Su Lago Rara Jumla - Tarakot Pokhara-Tarakot Alto e basso Dolpo

Pokhara-Tarakot

Il percorso

Questo percorso permette di raggiungere a piedi il Dolpo via Beni-Dhorpatan. Per quanto sia un percorso interessante che si svolge nella parte bassa della Khali Gandaki e del Myangdi Khola è, nel periodo estivo quando si deve raggiungere il Dolpo, infestato da sanguisughe e soggetto alle cateratte del monsone.

Una persona allenata può raggiungere Dhorpatan da Pokhara in cinque giorni di cammino con tappe abbastanza dure e stressanti. Le agenzie di trekking calcolano invece otto tappe in modo da attenuare la fatica, godere del percorso e prepararsi alle tappe in quota della settimana successiva. In senso inverso il percorso permette di uscire dal Dolpo quando i voli aerei vengono cancellati per il brutto tempo. Per una descrizione più approfondita del percorso consiglio di rileggere il Leopardo delle nevi. Peter Matthiessen narra le sue traversie per la pioggia e la mancanza di portatori che lo portarono a completare questo tratto in ben 20 giorni!

Tappe in sintesi

Pokhara - Kusma

Kusma - Beni

Beni - Durban

Durban - Maraini

Maraini - Dhorpatan

Dhorpatan (m.2.300) - Kharka (m.3.600)

Kharka (m. 3.600) - Yamakhar (m.2.560)

Yamakhar (m.2.560) - Grotta

Grotta - campo 4.400

Campo 4.400 - Tarakhot

Pericoli e difficoltà

La zona attraversata è, nella parte bassa, terribilmente calda fra maggio ed agosto. Da luglio questa parte è interessata alle piogge monsoniche. Le strettoie nelle gole sono interessate da frane e ingrossamento dei torrenti. Il trekking è quindi pesante

se svolto in estate. L'orografia delle valli ad ovest del Dhaulagiri è molto complessa per questo è assolutamente necessaria una guida ed anch'essa deve, spesso, ricorrere ai consigli dei locali.

Pokhara - Kusma

Da Pokhara con una jeep si percorre il più possibile la strada costruita dai cinesi e che congiunge la cittadina con la valle del Modi Khola. Si passa da Phedi, dove un tempo si fermavano le jeep, e si prosegue per Khare, Lumle, cercando di proseguire il più possibile in direzione di Beni. Il percorso raggiunge il Modhi Khola, attraversa il fiume su un ponte e prosegue sulla riva destra. Il sentiero prosegue fra campi terrazzati salendo anche di trecento metri sui pendii della valle per poi scendere a livello del fiume. Kusma è un villaggio posto alla confluenza fra il Modi Khola e il Kali Gandaki, viene raggiunto in circa sei ore di cammino. Vi sono numerosi lodge.

Kusma - Beni (7h30')

Da Kusma il sentiero sale dolcemente fino al villaggio di Chamalgai (Chamurkang, 1h). Da qui si inizia a risalire sulla riva sinistra del Kali Gandaki, passando per Shatradara e raggiungendo Khannijagath (3h30'-4h30'). Il sentiero che si scorge sull'opposto pendio della valle conduce a Baglung. Baglung è la capitale del distretto di Myagdi, si trova su un poggio, duecento metri sopra al fiume, ma non è visibile da Khannijagath. A Baglung c'è un aeroporto collegato da un volo giornaliero (11 minuti) con Pokhara. Si prosegue Dhairing e poi per Parse (2h-6h30'). A Parse si attraversa il fiume e con un'altra ora di cammino si giunge a Beni (1h-7h30'). Vi sono negozi, lodge ed un chek-post.

Beni - Durban

Da Beni si abbandona il corso del Kali Gandaki per risalire quello del Myagdi Khola, il torrente che da nome al distretto. Il Myagdi Khola scende dal Dhaulagiri. Con due ore di cammino si raggiunge Tatopani (da non confondere con l'omonimo villaggio posto più a nord). Anche qui vi sono acque calde, tre sorgenti poste duecento metri a nord del villaggio in riva al fiume. Occorrono poi altre tre ore per raggiungere Durban (Darbang) su un terreno soggetto a frane che possono allungare il percorso. Si attraversa un paio di volte il fiume poi ci si porta sulla sponda sinistra.

