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Karadut - Arsameia - Adana

19 aprile - 4 maggio 2025

con AnM e Marco Vasta in Anatolia

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Ponte di Cendere

 Il ponte dei Severi (ponte Chabinasponte Cendere o ponte di Settimio Severo; in turco Cendere Köprüsü) è un ponte tardo romano situato nei pressi dell'antica città di Arsameia (oggi Eskikale). Attraversa il fiume Cendere Çayı (torrente Chabinas), un affluente del torrente Kâhta. Il ponte è costruito ad arco semplice, su due rocce nel punto più stretto del torrente. Con i suoi 34,2 m di luce, la struttura è molto probabilmente il secondo più grande ponte ad arco romano esistente. È lungo 120 m  e largo 7 m, fu ricostruito dalla Legio XVI Gallica, che presidiava con una guarnigione l'antica città di Samosata (oggi Samsat), in previsione di una guerra con i Parti. Le città del Regno di Commagene innalzarono quattro colonne corinzie sul ponte, in onore dell'imperatore romano Lucio Settimio Severo (193-211), della sua seconda moglie Giulia Domna e dei loro figli Caracalla e Geta come indicato nell'inscrizione in latino sul ponte. Tutte possiedono un'altezza di 9-10 metri. La colonna di Geta, tuttavia, fu rimossa dopo l'assassinio per volere di Caracalla, che ordinò che il nome del fratello fosse rimosso da tutte le iscrizioni.

Il ponte severiano è situato all'interno di uno dei parchi nazionali più importanti della Turchia, che contiene anche Nemrut Dağı, con i famosi resti del regno di Commagene, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Nel 1997 il ponte fu restaurato ed il traffico veicolare limitato a 5 tonnellate. Il ponte è ora chiuso ai veicoli ed è stato costruito un nuovo ponte stradale 500 m a est del vecchio ponte.

Karakuş Tümülüsü

Il grande tumulo funerario, eretto nel 36 a.C., è circondato dai resti di alcune colonne; tra queste, quella presso il parcheggio è sormontata dalla statua di un’aquila, su un’altra sul lato est campeggia un toro senza testa, mentre un leone senza muso siede su una colonna visibile girando attorno al tumulo verso ovest. In origine vi erano molte più colonne, ma i romani adoperarono i blocchi di calcare per costruire il ponte sul Cendere.

I panorami sono meravigliosi, con lo sguardo che spazia sui circostanti campi d’orzo e sale fino al tumulo a forma di cono in cima al Nemrut Dağı. Un’inscrizione rinvenuta sul sito riporta che il tumulo funerario custodisce le spoglie di alcune donne imparentate con il re Mitridate II, successore di quell’Antioco I che fece erigere il tumulo del Nemrut Dağı.

Arsameia (Eskikale) (Arsameia Ören Yeri)

Mitridate I  e Eracle
Il tunnel

Arsameia, situata ai piedi del Monte Nemrut, è uno di quei luoghi magici in Turchia che si nascondono all'ombra di una famosa attrazione turistica situata nelle vicinanze. Mentre la cima del Monte Nemrut si riempie regolarmente di una folla internazionale, specialmente all'alba e al tramonto, le rovine dell'antica Arsameia aspettano silenziosamente che qualcuno passi di lì. Indubbiamente, questo è a beneficio di quelle persone fortunate che decidono di visitare Arsameia, perché saranno in grado di contemplare con calma e tranquillità i suoi meravigliosi rilievi, esplorare i tunnel e ammirare le viste pittoresche dall'Acropoli.

Dalla strada che risale il versante, un tortuoso sentiero conduce in cima fino ai resti di Arsameia, l’antica capitale del regno di Commagene; durante il percorso si oltrepassano stele, bassorilievi in pietra e grotte. Sulla sommità giacciono le rovine del palazzo di Mitridate I e le vedute panoramiche sulla circostante campagna ricompenseranno la fatica della salita.

