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Percorso Nubia Breve

20 - 29 febbraio 2020
Uno  straordinario viaggio del deserto nubiano, il Nilo, la necropoli delle 80 piramidi di Meroe, il tempio nella roccia del dio Ammone e le piramidi del Jebel Barkal, il mistero della storia dimenticata del regno di Kush nell’alta valle del Nilo ed i villaggi sulle sue sponde, sulle orme di Romolo Gessi Pascià.

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KHARTOUM

La capitale sudanese è oggi un immenso cantiere aperto dove compagnie locali e (soprattutto) internazionali stanno mettendo a punto opere, infrastrutture, mega alberghi per renderla sempre più accogliente. In assenza di una storia propria con solo 200 anni circa di vita e un poco glorioso passato coloniale, costruito soprattutto da e per gli inglesi, non aspettiamoci nulla di emozionante. I viali alberati, i palazzi, il souk del Cairo o di altre capitali sono lontanissimi, eppure Khartoum ha il fascino démodé di una città in evoluzione.

Le strade non sono asfaltate nemmeno in centro città, in zona Souk el Arabi, dove per tutto il giorno accanto ai negozi veri e propri si svolge un chiassoso mercatino in strada dove la gente vende quello che ha: generi alimentari, schede telefoniche, prodotti per la casa e per la persona. Localini, caffè e ristoranti con giardino si susseguono l'uno accanto all'altro in riva al Nilo, e di fronte svettano i grattacieli degli hotel cinque stelle di grandi catene. Andare a zonzo senza meta è facile e divertente, tra edifici sacri e palazzi pubblici, sedi di scuole e università che si annunciano con cartelli enormi, ma guai a fotografarli.

(diario Roberta Zennaro 2012)

Museo etnografico

Dedicato alla storia e popolazioni del paese, ancor oggi suddivise in centinaia di tribù,

Museo di storia naturale

Dettagliate descrizioni della flora e fauna sudanesi. Gli animali imbalsamati fanno impressione, la sezione dedicata agli animali vivi, oltre l'ingresso del cortile interno, ancor di più. In questo piccolo zoo vi sono testuggini, serpenti, varani, scimmie, uccelli, tenuti in gabbia anche per favorirne lo studio scientifico e la riproduzione.(diario Roberta Zennaro 2012)

Museo nazionale

Lungi dal paragonarlo ad altri grandi musei nazionali (al museo del Cairo sono esposti reperti di gran lunga superiori in quantità e qualità), una visita di circa 2h mostra i tesori di questo straordinario paese.

Il piano terra è dedicato all'archeologia e alla storia, dal neolitico alla civiltà islamica, passando per la cultura Kerma, le dinastie meroitiche e le civiltà cresciute sulle sponde del mediterraneo (egizi, greci e romani).

Al primo piano sono esposti gli affreschi a tema sacro e religioso, stupendi, provenienti dalle chiese cristiane del nord che furono sommerse dalla costruzione del lago Nasser.

Nel giardino che circonda l'edificio si trovano tuttavia i tesori più preziosi: quattro templi trasportati prima della costruzione della diga di Assuan e formazione del lago Nasser. Hatshepsut e Thutmosis III eressero i templi di Luxor in Egitto, ma anche Buhen, Semna, Aksha e Kumma in Sudan, dedicandoli a Horus, Ramses II e Kumma (Khnum). Queste piccole chicche sono oggi perfettamente conservate (pilone, statue, affreschi, geroglifici, bassorilievi).

OMDURMAN

A meno di 40 km a nord di Khartoum, sulla sponda occidentale del Nilo, si trova questa cittadina sede di un grande souq quotidiano, dove si può acquistare davvero di tutto e c'è solo l'imbarazzo della scelta. Vi si possono fare acquisti di generi alimentari, mobili, prodotti vari (nella parte scoperta), souvenir (principalmente nella parte coperta), in zone ben distinte per settori merceologici.

(diario Roberta Zennaro 2012)

Qubba di Sheikh Hammad

Una visita di venerdì diventa l'opportunità per passare anche un paio d'ore presso la tomba (qubba) di Sheikh Hammad al Nil venerato dai dervisci danzanti, che cantano, ballano e sfilano in processione. La cerimonia è sentita, per nulla turistica, vale davvero la pena assistervi.

(diario Roberta Zennaro 2012)

MUSAWWARAT ES SUFRA

Stupendo complesso di templi dedicati al leone (tempio di Apedemek) e all'elefante, è circondato da un'ampia cinta muraria e vi si accede attraversando un bell'ambiente di savana con sparuti alberi di acacie. Al mattino si può assistere alla raccolta d'acqua dai pozzi, che i nomadi delle tribù Shaiqiya effettuano con l'aiuto di asini.

