Salire alla grotta di Amarnath è il completamento di ogni viaggio nella valle del Kashmir. Da Baltal (e quindi nel senso inverso a quello qui descritto) si può raggiungere Amarnath e tornare in un giorno, raggiungendo Srinagar in serata. Una deviazione alla grotta di Shiva è consigliabile al ritorno dal Ladakh quando, ben acclimatati, si riesce a compiere l’escursione in giornata.
La soluzione ottimale è invece quella di seguire il pellegrinaggio di Shrawan Purnima (luna piena di luglio-agosto) quando migliaia di pellegrini guidati da saddhu e santoni compiono il pellegrinaggio annuale. Fra i partecipanti numerose anche le coppie di giovani sposi che chiedono fecondità, e quindi un figlio maschio, a Shiva e Parvati. La yatra è rigidamente organizzata (non sono ammessi i bambini inferiori agli otto anni) e, purtroppo, miete vittime fra i partecipanti anziani [15].
Salire al tramonto fino alla grotta è un momento suggestivo. L’aria vibra di sensazioni, l’emozione è intensa e trova il suo culmine quando la luna piena spunta dai crinali ed inonda la valle con il suo chiarore. La conca glaciale offre allora uno spettacolo indimenticabile: migliaia di pellegrini giunti alla luce del plenilunio attendono di entrare nella grotta; molti di essi si accasciano stremati, le torce vengono unite per formare piccoli falò, la polizia mantiene rigidamente l’ordine calcando i lunghi bambù sulla testa di chi cerca di sorpassare la fila, nella confusione si aggirano venditori kashmiri e yogi nei quali la forza della fede si esprime attraverso gli occhi ardenti bruciati dalla ganga.
Pahalgam (m. 2.286) - Chandawari (m. 2.743)
Chandawari (m. 2.743) - Sheshang (m. 3.179)
Sheshang (m. 3.179) - Panchtarni (m. 3.500)
Panchtarni (m. 3.500) - Amarnath (m. 4.175) - Baltal (m. 2.743)
Da Pahalgam strada in costruzione per Chandawari. Una rest house e molti terreni per campeggiare. Il villaggio è un insediamento stagionale alla confluenza fra i torrenti Sheshang ed Atanmarg. Posto di controllo della yatra. La polizia ferma i ragazzini minori di dodici anni che poi si reintrufolano più avanti nella colonna di pellegrini.
Numerosi sentieri. Quello seguito dalla yatra sale a Pisu Gali (Pisu top, m. 3.420, 1h25’): posto di ristoro presso tendoni dell’esercito. Si prosegue per Zojipal (m. 3.500, 1h-2h25’) che si raggiunge senza fatica, tranne uno strappo presso una cascata. Campo presso le rive del lago di Sheshang (m. 3.719, 1h15’-3h40’) oppure si può proseguire fino al villaggio di Wavjan posto in un punto panoramico che domina il lago: rest house e tende (m. 3.950).
Da Wavjan a Panchtarni sono circa 11 chilometri. È la tappa più pesante del pellegrinaggio poiché i partecipanti devono raggiungere il Passo Mahagunas a circa 4.500 metri. La strada è molto buona nel periodo della Yatra. Ad inizio di stagione vi sono pendii innevati e ponti di neve. Si può salire il Mahagunas Top (m. 4.700), cima poco distante dalla quale si domina tutto il panorama. Si scende quindi verso Panchtarni, un piccolo insediamento stagionale il cui nome significa «cinque torrenti» (alberghetti, ristorantini, PWD rest-house). Chi non segue la yatra può arrivare qui direttamente da Chandanwari in un solo giorno.
La salita finale verso la grotta è di circa otto chilometri. Arrivati a circa 4.000 metri si sovrasta un vallone e si scorge di fronte il Satsing-la (m. 4.115). I pellegrini che a piedi od a cavallo giungono da Baltal devono valicarlo e scendere fino ad un ponte per risalire al punto in cui siete ora. Il sentiero piega a settentrione, si abbassa leggermente sulla conca di Amarnath e prosegue su neve e sassi. Circa un chilometro prima della grotta vi è una costruzione in muratura dove in continuazione vengono preparate bevande e cibo caldo per i pellegrini (2h30’ da Panchtarni).
L’accesso alla grotta è difficile: i fedeli sono migliaia, gli ultimi devono attendere otto o dieci ore ed entreranno a metà giornata. All’interno, oltre la cancellata, lo Shiva-lingam di ghiaccio è più o meno alto a seconda della stagione, in una nicchia laterale si stende la superficie ghiacciata che rappresenta Parvati. Una terza colonna di ghiaccio rappresenta Ganesh. Una campana scandisce le preghiere dei fedeli che stanchi e felici si avviano verso Baltal dove nel frattempo sono giunti gli autobus a riprenderli.
I tre blocchi di ghiaccio si liquefano con il trascorrere dell’estate ed altra neve viene aggiunta dai saddhu come ha già rilevato Swami Pranavananda che ha trascorso l’estate del 1929 presso la grotta((Swami Pranavananda, Kailash Manasorovar, r.an. Delhi 1983.). Opposto alla grotta, vi è un monte detto Bhairav Ghati (è uno dei nomi di Shiva). Da esso si suicidavano i pellegrini. Ora la pratica verrebbe impedita dalla polizia che sorveglia il sentiero di salita.
Dalla valle di Amarnath e da quella di Panchtarni vi è la possibilità, già da aprile, di attraversare la Grande Catena e scendere verso Matayan e Drass incontrando la strada che in quel mese è già sgombra di neve. L’attraversamento non è facile. Occorre essere ben attrezzati ed accompagnati da locali esperti del percorso.[16]
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