Il primo monumento che si incontra lungo il sentiero (sulla sinistra all’incirca dopo 100 m) è una grande stele raffigurante Mitra (o Apollo), dio del sole. Più avanti ci sono le basi di due stele raffiguranti Mitridate I e Antioco I (la stele più alta) che regge uno scettro. Alle spalle delle due stele, si può sbirciare in una profonda camera sotterranea per la conservazione degli alimenti.

Più in alto si trova la stele con bassorilievi di squisita fattura di Mitridate I che stringe la mano a Eracle (immagine a destra), eroe dell’antichità. Accanto, un tunnel nella roccia scende per 158 m fino a una camera in cui si celebravano riti religiosi; vari piccoli sassi sparsi lungo i gradini rendono difficoltoso il passaggio e a metà strada il tunnel è bloccato da alcuni massi. La lunga inscrizione greca che sormonta l’ingresso del tunnel narra la fondazione di Arsameia, mentre la vasca per l’acqua lì accanto si suppone servisse per le abluzioni rituali.

Dal bivio per Kocahisar, proseguendo sulla strada in direzione sud per 1,5 km si arriva al bivio segnalato per Arsameia che indica di andare a est. Arsameia si trova 1,5 km oltre lungo questa strada.

Eski Kâhta - Kocahisar

Circa 5 km dopo il ponte, con una deviazione di 1 km dalla strada principale si raggiunge il villaggio di Eski Kahta. In origine qui sorgeva un palazzo ma oggi gli unici resti visibili sono quelli di un castello dei mamelucchi del XIII secolo, la Yeni Kale (fortezza nuova). Eski Kâhta, precedentemente Kocahisar, è un villaggio nel distretto di Kâhta, . Il villaggio è popolato da curdi della tribù Reşwan e aveva una popolazione di 327 abitanti nel 2021

Superata la Yeni Kale, si attraversa il fiume Kahta (Nymphaios), nei cui pressi si vede l’antica strada e il bel ponte selgiuchide .

Il castello di Eski Kahta porta le tracce di tre importanti civiltà. Sorse come importante centro amministrativo e castello, insieme ad Arsameia, e mantenne la sua posizione sviluppandosi in epoca romana. Quando i Mamelucchi dominarono la regione intorno al 1260, il castello fu restaurato e gli venne data la forma definitiva. Resta inteso che Eski Kahta rimase collegato a Elazığ (Memuret-ül Aziz) come centro del distretto fino al periodo repubblicano, e il castello fu utilizzato fino al 1926.

Nel castello sono presenti corsi d'acqua, cisterna, prigione, botteghe, luoghi di culto e grandi ambienti. Il castello, scavato e parzialmente restaurato negli anni '70, è destinato a ricevere nel prossimo futuro il meritato miglioramento con un nuovo progetto di restauro.

Si trova all'interno dei confini del Parco Nazionale del Monte Nemrut, vicino ad Arsemia. Pur essendo a 500 metri in linea d'aria dagli scavi di Arsemia, non c'è strada quindi bisogna fare il giro da sud degli scavi di Arsemia. Dopo Arsemia, spostandosi a destra sulla strada che si divide in due, vedrete il castello. Sulla strada per il castello, assicurati di fare una pausa al ponte costruito durante il periodo selgiuchide e segui il canyon accanto ad esso.


A seguito della informativa del Ministero degli Esteri (Viaggiare Sicuri) che sconsiglia il passaggio nelle provincie di Adiyaman e Graziantep (vedi mappa) (scarica PDF la tappa viene modificata e, dopo la visita dei monumenti vicini a Karadut, si passerà da Malatya e Elbistan per aggiungere Adana.

Museo del mosaico a Zeugma

Zeugma
Zeugma
Zeugma: al ragazza zingara, Çingene Kizi

La splendida collezione del Museo del Mosaico Zeugma a Gaziantep da sola è probabilmente sufficiente per spingere appassionati di storia e cultura, nonché storici dell’arte e archeologi del mondo a visitare la Turchia. In termini di superficie del museo, così come per la superficie dei mosaici esposti, questo museo è il secondo più grande del suo genere al mondo. (Il più grande museo del mosaico è sempre in Turchia), che si distingue per l’eccezionale qualità artistica delle principali mostre e le collezioni di tarda antichità (precoce caldeo e iconografia cristiana). Alcune delle scene raffigurate nei mosaici sono legate ad antichi testi letterari perduti nel tempo. Tra i reperti archeologici più emozionanti dei nostri tempi, i mosaici rinvenuti negli antichi insediamenti di Zeugma coprono un totale di 2.500 metri quadrati e rivelano il livello più alto che le arti raggiunsero all’epoca. C’è anche una collezione di sculture, colonne e fontane di epoca romana. In particolare, la bellezza della statua bronzea di Ares, il dio della guerra, potrebbe facilmente togliere le luci della ribalta ai mosaici.