(diario Roberta Zennaro 2012)

Grande Recinto

Le rovine del Grande Recinto, un muro perimetrale di oltre 600 metri di lunghezza che racchiude diverse costruzioni. Tra queste il sacrario principale (stupendi colonnati incisi) e poco distante il Tempio di Arensnufis e Sebywmeker (raffigurati in piedi all’ingresso). Qui si possono individuare diverse raffigurazioni di elefanti (bella, ad esempio, la statua dell’elefante in prossimità della rampa). Ben visibili le grandi rampe che dovevano servire a convogliare l’acqua nelle grandi cisterne. Decisamente poco coreografiche le mura quasi completamente e malamente ricostruite. Una costruzione ospita un piccolo museo: dietro una grata si possono vedere capitelli, colonne decorate, gocciolatoi, ecc.

Tempio Apedemak

Il Tempio restaurato del leone dedicato al Dio Apedemak (risalente al 250-200 A.C.). Il guardiano apre il cancello della recinzione dietro presentazione del biglietto, apre poi la porta del tempio e consente la visita dell’interno: notevoli colonne e belle raffigurazioni sulle pareti. Interessanti anche i rilievi sulle pareti esterne. La facciata è stata completamente ricostruita (salvati gli splendidi fregi attorno alla porta d’ingresso). Il tempio presenta la struttura classica della cosiddetta ‘casa di Dio’ meroitica: un lungo vestibolo al quale si accede attraverso una porta a piloni (è la stessa struttura che si ritrova, in dimensioni ridotte, nelle cappelle tombali di alcune piramidi di Meroe).

(relazione Ugo Armeno 2012)

NAQA

Leoni e serpenti sono rappresentati in questo favoloso complesso, sia con le divinità egizie (tra cui Amon, Iside, Osiride) sia con immagini di battaglie; una grande testimonianza, assieme al pregevole chiosco di epoca greco romana, dei rapporti intrattenuti in tempo di guerra e di pace.(diario Roberta Zennaro 2012)

Chiosco

Il raffinato Chiosco: un piccolo gioiello in stile ellenistico molto ben conservato, che amalgama le influenze delle civiltà egizie, greche e romane (sui muri a Nord, scritte dell’800).

Tempio Apedemak

Il tempio di Apedemak (Dio Leone) con splendidi bassorilievi: molto interessanti le rappresentazioni di Apedemak con quattro braccia (influsso indiano) raffigurato contemporaneamente in tre prospettive e quella in cui il Dio Leone è raffigurato col corpo da serpente e testa leonina.

(relazione Ugo Armeno 2012)

SHENDI

Mercato

Strategicamente collocata su antiche vie carovaniere, Shendi è circondata da una fertile campagna che produce tutto l'anno frutta e verdura. Il ricco mercato è assai piacevole da visitare anche se è meglio non fare fotografie o camuffarsi nell'atto di fotografare. (diario Roberta Zennaro 2012)

Al mercato di Shendi effettuare solite integrazioni di viveri e poi si parte per il clou archeologico del Sudan: Meroe.

(relazione Ugo Armeno 2012)

MEROE

SITO UNESCO http://whc.unesco.org/en/list/1336

Con oltre 40 costruzioni è il maggiore gruppo di piramidi del mondo, raggruppate nella necropoli (nord e sud). Meroe presenta lo schema costruttivo proprio anche degli egizi: la città dei morti con i luoghi di culto in un luogo deputato e, distante, la città dei vivi sede delle attività commerciali, degli edifici pubblici ecc. Dalla necropoli si gode uno splendido e indimenticabile panorama, consiglio di visitarla dal tardo pomeriggio. Questa visita personalmente mi ha tolto il fiato per l'emozione, nonostante alcune piramidi siano state davvero maltrattate, o ricostruite con un intento poco conservativo. Della seconda, purtroppo, si gode un po' meno anche per le scarse indicazioni (frecce, cartelli). Speriamo che gli scavi in corso restituiscano nuovi tesori celati sotto la sabbia. Meroe resta comunque un momento altissimo del viaggio.

Necropoli Reale suddivisa a sua volta tra necropoli nord e sud: tra le sabbie del deserto su una collina a 10 km circa dal Nilo sorgono una quarantina di piramidi ben conservate - risalenti al periodo detto “meroitico” - magnificamente ambientate. Entriamo subito nel sito dove sostiamo fino al tramonto, unici turisti in questa splendida necropoli con il sole radente : è certamente il sito archeologico più bello di tutto il viaggio ed anche il più affascinante. Ci muoviamo tutto il tempo in una luce stupenda  e quando ormai è quasi buio ci rechiamo a fare il campo dietro le dune a sud delle piramidi. (diario Roberta Zennaro 2012)

Tempio di Amon (nella città reale)

Del tempio di Amon sono rimaste ben poche vestigia (qualche ariete e pilastro, l’altare in pietra e fusti di colonne). A 50 m NW c’è un piccolo tempio su una collinetta (alla sua entrata fu ritrovata la testa della statua di Augusto ora a Khartoum). Per avere un’idea più precisa della dimensione e della pianta del tempio salite sulla ‘collinetta’ subito dietro l’altare (visibili gli scoli per il sangue degli animali sacrificati); la zona è piuttosto ampia: camminando si incontrano altri ‘centri’ in cui poco è rimasto. Sono belli e ben conservati i bagni turchi (ben visibili i resti dei condotti dove passava il vapore) e le cosiddette terme della regina.(relazione Ugo Armeno 2012)

Città reale

Royal City di Meroe (periodo meroitico, 500 aC-350 dc) dove visitiamo i resti del grande tempio di Amon, le terme, il tempio alla cui base venne rinvenuta la celebre testa di Augusto visibile al Museo Nazionale di Khartoum, alcuni pavimenti musivi,l’altare sacrificale (ma il tutto mi è sembrato molto deludente).

