sei in percorso Home » viaggi » Lhasa2024

Torna alla pagina precedente

il sito di marco vasta

lento pede ambulabis

Lhasa Tibet Breve

1-18 agosto 2024

con AnM e Marco Vasta nel Paese delle nevi

 

Newsletter

Queste pagine sono una ipotesi di percorso che verrà predisposto in base al
Piano dei Voli definitivo

In questa pagina

Un pundit a Sakya

Un italiano a Sakya

Il monastero (appunti 1997)

Il lignaggio Sakya

Una "bufala" sulla biblioteca

 

Mappa del sito

Redazionale ] Il nostro viaggio ] Marco in Tibet ] Tibet 1986 ] Kailash 1994 ] Kailash 1997 ] Diario Lhasa 1998 ] Pagine ingiallite ] Facebook ]

 

Il nostro viaggio

Italia - Chengdu ] Chéngdū 成都 ] Testang e dintorni ] Lhasa e la valle del fiume Kyi ] Lhasa - Gyantse ] Gyantsé རྒྱལ་རྩེ ] Gyantse - Shigatsé ] Shalu ཞྭ་ལུ། ] Shigatse ] Shigatsé - Tingri - EBC ] [ Sakya ས་སྐྱ་དགོན་པ། ] Lhatsé ] Shelkar, il cristallo bianco ] EBC - Tingri - Keylong ] Rasuwa - KTM ] Bhaktapur ] Patan ] Pashupatinath Bodhanath ] Budhanilkanta Swayambhunath ] KTM - Chengdu ] Chengdu - Roma ]

Sakya ས་སྐྱ་དགོན་པ།

 

Un pundit a Sakya

Per quanto riguarda la grande biblioteca di Sakya, è sugli scaffali lungo le pareti della grande sala del Lhakhang chen-po (vedi filmato). Qui sono conservati molti volumi scritti in lettere d'oro; le pagine sono lunghe sei piedi e larghe diciotto pollici. A margine di ogni pagina ci sono miniature, e i primi quattro volumi contengono immagini dei (ille Buddha. Questi libri sono rilegati in ferro. Furono preparati per ordine dell'imperatore Kublai Khan e presentati al lama Phagpa durante la sua seconda visita a Pechino.

In questo tempio è conservata anche una conchiglia con spirali che girano da sinistra a destra [in tibetano, Ya chyü dungkar], un regalo di Kublai a Phagpa. Viene soffiato dai lama solo quando la richiesta è accompagnata da un regalo di sette once d'argento; ma soffiarlo, o farlo soffiare, è ritenuto un atto di grande merito."

Das, Sarat Chandra. Lhasa and Central Tibet, (1902), pp, 241–242

 

Un italiano a Sakya

Il primo luogo che occorreva visitare era Sachia (Saskya) perché questa fu l'antica capitale del Tibet al tempo della dinastia mongola, la quale, sotto Khubilai ( 1215-1294) dette appunto agli abati di Sachia l'investitura sul Tibet.

Sachia fu nel XIV-XV secolo il centro politico e quindi culturale ed artistico del Tibet ed il luogo di cònfluenza di diversissimi indirizzi di cultura da quella cinese a quella indiana. Sachia nonostante la sua importanza è pressoché sconosciuta. Chandra Das che vi passò nel l879 ne ha lasciato cenni insignificanti (Journey to lhasa and Centrai Tibet): meno ancora ne dice Bernard che vi sostò per qualche giorno nel l937 (Penthowe o/ the Gods).

La via più breve per giungere a Sachia parte da Gantòc (Gangtok) nel Sicchim (Sikkim}, segue la valle del Lacèn e scavalca l'Imalaya passando per il Cangra La (Kongra La). È una carovaniera molto meno battuta di quella Gantòc, Natulà - Ciumbi (Chumbì}, Ghianzé (Gyantse}, che è adesso con quella Calimpong, Gelap La-Ciumbi, Ghianzé la più frequentata e la più ricca di traffico. Che la strada del Cangra La sia meno percorsa si spiega con il fatto che non passa per nessun centro commerciale cosi importante come Fan (Phan) o Ghianze che sono divenuti gh empori del Tibet e la sede degli scambi regolari fra India e Tibet.

Si arriva così a Sachia che adesso principalmente consiste c;li grandi monasteri e di un piccolo villaggio. Sachia vuol dire terra pallida e deve il suo nome al color delle rocce della montagna sovrastanti il luogo.

