Karachi Il mausoleo Jinnah, Il Museo Nazionale, il Bazaar Bohri, la Moschea della Defence Society la cui cupola a conchiglia è una meraviglia dell'ingegneria. Il pittoresco Dhobi Ghat dove tutto il bucato viene lavato ed appeso ad asciugare.
Indirizzi utili, alberghi, trasporti, nella parte Di città in città, pag. 000.
Pianta della città a pag. 000.
La città è descritta dettagliatamente a pag. 000.
Due grandi arterie si dirigono verso nord congiungendo Karachi ad Hyderabad: la Super Highway e la vecchia National Highway. La prima è la più breve e veloce da percorrere e permette di arrivare ad Hyderabad in tre ore. La seconda, meno scorrevole, richiede cinque ore di viaggio. Sull'asse Karachi-Hyderabad-Sukkur, due sono i centri che possono interessare il turista: Thatta e Mohenjodaro. Percorrendo la National Highway, Thatta è facilmente raggiungibile con un viaggio in bus o macchina compiendo un giro circolare che, toccando alcune località minori, riporta a Karachi. Mohenjodaro, più distante, è comodamente raggiungibile in aereo o con un treno notturno. Nei tour classici del Pakistan non vengono inclusi Hyderabad, Sukkur, il deserto del Tharparkar.
Il percorso della Super Highway è dunque il meno interessante. Essa corre nel deserto a nord-est di Karachi. I 164 chilometri sono privi di interesse. La strada corre fra basse colline di fango ed arenarie in un paesaggio monotono. Le cascate Khadeji sono a 55 chilometri da Karachi e sono interessanti solo dopo il periodo delle piogge.
Gli amanti della natura e del birdwatching possono raggiungere il Parco nazionale di Kirthar e compiervi un percorso naturalistico.
La riserva protegge gli habitat naturali di specie ormai rare come il Chinkara o montone selvaggio, l'ibex del Sindh, ed inoltre gazzelle, serpenti e, pare, leopardi, fauna caratteristica di questa regione. Si raggiunge il parco abbandonando la superstrada al chilometro 82, per poi percorrerne altrettanti su una pista polverosa. E' bene utilizzare un fuoristrada e contattare preventivamente il Sind Wildlife Management Board in Karachi 1, Stretchen Road (tel. 510718-523176). Fra le gole che l'erosione ha scavato nelle colline di Kirthar si trovano le gazzelle chinkara ed un migliaio di ibex, abbastanza rari nel Sind. Da Kirthar è possibile organizzare una attraversata in cammello raggiungendo il forte di Ranikot.
La Super Highway attraversa infine l'Indo alla diga di Kotri, costruita nel 1955, e che è l'ultima delle grandi dighe che sbarrano il corso dell'Indo fra quella di Tarbela ed il mare.
La vecchia strada per Hyderabad, chiamata National Highway, sebbene trafficata e più lunga (km. 200), è la più interessante.
Uscendo da Karachi in direzione di Thatta a 27 chilometri si incontra Chukundi, località usata come cimitero da tempi immemorabili. I sepolcri hanno forma cubica, sono ornati da ricche decorazioni, in particolare con rappresentazioni di uomini e di animali, figure abbastanza rare nell'arte islamica. Le tombe più belle e meglio conservate sono quelle del 16° e 17° secolo. Chukundi significherebbe «quattro angoli», poiché le tombe delle persone ricche erano coperte da una cupola in mattoni sorretta da quattro colonne disposte agli angoli della tomba. I sepolcri di donne sono adorni di rappresentazioni di fiori e gioielli mentre quelli maschili con spade e cavalli.