Necropoli Nord

Necropoli Nord: quella con la quale si identifica il nome di Meroe,  e dove, su una collina, tra dune di sabbia rossa, si ergono più di quaranta piramidi reali in relativo buono stato.  Alcune sono state danneggiate nell’800 dal nostro caro connazionale Ferlini in cerca di tesori... All’ingresso delle piramidi venivano aggiunti piccoli templi decorati con bassorilievi, l’interno di uno dei quali è tuttora ammirabile. Il restauro di alcune piccole piramidi è piuttosto discutibile, ma nel complesso il sito mantiene un fascino unico.

Necropoli Sud

Necropoli Sud: meno conservata, dove probabilmente trovavano sepoltura le personalità di rango inferiore

Strada afaltata da Meroe a Ed Daner (Ad Danir)

ED DAMER (Ad Damir)

Cittadina situata alla confluenza tra i fiumi Nilo e Atbara, ospita scuole coraniche attive dal XVII secolo, forse fu sede di scuole sacerdotali già in epoca meroitica. Oggi è soprattutto un luogo di transito, sia per le carovane che attraversano il deserto nubiano in direzione di Assuan e dei grandi mercati egiziani, sia per i commerci che si svolgono su moderni mezzi a motore. (diario Roberta Zennaro 2012)

NUOVO PONTE SUL NILO

Ponte sull’autostrada Kartum – Wadi Halfa

DESERTO BAYUDA

Autostrada

Autostrada asfaltata attraverso il deserto verso Merowe (Merwa?).

Vecchia pista

Nel tratto Ed Damir-- Merowe, a circa metà percorso (nei pressi di Merwa), possibilità di allontanati dalla strada percorrendo una pista lungo il Wadi Almaruwa che termina più o meno vicino Nuri. Purtroppo il percorso è conosciuto solo da alcuni autisti quindi non arrischiarsi se non si è sicuri di conoscere la direzione.

 

Deserto sassoso racchiuso nella grande ansa del Nilo, abitato da nomadi prevalentemente della tribù dei Bisharin. Sulla piana desertica spiccano antichi coni vulcanici finché, tra gli ultimi tratti pianeggianti, all'orizzonte si scorgono il verde delle coltivazioni attorno al Nilo e il grosso profilo del Jebel Barkal. (diario Roberta Zennaro 2012)

WADI ALMARUWA

Campo possibile. Dal campo e attraversiamo un deserto fatto di  sabbia, ciottoli, rocce affioranti e, nei letti asciutti, dei ouidan, una vegetazione fatta di tamarischi, basse acacie spinose e pomi di Sodomia (Solanum incanum). Di tanto in tanto qualche isolata capanna di semi-nomadi manasif-bisharin presso cui ci fermeremo per alcune foto e donazioni di oggetti e indumenti . Finiamo di percorrere il wadi verso nord, raggiungendo le rovine di Ghazali. (relazione Ugo Armeno 2012)

GHAZALI

Chiesa-monastero di cristiani copti

Restano solamente i muri esterni e quelli degli edifici interni. Tra questi, il pavimento a mosaico della chiesa, varie colonne, archi e celle dei monaci e un piccolissimo coro. Vicino, i resti di un fortino da cui si vede il Jebel Barkal.

Ex villaggio

Poi, dopo aver visitato l’ex villaggio posto di fronte al sito continuiamo verso nord fino alla necropoli di Nuri

NURI

Web

http://en.wikipedia.org/wiki/Nuri

Questa è la più importante necropoli di Nàpata (l’odierna Merowe, da non confondersi con Meroe) dove si possono osservare i resti di varie piramidi (di epoca precedente rispetto a quelle di Meroe).

La necropoli di Napata, costruita dal re eretico Taharqa, che consta di tante piramidi molto più piccole delle piramidi egizie, dalla caratteristica forma digradante.(diario Roberta Zennaro 2012)

KARIMA

Nuovo ponte Merowe Karima

Poi ci spostiamo verso Karima (sulla sponda destra ovvero nord del Nilo) ove consegniamo una copia dei travel permit alla polizia

Doga di Karima

Con il completamento della diga nei pressi di Karima ed il riempimento dell'invaso a monte, la IV cateratta non esiste più. Non è possibile tra l'altro accedere nei pressi della diga per vedere il lago in quanto area soggetta a controllo militare essendoci una grande stazione idroelettrica di importanza strategica (da lì si diramano imponenti linee elettriche che si incrociano nei pressi di Nuri).

