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sabato |
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Partenza, la pista non è scorrevole. Giornata di trasferimento. |
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Bivio per Tum ? |
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Fine dell'Erg, inizia una spianata Ci dirigiamo N - NE In lontananza si scorge una falesia sulla linea dell'orizzonte |
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Incrocio con pista Nord - Sud da Serdeles al Col d'Anai. Un gran polverone sulla pista fa esclamare all'autista "Paris-Dakar", ma visto che la gara è da tutt'altra parte e che in ogni caso parte a fine anno, è più semplice decidere che sono mezzi di prospettori o rifornimenti diretti ai campi petroliferi. La spianata avrebbe nome Anuf. Se guardo a sud la falesia, ora più vicina a noi, si perde all'orizzonte. La falesia è il bordo occidentale del Messak che da questo ciglio occidentale degrada verso l'Edeyen Murkuk. Davanti a noi la falesia si presenta ora come aperta, le pareti si trovano distanti sia a destra che a sinistra ma sembrano congiungersi in lontananza. La velocità è sostenuta per qualche chilometro perché il fondo è maggiormente scorrevole. |
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1601 |
Incrociamo un pozzo (bir) ma se non me lo segnalasse l'autista non me ne accorgerei. Sosta sigaretta e pipì. in senso contrario a noi avanza un convoglio di prospettori formato da un camion cisterna (probabilmente per l'acqua) e da un rimorchio che trasporta una casetta prefabbricata. Procediamo sempre in direzione est. Non riesco a rendermi conto se è lo stesso percorso del 1997 o quello del 1990. L'autista afferma che probabilmente da qui non sono passato perché questo passaggio lo usano da poco. Io escluderei il passo più settentrionale che è il Tamellelt, che porta diritto ad est ad In-Habeter e anche il passo Tahaha che porta, verso est, a In-Aramas. Potremmo quindi essere sul percorso del passo Abahoa o al passo Tilemsin. Mi riprometto di acquistare un GPS per il prossimo viaggio. |
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Siamo nei pressi di una gara con un pinnacolo (a destra guardando), forse è questo il punto di riferimento. |
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La valle sembra chiudersi, vi deve essere una falda sotterranea perché vi sono piante in fila diradata. Arriviamo ad un passo appena percettibile su una spianata sabbiosa fra due basse falesie, scendiamo leggermente e procediamo verso nord. Siamo entrati nel Messak Mellet (Vedi Guida Libia On Line) . |
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Sostiamo in una zona di cespugli. L'autista chiama il posto Uadi Arar. |
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Poco dopo la partenza la pista diventa disagevole per i numerosi sassi. Si direbbe aperta da un buldozer che ha cercato di raschiare il terreno eliminando i sassi più grossi ma lasciando un fondo sconnesso. |
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Troviamo una pista di atterraggio. la pista punta verso NE a zig zag. Od oriente si intravedono le prime dune dell'Erg Murzuk (Edeyen Mourzouk) (Vedi Guida Libia On Line). |
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Ormai in vista di un campo di prospezione, puntiamo a Nord. Corriamo a fianco delle dune, ma distanti circa un chilometro. L'autista indica la zona come Uadi Imrawen ma il toponimo ha una strana assonanza con il uadi che si trova a nord del plateau del Messak. |
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Puntiamo ad est verso le dune e Mabruk sceglie una duna da lui chiamata "Duna Zucchino" raccontando che qui ha voluto fare il campo il capogruppo Giovanni Zucchino di Torino. |
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