A chi arriva la città pare un miraggio sospeso sulle sponde dell'Indo. I suoi palmeti, i suoi agglomerati di ridenti casette dal tetto piano si specchiano silenziosamente nel fiume percorso da imbarcazioni simili alle giunche a vela che scivolavano sulle acque del fiume già quattromila anni fa.

Nel pieno del bacino dell'Indo, Sukkur ha trovato un nuovo sviluppo nel 1932 con la costruzione dell'imponente diga, eretta dagli Inglesi per meglio distribuire l'acqua nel sistema irriguo del Sind settentrionale. Sette canali principali, per una lunghezza di 650 chilometri sono alimentati dalla diga e consentono di coprire 2 milioni e mezzo d'ettari precedentemente aridi. Un museo collegato alla diga racconta la storia di questa immane opera che richiese dieci anni di lavoro prima di essere terminata.

La via fluviale costituisce una delle curiosità della città. Sukkur è porto e centro di attività commerciale sull'Indo; offre quindi un'occasione di trovare imbarcazioni dalle forme più strane che sembrano venute da un'altra epoca e che richiamano i battelli usati dalla civiltà dell'Indo esposti in modello nel museo di Mohenjodaro. Queste imbarcazioni forniscono alloggio e lavoro ai marinai. La chiglia slanciata, le sculture a prua, tutto contribuisce a dare un'impressione di irrealtà. Sulla riva opposta la cittadina di Rohri contende a Sukkur il ruolo di capitale regionale. Gli Inglesi cercarono di risolvere questo antagonismo costruendo un ponte che unisce tutt'ora le due città, il Landsdown Bridge. Una curiosità è la torre di Masum,  la cui costruzione risale al periodo moghul.

Da Sukkur il viaggiatore senza limiti di tempo può raggiungere il Beluchistan attraverso Jacobabad, risalire il fiume Sutlej verso Bahahwalpur, e Multan, raggiungibile anche sulla riva est dell'Indo, oppure arrivare a Dera Ghazi Khan con la strada sulla sponda occidentale dell'Indo.