Karima è una cittadina anticamente al centro della civiltà di Napata, comoda base per le escursioni nei numerosi siti, oggi è sede di un importante mercato giornaliero (l'ultimo sulla via verso nord) ma non ha ancora sviluppato né la trasformazione dei prodotti agricoli, né le infrastrutture (ferrovia) o la produzione manifatturiera, come avrebbero voluto gli inglesi in epoca coloniale.

(relazione Ugo Armeno 2012)

MEROWE (MARAWE)

Possibile dormire nella casa natale del corrispondente e cenare in un ristorante del centro.

Jebel Barkal جبل بركل

SITO UNESCO http://whc.unesco.org/en/list/1073

Web

Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Gebel_Barkal

Scavi dell'Università di Cassino nel sito di Sanam Abu Dom

http://www.archaeogate.org/egittologia/article/160/1/scavi-delluniversita-di-cassino-nel-sito-di-sanam-abu-d.html

Il tempio di Mut

http://www.cartigli.it/Graffiti_ed_iscrizioni/Tempio_di_Mut/Tempio_di_Mut.htm

Un diario

Alla base di questa montagna sacra, imponente, visibile da decine di km di distanza, c'è un complesso di templi risalenti al nuovo regno che costituiva il centro spirituale di Kush. Se gli scavi proseguiranno se ne potrebbe dimostrare l'estensione fino alle rive del Nilo, attraverso una serie di viali attualmente sepolti sotto la sabbia, tanto che il Jebel Barkal è stato soprannominato la “Karnak del sud”. In attesa di vederne un riscontro preciso si può ammirare l'estensione e la varietà delle rovine salendo sulla sommità della montagna: un rapido sentiero permette di salire tra le rocce, per poi lasciarsi scivolare sulla sabbia dal lato opposto. Ma girando intorno alla montagna all'alba o al tramonto se ne possono ammirare i tesori più da vicino: il tempio principale, costruito sotto Ramses II e dedicato ad Amon, è preceduto da un viale ornato da statue di granito nero, il corpo centrale poggiava su enormi colonne di marmo ed aveva le pareti decorate con pregevoli geroglifici. Gli scavi hanno portato alla luce parte degli edifici: templi, tombe e santuari costruiti tra la XVIII e la XXV dinastia; è stata accertata la presenza di templi scavati nella roccia anche se sono visibili solo pochi resti, pa(diario Roberta Zennaro 2012)ialmente crollati.

Forse si trattava del tentativo fallito di costruire qui un enorme tempio votivo, come il contemporaneo complesso di Abu Simbel in Egitto. Le piramidi situate all'estremità occidentale del sito arricchiscono il mistero che circondano Jebel Barkal: per la loro forma slanciata ma con gli spigoli arrotondati sono affascinanti e misteriose, in quanto prive di riferimenti temporali o informazioni dettagliate sulla loro storia e funzione.

Occorrono dieci minuti per scalarlo e dall’alto osserviamo il bel panorama su Karima, il Nilo, i palmeti e il sottostante tempio di Amon. Interessante lo sperone roccioso del Jebel Barkal a forma di cobra (ritratto anche su una parete all’interno del tempio rupestre di Mut) che si vuole sia stato fatto di attenzione da parte degli egiziani di trasformarlo realmente in un cobra. (diario Roberta Zennaro 2012)

Il sito è composto da (relazione Ugo Armeno 2012)

Tempio di Ammon

L'antico tempio di Napata fu costruito da Taharqa e dedicato a Amon, pochi resti ne sono visibili ma sotto la sabbia è ancora tutto da scavare, e intorno c'è il brulichio della città di oggi.

Il grande  tempio di Amon, che, a est della parete verticale del Jebel, inizia con il viale degli arieti e si allunga fino al santuario. Resta un grande altare in granito, spaccato un due, con iscrizioni geroglifiche e la rappresentazione del Dio Amon.

Tempio di Mut

Il tempio di Mut, scavato nella roccia, con bassorilievi scolpiti all’interno e la rappresentazione del Jebel a forma di serpente ben visibile sulla parete destra della prima stanza.  Ad esso si accede accompagnati dal custode che vi illumina gli interni. All’esterno ci sono due colonne superstiti con l’immagine della dea Hathor.

Necropoli reale

La Necropoli Reale, delle cui 23 piramidi, solo alcune sono rimaste intatte e con gli spigoli arrotondati; altre si individuano solo dai cumuli di detriti.

Museo

Il Museo: in una sola grande stanza custodisce reperti raccolti nel sito e altrove, la maggior parte riguardanti la cultura di Napata.

Autostrada Merowe – New Dongola (sponda sinistra(

Da Merowe la Kartum – Wado Halpa segie la sponda sinista del nilo per poi a New Dongola porarsi nuovamente sulla sponda destra verso Wadi Halfa.