C'è un piccolo mercato : la popolazione è specialmente rappresentata dai monaci che formano una setta speciale chiamati Sachia pa dal nome del luogo. Sachia è un principato con a capo un gran lama che è suprema autorità religiosa e politica. Tuttavia quest'autorità è in certo senso limitata dal vigile controllo di Lhasa, sicché gli abati Sachia, autonomi nell'amministrazione interna del loro stato, non possono aver nessun rapporto con gli stranieri. L'autorità si trasmette di padre in figlio perché questi abati debbono ammogliarsi. I monasteri, che contengono pregevolissime raccolte d'arte e ricche biblioteche tutte da me diligentemente studiate, sono stati in molta parte manomessi durante le guerre che scoppiarono fra Sachia e le sette rivali e ne provocarono alla fine il decadimento.

Giuseppe Tucci, Nel Tibet Centrale - Boll. R. Soc. Geografica Italiana 1940 p.81

 

bivio per Sakya

4100c

14

493

 

4100 (SCT)

Sakya

4350

26

519

 

4280 (SCT)

bivio per Sakya

4100c

26

545

   

Monastero meridionale Appunti 1997

L'immenso monastero meridionale, cinto da mura, è il principale motivo di richiamo di Sakya e si annida severo e minaccioso tra un ammasso di case tibetane che costituiscono la cittadina. Per godere di una bella vista sul complesso, salite sulle colline a nord sull'altra riva del fiume. Il monastero meridionale fu fondato nel 1268 a fini difensivi. con torri di guardia a ciascun angolo delle alte mura. Un tempo probabilmente vi era un'altra cinta separata dalla cerchia esterna da un fossato, ma non ne è rimasta traccia. L'ingresso a Sakya è situato sul lato orientale. Proprio di fronte all'ingresso est vi è quello del cortile centrale del monastero, uno spazio suggestivo con un palo di preghiera circondato da cappelle e, a ovest, dalla sala grande delle riunioni.

La Sala grande delle riunioni è un edificio grandioso. piuttosto buio benché con il sole del mattino si illumini di una luce diffusa. Il soffitto della sala è sorretto da massicci pilastri e le pareti sono contornate da statue di dimensioni superiori a quelle naturali che hanno la caratteristica unica di servire da reliquiari dei precedenti abati di Sakya. Nella zona nord del cottile si trova una cappella che contiene un chorten d'argento, reliquiari degli antichi abati; una porta conduce in un'altra cappella con altri chòrten. A sud. fuori del cortile, vi sono ancora statue e una biblioteca con testi buddhisti. So entrambi i lati dell'ingresso orientale vi sono delle scale che portano a cappelle situate al primo piano. Nessuna di esse riveste un grande interesse e inoltre spesso sono chiuse. Salite piuttosto sulle mura per godere di superbi panorami della valle circostante e degli edifici interni del monastero di Sakya.

 

Monastero settentrionale  Appunti 1997

Assai poco rimane del complesso monastico un tempo disteso sulle colline a nord del fiume Truni. Vale tuttavia la pena di attraversare la cittadina e salire fino in cima per dare un'occhiata a ciò che resta.

Dirigetevi verso lo stūpa bianco. ricostruzione di quello che conteneva le spoglie di Kunga Nyingpo, il fondatore dell'ordine Sakyapa e secondo abate di Sakya.

Sopra lo stūpa vi è un piccolo monastero riedificato di recente. Il monastero nord è di epoca anteriore rispetto a quello sud, e nel periodo di maggior fioritura si dice che fosse costituito. come Ganden, da 108 edifici e che ospitasse circa 3000 monaci.

Il lignaggio e il regno dei Sakya-pa

Sakya Pandita, Kunga Gyaltsen Pal Zangpo
 

Marpa e il suo discepolo Milarepa istituirono l'ordine Kagyu-pa e a bella valle di Sakya la famiglia Kòn diede l'avvio a una scuola che fu chiamata Sakya-pa. A differenza della maggior parte delle altre scuole e degli altri monasteri, guidati da una serie di lama reincarnati, la carica di abate a Sakya era ereditaria, retta dai figli della famiglia Kòn.

Si ritiene che agli inizi Khön Köntchok Gyalpo o Khön Könchog Gyalpo (Tsang, 1034 – 1102) fu il primo Trizin e il fondatore del suo primo monastero eponimo, Sakya. Gli successero suo figlio Sachen Kunga Nyingpo (1092-1158), poi due dei suoi nipoti, Sonam Tsemo (1142-1182) e Drakpa Gyaltsen (1147-1216). La prassi sì affermò e tutti gli abati di Sakya presero moglie. Agli inizi del XII secolo Sakya si era già affermata come importante centro di studi, secondo l'esempio delle università buddhiste indiane distrutte durante l'invasione mongola dell'India.

