Saidu Sharif

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Saidu Sharif è la moderna capitale del distretto dello Swat, due chilometri a sud di Mingora, sulle rive del fiume Saidu. Ospita gli uffici del governo, il museo dello Swat, il palazzo del Wali, la tomba di Akund di Swat e i resti archeologici attorno allo stupa di Butkara.

Il museo ha un'ampia collezione di sculture Gandhara raccolte dai maggior siti buddisti dello Swat. Nella sezione etnografica gioielli di produzione locale, legni scolpiti e gioielli tribali. Una serie di panoplie espone anche monete. Nei pressi del museo vi sono le rovine di Butkara, una delle più importanti cappelle buddiste della vallata. Per raggiungerli percorrere la strada non asfaltata sul lato nord del museo per circa un chilometro, parcheggiare in uno spiazzo e farsi indicare dai ragazzini il viottolo che a sinistra, fra i campi, porta agli scavi.

Lo stupa maggiore è circondato da 215 stupa minori di varie dimensioni. Secondo la tradizione venne eretto su ordine di Ashoka e contiene le ceneri di Budda. Non è facile immaginarlo tutto dipinto e in parte coperto di lamine d'oro, sormontato dai dischi di pietra. Una ricostruzione in disegno ricorda vagamente le cupole di una città del futuro come nei fumetti di Jeff Gordon. Lo stupa centrale risale al 2<198> secolo a.C. e venne ingrandito per cinque volte inglobando le costruzioni precedenti. Gli scavi italiani del 1955 hanno messo in luce i successivi ingrandimenti dello stupa, mostrando anche le differenti tecniche di costruzione. Il massimo splendore dell'impero kushainide e quindi del buddismo nello Swat, venne raggiunto nel 3<198> secolo d.C., a questo periodo risale la pavimentazione dei sentieri cerimoniali di accesso con piastrelle in pasta di vetro color giallo, azzurro e verde. Lo stupa venne rivestito in saponaria e le mura di sostegno della cupola decorate con pilastri alternati a 14 nicchie con statue in scisto verde. nei secoli successivi gli scisti ormai rotti vennero sostituiti da statue e pannelli in stucco con scene della vita di Budda. Pian piano vennero aggiunti stucchi con ghirlande, fior di loto, piccoli budda. Gli stupa eretti dai pellegrini circondarono lo stupa maggiore e venne eretto un muro perimetrale, esterno al sentiero ed anch'esso decorato. Sono rimasti numerosi bassorilievi, seppur in pessimo stato. Accostati al muro vi sono i resti di un disco dell'ombrello mentre alcune statue sono coperte da stuoie per difenderle dalle intemperie.

Poiché Butkara si trova in una piana fra i fiumi Swat e Jambil periodiche alluvioni ne hanno danneggiato i templi. Finché il il buddismo fiorì nella vallata gli stupa vennero restaurati. Già con lo svilupparsi del buddismo tantrico e poi con l'arrivo dell'Islam la zona si coprì di terra e solo la costanza di Tucci, la sua intuizione e la sua fermezza hanno permesso di individuare la posizione dello stupa sotto le collinette di terriccio e portare alla luce i resti del centro buddista.

Attorno allo stupa principale sorgono 215 elementi fra colonne, stupa votivi, e cappelle, costruiti dai pellegrini per ottenere meriti. I più antichi sono del 1° secolo a.C. e formano un cerchio di colonne in scisto su plinti piani. Successivamente furono aggiunte colonne di saponaria  con decorazioni; alcune di esse erano sormontate da statue, a somiglianza delle colonne poste dai Maurya in tutta l'India. Nello spiazzo ad est dello stupa sono state allineati alcuni leoni, statue poste probabilmente in cima alle colonne. Degli stupa votivi, i meglio conservati sono quelli dell'area settentrionale, ma rimangono solo i basamenti, decorati con lesene cilindriche in scisto verde, leoni, aquile, gigli stilizzati, cupidi e fior di loto. Gli stupa erano rivestiti con stucchi riccamente colorati o dorati.  Ai primi della nostra era venne costruito un monastero a nord dello stupa. Numerose aree rimangono ancora da scavare.


dal 1° gennaio 2002

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