EL KURRU

Web

Wikioedia http://en.wikipedia.org/wiki/El-Kurru

il sito

Altra necropoli della XXV dinastia dove si possono osservare i diversi stadi di costruzione e sviluppo delle piramidi e delle tombe. I due tumuli meglio conservati sono dedicati al re Pianky e alla moglie, dipinta sul letto di morte in posizione prona. Si visitano scendendo ripide scalette in un ambiente angusto, ma la bellezza degli affreschi ivi conservati ripaga ampiamente il sacrificio e ci trasporta in un ambiente molto simile, in piccolo, alle piramidi di Giza e Dahshur nonché alle tombe della Valle dei Re a Luxor.

(relazione Ugo Armeno 2012)

Necropoli sotterranea

Con le due tombe ipogee affrescate (le sole visitabili e molto interessanti tra cui spicca la rappresentazione della regina in posizione prona -unica nella valle del Nilo).

Necropoli sotterranea del regno di Napata, utilizzata a partire dall’850 AC circa. Il custode munito di potente lampada al neon vi apre le due uniche tombe sotterranee visitabili a cui si accede attraverso una ripida scalinata. Lo stato di conservazione è notevole: le tombe sono quelle del faraone Pianky e di sua moglie; la prima è impreziosita da belle immagini colorate e iscrizioni in geroglifico con la volta celeste e stellata, la seconda presenta invece la regina sdraiata prona sul letto di morte.

Vecchia pista

Da El Kurru una pista taglia l'ansa del Nilo attraverso il deserto di Atmur, sbucando ad Old Dongola

ATMUR DESERT

Il deserto che inizia a sud di Karima presenta finalmente le dune e l'ambiente che ci aspetteremmo e ospita una foresta pietrificata risalente al Pleistocene (28 milioni di anni fa).

Foresta pietrificata

Area della foresta pietrificata che dovrebbe risalire all’Oligocene, 34-24 milioni di anni fa e si estende per alcune centinaia di miglia all’interno del deserto( è impressionante pensare che un tempo c’erano delle estese foreste ove ora regna solo pietrisco e sabbia). Camminiamo per circa 2 ore in questo splendido posto che a mio avviso meriterebbe molto di più che una fugace visita e poi andiamo a visitare i campi coltivati nei pressi del Nilo dove osserviamo tutta la rete di canalizzazione dell’acqua che permette appunto la possibilità della crescita di vegetazione e poi andiamo a cenare a Karima.

DONGOLA AL AJOUZ

(SITO UNESCO) Oggi è quasi una città morta, con le rovine degli antichi tesori sommerse dalla sabbia, ma ospita tre distinti insediamenti: le qubbe, edifici conici che fungevano da tombe dei marabutti o santoni musulmani; i resti di un castello (poi monastero e moschea) di epoca medievale circondato da numerosi edifici in mattoni adibiti a usi civili; una bellissima cattedrale sulle sponde del Nilo con capitelli e colonne di granito. Dongola era infatti la capitale del regno di Makuria, attivo per quasi 1000 anni tra il VI e il XV secolo. (diario Roberta Zennaro 2012)

Cimitero islamico

Grande cimitero islamico dove sorgono le grandi, coniche, 99 qubba (in arabo qubba significa “cupola”) che altro non sono che tombe di marabutti (santi islamici).

Stazione di polizia

Depositare le copie dei nostri travel permit e pagare l’entrata al sito che comincia con il cosiddetto “Throne Hall”, un edificio dalla forma di fortino, la cui funzione non è chiara (forse usato per udienze reali, forse una sorta di monastero), poi trasformato in moschea nel XIV sec che sorge sulla vicina collina e che non possiamo visitare. Poi ci inoltriamo nell’antico villaggio abbandonato e restiamo ammaliati dal paesaggio fluviale sottostante, visitiamo poi l’antica cattedrale e nuovamente le qubbe.

 

Old Dongola (VI-XIV sec) fu per quasi mille anni la capitale e il cuore spirituale del regno cristiano di Makuria, dopo che nel 540 d.C. i primi missionari evangelizzarono la Nubia.

Il sito è molto vasto, con le rovine di un’intera città medioevale. Da non perdere:

Qubbe

Le Qubbe: tombe monumentali a cupola allungata dei venerabili (marabutti, santi musulmani) che sono sparse nel deserto, tra le tombe comuni. Prendono luce da un foro sulla sommità e si  può entrare al loro interno se si sopporta la presenza di pipistrelli e del loro guano.

Throne Hall

L’edificio cubico Throne –Hall: trattasi forse di un antico monastero/edificio per udienze reali trasformato in moschea nel XIV sec. All’interno una cappella riadattata al credo musulmano, presenza di un mirab e di colonne. Dall’alto da un lato si domina il Nilo solcato da feluche dalla tipica vela triangolare, dall’altro si spazia sul deserto.

Cattedrale cristiana

La Cattedrale cristiana, di cui restano poche esili colonne che si ergono nella sabbia e alcuni capitelli di granito scolpiti e sparsi attorno.

SELIM (villaggio)

Pagare e consegnare i nostri permit, Villaggio carino presso il Nilo, luogo di passaggio e alloggio in una casa nubiana.

