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© Tina Imbriano Chi c'è stato dice...
20 - 29 febbraio 2020 La varietà e la grandezza del Sudan sono difficili da sintetizzare, le sue tante anime non si possono conoscere in un viaggio di sole due settimane. Nubia Sudan (NS) è dedicato alla visita del nord del paese, dalla capitale Khartoum si segue un percorso ad anello che si snoda tra la necropoli di Meroe, le piramidi, i siti della civiltà meroitica. Prosegue lungo le piste nel deserto del Bayuda sino a raggiungere il Nilo, dove già 5.000 anni fa fiorirono civiltà che ci hanno lasciato testimonianze misteriose e controverse, e poi antiche tombe islamiche, rovine di basiliche cristiane e castelli ottomani. A tutte queste meraviglie fanno da sfondo le verdissime sponde del Nilo e soprattutto gli splendidi villaggi nubiani con case bianche dalle facciate dipinte, dove i pochissimi turisti sono accolti con genuina ospitalità dalla popolazione. Oggi il percorso è quasi tutto su strade asfaltate al posto delle piste che, sino a pochi anni fa, erano l'unica via. Pertanto, nell'ottica della gestione degli spostamenti, è possibile alternare strada e sterrato. Roberta Zennaro 2012
Questo, è anche un viaggio
che richiede una certa capacità di adattamento (circa 12 giorni di tenda e cassa
cucina, quasi nessuna possibilità di una doccia intera per tutto il periodo,
temperature di giorno che possono arrivare a 40° e quasi allo zero di notte,
possibilità di vento e tempeste di sabbia, polvere, polvere e ancora polvere).
Insomma, la bellezza della Nubia bisogna conquistarsela! Giancola Stefano 2010
Il deserto non è nella sua massima estensione e fantasia morfologica, ma è comunque molto bello, con colori caldi che hanno scatenato la passione dei raccoglitori di sabbia. Cambia in continuazione, sempre simile e sempre diverso. Il Nilo è superbo e lento, imponente perché non tumultuoso, calmo, pacifico e tranquillo, grandioso. Ogni tanto si divide creando enormi isole di limo, verdi e coltivate, con le sponde orlate di sabbia argentata. Lungo il fiume, portatore di civiltà, sono disseminati resti archeologici di tutto rispetto, templi e piramidi magici per le forme architettoniche, per quello che rappresentano, per il silenzio e la sabbia che li avvolgono. Molti di questi siti sono fin troppo solitari e consentono ai tombaroli di fare furti su commissione di bassorilievi e incisioni. La vera sorpresa però è la gente, ospitale e generosa che di più non si può. In una giornata attraverso i villaggi nubiani non so quanti tè ti vengono offerti. Ti fermi per caso per fare una foto o per comprare il pane, e subito si familiarizza donne e bambini che si affacciano sull’uscio di casa. I ragazzi che gironzolano a cavalcioni di un asinello (è come il motorino da noi …) posano per le foto, come piace fare ai loro padri, intenti a lavorare o al bar con gli amici fumando il narghilé. Dalle case escono ampi vassoi con i bicchierini colmi del tipico tè dolce e caldo. Se poi è ora di pranzo, in pochi minuti si predispone una stuoia con i piatti del Ful (zuppa di fave) e della Fasolija (zuppa di fagioli). Il tutto avviene talvolta all’interno della casa, sotto freschi porticati, ma spesso anche sulla pubblica via, dove magari le macchine si sono fermate casualmente per riparare una ruota. Nonostante sia mussulmana, la popolazione nubiana è molto aperta e non disdegna il contatto con gli europei. Nelle case si sta mescolati, uomini e donne, stranieri e locali. Gli abiti femminili, coloratissimi, riportano più in Africa che nei paesi islamici. Indimenticabili le notti nel deserto, sotto l’immensa calotta di stelle traversata dalla Via Lattea, dove l’unico rumore è quello dei granelli di sabbia addosso alla tenda. Viviana G. 2007
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