10) Chokang Paro - Nyile
Chhokang Paro - Lamagaon - Nagakyu leru - grotta di Milarepa - Nile
La valle è più aperta e ha permesso la coltivazione di orzo, avena e patata. Vi erano anche campi di grano, ma sono stati abbandonati dopo una epidemia di tilletia, un fungo che annerisce le spighe e rende inutilizzabile il raccolto. Sopra il villaggio si trova l'eremo di Lama Kongchog che qui visse e morì dopo ventisei anni di meditazione. La sua reincarnazione è stata riconosciuta in un bimbo del villaggio. La vicenda è narrata nel documentario Unmistaken Child. Nel villaggio si parla sia tsumba, il dialetto tibetano della valle, sia nepalese.
Appena fuori Chhokang Paro inizia il nuovo sterrato che porta a Mu e successivamente arriverà al confine. All'inizio sale sulla destra orografica mente la mulattiera corre più in basso. Oltre ad una ruspa, non abbiamo visto né veicoli a quattro ruote, né motociclette. Si può tranquillamente proseguire per il sentiero mulattiera senza problemi.
Poco dopo Chhokang Paro, sulla nostra destra una deviazione porta ad una collinetta con piccolo monastero di Jhong (Dzong, tib.: fortezza), che puoi visitare al ritorno, come ho fatto io (vedi giorno 12). Poco più avanti passiamo vicino alla Public School di Chhekam. Arriviamo a Lamagaon composta da varie frazioni fra cui Nagakyu leru. Qui possiamo scegliere se proseguire sulla destra orografica verso Nile o passare sulla sinistra orografica e raggiungere il monastero femminile di Rachem Gompa sicuramente più vicino. Il sentiero sale ancora nella valle, gli alberi diminuisco ed incontriamo i primi yak. Le vette innevate ci accompagneranno per tutta la giornata. La mulattiera passa fra le case (lodge) e poi a Pangchhe di fronte a Ranchem Gompa che si scorge sul pianoro aldilà del fiume (3245m, lodge). L'agglomerato successivo è quello di Burji (Bursi), quasi all'altezza di Lar che è sul pianoro aldilà del fiume. Ci fermiamo per una sosta e in un lodge e il sirdar chiede la chiavi di Piren Phu (grotta del piccione), la grotta di Milarepa (ticket 300 RS a persona). Milarepa, il famoso santo e mago tibetano, avrebbe meditato in questa grotta (un po' come Garibaldi che ha alloggiato in tutte le città d'Italia). La leggenda locale narra che Milarepa si sia travestito per andare a far visita ai villaggi vicini e che una vecchia lo abbia trattato male dandogli solo un pezzo di pane. Poco tempo dopo il campo di quella vecchia divenne sterile. Anche oggi, tra la fertile terra di Burji, c'è una piccola striscia di terra che resta improduttiva. Anche se Milarepa ha meditato in varie località, può anche esser stato qui in quanto ha trascorso un periodo della sua vita a Kyrong, aldilà dei monti, ma non lontano dallo Tsum. Deviamo dal percorso e saliamo per 10-15 minuti per arrivare alla struttura: un monaco era stato lì in meditazione prima del 900. Si tratta di una vecchia costruzione composta da tre piccole strutture incastonata nella roccia. Ci sono due lhakang (sale di culto), separati e collegati alla grotta rocciosa, che ospitano statue di Avalokiteshwara, Tara e Milarepa. Da qui si possono ammirare splendide viste sul pianoro solcato dallo Shiar Khola, di Rachen Gönpa, delle montagne e degli insediamenti fra i vasti terreni agricoli. Alcuni anni fa sono stati eseguiti lavori di ristrutturazione nella grotta. Affreschi buddhisti riccamente dipinti, straordinari scritti artistici scolpiti su pietre, lunghe bandiere di preghiera rendono questa grotta uno dei più importanti beni culturali della valle. La grotta di Milarepa è una delle più sacre dello Tsum. Il gruppo di precedente ha incontrato tre monaci, noi oggi abbiamo le chiavi... Attraversiamo lo Shiyar Khola su un ponticello, passiamo i pascoli di Phurbe (3.251m) e Pangdun (3.258m dove mi fermo pr un tè in un negozietto che vende di tutto, ma sopratutto beni importati dalla Cina. Pangdum è in cima ad una collinetta, si scende di poco e poi è tutto un rettifilo verso Chhule.
