NOTA Dharamsala è ora solo uno spazio per
campeggio. Alcune mappe od alcune relazioni lo mettono come posto
tappa del primo giorno, ed in effetti questo renderebbe meno
faticosa la salita, ma da quando ci si appoggia ai lodge, i gruppi e
gli individuali proseguono per Meta.
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NB i dislivelli riportati potrebbero essee errati causa guasto nel
rilevamento
Il trekking si dirama dal Circuito dell’Annapurna a
Koto (Qupar). Dopo la registrazione e mostrando il permesso
di trekking alla stazione di polizia all'uscita della città
(semplice e misero kani) una breve e ripida discesa, porta ad un
ponte sospeso sopra il Manang khola e la traccia conduce sul vero
lato destro del Nar Phu Khola. In pratica ci troviamo sulla
confluenza fra i due torrenti.
Gran parte della camminata odierna trascorre al ombra
di questa gola profonda, che si apre solo intorno a Meta. Le fitte
foreste nodose qui potrebbe fare da sfondo ad una delle fiabe dei
fratelli Grimm.
Quasi subito il sentiero si rivela essere la strada
in costruzione verso Naar. Un breve tratto del cammino è intagliato
nella roccia ma poi riprende la strada larga anche tre metri che, al
momento del nostro trek, prosegue fin verso il quarto chilometro per
poi tornare ad essere un sentiero per muli. Dopo circa 1h30’ si
giunge ad una prima passerella che porta sulla sinistra orografica.
Volgendosi all’indietro sul tratto percorso vediamo la bastionata
dell’Annapurna nella parte est con l’Annapurna II.
Breve salita e discesa e un passerella valica
l’affluente laterale Seti (Suti) Khola e discesina ed ecco alcune
baracche dell’ACAP. La EDT-LP accenna ad un campeggio ACAP che
vanta un bagno pubblico (ma se c’è non l’ho notato).
Il sentiero prosegue in estenuanti saliscendi con
alla nostra sinistra il fiume attraverso una foresta silenziosa: un
mondo verticale di rocce, aghifoglie, bambù e felci, alle volte su
brevi scalinate, altre volte su un fondo di morbidi aghi caduti ma
anche su ciottoli e sassi fastidiosi.
La gola in alcuni punti si restringe e il sentiero
tocca la parete rocciosa. Nei punti più larghi sono sorti alcuni
bhatti più o meno ospitali.
La valle piega bruscamente ad est e la in salita si
giunge alla ennesima passerella che porta sulla destra orografica ed
in breve a piccola caverna segnalata come Hulaki Odar (Grotta
del postino, Postman Cave, 3060m).
Valichiamo il Phu Khola un'ultima volta ed al termine
del ponte una indicazione conduce a destra in un minuto ad un
piccola ma curiosa sorgente calda che ribolle da una linea di faglia
sulfurea. Trenta minuti più tardi la pista si abbassa decisamente e
passa sotto a cascata per arrivare alla desolata ex capanna ACAP con
spazio campeggio di Dharamsala (3220m; N 28°38.345', E
84°14.081'), un paio di nuove casupole in legno 4h30’ da Koto
(noi le abbiamo trovate chiuse).
Fontanella.
Quando il percorso è stato aperto al turismo, il
trekking si effettuava in tenda e Dharamasala era il posto dove
campeggiare. Oggi, con i lodge aperti, è obbligatorio proseguire per
meta.
Il sentiero prosegue ancora in saliscendi oltre una
frana e un goth (capanna dei pastori) ma guadagnando lentamente in
altezza poi lascia il solco vallivo principale per seguire la destra
orografica di un torrentello e risalire con strette curve il pendio
destro di una valletta e portandosi in alto su un dosso con un
chorten bianco a 3540m dove il percorso si fa più pianeggiante. Ci
si affaccia nuovamente sulla valle di Naar Phu e si scorge sul
versante opposto il monastero di Naar Phedi. Si giunge ai lodge ed
alle poche case di Meta, circa 1h30’ da Dharamasala.
Ora lo spazio si fa più aperto, Meta è disposto in
un'ampia conca, fra campi d'orzo abbandonati (3610m; N 28 °
39.329 ', E 84 ° 14.308'), 90 minuti da Dharamsala.
Gli ampi spazi incolti erano usati come campo base
per affrontare la salita ai 6981 metri del Kang Garu, cui si accede
dalla gola ad est di Meta. Tra le poche case di pietra del villaggio
quasi abbandonato si trovano diversi lodge: Kang Garu Hotel.
Il villaggio sarebbe stagionale ed abitato da famiglie di Naar come
un insediamento invernale e rimane deserto per il resto dell’anno.
Nota triste: il Kang Garu è uno dei più impegnativi
Trekking Peak del Nepal. Nell'ottobre 2005 diciotto alpinisti
francesi e nepalesi furono uccisi in una valanga durante una bufera
improvvisa che copri con un metro e mezzo di neve la regione e fece
perire oltre trecento yak nella vicina Naar.