Durban - Maraini

Da Durban si attraversa il Myagdi Khola su un ponte. Sulla sponda opposta (dx. orografica) si nota una enorme frana. Dieci minuti dopo il ponte inizia una breve salita su un sentiero ricavato nella roccia che domina il fiume. Sono circa quindici minuti di sentiero esposto a caduta di sassi. Si prosegue quindi seguendo il fiume per circa un'ora arrivando a Phedi (1h30'), composto da poche case poste all'inizio di una lunga e dura salita che conduce a Dharapani (2h-4h30', sorgente d'acqua) disposta fra i campi in un'ampia vallata dominata dal Dhaulagiri Himal. Con il bel tempo si scorgono il massiccio del Dhaulagiri, il Putha Hinchuli e lo Churen Himal. Il sentiero attraversa poi i villaggi di Takhum e Sibang. Inizia quindi la salita al piccolo villaggio di Mattim. Si prosegue raggiungendo la cresta per poi scendere a Palai Gaon ed a Munra (m. 2.200). La zona è abitata da persone di casta "inferiore", intoccabili come i kami (fabbri). Munra è l'ultimo grosso insediamento del percorso. Da Munra con breve discesa il sentiero arriva ad un ponte che valica il Dhara Khola, si risale per un'altra ora fino ad una capanna. Vi sono due percorsi. 

Occorre prendere il sentiero che scende a Jomsong (2h), senza salire al villaggio di Lulang. Dopo circa 20 minuti da Jomsong si entra in una vallata ed attraversata una jungla di bambù, presso il fiume, si incontra un piccolo insediamento segnalato come Nayaban. Si attraversa il fiume su un ponte ed inizia la salita che in tre quarti d'ora conduce a Maraini (m. 2.600). Nel villaggio c'è un lodge.

Maraini (m. 2.600) - Dhorpatan 6h30'

Da Maraini occorrono quattro ore di cammino, dapprima attraverso una foresta, per raggiungere il Jalja la, un passo a quota 3.450 metri. Dal passo occorrono altre quattr'ore per scendere a Gurjaghat. La traccia scende per facile sentiero attraverso una foresta di abeti e ginepri, attraversando su ponticelli i numerosi torrentelli affluenti dell'Uttar Ganga (fiume del nord). Questo tratto di percorso è abbastanza isolato e viene raccomandato di muoversi un gruppo, questo consiglio dato dai locali è forse dovuto alla paura di animali feroci che potrebbero giungere dalla vicina Riserva reale di caccia di Dhorpatan. La discesa è dolce e si arriva tranquillamente nella piana di Gurjaghat. Il villaggio è composto da poche capanne e da tea-shop. Occorrono poi altre due ore e mezza per raggiungere Chhengtung. Il sentiero attraversa nuovamente il bosco. A Chengtung vi sono un paio di lodge. La vicina Dhorpatan non ha lodge, ma si può piazzare un campo o chiedere ospitalità presso le case private. Il villaggio non ha un centro ben definito e le case sono sparse sul pendio. Bandiere di preghiera e lhato sventolano sulle abitazioni.

Dhorpatan (m. 2.300) - Kharka (m. 3.600)

Da Dhorpatan inizia una lunga e penosa salita che conduce alla cresta del Pagune Lekh. La salita dura 6/7 ore. Dopo il chek-post di Dhorpatan si cammina per circa 30' sulla stessa sponda evitando di prendere ogni sentiero che sale verso nord fino a che non si raggiunge l'insediamento di poche case di Syalpe. Si volta a destra e si inizia a salire, dapprima dolcemente, dopo una mezz'ora più ripidamente raggiungendo le malghe di Ghoir in una valletta con ampi pascoli. Si attraversa la vallata e si sale nuovamente. In questo modo si incontrano numerose vallette che formano tanti gradoni da affrontare prima del passo. Sul fondovalle scorre il Pagune Khola. Alla fine inizia l'aspra salita finale dove il sentiero, aggirando roccioni ed inoltrandosi in piccole gole, risale il torrente fino a raggiungere il Pagune Lekh (m. 4.050). Il passo è contraddistinto da un chorten formato da sassi appoggiati nel mucchio dai passanti. Il percorso è ora in discesa ma non bisogna farsi fuorviare dalle tracce che conducono sul fondovalle. Ci si mantiene abbastanza in alto, vicino ai pascoli, per circa due ore e mezza fino ad una malga a quota 3.600 dove si può campeggiare.

Kharka (m. 3.600) - Yama Khar (m.2.560)

Il sentiero inizia a scendere nella valle del Ghustung Khola, snodandosi per circa un'ora fra pascoli e prati, incontrando malghe abbandonate, fino ad un ponte (1h). Attraversato il torrente, il sentiero entra in una fantastica jungla di bambù che viene attraversata in circa due ore. Il sentiero costeggia, di tanto in tanto, il Ghustung Khola fino ad un ponte a quota 2.800 (2h-3h) che lo attraversa.