Il fiume Eufrate, insieme al suo compagno Tigri, ha delineato i confini della Mesopotamia, culla di antiche civiltà, e ha portato fertilità alla regione per migliaia di anni. Alessandro Magno attraversò le terre dell’Anatolia nel suo tentativo di conquistare il mondo 2.300 anni fa e uno dei suoi comandanti, Seleuco I Nicatore, in seguito scelse le fertili sponde del fiume Eufrate per costruire il suo insediamento, che chiamò “Seleucia sull’Eufrate”, una combinazione del suo nome e del fiume.

Quando la città passò sotto la dominazione romana nel 64 a. C., il suo nome fu cambiato in “Zeugma”, che significa “testa di ponte”. Si è rivelata una scelta appropriata in quanto la città era all’incrocio delle rotte commerciali e di varie civiltà nel corso dei secoli. La città mantenne la sua posizione vantaggiosa e divenne così ricca da essere una delle quattro città più grandi del regno di Commagene fino a quando non fu distrutta dai Sassanidi.

La maggior parte dei mosaici esposti  sono stati portati alla luce dalle ville di nobili e ricchi della città. I mosaici più suggestivi un tempo ricoprivano le pareti e persino i pavimenti delle ville Poseidone ed Eufrate; sono attualmente esposti al livello d’ingresso del Museo, e sono i migliori indicatori della ricchezza della città. Le raffigurazioni sono particolarmente realistiche e dettagliate e gli esperti concordano sul fatto che sono tra i capolavori di questa forma d’arte.

Tutti i pannelli musivi esposti nel Museo sono opere di grande maestria. Alcuni di loro sono stati realizzati con cinquecentomila tessere, e non si può fare a meno di ammirare il realismo e la vivacità con cui sono state realizzate le figure. I mosaici aiutano i visitatori a visualizzare la vita della città durante l’era romana e aprono la vista al sistema di credenze di quei giorni. Tuttavia, il pezzo più importante del Museo non è uno di questi grandi pannelli, ma un pezzo relativamente piccolo, del II secolo d.C.: il mosaico di Menade, popolarmente noto come la Ragazza Zingara (turco: Çingene Kizi). È l’unica parte rimasta del mosaico pavimentale della sala da pranzo della Villa Maenad. Gli occhi dolenti della figura hanno reso il pezzo il manufatto più amato del Museo: la Ragazza Zingara è considerata la Gioconda di Zeugma e il simbolo della città antica e del museo.


Yılankale il castello del serpente

La casa di Shahmaran
La casa di Shahmaran

Yılankale si trova 38 km a est di Adana e poco più di 2 km a sud della statale D400. Per raggiungere il punto più alto del castello ci si deve quindi inerpicare sulle rocce, e si oltrepassano dapprima due archi e il corpo di guardia con un leone in bassorilievo, poi cisterne, camere a volta e i resti di una piccola cappella. Una volta in cima, con la distesa di campi di grano sotto di voi, vi sentirete al settimo cielo.

Yılankale (letteralmente "castello del serpente" in turco) è un castello armeno della fine del XII-XIII secolo. È noto in armeno come Levonkla (Լևոնկլա "fortezza di Levon") dal nome del suo possibile fondatore, re Leone (Levon) I il Magnifico (r. 1198/9–1219) del regno armeno di Cilicia. I nomi armeni medievali associati al sito sono Kovara e Vaner.