Alle nostre spalle, volgendoci indietro, il panorama è affascinante. Al centro della V dei pendii laterali, scintillano tre vette. A sinistra, più alta anche nella prospettiva, è una delle vette del Lumbo Himal (6.129m), calcolando la distanza è di circa 18 chilometri mentre la vetta centrale è il Tewa Himal (6.003m), più bassa ma anche più vicina (circa 16 chilometri), fanno parte del gruppo dei Ganesh e pressappoco sono a sud di Chhokang Paro ma non visibili da quel villaggio.. La terza non riesco ad individuarla. Se guardiamo ad est si intravede il Pashubu (6.108m) fare capolino, ma procedendo viene coperto dai pendii vicino a noi. Incontriamo un curioso ed inusuale chörten (pr. ciorten) rotondo, dalle carte definito Chhule mandir, prima del grande insediamento di Chhule (3347m, lett.: "lato in ombra") con il suo kani (portale) di ingresso. Vi sono anche altri manufatti in ricostruzione. Probabilmente erano stati danneggiati dal terremoto. La strada sterrata fra Phurbe e Chule corre alla base dei pendii alla nostra destra. Dopo il khani si arriva ad un affluente e lo si sorpassa con un ponticello. A Chhule vi sono alcune homestay poco sopra il ponte. Nelle vicinanze c'è la clinica Tsum Shenpen dove Ani Yeshi (ani-monaca) pratica la medicina tibetana. La piccola clinica è collegata al Men-Tsee-Khang, il centro di medicina tibetana di Dharamsala. In alto sopra il villaggio si vede il Monastero di Gonhgye con la residenza di Lama Sherap del Nyile Ladrang. Il complesso appartiene al poco conosciuto ordine Kar-nying-pa (non amo il termine setta che in lingua italiana ha una valenza negativa) che unisce le pratiche della scuola Nyingma-pa (l'ordine monastico più antico) e della scuola Kagyu-pa e che esiste in tutto Tsum ed è talvolta indicato come Kangin. La cappella superiore ospita libri di preghiera e ha, come caratteristica principale, uno stupa centrale. Su ogni lato ci sono Buddha e Chenresig. Sopra ci sono le divinità locali: Nyingma, Vajrasada e Nyima Lungchepa, con un cappello rosso e somiglianti a Tsong Khapa dell'ordine Gelug-pa che non è presente nella valle di Tsum o intorno a Manaslu). La maggior parte dei gönpa nella valle di Tsum sono monasteri. I libri sono significativi, perché ci sono 100.000 testi Tantra conservati qui e sono chiamati collettivamente Nyingma Chubum. La cappella inferiore risalirebbe a 700 anni fa e ospita il Buddha del futuro, Maitreya. Grandi urne di burro stanno a lato dell'ingresso e ci sono due maschere dwi protettori Mahakala e Yamantaka. Inoltre ci sono i soliti dipinti colorati delle principali icone Nyingma-pa e Kagyu-pa. Un festival di due giorni si svolge qui in ottobre con danze Cham. La valle di Tsum è conosciuta localmente come la valle benedetta (Kyimalung). Il sentiero corre basso quasi sul greto del torrente fino ad un ponte che attraversiamo per salire di una ventina di metri a Nyile (3.361 m), il villaggio gemello e rivale di Chhule. Secondo Snellgrove, i due toponimi potrebbero significare 'lato dell'acqua (chu-le) e 'lato del sole' (nyi-le). Tsumba Nile Lobsang Homestay
Nyile è il centro della famiglia religiosa detta Nyile Ladrang, formata da praticanti laici, una sorta di ordine religioso che potremmo paragonare ai terziari francescani. La tradizione dei ladrang è fortemente radicata nella cultura degli Tsum.pa. Come nella cultura del Langtang, altra valle a meridione dell'Himalaya, la famiglia si dichiara di discendenza reale, ed avrebbe goduto anche della protezione dei sovrani di Ngari, il Tibet occidentale.
Percorso Trek
Alternativa B) Nagakyu leru - Rachen Gompa - Lar Dal monastero di Rachen (Rachem) proseguiamo per Lar (3.245 m) dove si trova la Lar Guest House di recente costruzione. In ogni caso se si sceglie un versante, si visiterà l'altro al ritorno.
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