Patan Road Book
Proposto da LP, il percorso non coincide con quello
che le guide di patan propongono, Ne saprà di più chi è nato e
vive a Patan o un avvocato australiano in viaggio di piacere?.
Anni fa sul serale Venezia-Milano, accompagnai una
giovane australiana delle Peggy Gugenheim che a Verona mi esclamo
"Forse non lo sai, ma questa città è stata fondata dai Romani!".
Questo itinerario offre uno spaccato dello stile di
vita quotidiano e della struttura tradizionale delle città newari,
con i loro bahal, hiti e tun (pozzi). La prima
parte del percorso parte da Patan Dhoka (la porta occidentale
della città, vicino al parcheggio dei bus turistici, se si dorme a
Patan l'itinerario sarà ovviamente differente), termina in Durban
Square e richiede meno di due ore.
Dopo aver visitato Durbar Square e aver fatto una
sosta per il pranzo, la LP consiglia di proseguire con la seconda
parte della passeggiata, che conduce agli splendidi templi e bahal
della parte sud-occidenta-le di Patan, lungo un tragitto di 45
minuti che termina di nuovo in Durbar Square
Giornata tipo (gruppo
AnM Smilari - aprile 22) |
Partenza ore 8,30, intera mattina a Patan:
Hiranya Varna Mahavirar
Tempio d’oro (8)
Tempio Kumbeswar (11)
Mahadev Mandir
RatnaKar mahabihar(casa della kumari)
Rato Machindranath temple
Minnath temple
Okubahal (tago chuba) stupa colorato
Rudrabharna Maha Vihar (con animali colorati occidentali)
Tago Chiba
Minnath temple
Mahabuddha temple
Palazzo reale (1°,2° e 3° cortile)
Piazza Durbar
Statua Narassíma (che squarcia visceri)
Pomeriggio:
Bungamati visita frantoio
Khokhana |
Da Patan Dhoka, incamminatevi a sud-est verso un
(1) santuario di Ganesh, un incantevole edificio a due piani,
poi svoltate a destra in (2) Sulima Square, una piazza di fatiscenti
edifici di mattoni su cui si affaccia un santuario di Mahadev
(Shiva) del XVII secolo. Sul lato orientale della piazza si
trova l’ormai cadente abitazione di un famoso maestro tantrico
vissuto nel XVI secolo. Proseguiamo in direzione sud verso il
laghetto di (3) Pim Bahal Pokhari, costeggiatene la sponda in
senso antiorario e passiamo di fianco al (4) Tempio di Chandeswari,
a tre piani, risalente al 1663. Sul lato ovest sorge uno stupa
intonacato risalente a circa sei secoli fa e danneggiato dagli
invasori musulmani nel 1357. Giunti all’incrocio, prendiamo a
nord-est e oltrepassiamo una serie di belle finestre lignee e
laboratori per la lavorazione del rame fino all’ampia piazza di
Nakabhil. Sul lato meridionale della piazza sorge il (5) Lokakirti Mahavihar, un ex monastero buddhista dove oggi vengono
custodite alcune parti del carro usato in occasione della festa
di Rato Machhendranat; se ne possono vedere le guide di
scorrimento vicino al portone che si apre sulla facciata.
Nel periodo della festa, sul dabali (spiazzo)
di fronte al monastero si tengono danze in maschera. Dalla piazza,
un viottolo indicato come ‘Bhaskar Varna Ma-havihar’ si
stacca verso nord in direzione del (6) Nyakhuchowk Bahal. Il
cortile di questo bahal è disseminato di antichi chaitya
(piccoli stupa) e al centro campeggia uno stupa bianco con una
vistosa statua di Sakyamuni alta 4 metri.
Superate una serie di stupa e dirigetevi verso il
muro orientale imboccando il vialetto coperto (dove c’è scritto
‘fate attenzione alla testa’) fino a un altro cortile gremito di
chaitya, il (7) Naga Bahal. Proseguendo oltre la statua di un
(Nandi?) circondato da ruote di preghiera noterete sul muro, al di
là di una cinta di protezione, la figura di un naga (spirito
serpente) che viene ridipinta ogni cinque anni durante la festa
di Samyak
Attraverso il passaggio a est avrete accesso a
un altro cortile, nel cui angolo sud-occidentale spiccano i muri
rossi dell’Harayana Library. Proseguite in diagonale oltre la
facciata in legno scolpito di un antico monastero fino all’angolo
sud-orientale, quindi passate sotto il torana (frontone) in legno
che dà accesso al (8) Tempio d’Oro. Dopo aver visitato il
tempio, uscite a est sulla strada principale e girate a sinistra.