Il castello si trova su una collina rocciosa che domina la riva orientale del fiume Ceyhan, e il sito dell'età del bronzo e del ferro di Sirkeli Höyük, sei chilometri a ovest della città di Ceyhan. L'edificio è localmente conosciuto come la casa di Shahmaran, una creatura mitica metà donna e metà serpente.

Le mura, così come le numerose torri a ferro di cavallo e le camere a volta, sono costruite con muratura rustica splendidamente tagliata e sono attentamente adattate all'affioramento di calcare a spirale per creare tre cortili. La valutazione archeologica e storica di questo castello pubblicata nel 1987 (con una planimetria in scala) descrive ogni unità in dettaglio. Nella corte superiore si trova una cappella armena con la sua abside e il muro nord conservati. L'ipotesi che il rilievo di un re seduto con due leoni rampanti sulla porta della portineria raffigurasse re Levon I (confermando la conclusione che egli fosse il fondatore del castello all'inizio del XIII secolo), è stata convincentemente contestata da prove sia iconografiche che archeologiche, che mostrano che il rilievo raffigura o i re Het'um I (1226-70) o Het'um II (1289-1307). Il castello fu abbandonato durante il regno dei Ramadanidi a metà del XIV secolo. È stato descritto come il "castello armeno più perfettamente conservato" della regione di Çukurova (Cilicia). Il castello è aperto al pubblico ed è stato ristrutturato nell'estate del 2014.

Adana

Con un pedigree che risale agli antichi ittiti e oltre, Adana è una moderna città ricca di energia con qualche luogo interessante da vedere, alcuni buoni caffè, ristoranti e bar e un’eccellente rete di trasporti pubblici. La quinta città per dimensioni della Turchia è una valida base per esplorare i siti storici e le rovine poco conosciute a sud-ovest e, se arrivate in città dopo aver pigramente viaggiato ungo la costa mediterranea, la sua frenesia urbana vi darà nuova carica.

Adana è divisa grossomodo in due dalla statale D400. A nord della strada (chiamata in città Turan Cemal Beriker Bulvarı, che corre da ovest a est e attraversa il Ponte Kennedy) si sviluppano verdi quartieri benestanti.

A sud dei condomini alla moda e delle strade disseminate di locali all’aperto, l’atmosfera diventa molto meno gradevole e la città inizia a espandersi in modo incontrollato. Il fiume Seyhan delimita a est il centro cittadino.

Museo di Adana

https://muze.gov.tr/muze-detay?SectionId=AAR01&DistId=MRK

Incluso nel Museumpass Türkiyr E-Card. Oggi ospitato in un esteso complesso appositamente costruito sul sito di una fabbrica tessile, circa 4 km a ovest del centro, il più vasto museo della Turchia potrebbe anche essere il più interessante. Espone una collezione particolarmente ricca di statue provenienti dalle Porte della Cilicia, a nord di Tarso, una gola che all’epoca era il principale valico dei Monti Tauro e un cruciale punto di transito già in epoca romana. Degni di nota sono soprattutto il sarcofago di Achille, risalente al II secolo e decorato con scene tratte dall’Iliade di Omero, e la sfinge di Silifke.

Ponte in pietra (Ponte romano di Tas Kopru)

Questo ponte in pietra di epoca romana, che attraversa il Seyhan all’estremità orientale di Abidin Paşa Caddesi fu probabilmente costruito sotto il regno di Adriano (r. 117-38 d.C.) e restaurato nel VI e nel IX secolo. La campata, lunga 300m, poggia su 21 arcate, ma se ne vedono soltanto 14 perché le altre sono sommerse, ed è stato aperto al traffico veicolare fino al 2007. Il ponte, uno dei simboli di Adana, ha rappresentato un punto cruciale per i collegamenti commerciali con l’Anatolia e la Persia. dietro il ponte, in tutto il suo splendore svetta la Moschea Sabanci Merkez Camii, che vanta bellissimi marmi con alternanza di strisce bianche e grigie scure che ricordano un po’ le decorazioni delle chiese romaniche toscane, tranne per lo stile prettamente orientale.