MULWAD

Bianchissime case dai portali dipinti si stagliano su un cielo blu, sullo sfondo un palmeto invoglia a curiosare oltre, dove un lungo orto coltivato a cereali e legumi è irrigato con l'acqua del Nilo, grazie a un sistema di canali solo in parte automatizzato. Visitiamo la scuola, per 1h siamo circondati da decine di ragazzini, curiosi, chiassosi e carini. Altri villaggi nubiani sono visitabili per gustare la genuina ospitalità della gente, per vedere come vivono e lavorano. (diario Roberta Zennaro 2012)

KAWA

I resti di un tempio scavato quasi ottanta anni fa si ergono presso il Nilo. Richiamano la splendida epoca di Akhenaton e Tutankhamon ma purtroppo ne rimane davvero poco e, se non c'è il custode ad accompagnarvi nella visita, se ne apprezzano solo l'impianto costruttivo perché la sabbia ha sommerso la gran parte delle colonne e dei geroglifici che erano stati portati alla luce. (relazione Ugo Armeno 2012)

Kawa dove visitiamo per circa 1 ora le rovine. Apparentemente c’è poco da vedere. (diario Roberta Zennaro 2012)

Tempio di Ammon

Più che altro quelle che sembrano le fondamenta del tempio di Amon e basi di colonne (risalenti all’epoca di Taharqa, XXV dinastia, 850-750 ac), altro non sono che non sono le la parte alta di mura e capitelli: la base del tempio sta sette metri sotto la sabbia

Tempio di Akhenaton

Il Tempio di Amon (ma ci sono resti di altri tempi di epoca ancora più remota, come quello di Akhenaton, il faraone “eretico” della XVIII^ dinastia) si trova vicino al Nilo al quale è unito da un viale d’accesso facilmente intuibile.

Altro edificio

A nord-ovest del tempio di Amon vi sono i resti di un altro edificio presso il quale scostando la sabbia si possono facilmente rinvenire, oltre a cocci d’altro genere, innumerevoli frammenti fittili conici: si tratta di fondi di particolari orci utilizzati per cucinare, che una volta usati venivano ritualmente distrutti in cerimoniali votivi.

Da Kawa strada asfaltata che collega Merowe a Wadi Halfa alternandola a pezzi di pista polverosissima.

ARGO (isola)

Isola di 4 x 20 km raggiungibile in auto quasi sempre, infatti il canale che la collega alla terraferma è inondato solo durante le piene del Nilo.

Al suo interno si trovano le rovine di Tabo ma non l'abbiamo trovato (le missioni archeologiche svizzere hanno portato via quasi tutto).

Argo è più comoda da raggiungere dell'altra isola, Sai, situata più a nord e rappresenta quindi una comoda alternativa di visita. In auto si osservano edifici pubblici ben tenuti, giardini fioriti con buganvillee pendenti dai muretti, case dipinte di bianco alle pareti esterne e splendidamente decorate all'interno. Si può alloggiare in una casa nubiana, noi abbiamo visitato la bellissima casa accanto alla moschea, utilizzata soprattutto dagli archeologi dell'Università di Ginevra in missione. Dal primo piano si gode di una splendida vista sul Nilo e gli orti, dove le operazioni sono ancora svolte manualmente. (diario Roberta Zennaro 2012)

KERMAN

Defuffa

Visitiamo per circa un’ora la defuffa ovest dalla cui cima, alta circa venti metri, è possibile cogliere la pianta degli edifici di quello che fu un importante centro culturale, politico e religioso (culla della cosiddetta “cultura di Kerma” che affonda le sue più lontane radici a 3500 anni fa). (relazione Ugo Armeno 2012)

Museo

Visita quindi di 40’ al nuovo museo attiguo alla defuffa ovest con le interessanti statue di sette faraoni trovate in pezzi nel sito i Dukki Gel e poi ben restaurate, museo allestito con l’aiuto dell’Università di Ginevra che nella zona opera da molto tempo col Prof. Charles Bonnet. Sebbene di piccole dimensioni è davvero da non perdere per la bellezza dei reperti esposti e i numerosi pannelli esplicativi.

NEW DONGOLA

Villaggio turistico statale (150 sdg).

TOMBOS

Quello che oggi è un villaggio diciamo non ben curato era anticamente la cava di granito più importante della Nubia, dal quale furono estratte le pietre migliori per le sculture che oggi troviamo nei siti e nei musei.

Peccato che la visita alle cave si svolga soprattutto tra ricoveri di capre e immondizia diffusa con una sola grossa statua visibile distesa a terra, abbandonata. Ma se, come è successo a noi, il guardiano si prodiga per mostrarvi anche le bellezze sparse lungo il fiume, nei pressi del Nilo avrete la gradita sorpresa di scorgere incisioni rupestri e geroglifici, in un bell'ambiente naturale che prelude alla terza cataratta, situata solo 20 km a nord. In questi luoghi infatti correva il confine meridionale del territorio, segnalato e difeso con impegno dagli Egizi. (diario Roberta Zennaro 2012)

 

Tombos è una cava di granito costituita da grandi massi sparsi, utilizzata dagli antichi egizi per la costruzione di statue. Attualmente vi sono stati approntati ovili per le capre così che la zona sembra quasi una discarica. Notevole è una grande statua sdraiata di un re nubiano, abbandonata all’inizio della cava, vicino alla strada.

