India - Camminate ai piedi dell'Himàlaya

Su La grande madre Divinità Architettura I cinque badri  Shakti

Vishnuismo, Shivaismo, Shakti e Bakti

La corrente dello Vishnuismo si rifà al culto di Vishnu e della sua compagna Lakshmi. I Vishnuiti sono facilmente riconoscibili poiché portano sulla fronte la linea perpendicolare rossa e le due oblique bianche. Una delle maggiori correnti è quella dei seguaci di Krishna, che accentuano i caratteri devozionali del culto. Essi centrano la propria ricerca interiore nella bakti, con manifestazioni esteriore come il ballo ed il canto ripetitivo ed ossessivo dell'invocazione a Krishna. Il Vishnuismo è il culto più diffuso ed ha come testi principali il Bhaghavata Purana ed il Bhagavata Gita. I fedeli vishnuiti si dedicano principalmente alla preghiera ed alle pratiche devozionali ad essa collegate, meno frequenti le pratiche meditative e dello hata-yoga.

I fedeli che abbracciano il culto di Shiva hanno, come segno distintivo, le tre righe orizzontali tracciate con cenere o biacca e fra queste pongono un punto rosso o giallo, simbolo del terzo occhio o della conoscenza interiore. I devoti di Shiva sono numericamente inferiori ai Vishnuiti e si dividono in uno stuolo di sette. La principale corrente shivaita è quella dei Kanphata, esperti in pratiche yoga riconoscibili per il grande orecchino d'avorio che ingrossa la cartilagine del padiglione esterno dell'orecchio. Altra importante corrente shivaita sono i Lingayat che adorano Shiva nella forma del lingam.

Lo Shaktismo comprende tutti quei culti matriarcali che si rifanno al culto della Dea Madre, in genere di origine dravidica, in ogni caso prevedica, entrati nell'ortodossia dopo essere stati forse per millenni il culto delle popolazioni autoctone del subcontinente. Gli Shakta adorano questo principio femminile sia nell'aspetto benefico di Grande Madre, fonte di vita, amore, gentilezza, sia nell'aspetto terrifico di guerriera che uccide e sconfigge i nemici del dharma. Forse la più famosa di queste manifestazioni è Kali. I sadhu, monaci od eremiti, sono forse l'aspetto più sconcertante dell'Hinduismo.

Per saperne di più: Mircea Eliade, India, 1991, Diario d'India; 1995; Lanza del Vasto, Pellegrinaggio alle sorgenti; Rajesh Bedi, Sadhus, The holy men of India, 1991.


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