L'escursione in autobus verso Dahinkali si effettua
in genere di sabato, giorno di festa (equivale alla nostra domenica)
in cui maggiore è l'afflusso di devoti al tempio.
Nella parte meridionale della Valle di Kathmandu si
possono visitare templi e monasteri buddhisti affascinanti, ma
vederli tutti nel corso di una singola escursione di un giorno è
difficile, poiché i villaggi sono situati lungo quattro diverse
strade che si diramano verso sud dalla Kathmandu Ring Rd. C’è
anche un’utile scorciatoia sterrata che collega le strade per
Godavari e Chapagaon, e c’è un itinerario pedonale che porta a
Dakshinkali fma essendo sterrato è meglio non effettuarlo.
La strada asfaltata si inerpica a curve
verso Pharping (che
visiteremo successivamente) w poi continua per qualche chilometro in
direzione sud fino al tempio di Dakshinkali, una classica meta di
pellegrinaggio hindu. Situato alla confluenza di due fiumi sacri, in
una forra rocciosa della foresta, il tempio è dedicato a Kali,
la più sanguinaria incarnazione di Parvati. Per soddisfare la
sete di sangue della dea, i pellegrini raggiungono dal parcheggio il
tempio portando in sacrificio una schiera di polli, capre, pecore,
maiali e persino bufali, che i sacerdoti del tempio (nonché esperti
macellai) provvedono a decapitare e a trasformare in tagli di carne.
Una volta compiuto il sacrificio, i tranci finiscono nel calderone e
i pellegrini, che portano con sé tutti gli ingredienti per una
grigliata nel bosco, trascorrono il resto della giornata
banchettando all’ombra degli alberi. Il grande giorno sacrificale è
il sabato, ma il sangue scorre copioso anche il martedì,
mentre nel resto della settimana la quiete torna ad avvolgere
Dakshinkali. Durante le annuali celebrazioni di Dasain, in
ottobre, il tempio e la statua di Kali vengono letteralmente
sommersi da una marea scarlatta.
La strada che scende al tempio dalla fermata degli autobus si snoda
attraverso un bazar religioso, spesso invaso dal fumo delle
graticole.
Qui i contadini vendono i loro prodotti, che saranno utilizzati per
i festeggiamenti dopo i sacrifici, insieme a cumuli di collane di
tagete, noci di cocco e altre offerte per la dea. Solo
agli hindu è concesso entrare nel cortile del tempio dove risiede
l’immagine di Kali, ma i visitatori possono dare uno sguardo dalle
terrazze circostanti. Ricorda, tuttavia, che i sacrifici sono
riti religiosi che possiedono un profondo significato spirituale per
la gente del posto, e non un semplice pretesto per realizzare
qualche pittoresco servizio fotografico.
Dakshin Kali è tipicamente mostrata con il piede destro sul
petto di Shiva, mentre le raffigurazioni che mostrano Kali con il
piede sinistro sul petto di Shiva raffigurano l'ancora più
temibile Vamakali. Il tempio di Dakshin Kali ha anche lo
stesso valore religioso del tempio di Pashupatinath e del tempio di
Manakamana. Il tempio ha più attrazione turistica in quanto è una
popolare destinazione escursionistica situata vicino al villaggio di
Pharping in Nepal.
Contrariamente a quanto si ritiene in occidente, Kali è la madre
benevola, che protegge i suoi devoti e i suoi figli da disavventure
e disgrazie. Ci sono varie storie che spiegano l'origine del nome
Dakshinakali. Dakshina si riferisce al dono dato a un
sacerdote prima di eseguire un rituale o al proprio guru. Tali doni
sono tradizionalmente dati con la mano destra. Le due mani
destre di Dakshinakali sono solitamente raffigurate in gesti di
benedizione e donazione di doni. Un'altra versione dell'origine del
nome deriva dalla storia di Yama, signore della morte, che vive nel
sud (dakshina). Quando Yama udìo il nome di Kali, fuggì
terrorizzato, e quindi si dice che coloro che adorano Kali siano in
grado di vincere la morte stessa. La località si trova anche nella
parte sud (dakshin) della valle di Kathmandu.
Dietro il tempio principale un sentiero sale in direzione del
piccolo
Tempio di Mata,
che dalla sua posizione sulla sommità della collina offre belle
vedute della foresta. Presso il parcheggio degli autobus di
Dakshinkali ci sono diverse bancarelle dove
vi con tè e
pappadum.
