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Solu Numbur Trek
31 ottobre - 16
Novembre 2019
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Tea time in Salung
Ieri la camminata è iniziata in piano e poi in leggera discesa. Oggi - felicità - il sentiero scende subito verso il fondovalle, raggiungendo in breve la passerella metallica sul Dhud Khund Khola, qui ancora un torrente, probabilmente al disgelo l’acqua avrà una portata maggiore.
Penso alle rapide del Dudh Koshi Nadi, il fiume latte, che scende da Lukla e mi sovviene il ricordo che del primo trek quando avevo visto delle canoe trasportate verso l’alto per una formidabile impresa. Una trentina d’anni fa, anche il capogruppo Bruno Confortini aveva organizzato la discesa del Dudh Koshi, unico viaggio di Avventure con kayak in Nepal.
Iniziare la giornata in discesa, se pur per poco, è onsolante e facilita la digestione della frittatina mattutina. Ora posso iniziare ad alzarmi di nuovo, non importa quanto sia lunga la salita, ma non ho il cuore in gola da subito.
Poco oltre il ponte, il sentiero si biforca e sarebbe possibile raggiungere direttamente il monastero di Thupten Choling, noi invece voltiamo a sinistra e iniziamo la lunga ma non faticosa salita obliquando sul versante destro della valle. Ho intravisto il percorso sulla applicazione. l'algoritmo avrà pur letto qualche traccia su qualche carta. Non è dato saperlo, non lo sa neppure la guida. ine abbiamo parlato ma non era convinto, né si è informato. Aajay preferisce tenersi su questo sentiero che fa parte del Great Himalayan Trail. meglio così che sullo sterrato di ieri.
Siamo ormai in pieno sole e la vista si apre sulle fattorie e gli altri insediamenti ad est di Ringmo. Con l'aiuto di Aajay riesco a localizzare i villaggi che avevo studiato sulla carta N505. Più saliamo, più la vista si apre sulla valle. Sosta per un tè alle case del villaggio di Salung (2843m circa, dipende in che punto sei del villaggio…), con diverse case quasi tutte trasformate in lodge. Seduto ad un tavolo, guardo il pendio sopra Ringmo che è più dolce del fondovalle incassato. Ad occhio nudo si scorgono le case ed il valico di Taksindu. Oltre questa collina di tremila metri, la Catena Himalayana mostra il suo punto più alto. Ci sono tanti balconi da cui ammirarla, forse il più vicino e panoramico è sopra i laghi di Gokyo. Nella spedizione al Mera Peak del 2010, l'ho ammirata da un'altra angolazione nel cielo limpido dopo una bufera che aveva portato cia anche una tenda.
L'Everest è lì, quasi a portata di mano con la fantasia perché è pur sempre piccolo. Per individuarlo l’unico sistema è ricorrere ad una app come Peak Visor che ho installato e che fornisce la posizione di un monte anche attraverso le nubi.
La Grande Catena Himalayana dalle case di Salung
Frammezzata alle nuvole, ma chiaramente visibile ad occhio nudo, l'Himalaya mostra un affascinante circo di vette iniziando, da sinistra con Nuptse (7.849m) sorpassato dall'Everest (8.848m), e, più alti nella prospettiva perché più vicini, Thamserku (6.567m), Kantega, Kusum Kanguru, Gongha, le due cime del Mera Peak (6.470m) e il per me sconosciuto Naulekh.
Ripreso il cammino, un bel chorten alto circa otto metri da poco riverniciato in un bianco candore, segna il punto panoramico sulla sottostante valle e riesco anche a scorgere la pista dell’aeroporto. Girato l'angolo in breve siamo a Purteng (3.002m) con un paio di lodge. pranziamo all'Everest View Sherpa Lodge & Rest. Mentre spazzoliamo il dal-bhat, ecco arrivare i primi escursionisti della giornata. Siamo su una delle tappe di avvicinamento all'Everest da Jumbesi e Nautala.
Poi inizia una lunga discesa sul versante occidentale del crinale del solco vallivo del Jumbesi Khola che più a monte viene chiamato Dingnala Khola (forse una ripetizione perché nala - nallah - è torrente in hindi). Cammina cammina, arriviamo ad un paio di case presso un meleto ed infine siamo sulla strada che risale la valle. Non c'è un vero e proprio villaggio di Moping (traslitterato anche Mopung), il termine indica l'area a nord di Jumbesi. Il cellulare funziona e reccomando al gruppo, tramite il capo dei portatori, di non aspettarmi per salire al monastero. Se lo desiderano è meglio che vadano, io sono in ritardo di un'ora. Passa un pick-up e ne approfitto. Vista la mia canizie, mi fanno accomodare davanti. Il mezzo risale lo sterrato, prendiamo una stradina laterale per una fattoria dove consegniamo delle bombole di gas. Riprendiamo la strada e ci fermiamo presso un monastero femminile. Siamo poco sotto il grande Thupten Chöling.