Poco più avanti c’è un piccolo cartello azzurro con l’indicazione
per il (9) Tempio di Manjushri. Da qui proseguite verso nord
oltre un gruppo di antichi a (10) megaliti, probabilmente i più
antichi oggetti di culto della Valle di Kathmandu, e proseguite fino
al (11) Tempio di Kumbeshwar. Da questo tempio dirigetevi a
est e imboccate la strada a destra (sud) che torna verso Durbar
Sqare, costeggiata da santuari dedicati alle diverse incarnazioni di
Vishnu, tra cui un Tempio di Krishna in stile indiano e il
(12) Tempio di Uma Maheshwar, a due piani. Visitatelo (dei due
templi è quello sul retro) per ammirare uno splendido rilievo in
pietra nera raffigurante Shiva e Parvati nella posizione chiamata
Uma Maheshwar, in cui il dio è seduto con le gambe incrociate e
la sua shakti è appoggiata a lui con movenze seducenti. Più a sud,
in Swotha Tole, si trovano il (13) Tempio di Rada Krishna,
a forma di pagoda, il (14) Tempio di Narayan, preceduto da
una statua di Garuda, e un altro (15) Tempio di Krishna
d’ispirazione indiana. Da qui, pochi altri passi vi condurranno in
Durbar Square.
|
1
santuario di Ganesh
2 Sulima Square
3 Pim Bahal Pokhari
4 Tempio di Chandeswari
5
Lokakirti Mahavihar,
6 Nyakhuchowk Bahal
7 Naga Bahal
8 Tempio d’Oro.
9 Tempio di Manjushri
11 Tempio di Kumbeshwar
12 Tempio di Uma
Maheshwar
13 Tempio di Rada Krishna
14 Tempio di Narayan
15 Tempio di Krishna
16 Tempio di Bishwakarma
17 santuari di Vishnu
18 Tempio di Ganesh
19 Tempio di Narayan
20 Tempio di Kali
21 tempio vishnuita
22 Bubahal
23 Haka Bahal |
La seconda parte della passeggiata, dirigendovi prima
a sud della piazza, poi imboccando il viottolo che conduce a ovest
verso il (16) Tempio di Bishwakarma, dalla facciata
interamente rivestita di lastre di rame lavorato a sbalzo. Il tempio
è dedicato al dio dei carpentieri e degli artigiani – una scelta
appropriata, a giudicare dai ripetuti colpi di martello che
risuonano nei laboratori del circondario. Proseguendo verso
nord-ovest, al primo incrocio, Ekhalakhu, noterete diversi
(17) santuari di Vishnu in stile nepalese, uno dei quali ospita
una statua di Garuda inginocchiato. Continuate verso Jenbahal,
su-perando i santuari di Ganesh e Shiva fino al (18) Tempio di
Ganesh, un vistoso edificio a tre piani, e da qui incamminatevi
verso ovest oltrepassando il (19) Tempio di Narayan,
costruito in pietra e in stile shikhara. All’incrocio di
Purnachandi, deviate a sud verso l’imponente (20) Tempio di
Kali, a tre piani, situato sul lato sud di una grande cisterna,
quindi proseguite verso nord oltrepassando il (21) tempio
vishnuita a forma di pagoda fino all’incrocio di Gabahal.
Svoltate a destra e cercate il piccolo cancello sulla sinistra che
conduce al (22) Bubahal, un cortile disseminato di statue
buddhiste e chaitya di fronte all’elaborato Tempio di Yasodhara
Mahavihar.
A questo punto comincia il bello! Da qui, infatti, è
possibile raggiungere l’Haka Bahal proseguendo verso est
lungo la strada principale, ma è assai più divertente arrivarci
attraverso il dedalo di cortili interconnessi. Seguite le nostre
indicazioni, lasciate una scia di popcorn dietro di voi e, nel
dubbio, girate sempre a destra. Dal cortile di Bubahal imboccate
l’ingresso situato sull’estrema destra, accanto a un chaitya di
pietra che immette in un cortile in mattoni seminascosto, con
sculture lignee riccamente ornate. Da qui proseguite attraverso
l’apertura all’angolo opposto (nord-orientale, o di mezzo) che
immette in un altro piccolo cortile, dal quale, proseguendo diritto
attraverso un passaggio buio, sbucherete in un cortile ancora
diverso. Piegate a destra ed entrate nel cortile dove campeggia una
piccola pressa da stampa e continuate verso sud attraversando prima
un piccolo cortile e quindi un cortile più ampio (il sesto!) fino a
un tempio dedicato a Vishnu. Arrivati qui potete ricollegarvi alla
strada principale diretta a sud e girare a destra per vedere l’Haka
Bahal. Posto che non vi siate irrimediabilmente smarriti (ben
fatto!), entrate nello (23) Haka Bahal, il cortile restaurato
del Ratnakar Maha Vihar, collegato al culto della Kumari (dea
vivente) di Patan. Il cartello rosso che indica la direzione della
dea vivente è uno spettaco-lo che non capita di vedere tutti i
giorni! Proseguite verso est attraverso il Mangal Bazar e
terminate la passeggiata all’estremità sud di Durbar Square, dove
potrete finalmente concedervi una meritatissima tazza di tè.