Pharping, situata circa 19 km a sud di
Kathmandu, è una fiorente cittadina newari, i cui antichi siti di
pellegrinaggio buddhisti oggi sono stati in gran parte occupati da
comunità di tibetani in esilio. La città sorge sulla strada per
Dakshinkali, il che rende facile visitare entrambi i villaggi in
un’unica giornata,. Durante il tragitto oltrepasserete il laghetto
di Taudaha, che secondo la leggenda è la dimora dei naga che
un tempo vivevano nel lago di Kathmandu. Ogni anno in tutta la zona
vengono inaugurati nuovi monasteri buddhisti, alcuni dei quali
accolgono gli stranieri che desiderano dedicarsi allo studio del
dharma.
Situato circa 600 m più in basso rispetto al bivio per Pharping, in
direzione di Kathmandu, il Tempio di Shesh (o Sekh)
Narayan è un santuario di Vishnu assai venerato, circondato da
stagni e statue, nascosto dietro una parete di roccia e un
monastero tibetano.
Il tempio principale fu costruito nel XVII secolo, ma si crede che
la grotta a destra (oggi consacrata a Padmasambhava, o Guru Rinpoche)
sia stata meta di pellegrinaggio da un’epoca molto più antica. Nel
cortile si trovano statue di pregevole fattura di epoca Licchavi,
tra cui vivide rappresentazioni di Ganesh e di Hanuman. Gli stagni
circostanti brulicano di carpe koi che nuotano tra sculture
semisommerse, tra cui un’immagine di Aditya, il dio del sole,
inquadrata da un arco di pietra. Con un po’ di fortuna potreste
sentire le note della musica sacra suonata nel padiglione adiacente
ai laghetti. La carpa koi più specificamente nishikigoi
(letteralmente "carpa broccata") o carpa giapponese, è la
varietà ornamentale addomesticata della carpa comune (Cyprinus
carpio). Sono allevate per scopi decorativi in stagni
all'aperto e laghetti da giardino. I colori più comuni comprendono
il bianco, il nero, il rosso, il giallo, il blu e il color crema.
Il modo migliore per visitare i siti di Pharping è unirsi ai
pellegrini nel facile percorso rituale che procede in senso orario (parikrama
in nepalese, o ko ra in tibetano) e richiede da una a due ore.
Entrando in città dalla strada principale, imboccate la prima a
destra e proseguite su per la collina, oltrepassando la statua di
Guru Rinpoche custodita in una teca di vetro. Accanto alla statua si
trova un imponente chörten che contiene 16 ruote di preghiera di
dimensioni altrettanto notevoli
Il grande e bianco Gompa di Ralo, con un
chörten dipinto a colori vivaci, si trova lungo la collina, oltre
una serie di ristoranti tibetani.
Adiacente al Gompa di Ralo si trova un altro poderoso chörten dai
colori vivaci – entrate per vedere le centinaia di chörten e statue
di Guru Rinpoche in miniatura dentro le nicchie nel muro.
Questo santuario è sacro sia agli hindu sia ai buddhisti, che
identificano Saraswati con Tara. Vi si accede salendo una serie di
gradini a destra del Gompa di Sakya Tharig. Sul lato destro di
questa cappella sorge il Gompa di Rigzu Phodrang, che contiene un
incredibile fregio scolpito raffigurante Guru Rinpoche circondato
dalle sue terrificanti manifestazioni di Dorje Drolo (a cavallo di
una tigre) e Dorje Porba (che ha tre facce, ali simili a Garuda e
una consorte con cui si accoppia).
Salendo i gradini dal Drölma Lhakhang, oltre una fenditura nella
roccia piena di
tsha tsha
(doni votivi d’argilla a forma di stupa) e crepe riempite
con sacchettini contenenti invocazioni e capelli umani, a un certo
punto arriviamo al muro di un grande monastero bianco, all’interno
del quale si trova una piccola grotta (conosciuta anche come
Grotta di Gorakhnath). Toglietevi le scarpe e addentratevi tra
gli edifici del monastero per raggiungere la fuligginosa caverna
illuminata dalle candele di burro e da una serie di lampadine
colorate (quasi come in un musical di Broadway).
Questo sacro tempio in stile newari del XVII secolo è dedicato alla
dea tantrica Vajrayogini.
Una delle poche divinità femminili della mitologia buddhista,
Vajrayogini era un’asceta errante che raggiunse un livello di
illuminazione quasi equivalente a quello dei Buddha maschi.
Osservate i deliziosi edifici in stile Rana intorno al cortile. Al
tempio si accede da una scalinata che scende dalla Grotta di Guru
Rinpoche.
La sonnolenta cittadina di Kirtipur, situata appena 5 km a sud-ovest
di Kathmandu, trasmette un’incantevole sensazione di grandezza
perduta grazie ai suggestivi templi medievali che fanno capolino tra
il dedalo delle sue viuzze. Quando Prithvi Narayan Shah
imperversò nella valle, nel 1768, il suo obiettivo principale fu la
conquista di Kirtipur, che avrebbe trasformato in una base
d’appoggio per i suoi devastanti attacchi ai regni Malla.
