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Tutto Caucaso29 giugno - 14 luglio 2019con Avventure nel Mondo e Marco Vasta |
Mtskheta ha rappresentato il cuore spirituale della Georgia fin da quando il cristianesimo divenne la religione ufficiale, intorno al 327, e riveste un significato quasi mistico nella cultura del paese. Fu la capitale di gran parte della Georgia orientale all’incirca dal III secolo a.C. al V secolo d.C., quando il re Vakhtang Gorgasali le preferìTbilisi. Conservò tuttavia il ruolo di centro spirituale e ancora oggi nella Cattedrale di Svetitskhoveli si svolgono importanti cerimonie della chiesa ortodossa georgiana. Con una delle chiese di maggior rilievo di tutto il paese e una splendida posizione presso la confluenza dei fiumi Mtkvari e Aragvi, Mtskheta èuna destinazione facile da raggiungere dalla capitale per una bella gita in giornata. Nel 2009, l’UNESCO ha inserito le chiese storiche di Mtskheta nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanitàin pericolo, a causa del deterioramento delle parti in muratura e degli affreschi, oltre che della perdita di autenticitàprovocata dai vari rimaneggiamenti.
Questa maestosa chiesa (gigantesca per i suoi tempi) risale all’XI secolo, all’inizio dell’epoca d’oro dell’architettura sacra georgiana. Il grande edificio, che presenta una pianta a croce allungata, è decorato con splendide sculture di pietra sia all’esterno sia all’interno.
Secondo la tradizione, sotto la cattedrale sarebbe sepolta la tunica di Cristo. Si narra che Elioz, un ebreo di Mtskheta che si trovava a Gerusalemme all’epoca della crocifissione, sia ritornato nella sua città con le vesti di Gesù. Sua sorella Sidonia morì non appena la indossò, presa da passione religiosa. Poiché
non fu possibile sfilarle la tunica, la donna fu sepolta con essa, ma con il passare del tempo la gente dimenticò il luogo preciso in cui era stata deposta. Quando re Mirian decise di fare edificare la prima chiesa a Mtskheta, nel IV secolo, gli operai non riuscirono a sollevare da terra la colonna di legno che secondo il progetto avrebbe dovuto svettare al centro dell’edificio. Tuttavia, dopo un’intera notte trascorsa in veglia di preghiera da santa Nino, la colonna miracolosamente si spostò da sola verso il sito di sepoltura di Sidonia e della veste di Cristo. In seguito, la colonna operò molti miracoli e infatti Svetitskhoveli significa ‘Colonna che dàla vita’.
Nel V secolo, Vakhtang Gorgasali fece sostituire la chiesa originale con una in pietra, le cui modeste rovine sono oggi visibili a sinistra della cattedrale. L’edificio attuale fu costruito fra il 1010 e il 1029 sotto il patriarca Melchisedek, ed è ancora una delle più belle chiese di tutto il paese. Il muro difensivo che la circonda venne eretto nel 1787.
Si crede che la veste del Cristo sia sepolta nella navata sotto una colonna squadrata simile a una torre, decorata con affreschi pittoreschi, benché sbiaditi, che illustrano la conversione di Kartli. La tomba di Erekle II, re di Kartli e del Kakheti dal 1762 al 1798, è situata di fronte all’altare (e reca la data di nascita e di morte del sovrano, il 1720 e il 1798). La tomba di Vakhtang Gorgasali èvisibile subito dietro, coperta da una lastra di pietra in rilievo con una spada scolpita.
Situata in cima alla collina che domina Mtskheta a est e visibile da chilometri di distanza, la Chiesa di Jvari è per molti georgiani il luogo più sacro nonché il cuore spirituale del paese. Jvari, o Chiesa della Santa Croce, sorge nel punto in cui, nel IV secolo, re Mirian aveva fatto erigere una sacra croce lignea, subito dopo essere stato convertito al cristianesimo da santa Nino. Fra il 585 e il 604, Stepanoz I, eristavi (duca) di Kartli, fece costruire la chiesa sopra la croce.
La chiesa di Jvari è un piccolo edificio dall’elegante simmetria, un classico esempio dello stile tetraconco georgiano antico. Ha una pianta a croce con quattro bracci di lunghezza uguale, al cui interno corrispondono vani angolari. La bassa cupola poggia su un tozzo tamburo ottagonale. Gli interni sono piuttosto spogli, ma dall’esterno si gode uno splendido panorama di Mtskheta e della confluenza dei fiumi Aragvi e Mtkvari. Se vi sentite particolarmente carichi di energia, potete raggiungerla a piedi da Mtskheta in circa un’ora: dal Parco di Teatron, attraversate il ponte pedonale e poi percorrete per circa 1 km la trafficata statale, inerpicandovi infine sulla collina fino all’edificio sacro.
Questa grande chiesa, che oggi fa parte di un convento, fu costruita attorno al 1130 come chiesa di corte dei signori di Mtskheta. Il re Mirian e la regina Nana sono sepolti nell’angolo sud-occidentale, sotto un baldacchino di pietra. La chiesetta situata all’interno della tenuta del convento, Tsminda Nino, risale al IV secolo e sorge sul luogo in cui si dice che santa Nino si sia fermata per raccogliersi in preghiera.
Questo museo espone un’interessante collezione di reperti archeologici rinvenuti nel corso di scavi compiuti nella zona di Mtskheta, che è abitata da diversi millenni. Fra gli oggetti di particolare intechiese resse vi sono una cintura rituale riccamente elaborata risalente all’etàdel bronzo e la miniatura in madreperla di un tempio iraniano dedicato al dio sole, datata al III o IV secolo d.C. e riportata alla luce nel cimitero di Samtavro. Le targhette esplicative sono in georgiano e in inglese.
Nell’area sono stati riportati alla luce dagli archeologi diversi siti precristiani. Il piùinteressante fra questi è la residenza dei primi re iveriani presso Armaztsikhe-Bagineti, sulla riva meridionale del fiume Mtkvari. Il sito comprende resti dei bagni, di un tempio e di una cantina per i vini.
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