Il successivo punto di interesse è l'antico porto di Bhanbore, al km. 64 si deve lasciare la National Highway, voltando a destra. Bhanbore si trova sul lato nord della cala di Gharo e sarebbe il porto che Alessandro fondò nel 325 a.C. prima di ordinare il ritorno della flotta, ma non vi sono prove a conferma di questa ipotesi. Di sicuro la storia di questa località risale ad alcuni millenni. Negli strati inferiori gli archeologi hanno trovato resti di manufatti di stile greco simili a quelli di Taxila. Successivamente si ebbe il periodo di influsso buddista indiano ed infine qui sbarcò, proveniente da Bagdad, il conquistatore del Sind, Muhammad ben Qasin nel 1712. Quando era in piena attività il porto di Bhambore era centro di un'attività commerciale intensa, qui giungevano e partivano merci da e per tutto il retroterra fino alle regioni del nord. La sua storia è antichissima come testimoniano le rovine lasciate da Parti, Sciti, hindu-buddisti e mussulmani. Un piccolo museo racconta la storia del porto attraverso i millenni. La città mostra uno schema di sviluppo ed una pianificazione delle opere difensive che sicuramente ne fecero un centro anche militare. La moschea è interessante ed alcune case della città vecchia mostrano un particolare schema architettonico.
Il porto venne abbandonato nel 13° secolo. Monete e vasellame trovato nel porto interrato mostrano i collegamenti della città sia con l'occidente che con l'estremo oriente. Gli scheletri con punte di freccia nel cranio, le ceneri e gli oggetti bruciati indicano anche una fine repentina delle sue strutture forse durante l'assedio dell'afghano Jalalludin.
Proseguendo sulla National, poco prima del villaggio di Gujo, un segnale indica il lago di Haleji, al km. 87. E' un'immensa riserva che approvvigiona Karachi di acqua potabile di Karachi. Ma oltre a ciò il lago è anche riserva faunistica: migliaia di uccelli migratori fan tappa sulle sue sponde nei mesi invernali. Haleji è il più grande parco naturale del paese.
Infine, al km. 90 si scorge il profilo della collina di Makli.
Circa 8 chilometri da Thatta sorge una grande necropoli di circa 15 chilometri quadrati dove, si calcola, sono state poste almeno un milione di tombe. Quasi tutte sono in arenaria, ingentilite da intarsi geometrici e disegni a carattere floreale. La maggior parte risale al periodo della dinastia Sammah, altre sono di periodo moghul. Gli intarsi sono così regolari da sembrare stampati sulla pietra. Alcuni dei mausolei sono stati restaurati. Le tombe più recenti, di periodo arghun e moghul sono coperte di piastrelle smaltate o laccate. Le tombe sono di varia dimensione a seconda dell'importanza del personaggio che vi è stato sepolto. Sultani, regine, santi, studiosi, condottieri e filosofi sono stati sepolti sulla collina di Makli (piccola Mecca). Fra le tombe più importanti quella di Mirza Jani Beg, costruita con mattoni smaltati nel 1599 per l'ultimo dei sultani Turkahn. Più a nord di questa vi è il mausoleo di Nawab Isha Khan, governatore moghul del Sind, e che ricorda quelle di Fatehpur Sikri in India. Un edificio più piccolo, ma di aspetto uguale sorge poco più ad oriente ed ospita le dame del suo zenana. Da questo mausoleo si domina il lago di Hadiero e si vede Thatta. Altre tombe di interesse artistico sono quella di Diwan Shurfa Khan, costruita nel 1638: ha una pianta quadrata ed agli angoli la proteggono quattro tozze torri rotonde. Quasi all'estremità nord della necropoli si trova la tomba di Nizam-ud-Din, pure a pianta quadra e costruita con materiali provenienti da un tempio induista.
Presso l'entrata della necropoli una strada conduce a sinistra verso il lago di Hadiero. E' uno specchio d'acqua naturale circondato da basse colline che conferiscono al luogo pace e tranquillità e ne fanno un luogo di piacevole riposo dopo aver girovagato fra le tombe. In alcuni periodi dell'anno il lago ospita pellicani e flamingo.
Da Thatta la strada corre verso nord sulla sponda occidentale dell'Indo, incontrando, dopo una ventina di chilometri il lago di Keenjihar, per arrivare poi alla diga di Kotri ed ad Hyderabad.