La resistenza di Kirtipur fu strenua, ma alla fine, al termine di un
lungo assedio, la città capitolò. Per la tenacia con cui si erano
difesi, gli abitanti pagarono un prezzo altissimo: il re ordinò che
ai maschi della città venissero mozzati il naso e le labbra,
risparmiando coloro che sapevano suonare strumenti a fiato per il
suo svago personale.
Avvicinandovi a Kirtipur dalla Ring Rd la città vecchia si aprirà
proprio davanti a voi, in cima a una collina, alla quale potrete
salire più agevolmente seguendo la strada principale sulla destra
che s’inerpica lungo l’altura con un’ampia rampa di gradini.
Tutti i siti d’interesse turistico di Kirtipur si trovano sulla
sommità della collina che sovrasta la strada principale della città.
In un cortile che si apre lungo il lato settentrionale della piazza
principale sorge l’imponente Tempio di Bhairab, con il suo
stupefacente arsenale di tulwar (spade) e scudi appartenuti ai
soldati sconfitti da Prithvi Narayan Shah. In sintonia con
l’atmosfera militaresca del luogo, ogni martedì e sabato, di mattina
presto, presso il tempio vengono compiuti sacrifici di animali.
Cinta dalle antiche residenze della famiglia reale di Kirtipur, oggi
questa piazza è un popolare luogo d’incontro. Al centro campeggiano
una grande vasca e un tempio intonacato presidiato da statue di
leoni e grifoni
Dalla piazza centrale piegate a destra
attraversando il villaggio in direzione ovest; giunti presso un
santuario di Ganesh, troverete la scalinata in pietra che sale al
Tempio di Uma Maheshwar. Questa struttura a tre ordini è
fiancheggiata da una coppia di elefanti di pietra, sulle cui selle
sono stati aggiunti spuntoni metallici per impedire ai bambini di
salirvi a cavallo. Il tempio fu costruito nel 1673 e in origine
aveva quattro tetti, ma uno crollò nel terremoto del 1934. In questo
luogo gli abitanti di Kirtipur opposero la loro ultima resistenza
durante l’assedio del 1768.
Al bivio della strada principale, alla base della collina, imboccate
la diramazione verso sinistra che prosegue per questo tipico wat
(monastero buddhista) in stile thailandese, inaugurato nel 1995 dal
Supremo Patriarca della Thailandia.
Dalla piazza principale girate a destra e uscite dall’angolo
sud-orientale per raggiungere il Lohan Dehar, in stile shikhara e
risalente al XVI secolo.
Costruito nel 1515, questo imponente stupa svetta sulla cima della
collina e l’harmika sulla cupola è dipinta di un blu brillante.
Lo stupa principale è circondato da un giardino di chaitya e
preceduto dal simbolo di un dorje. Per raggiungere il sito, dal
Lohan Dehar girate a sinistra, poi a destra varcando una porta di
mattoni e attraversando un’ampia piazza. La svolta a destra
successiva vi condurrà a un santuario avvolto dalle radici di un
fico imponente e, di fronte a questo, troverete il vihara.
Una scuola a due passi dal cielo
Il progetto "Rarahil Memorial School" ha
avuto come obiettivo la costruzione di tre edifici: il primo ospita
una cucina per comunità, una mensa ed un convitto, il secondo ospita
tre nuovi laboratori didattico-artigianali e nel terzo è stato
allestito un dispensario medico per le esigenze della scuola e dei
poveri della zona.
La Rarahil Memorial School
Gli edifici sono stati costruiti presso la scuola
Rarahil Memorial School. Oltre alla realizzazione di una cucina
moderna che meglio garantisse la sana elaborazione e cottura dei
cibi per la mensa degli studenti, sono stati realizzati nuovi locali
per migliorare l'accoglienza degli studenti poveri che la scuola
ospita.
I laboratori artigianali realizzati offrono
alla popolazione l'opportunità di imparare un mestiere nel rispetto
della tradizione artigiana di Kirtipur, con maestri che forniscono
un supporto didattico continuo alla scuola, contribuendo così alla
tutela di conoscenze, abilità e valori.
Infine il dispensario medico è di supporto
alla salute dei minori della scuola e della zona, data la disastrata
situazione della sanità pubblica del Nepal.
I Promotori del progetto
Fausto De Stefani, noto
alpinista mantovano che ha salito tutte le 14 vette oltre gli 8000
metri, fondatore dell'associazione internazionale Mountain
Wilderness, di cui è garante internazionale, si dedica ad
attività divulgative sulle problematiche legate all'ambiente
organizzando conferenze e mostre didattiche in scuole ed università.
Elio Mutti, promotore e coordinatore dei progetti in Nepal
della Fondazione Senza Frontiere - Onlus. |