il sito di marco vasta

lento pede ambulabis

Dove siamo stati ] Redazionale AnM ] Prima di iscriverti ] Come iscriverti ] Chi c'č stato... ] Info Pratiche LEGGERE ] Visti ] Meteo ] Mal di montagna ] Pamir ] Percorso e mappe ] Satellitare ] Documenti ] In biblioteca ] Marco nei Pamir ] In Asia Centrale ] Link ]

Pamir 4x4

14-28 settembre 2019

con Marco Vasta ed AnM sul "tetto del mondo", tra natura e popoli dell’Asia Centrale su i monti del Pamir lungo i confini con l'Afghanistan

Pamir: il nome ] [ GBAO ] I Tagiki del Pamir ] Parco del Tajikistan ] Ospitalitŕ ]

GBAO
Gorno-Badakhshan o Kohistani Badakhshan - Il peso dell’isolamento

Senza un briciolo di terreno arabile e senza industrie, la regione del Gorno-Badakhshan storicamente č sempre dipesa in maniera massiccia da Mosca e da Dušhambe per il proprio sostentamento, ricevendo la maggior parte dei suoi rifornimenti alimentari e del carburante da fuori regione.

Il crollo dell’Unione Sovietica si č dunque rivelato una batosta particolarmente dura per tutta l’area. Trovatosi improvvisamente a corto di denaro e di carburante agli inizi degli anni ’90, il Pamir ha visto lentamente bloccarsi qualsiasi tipo di attivitŕ, dai mercati alle fattorie statali, dai canali di irrigazione ai servizi di autobus. Di colpo, gli allevatori e i pastori locali dovettero reinventarsi il modo di provvedere al raccolto senza l’utilizzo di macchinari agricoli, ritornando a metodi di lavorazione che erano stati abbandonati ormai da decenni. Se ne andň pure la folta rappresentanza di scienziati sovietici, lasciandosi alle spalle miniere semi abbandonate, stazioni di ricerca e osservatori sparsi per tutto il Pamir.

Frustrato dalla posizione marginale e senza futuro in un Tagikistan prossimo al collasso, il GBAO dichiarň la propria indipendenza nel 1992 e scelse di appoggiare i ribelli durante la guerra civile. Da allora, gli aiuti inviati dal governo alla regione sono stati piuttosto scarsi e non hanno di certo privilegiato la sua ricostruzione.

Durante gran parte degli anni ’90, i convogli umanitari hanno evitato che la regione soccombesse alla fame, avviando nel frattempo programmi agricoli e idroelettrici nel tentativo di creare un certo grado di autosufficienza.

Nel 1993 la regione produceva il 16% del proprio fabbisogno alimentare primario; nel 2006 questa percentuale era salita all’80%. La fase č stata la creazione di posti di lavoro, in gran parte legati al settore dell’istruzione e al turismo.

Nonostante i progressi, l’80% della popolazione locale vive ancora con un reddito annuo inferiore a 200US$. L’esercito russo, che era il principale datore di lavoro, ha lasciato la regione nel 2005, peggiorando decisamente la situazione. Oltre 15.000 persone hanno abbandonato le proprie case per cercare lavoro altrove.

La strada principale fra Murgab e Tashkur- gan, in Cina, che passa per il Passo Qolma, dovrebbe aiutare la regione a uscire dal suo isolamento, per quanto sia comunque difficile immaginare cosa l’area sia attualmente in grado di esportare. Nel frattempo, a sud, l’Aga Khan Foundation si č prodigata per costruire ponti, nel vero senso della parola, con il Badakhshan afghano sull’altra sponda del fiume Pyanj, provvedendo quindi a riunire comunitŕ separate sin da quando nacque l’Unione Sovietica.

Visitatori in linea: 9604

899  persone hanno letto questa pagina