Da Hyderabad a Sukkur, risalendo la vallata dell'Indo, due sono le strade possibili. Quella sulla sponda occidentale non è molto scorrevole e richiede anche un giorno di viaggio; sulla sponda orientale, la strada è migliore, percorrendola senza soste occorrono cinque ore. Chi ha tempo può visitare, su entrambi i percorsi, altre piccole cittadine del Sind.
Seguendo la sponda ovest la strada continua a costeggiare le basse colline della catena del Kirthar oltre la quale si estende il Beluchistan.
Ranikot ha la fama di essere il più grande forte del mondo, i bastioni si sviluppano per 24 chilometri. Da lontano il profilo di questo gigantesco bastione ricorda vagamente quella della grande muraglia cinese. Il complesso difensivo, detto «forte della regina», venne costruito dai principi Talpur a partire dagli inizi del secolo scorso a protezione della carovaniera per Thatta. La visita richiede un fuoristrada ed una intera giornata. Per raggiungere il forte si abbandona la strada a Sani, che dista 90 chilometri da Hyderabad, gli ultimi venti sono in territorio disabitato.
Sorpassata Amri, sede di scavi archeologici (cultura contemporanea a quella di Harappa), si giunge a Sehwan-i-Sharif (km. 150 a nord-ovest di Hyderabad). E' un'oasi famosa sopratutto per la tomba di Lal Shahbaz Qalandar (il falco rosso). Questo santo sufi, nato a Mervant, dopo aver vagabondato per decenni, il santo giunse nel 1177 dalla Persia, e si ritirò in una grotta. sosteneva di essere l'ultimo dei Sayed, cioè dei discendenti di Maometto. Nei 40 anni trascorsi a Sehwan fu ben amato dagli abitanti, da lui aiutati nei momenti di carestia o di inondazioni. Numerose ovviamente le leggende legate al suo nome. Apparteneva alla setta dei dervisci Qalandar e la sua tomba, riccamente decorata con piastrelle azzurre, accoglie ogni sera un centinaio di pellegrini che si riuniscono per danzare e pregare. Grande festa annuale il 18, 19, 20 del mese di Shahban, (alloggio presso Indus Hotel e District Council Rest House).
Il lago di Manchar dista circa 25 chilometri da Sehwan in direzione est via Bubak. In riva al lago vivono colonie di pescatori delle tribù Mirbahar e Mohana, alloggiati su case galleggianti. La pesca è l'unica loro attività ed assistendovi pare di tornar indietro nel tempo poiché i loro metodi sono gli stessi usati al tempo della antica civiltà dell'Indo. Noleggiando una imbarcazione ci si può inoltrare nel lago ed ammirare il lavoro veloce e metodico dei cormorani addestrati alla pesca.
La strada prosegue attraverso Khudabad, l'antica capitale del Sind fino ai primi del 18<198> secolo, e Dadu per arrivare infine a Mohenjodaro.
Una accurata descrizione dei luoghi in «Mohenjo Daro un affascinante enigma archeologico» di Roberto Pierpaoli a si trova a pag. 000.
Indirizzi utili, alberghi, trasporti, nella parte Di città in città a pag. 000.
Pianta della città a pag. 000.
Dokri piccolo villaggio con un centro ricerche sul riso.
Larkana Un proverbio del Sindh dice che un uomo ricco deve andare a Larkana per spendere il suo denaro, è in effetti una zona fertile dove l'agricoltura prospera più che in altre zone del Sindh o del Punjab.
Shikarpur si incrocia la strada che da Sukkur a Jacobabad e nel Beluchistan.. Voltando a destra si raggiunge Sukkur.
Sukkur Indirizzi utili, alberghi, trasporti, nella parte Di città in città, pag. 000. La città è descritta dettagliatamente a pag. 000.
