Pamir Orientale Trek
27 luglio - 17 agosto 2018
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Mashali - Kara Jilga
Martedi 7 agosto 2018 Dopo colazione, iniziamo la lenta salita verso un valico che ci porterà poi sullo sterrato fra Jarty Gumbaz e Kara Jilga. La pista è quella percorsa dal gr. Giacomini. Noi ci sposteremo domani su una pista differente più ad est, attorno al Monte Ystik (Ыстык. 4639m). La salita è lenta e piacevole. Arrivati al valico (37.537018,74.07568) abbiamo la sorpresa di vedere già sotto di noi il "furgoncino" con l'autista e il cuoco. Iniziamo la discesa e poi ci troviamo su un traverso in mezzacosta che va in direzione di un lago. Penso che sia lo Zurkul, ma sbaglio: è uno dei laghetti ad oriente del grande lago. Il sentiero è un sentiero per capre. Jomart, giunto sopra un canalone di sfasciumi, propone di scendere direttamente. Memore di una pagina di "Big Sur" con il protagonista che scende saltando sui massi e di Chouinard (il fondatore di Patagonia) che suggeriva di scendere a balzi sulla neve, mi lancio assieme agli altri nella discesa. Gli sfasciumi tengono ed in breve siamo sul fondovalle con qualche culattata senza conseguenze. L'ultimo tratto è meno inclinato e il "furgoncino" sale di una trentina di metri a prelevare chi è indietro. Lunch fra la strada ed il torrente (37.5266,74.07536). Dopo il lunch, alcuni proseguono a piedi con Jomart mentre gli altri li precedono. . La strada risale la valle fino al Aghbai Yangidavon (valico) e poi scende nell'ampia piana arrivandp al nostro jaloo a Kara Jilga (37.49084, 73.99474). Il toponimo indica tutta l'area e su alcune mappe vi è un torrente che scende dalle montagne dove corre il confine con l'Afghanistan, Siamo nella valle a settentrione rispetto la Piccolo Pamir. Vi sono numerose yurte ed altre se ne scorgono più ad ovest, distanti un chilometro su un basso crinale dove pascolano mandrie di yak. Nell'attesa che i marciatori arrivino, Mr Mendebai e lo staff lavano le macchine, giocando fra loro, inseguendosi e tirandosi secchi d'acqua. Quando siamo tutti riuniti, fa quasi buio e Mr Jomart distende la tovaglia assieme alla nostra ospite. È un rito quotidiano, a colazione e cena. Il dastarkhan è la tovaglia che viene stesa per terra, al centro, e sostituisce il tavolo. Non dobbiamo pestarla né camminarci sopra. Mr Jomart si raccomada: "Quando lasciate il vostro posto intorno al dastarkhan, cercate di passare dietro, e non davanti o sopra ad alcuna parte del corpo di altri commensali. Quando siete seduti per terra, non puntate la suola della scarpa o il piede verso qualcuno". Inoltre aggiunge che l'etichetta prescrive di non toccate più cibo dopo l’amin, un segno di ringraziamento che sancisce anche la fine del pasto e che Mr Joomart recita brevemente con un semplice "Dio è grande" e toccandosi la fronte con ambo le mani. Da Wikipedia e dalla Lonely Planet sappiamo anche che in kyrgyso la tovaglia si scrive дасторкон dastorqon, in tajiko si scriverebbe дасторхон, ovvero dastarkhān. In altre lingue centro Asiatiche: kazakho: дастарқан; dari: dastarkhawan, urdu: دسترخوان, pashto: دسترخوان, azerbaijani: dəstərxan, uzbeko: dasturxon dasturxon). Il termine può riferirsi alla tovaglia che si stende sul terreno, sul pavimento o sul tavolo e viene utilizzata come superficie su cui depositare le vivande, ma è utilizzato anche in senso più ampio per indicare l'intero pasto. Fa parte della cucina tradizionale dell'Asia Centrale dove il termine venne diffuso dagli invasori turchi.
Sotto: percorso a piedi Mashali - lunch Clicca sul logo Wikiloc per altimetria e immagine satellite
Sotto: percorso a piedi lunch - kara Jilga Clicca sul logo Wikiloc per altimetria e immagine satellite
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