Icrizioni egizie

Dall’altra parte della strada, a piedi si possono raggiungere grosse formazioni rocciose lungo il Nilo sulla quali si individuano alcune iscrizioni egizie del Nuovo Regno.

Stele egizia e masso di Horus

Oltre le palme, c’è un sentiero sabbioso verso un dirupo a picco sulla riva. Sulla superficie c’è una stele egizia di confine. Poco distanti, altre due. Una è macchiata di nero (con petrolio improvvidamente usato da poco accorti archeologi).  A Sud della stele, al limite della zona coltivata, c’è un masso con una rappresentazione del dio Horus. Bello il posto con un fresco palmeto e le prime avvisaglie della 3° cataratta. (relazione Ugo Armeno 2012)

Sabu

Poi, due o tre chilometri prima di Sabu, a sud di questa, è possibile osservare antiche incisioni rupestri preistoriche disseminate su un costone roccioso che costeggia a est la pista (bella vista dalla sua sommità). Proseguiamo verso Sabu  e poi vediamo lungo la strada un monumento dedicato ai caduti inglesi costruito a forma di piccola piramide e in parte danneggiato.

Sabu è un buon luogo per fare una sosta veloce tra le palme e ammirare dei semplici graffiti..

Terza cateratta Kagbar cataract

Iin un ambiente stretto tra i verdi palmeti sulla sponda destra e l'aspro deserto libico sulla sponda sinistra, si trova la terza cataratta del Nilo. Con la costruzione delle dighe la quinta e la quarta cataratta sono scomparse, e quella di Kagbar è oggi quasi l'unico luogo dove nei periodi di piena si possono ammirare le irruente acque del Nilo. La vista migliore si gode salendo in cima alle rovine del forte ottomano, evidentemente questa zona era contesa sin dall'antichità, molti edifici sono stati posti a guardia del fiume

Proseguiamo verso nord per stretti tornanti fino al pianoro sommitale con interessanti formazioni di prismi di basalto da dove si gode una bella vista sulla 3^ cateratta (Kagbar cataract) e dove ci aggiriamo nei resti di un forte turco (XVIII-XIX sec) che ne occupa la cima. Infine ci dirigiamo nel deserto per accamparci per la notte nei pressi del ponton (traghetto) di Ari.

KUKKA (PONTON)

Finalmente attraversiamo il Nilo dal ponton, ovvero su una vecchia chiatta che carica le ns auto assieme ad altri mezzi e persone, per trascorrere una bella 1/2h sul fiume. Oggi i ponti hanno sostituito quasi completamente i ponton, rendendo il viaggio meno romantico per noi ma più efficiente per i sudanesi. (diario Roberta Zennaro 2012)

NUOVO PONTE

DB

ARI forse è Kukka)

SAI (isola)

Fortezza ottomana

Nell’isola visitiamo le rovine di una fortezza ottomana che include un’antica chiesa cristiana e, più a sud, una zona cimiteriale con svariati pozzi e tunnel.

Altre vestigia

L’isola di Sai contiene vestigia molto antiche che spaziano dalla preistoria, alla cultura di Kerma, per poi proseguire con l’occupazione faraonica sino ai regni cristiani e varie missioni archeologiche (greci e norvegesi) scavano sull’isola poiché sono evidenti le tracce di materiale archeologico sparsi ovunque. Ciliegina finale è la ricerca di coccodrilli lungo le acque del Nilo. (relazione Ugo Armeno 2012)

SAI (non visto) – isola di 5 x 12 km raggiungibile con una navigazione su feluca, la si può percorrere a piedi o in tuktuk. I ritrovamenti archeologici risalgono alle tante civiltà che vi si sono avvicendate: kerma, meroitica, napatea, egizia, cristiana, islamica e ottomana. Sai è oggi un grande e fertile giardino, se si è fortunati vi si può anche alloggiare in case nubiane. (diario Roberta Zennaro 2012)

 

Traghetto

La pista verso Seddinga

Lungo questa si notano frequenti carcasse di cammelli morti (siamo sulla Darb al-arba’in, la pista dei 40 giorni che collega il Darfur al confine egiziano e che viene ancora usata essenzialmente per il commercio di cammelli) nonché una fila interminabile di cammelli di biblica memoria vistone le proporzioni.