Questo percorso permette di compiere una interessante deviazione verso il deserto del Tharparkar, il quale merita una permanenza di più giorni. Mantenendosi sulla strada, senza dirigersi a Mirpur Khas, si attraversa la zona di Bhit Shah (Bhit in sindhi significa deserto), paese forse privo di importanza se non fosse per la la tomba di un famoso poeta. La leggenda di Shaha Abdul Latif esprime pienamente la penetrazione sufi nella società pakistana. Questo grande poeta sufi, originario del Sind dove nacque nel 1689, scelse di terminare la sua vita nel deserto ed il deserto gioca un ruolo fondamentale nella poesia di Latif ma anche di molti altri poeti islamici. La desolazione sembra l'elemento necessario al poeta per apprezzare pienamente la bellezza della creazione. Il suo «risalo» è considerato il capolavoro della letteratura in lingua sindhi.
Latif giunse a Bhit e vi morì nel 1752. La commemorazione (festa od Ur) si tiene sulla sua tomba nel 15°, 16° e 17° giorno del mese di Safar. L'ur richiama un gran numero di sufi, di mistici e di malang. I cantastorie raccontano la vita di Latif e ne cantano le poesie accompagnandosi con algoza (piccolo flauto) e dotara (strumento a due corde)
Hala (km. 56 a nord di Hyderabad) Divisa in due città, la vecchia e la nuova, Hala è conosciuta soprattutto per l'artigianato: vasellame ed ajrak (tessuti stampati). Anche Hala è méta di pellegrinaggio. Il mausoleo di Makhdum Nuh, santo sindhi, è luogo di un «ur» nella prima domenica e lunedì del mese di Zil Haj.
Khot Diji, circa 45 chilometri prima di Sukkur, può giustificare una tappa a Sukkur assieme alla visita a Mohenjadaro. Il forte, costruito dai Talpur agli inizi del 19<198> secolo, è ben conservato, i suoi bastioni si profilano sul ciglio di una collina che domina il villaggio e la strada. La pianta del forte segue esattamente la linea di cresta della collina ed assume una strana topografia. Il massiccio edificio misura più di trecento metri di lunghezza mentre la larghezza varia seguendo il profilo della collina, la sua costruzione avvenne sotto Mirsorhab Khan e furono usati mattoni cotti in fornace. Alcuni dettagli della sua architettura mostrano un chiaro esempio di quali fossero le tecniche di guerra un tempo usate: ne sono un esempio i pesanti ed accuminati spuntoni di ferro inchiodati sulla triplice linea di porte. Le punte, rivolte verso l'esterno, dovevano impedire l'uso delle teste degli elefanti come arieti. Il villaggio attuale è disposto attorno al palazzo del Nababbo di Khairpur, Mir Ali Mohrad Khan, il quale amministra ancora la giustizia di queste terre come un signore del medioevo.
Oltre al forte, secondo punto di interesse possono essere gli scavi di Kot Diji. Prospezioni e campagne archeologiche svoltesi recentemente hanno portato alla luce i resti di una città primitiva, gli esemplari di artigianato in ceramica sarebbero anteriori a quelli di Mohenjodaro. La data approssimativa di questi oggetti risale infatti al 2800 a.C. ed è a questi disegni che si sarebbero ispirati i vasai di Mohenjodaro. Gli scavi sono tutt'ora in corso e l'importanza di questa scoperta è ancora da definire.
Una ventina di chilometri oltre Kot Diji si trova Khairpur, ex- capitale di un piccolissimo reame indipendente governato da uno dei rami dei Talpur. Interessanti alcune tombe dei locali signorotti.
La strada giunge quindi a Rohri, un tempo luogo di studio per i religiosi musulmani. Anche qui gli studiosi si sono sbizzarriti ad individuare tracce del passaggio del Macedone: esse sarebbero individuabili nelle rovine della vicina antica città di Aror od Alor, da lui definita una prospera città. Unico edificio interessante di Rohri è la moschea costruita ai tempi di Akbar nel 1512.
Da Rohri proseguendo sulla sponda sinistra dell'Indo si raggiungono Multan e Lahore.
Da Rohri dirigendosi verso l'Indo, poco oltre la città, si incontra l' isola fortificata di Bhakkar per arrivare infine alla diga ed alla città di Sukkur.
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