In principio ciò avvenne con l'aiuto e l'assistenza di traduttori indiani quali Shakyashribhada che giunse a Sakya nel 1204. ma in breve tempo gli studiosi tibetani furono in grado di dare un contributo autonomo all'approfondimento del Buddhismo. Il più celebre fu un abate di Sakya. Kunga Gyaltsen (1182-1251), più noto come Sakya Pandita e cioè lo studioso di Sakya.

Sakya Pandita scrisse testi fondamentali sulla percezione e la logica, e per la sua dottrina venne identificato come una manifestazione di Manjushi,. il bodhisattva della facoltà di comprensione. Per la sua statura culturale e spirituale Sakya Pandita venne scelto a rappresentare il popolo tibetano dinanzi al principe mongolo Godan quando questi minacciò di invadere con il suo esercito il Tibet verso la metà del XIII secolo. Sakya Pandita compì un viaggio di tre anni in Mongolia, dove giunse nel 1247. incontrò Godan e gli offrì la signoria del Tibet. A difesa del suo gesto sostenne che era inutile ogni tentativo di resistenza. Dopo la morte di Sakya Pandita avvenuta nel 1251, uno dei suoi nipoti divenne abate di Sakya e, sotto il controllo di Kublai Khan, signore dei Mongoli, capo di tutto il Tibet.

Si trattò del primo governo religioso con un lama al vertice dello stato, precedente importante per il futuro ordinamento del Tibet. Il rapporto tra i lama e i padroni mongoli, che i tibetani intesero come equilibrio tra maestri di religione e protettori laici, stabilì un altro precedente decisivo che, prestandosi a varie interpretazioni, avrebbe agitato il Tibet per i secoli successivi e avrebbe consentito ai cinesi di giustificare le proprie pretese sull'altopiano.

La signoria mongola e la supremazia di Sakya ebbero però vita breve: la corruzione dei Mongoli e la rivalità tra l'ordine Sakyapa e quello Kagyupa portarono alla caduta del primo nel 1354. quando il potere passò al secondo e la sede del governo fu trasferita a Neudong nella provincia dell'Ü. Sakya rimase un centro assai potente. e come Shigatse godette di larga autonomia nei confronti dei successivi governi centrali.


 

La "scoperta" della biblioteca "segreta"

 
 

Periodicamente su Facebook compaiono post che annunciano la "scoperta" di una gigantesca libreria occultata da uno spesso muro in uno dei templi di Sakya (ovviamente senza citare quale edificio la contenda.

Ne è di esempio un post su Facebook dell'8 febbraio 2021 dove si afferma afferma che i manoscritti segreti scoperti nel monastero descrivono in dettaglio più di 10.000 anni di storia umana

Il post dell'8 febbraio presenta l'immagine di una persona (probabilmente un turista occidentale) che fissa un muro di scaffali pieni di pile di pergamene. Il testo recita: "Biblioteca trovata in Tibet con 84.000 manoscritti segreti (libri) che includono la storia dell'umanità di oltre 10.000 anni!".

Il post prosegue affermando che il ritrovamento presso il “Monastero di Sakia (sic)” è “forse la più grande biblioteca al mondo sulla lontana storia del pianeta. È stato scoperto dietro un enorme muro”.Al momento della pubblicazione, il post era stato visualizzato 7,5 milioni di volte e condiviso quasi 200 volte,.

Una didascalia fotografica di Alamy del 2010 contiene dettagli corrispondenti sul ritrovamento, mentre un rapporto ripubblicato del 2003 dall'agenzia di stampa statale cinese Xinhua include molti dettagli simili, sebbene non menzioni il fatto che i manoscritti siano "segreti".

Diversi articoli, tra cui quelli del servizio di notizie cinese CGTN e dei siti di viaggio Lonely Planet e Rough Guides, elencano un diverso numero di opere o non fanno menzione della presunta recente “scoperta”. Inoltre. sarebbe sdi sicuro eccezionale il  ritrovamento di storia scritta prima della stesura della più antica letteratura scritta conosciuta che è l' Epopea di Gilgamesh (2150-1400 a.C. circa) basata su uno o più racconti sumeri orali precedenti.

Incuriosito dalla vicenda ho trovato in internet vari commenti. Aldilà di quelli di provenienza new-age oppure con fideistica affermazione di contati sovrannaturali (c'è chi afferma che si tratta di Terma, cioè scritti di illuminati  nascosti per essere trovati al momento opportuno), esperti di scrittura cinese indicano come un grosso fraintendimento la traduzione letterale del numero "84.000", ovvero l'errata traduzioni dal cinese di una frase che indica solo una "enorme quantità".

Precedente ] Successiva ]

Ultima modifica: 27/07/2024 17:48:06

Visitatori in linea: 2262 su tutte le pagine di www.marcovasta.net

89  persone hanno letto questa pagina

dal 21 giugno 2024