I Berberi
«Nam et in Africa barbaras
gentes in una lingua plurimas novimus»
«Infatti anche in Africa
conosciamo molte popolazioni barbare che parlano una sola
lingua»
(Sant'Agostino, De civitate Dei
XVI.6)
Chi sono i Berberi?
I Berberi o Imazighen
(al singolare Amazigh),
che nella loro stessa lingua significherebbe in origine
"uomini liberi", sono, propriamente, le popolazioni
autoctone di quei territori nord-africani conosciuti con la
denominazione di Tamazgha,
corrispondente agli odierni stati di Marocco, Algeria,
Tunisia e Libia. Per una serie di motivi storico-ideologici,
oggi, nei sopracitati paesi, si è soliti designare con tale
nome solamente coloro che siano di lingua madre berbera (tamazight).
La maggior parte della
popolazione in Marocco e Algeria è di origine berbera, e
comunità significative berbere sono presenti in Tunisia e
Libia. Ma minoranze berbere si trovano anche in Mauritania,
nelle regioni più occidentali dell'Egitto settentrionale ed
in alcuni stati dell'Africa occidentale, in particolar modo
nel Niger e nel Mali (i Tuareg). Le popolazioni berbere
nella loro lunga storia non hanno mai effettuato guerre di
conquista ma solo subito (e spesso contrastato aspramente ed
efficacemente) dominazioni altrui; per questo la maggior
parte dei documenti che riguardano i Berberi provengono dai
loro conquistatori con i conseguenti punti di vista a loro
negativi.
I governi dei paesi del
Nordafrica amano descriversi come arabi e ignorano quasi del
tutto la lingua e la cultura nordafricana, tanto che la
lingua berbera non è riconosciuta nella costituzione di
quasi nessun paese nordafricano. E gli Europei si adeguano
ai cliché offerti da questi governi, che nei Berberi si
limitano a vedere soprattutto pittoreschi elementi
folkloristici, utili per attirare i turisti.
Soltanto a seguito della
primavera araba e delle promesse fatte dalle politiche la
lingua berbera è diventata lingua ufficiale in Marocco dal
2011 e in Algeria dal 2016.
Molte associazioni culturali, in
Nordafrica e nei paesi di emigrazione, sono sorte per
rappresentare le istanze dei Berberi e per difendere i loro
interessi e i loro diritti negati. Dal 1997 esiste
un'organizzazione sovranazionale indipendente. il Congresso
Mondiale Amazigh, che mira a rappresentare con una voce
unica a livello internazionale le associazioni culturali
berbere di ogni parte del mondo.
Le lingue berbere
Il berbero (tamazight,
pronuncia: tama'ziɣt)
è la lingua dei Berberi; si tratta di una lingua camitica
appartenente alla famiglia linguistica afro-asiatica, e
quindi imparentata, tra l'altro, con l'egizio, ma anche con
l'arabo e l'ebraico. Le fasi più antiche del berbero sono
rappresentate dall'antico libico.
In italiano, berbero deriva dal
francese berbère, che a sua volta riprende la pronuncia
magrebina dell'arabo barbar. Il termine arabo probabilmente
non fa che continuare il latino barbarus
(1), con cui venivano
chiamate, nell'impero romano, le popolazioni di lingua non
latina. Un'etimologia popolare, riportata già da
Ibn
Khaldūn, afferma che gli Arabi, non capendo chi parlava il
berbero, dicevano che "emetteva suoni inintelligibili"
("emettere suoni inintelligibili" in arabo si dice barbar)
analogo al greco βάρβαρος.
Oggi i berberi non amano più
sentirsi chiamare con questo nome e per definirsi preferiscono usare il
termine berbero amazigh (al plurale imazighen, "uomini
liberi"), e il corrispettivo femminile tamazight in
lingua berbera.
Lingua Mozabita o Tunżabt تومزابت
La lingua parlata principalmente
nello Mzab è una varietà di berbero, denominata
tumżabt تومزابت (Basset
1892, VI, cita anche la denominazione
tagawbant). Il Tunżabt,
è un dialetto della lingua berbera parlata dai Mozabiti ed è
parlato anche da un piccolo numero di emigranti Mozabite in
altre città vicine e altrove. Il Mozabita è una delle lingue
Mzab-Wargla, un gruppo dialettale delle lingue Zenati ed è
strettamente legato ai dialetti berberi delle vicine Ouargla
e Oued Righ, così come la più distante Gourara.
Note:
1-
Barbaro (in greco antico: βάρβαρος, bárbaros, passato in
latino come barbarus) è la parola onomatopeica con cui
gli antichi greci indicavano gli stranieri (letteralmente i
"balbuzienti"), cioè coloro che non parlavano greco, e
quindi non erano di cultura greca.