Pachisi, dall’esterno non colpisce in modo particolare, mentre all’interno vi spicca una colonna centrale in pietra recante magnifici intagli. Il pilastro si apre a formare un basamento dalla superficie piatta collegato ai quattro angoli della sala da stretti ponti di pietra. Si dice che da questo basamento Akbar fosse solito disquisire con studiosi e ministri, che lo ascoltavano in piedi all’estremità dei quattro ponti. Adiacente al Diwan-i-Khas si trova il Tesoro, contenente delle casseforti segrete in pietra in alcuni degli angoli (uno dei coperchi in pietra è stato sollevato a beneficio dei visitatori). I mostri marini scolpiti sul soffitto avevano il compito di proteggere le formidabili ricchezze che un tempo erano custodite in questa sala. Il cosiddetto Chiosco dell’Astrologo, posto di fronte, ha i supporti del tetto intagliati in un sinuoso stile giainista. In un angolo del Giardino delle Signore sorge l’imponente Panch Mahal, un padiglione costituito da cinque piani che presentano dimensioni via via più ridotte, finché l’ultimo in alto risulta essere solo un piccolo chiosco. Il piano inferiore è caratterizzato dalla presenza di 84 colonne, tutte diverse l’una dall’altra. Procedendo oltre il Palazzo della Moglie Cristiana vi dirigerete di nuovo a ovest, verso il Birbal Bhavan, una struttura con raffinati intagli all’esterno e all’interno che si pensa ospitasse la residenza di uno dei ministri più anziani di Akbar. L’Haramsara inferiore, poco più a sud, ospitava le scuderie reali. Molte rovine sono disseminate anche alle spalle del complesso, tra cui quelle del Caravanserraglio, un vasto cortile circondato dalle camere dove alloggiavano i mercanti di passaggio, e del curioso Hiran Minar, alto 21 m, una torre decorata con centinaia di rappresentazioni in pietra di zanne d’elefante; pare indichi il punto in cui morì l’elefante preferito di Akbar. Alcuni rilievi di elefanti, gravemente danneggiati, fanno ancora la guardia all’Hathi Pol (Porta dell’Elefante), mentre poco lontano giacciono i resti della piccola Moschea dei Tagliatori di Pietra e di un hammam (bagno). A nord di quella che è conosciuta come la Zecca, ma che in realtà è probabile che ospitasse una serie di stalle, si possono visitare altre anonime rovine, alcune delle quali sorgono nell’interessante villaggio di Sikri, a nord.

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