La comunità di Thupten Chöling (Wyl. Thub bstan chos gling), fondata negli anni '60, ospita oltre 900 monaci e monache (l'80% dei quali sono rifugiati tibetani), sotto la cura del fondatore Trulshik Rinpoche stabilitosi nel Khumbu dopo essere fuggito dal Tibet nel 1959. Rinpoche rimase dapprima in monasteri come Thangmé (Thame) per diversi anni, sperando di tornare a Rongpuk nel suo monastero, infine, nel 1968, costruì Thupten Choling su un terreno donato. Tuttavia, poiché continuava a sperare che lui e i suoi seguaci sarebbero presto tornati in Tibet, il monastero non fu costruito per durare e iniziò a deteriorarsi negli anni '90. È stato quindi ricostruito con una struttura più stabile, i lavori iniziano nel 2001 con la supervisione di Michael Schmitz ed Helen Cawley che hanno ricostruito anche Tengboche.
L'ambiente dell'alta valle di Junbesi è stato modificato dall'immigrazione di questa vasta popolazione: problemi per la legna da ardere, l'approvvigionamento idrico, le acque reflue, l'uso di cherosene e il cibo. I monaci e le monache stessi hanno piantato migliaia di alberi. Tuttavia, senza nuovi metodi di lavoro e strutture adeguate, queste misure non possono migliorare in modo permanente la situazione attuale.
L'impatto ambientale derivato dall'utilizzo di legna da ardere come risorsa energetica primaria è in rapido aumento e presto sorgerà un serio conflitto sull'uso di questo importante bene regionale. In una valle dove l'insediamento più grande ospita una popolazione di poco più di cento abitanti, Thupten Choling accoglie centinaia di monaci e monache. L'immigrazione di questo gran numero di persone sta destabilizzando l'ecologia della valle e alla fine li mette contro gli abitanti dei villaggi locali in competizione per le scarse risorse. Il conflitto è già in atto ed è inevitabile.
Il pick-up torna indietro di quasi un chilometro e mi fanno scendere. Un breve tragitto a piedi quasi orizzontale, poi una breve rampa ed eccoci a destinazione.
È la casa di un parente di Tshiring, la sua famiglia è originaria di qui. Per comodità, Tshiring-la dice Phaplu che avendo un aeroporto è più famosa di Salléri e sicuramente più di Moping. C'è una casa in costruzione e mi indicano la vedova di Ang Kami che sovraintende ai lavori nel cantiere. Un altro edifico sorge vicino a quello che ci ospita ed in quel momento vedo sopraggiungere il gruppo che torna dalla visita al monastero.
Come due sere fa, la sistemazione è nella grande sala comune della famiglia: panche sui lati e all'estremità il grande mobile con libri, statue ed altarini ma... grande sorpresa! Proprio dalle scansie sotto l'altare vengono estratte le bottiglie di San Miguel che acquistiamo: birra santa per un mobile sacro?
La birra è uno dei grandi cambiamenti di questi quarant'anni. All'inizio, con l'India non-allineata di Nehru e semi-autarchica, in Nepal trovavi birra indiana. Aveva un sapore vagamente di sandalo. Un gusto onnipresente dall'Himalaya a capo Comorin. Così come il burro era tutto e solo di marca Amul ed i biscotti erano i terribili Pashupati. (ed eri fortunato se li trovati). Poi, con la liberalizzazione del mercato pian piano, è comparsa la birra, preceduta dalla Coca Cola quando in India è caduto il divieto di produzione e importazione.
Per breve periodo fu popolare la Kingfisher, talmente apprezzata che il proprietario riuscì a d acquistare alcuni velivoli e fondare una compagnia aerea.
Birra e Coca arrivarono nei più remoti lodge. Sui sentieri era terrificante vedere portatori sotto una pila di cinque, sei, sette cassette di legno con le dodici bottiglie. ,Nel rapporto peso, costo e guadagno circolano tutt'ora maggiormente le bottiglie da 650cc e la birra è prodotta in Nepal dalle multinazionali. Carlsberg, Tuborg, Gorkha, San Miguel ed altre. La marca filippina arriva anche in lattina, probabilmente importata se non dalla casa madre nelle Filippine, da qualche altro stato perché lavorare l'alluminio richiede una energia che in Nepal scarseggia. Riciclare le lattine è più facile e meno costoso del vetro. I sentieri del Khumbu sono abbastanza puliti, anzi pulitissimi. Ma i villaggi non hanno altra soluzione che stoccare i rifiuti e bruciarli.
Raramente le bottiglie tornano in fabbrica e capita di vederle usate come bordo delle aiuole nei lodge. Però stasera un sorso di birra la bevo volentieri...
Percorso Trek
- Ringmo - Moping
Fonte
Part.
Arrivo Tempo Totale Tempo in mov.
Alt. Min.
Alt. max.
Disl. T.-
Disl t+.
KM
Wikiloc
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5h34'
2.563
3.002
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14
Vasta
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Trek
alternativo
- Ringmo - Tongnasa - valico - Chö Ling - Moping
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Graph
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