SEDDENGA

Tempio di Ty

Resta solo una colonna con capitello del tempio di Tyi risalente al 1.400 a.C. Tra le raffigurazioni sui blocchi per terra, curiosa quella di un leone dalla testa umana (diversamente dalle “sfingi” che sono accucciate, questo sta camminando). La zona a NW del tempio era un cimitero che doveva raccogliere più di 400 piramidi: attualmente è una massa informe di detriti. (relazione Ugo Armeno 2012)

SOLEB

Questo tempio, costruito nella stessa epoca in cui splendeva la civiltà di Luxor, è dedicato ad Amon: ci è arrivato in ottime condizioni, è decisamente uno dei siti più belli che abbiamo visitato. Alcuni tesori rinvenuti a partire dagli anni '50 dalla missione dell'università di Pisa non sono più qui, ma è ben visibile l'impianto architettonico.

Sia le colonne rimaste in piedi, simili a quelle del tempio di Karnak, sia quelle cadute a terra raccontano conquiste, feste e commerci più che storie di spiritualità. Percorrere il tempio in tutta la sua lunghezza è un po' come visitare uno stupendo piccolo museo a cielo aperto.

Tempio di Amon

Costruito all’epoca di Amenofi III (XVIII^ dinastia egizia). Edificato da Amenhotep, figlio dell’architetto che progettò il tempio Luxor. Belli i bassorilievi, in particolare quelli dei prigionieri (riconoscibili dai gomiti legati dietro la schiena) dai tratti caratteristici dei diversi popoli soggetti al faraone: negroidi, mediterranei, orientali.

JEBEL DOSHA

È il punto più alto del nostro giro, dista poco più di 400 km da Assuan e meno di 100 km da Wadi Halfa, il punto di confine con l'Egitto. Anche Jebel Dosha doveva avere un valore spirituale perché il versante a strapiombo sul Nilo presenta vari geroglifici. Dalla cima del Jebel si può spaziare con la vista per centinaia di km in lontananza.

Tomba rupestre

Tomba con alcuni geroglifici e bassorilievi di modesto interesse scavata nel lato della montagna affacciato sul Nilo.

Proseguendo a piedi verso il lato nord del rilievo in 5’ di salita raggiungiamo un primo dosso con già una bella vista panoramica e con altri 5’ di salita si raggiunge la cima del Jebel Dosha da cui si gode uno stupendo panorama sia sulla verde fascia del Nilo che sul vicino deserto. Dalla cima si ridiscende a precipizio  lungo la pista sabbiosa della parete sud

SESIBI

Di questo tempio fatto costruire da Akhenaton, il re eretico, rimangono in piedi solo due colonne ma si visita comunque con piacere.

AMARA (non visto)

Per i patiti di archeologia, era una città coloniale in epoca egizia e conserva i resti di un tempio dedicato a Ramses II. Arrivarci è complicato per le cattive condizioni delle piste. rz

NEW DONGOLA

Città collocata in un importante snodo stradale, finalmente asfaltato, che collega il nord del paese alla capitale. Sede di importanti commerci da secoli, Dongola ha dato i natali ad alcuni personaggi che hanno contribuito alle vicende storiche recenti del Sudan.

Consegnare Permit a Polizia

Ristoranti

Al. Sahabala

Al Khandag

Iinteressante paese semi abbandonato situato lungo il Nilo

SALAM CENTRE EMERGENCY

(Soba, quartiere di Karthum)

Salam si trova nella periferia sud est della capitale nel quartiere di Soba, opera e cura con successo tante persone affette da patologie cardiache, impiegando personale specializzato italiano ma anche operatori locali, per un totale di oltre 300 persone. I pazienti vengono dal Sudan ma anche dai paesi confinanti, per i quali il personale dedicato di Emergency effettua visite in loco, stabilisce la priorità dei pazienti e le cure da effettuare. Salam, con l'eccellente livello dei servizi offerti, ha ottenuto la piena fiducia di pazienti e istituzioni, ben oltre i confini nazionali, nel rispetto degli standard internazionali più moderni. La salute è un diritto e come tale dovrebbe essere garantita a tutti, invece le cure mediche e i servizi d'eccellenza, gratuiti, accessibili a tutti, sono un concetto che spesso oggi non si vorrebbe mettere in pratica nemmeno in Italia. Attualmente, oltre che nella capitale sudanese, Emergency è attiva con i tre centri pediatrici di Mayo, Nyala e Port Sudan. Questo fa onore all'organizzazione fondata nel 1994 da Gino Strada ed è un motivo d'orgoglio per i suoi numerosi sostenitori e per l'Italia intera. (diario Roberta Zennaro 2012)

L’ospedale cardio-chirurgico Salam di Emergency tel.+249(0)166116360/1

www.salamcentre.emergency.it.

Le visite dei gruppi di AnM non sono una novità per i volontari dell’ospedale mentre per noi – ancorchè molti di noi abbiano già cognizione della realtà tramite il giornalino dell’ong - è una scoperta vedere che gioiello di ospedale è stato messo in piedi da Emergency. Per un’ora ci illustrano come funziona l’ospedale, quali sono gli obbiettivi, cosa stanno facendo e cosa prevedono di fare per il futuro e tutti dopo la visita siamo più entusiasti e speranzosi per il futuro. (relazione Ugo Armeno 2012)

 

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