Monastero di Geghard
Il monastero di
Geghard è in assoluto uno dei luoghi più affascinanti dell´Armenia,
arroccata sulle selvagge montagne armene, questa costruzione
monastica della tarda antichità colpisce all´istante il visitatore
per la sua ieratica solennità.
Il monastero di Geghard fu fondato
nel 4° secolo d.C., a cavallo tra tarda antichità ed alto medioevo,
ma la struttura attualmente in piedi risale al 12°-13° secolo d.C.
Secondo un´antica leggenda, la lancia che ferì il costato di Cristo
venne custodita qui.
Il complesso monastico si sviluppa
attorno ad un cortile, circondato su tre lati da muraglie di cinta e
sul quarto da una rupe scoscesa.
La costruzione principale è la
chiesa costruita nel 1219, ricca di elementi ornamentali della
tradizione armena: si possono osservare le elaborate decorazioni del
portale sud, il tamburo tempestato di rosoni e i merletti a soggetto
botanico della parete a est.
Ad ovest della chiesa principale e
collegata ad essa c´è il gavit, direttamente scavato nella roccia:
gavit è una parola armena per indicare una sorta di atrio usato per
lezioni ed incontri con pellegrini e visitatori. Il gavit è ornato
di bassorilievi dove alcune figure della tradizione pagana assumono
un significato simbolico di natura religiosa: in uno di essi ad
esempio, appare la testa di un leone che tiene tra le fauci una
catena legata al collo di altri due leoni, con draghi al posto della
coda, che fissano lo spettatore; nella stessa scena compare
un´aquila che ha appena catturato un agnello.
L´edificio principale ha una parete
scavata nella roccia ed è collegata ad altre due chiese anch´esse
scavate scolpite nella montagna. Una delle due, accessibile dal
gavit, è chiamata Avazan (serbatoio), in quanto sulla parete nord vi
è stato posto un serbatoio che raccoglie le acque provenienti dal
sottosuolo, ritenute miracolose. Attraverso il gavit si può accedere
alla seconda chiesetta scavata nella roccia, detta Astvatsatsin
(Santa Madre del Signore). C´è anche un´altra stanza da visitare,
anch´essa ricavata dalla roccia, che si trova sopraelevata rispetto
alle due chiese ed è il così detto zamatum, termine armeno indicante
una sorta di atrio, raggiungibile attraverso un piccolo tunnel che
lo connette alla chiesa Avazan.
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