Inizia ora una lunga salita di circa due ore fino a quota 3.270 (2h-5h). Si segue la cresta fino ad un chorten che segnala l'inizio della discesa al villaggio di Pelma, sul torrente Pelma Khola (m. 2.400,1h30'-6h30'). 

Attraversato con un ponte il Pelma Khola, il sentiero conduce, in breve salita a Yama Khar (m. 2.560, 45'-7h15') composto da poche case di pietra separate da vicoli come nei villaggi tibetani.

Dhorpatan - Yama Khar

A Yamakhar si può arrivare da Dhorpatan seguendo il corso dell'Uttar Ganga e risalendo poi il Pelma Khola. Il percorso è più facile di quello sopra descritto ma richiede un giorno in più rispetto a quello che valica il Pagune Lekh.

Yama Khar (m. 2.560) - campo q. 3.600

Da Yama Khar inizia la salita verso Dhule. Il sentiero s'innalza a tornanti sul pendio erboso fino ad una malga che si lascia a sinistra dopo un'ora e mezza di cammino (1h30'). Il sentiero volta a destra, scende ad un torrente, lo attraversa e sale nuovamente. Dopo un'ora e mezza si incontra un ponte che valica un torrente che scende da sinistra. Lo si attraversa ed inizia la salita per Dhule. Fra boschi e gole di un torrente si sale per un'altra mezz'ora fino a che il sentiero diventa nuovamente evidente ed, al termine della stretta valle, si giunge a Dhule (m. 3.320, 3h30'- 5h). Dhule è un insediamento maghar composto da poche casupole in legno.Giunti ad un bivio si prende il sentiero di destra, risalendo fino ad un passaggio obbligato dopo il quale la traccia è nuovamente in piano per circa un'ora. Il percorso sale, raggiungendo in poco più di due ore il Nautale la (m. 3.970, 2h30'-7h30'). Dal chorten del passo si scende verso il greto del Seng Khola a 3.600 metri (1h-8h30'). Sulla sponda vi sono numerose cavità naturali nelle quali è possibile anche alzare una tenda.

Campo q. 3.600 - campo 4.400 7h

Dal campo a quota 3.600 inizia un'ulteriore salita. Il sentiero segnato sulle carte Mandala passa dalla capanna di Phuphal Dah risalendo il Seng khola. Esiste un altro sentiero Occorre prendere quello a sinistra che in due ore e mezza giunge ad un primo passo a quota 4.300 (2h30' ), vi sono un chorten ed un laghetto. Il percorso è ora in piano ed evidente Si sale ad un altro passo a quota 4.445 (30'-3h) privo di chorten e bandiere, si scende per circa un'ora fino a Saunre Khola e si sale per altrettanto fino al Jang la (m. 4.540, 2h-5h). Dal passo con due ore di discesa si raggiunge un luogo adatto a piazzare il campo in mezzo ad un prato (m. 4.400, 2h-7h). Se la tappa è troppo lunga si può campeggiare prima del passo.

Campo 4.400 - Tarakhot (m. 2.500)

Dal campo in circa 4 ore di cammino si giunge a Tharakhot (Tarakot, Taragaon). Il villaggio è l'antica capitale del regno di Tichu Rong (valle dell'acqua di tuono). Il regno venne assorbito da quello di Ghorka alla fine del 1700. C'era un tempo una fortezza (dzong in tibetano), ora scomparsa. È invece rimasto intatto un gompa che domina la confluenza del Barbung Khola che scende da est ed il Tarap Khola che scorre da settentrione. Le prime case di Tharakhot sono a quota 2.800 e compongono i due insediamenti di Dikung e Ba (più a nord-ovest). Il termine Dzong è usato dai locali per indicare Tarakot. Ba è un grosso insediamento i cui abitanti hanno un proprio dialetto detto kakay. Brikung è abitata da tibetani e da maghar buddhisti. Dal villaggio si domina tutta l'orografia della valle. proprio di fronte un lungo costolone delimita ad ovest la valle del Tarap, più ad est la gola si divide fra la valle del Tarap e quella del Barbung Chu. Ad ovest il Thulo (alto) Bheri scompare nella gola ed a sud-est si staglia il massiccio del Dhaulagiri. Occorre scendere ancora un po' per raggiungere il chek-post a quota 2.500, in riva al fiume. Da Dhorpatan si può raggiungere Dunhai e da qui risalire la valle di Ringmo oppure scendere il Bheri in direzione di Jumla.

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