Sabancı Merkez Camii

Con i suoi sei alti minareti e proprio sulla riva sinistra del fiume, è la più affascinante tra le moschee cittadine. Si tratta della più grande moschea esistente tra İstanbul e l’Arabia Saudita, costruita dal magnate Sakıp Sabancı (1933-2004), filantropo e fondatore della seconda dinastia di industriali più ricchi della Turchia. La moschea è coperta da cima a fondo di marmo e foglie d’oro e può accogliere circa 28.000 fedeli.

Ulu Cami (Moschea Grande)

(Kızılay Caddesi) La meravigliosa Ulu Camii del XVI secolo ricorda le moschee costruite al Cairo dai mamelucchi, con alternate fasce di marmo bianche e nere ed elaborati cornicioni alle finestre. Il complesso comprende una medersa (scuola coranica) e una türbe (mausoleo) che contiene le spoglie del poeta Ziya Pașa. Le maioliche del mihrab (nicchia per la preghiera che indica la direzione della Mecca) provengono da Kütahya e İznik.

Altri castelli della regione

 

Adiyaman (Hisn-I Mansur)

Situato nel centro della città di Adıyaman, il castello fu costruito su un tumulo in muratura alto circa 25 metri. Questo castello è l'ispirazione per cui Adıyaman si chiama Hısn-ı Mansur.

 

Nuovo Castello

Si trova vicino al villaggio di Kocahisar, a 60 km da Adıyaman. Anche se nel castello si possono vedere influenze medievali, è chiaro che era abitato in periodi precedenti. L'attuale castello rimane del periodo mamelucco. All'interno del castello ci sono serbatoi d'acqua, un bagno, una moschea e un corso d'acqua segreto che scende al torrente Kahta. Secondo le iscrizioni trovate nel castello, si capisce che il castello fu ricostruito e riparato dai sultani mamelucchi Kalaun (1279-1290), Eşref Halil (1290-1293) e Nasır Mehmet (1293-1341).

 

Castello di Gerger

Si trova nel villaggio di Oymaklı, nel distretto di Gerger, nella provincia di Adıyaman. Il castello fu costruito in periodo romano su una collina che domina la valle dell'Eufrate e fu utilizzato aggiungendo mura, porte del castello e gruppi di edifici a volta durante i periodi selgiuchide e ottomano.

 

Castello di Besni

Si trova a 50 km da Adıyaman e 1 km dal distretto di Besni. Il castello fu costruito durante il periodo ittita. Furono apportate alcune aggiunte al castello, che fu utilizzato anche da civiltà successive, durante il periodo ottomano. Di questo periodo rimangono rovine di moschee, terme e ponti.

 

Sintesi di luoghi e monumenti da Wikipedia, selezionati dalla relazione Elisabetta Lattanzi

Arsameia

(Eski Kale)

Santuario funebre situato nei pressi della località di Kocahisar, fatto costruire da Antioco I in onore del padre Mitridate I.

Di quello che sembra essere stato un vero e proprio mausoleo e non un tumulo come quello dell’impianto del Nemrut Dagi o del Karakus Tumulus non resta nulla.

Un sentiero in salita porta ad una terrazza, dove si innalza una stelecon una lunga iscrizione in caratteri greci e alla sua destra, gradini scolpiti nella roccia portano ad un tunnel che scende per 158 metri nelle viscere del monte fino ad una cella dove si compivano riti dedicati al dio Mitra.

Continuando la salita, si raggiunge la magnifica stele risalente al 50 a.C. con inciso Mitridate I Callinicus che stringe la mano ad Eracle. Alla sommità del colle sono distinguibili resti di vari edifici, tra cui un palazzo con pavimenti in mosaico.

Cumulo di Karakus

Tomba reale contornata in origine da 18 colonne, alte 10 metri e sormontate ciascuna dall'aquila romana (ora ne resta una sola, con l'aquila bicefala ridotta a monocefala dall'usura del tempo).

Ponte di Settimio Severo

Ponte a schiena d’asino sul Cendere, costruito in onore di Settimio Severo, moglie e figli. Ha quattro colonne alte 10 metri poste alle estremità del ponte, di cui solo una è stata distrutta.

 

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Ultima modifica: 13/01/2025 16:58:55

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