Patan
|
1 Tempio di Bhimsen..................................
C1
2
Tempio di Bidya.......................................C3
3
Tempio di Degutalle.........
........................C3
4
Fontana...................................................B3
5
Statua di Ganesh.....................................C3
6
Statua di Ganga
......................................C3
7
Statua di Garuda su una colonna..............C2
8
Statua di Hanuman.................................C3
9
Tempio di Hari Shankar..........................C3
10 Tempio di Jagannarayan.........................B2
11 Statua di Jamuna....................................C3
12 Tempio di Krishna...................................B3
13 Manga Hiti.............................................C2
14 Mani Mandap.........................................
C1
15 Mul Chowk.............................................C3
16 Palazzo
Reale.........................................C3
17 Sundari Chowk.......................................
C4
18 Campana di Taleju...................................C3
19 Tempio di Taleju Bhawani...............--........C3
20 Tempio di Taleju......................................C2
21 Tusha Hiti...............................................C3
22 Tempio di Uma Maheshwar......................A3
23 T empio di Vishnu....................................B2
24 Tempio di Vishwanath.............................
C1
|
Il Palazzo Reale di Patan, che delimita l’intero lato orientale di
Durbar Square, fu costruito nel XIV secolo, ma venne notevolmente
ampliato nel corso del XVII e del XVIII secolo per opera di
Siddhinarsingh Malla, Srinivasa Malla e Vishnu Malla. Di molto
anteriore ai palazzi di Kathmandu e di Bhaktapur, il palazzo di
Patan subì gravi danni durante la conquista della valle da parte di
Prithvi Narayan Shah nel 1768.
L’edificio fu nuovamente danneggiato dal grande terremoto del 1934
(dopo di allora furono effettuati dei restauri) ciò nonostante
questa struttura resta un capolavoro architettonico. Dietro
l’elaborata facciata, con i suoi cornicioni sporgenti, le finestre
scolpite e i delicati tramezzi lignei, si apre un sistema di cortili
comunicanti tra i quali sorgono tre templi dedicati alla dea Taleju,
la divinità più venerata della valle.
Ai lati della Porta di Bhairab che conduce al cortile
centrale – il Mul Chowk – campeggiano due leoni di pietra
circondati da variopinte pitture murali raffiguranti Shiva nella sua
feroce incarnazione di Bhairab. In suo onore, sopra la porta sono
appese corde di budello di bufalo.
Al cortile settentrionale si accede dalla Porta d’Oro (Sun Dhoka).
Realizzata nel 1734, questa porta finemente incisa e laminata in oro
è sormontata da un torana (frontone) d’oro che raffigura Shiva,
Parvati, Ganesh e Kumar (un’incarnazione di Skanda, il dio della
guerra). Direttamente sopra la porta si apre una finestra con un
rivestimento in foglia d’oro tutt’intorno alla cornice in legno; da
qui, un tempo, il re era solito mostrarsi ai sudditi. Oggi la porta
è l’ingresso del Museo di Patan.
Museo di Patan
www.patanmuseum.gov,np L’ala
del palazzo intorno al Keshav Narayan Chowk, un tempo
residenza dei re Malla, ospita oggi una delle più prestigiose
collezioni d’arte sacra di tutta l’Asia. Realizzato grazie al
contributo del governo austriaco, il museo è un tesoro nazionale che
offre una panoramica d’ineguagliabile spessore sull’arte, il
simbolismo e l’architettura della valle.
La collezione è esposta in una serie di sale con mattoni e travi a
vista, collegate da ripide e anguste scalinate. Centinaia sono gli
oggetti in mostra, tra cui statue, incisioni e oggetti votivi,
ciascuno accompagnato da una targhetta informativa che consente ai
visitatori di assegnare un nome alle numerose divinità raffigurate
nei templi di tutta la valle.
La mostra comprende un’interessante sezione dedicata ai metodi per
la creazione di questi splendidi oggetti, come lo sbalzo e la
tecnica scultorea della fusione a cera persa. La galleria H, nella
parte posteriore del complesso, vicino al caffè, ospita una
suggestiva mostra fotografica che ritrae Patan nel periodo tra il
XIX e il XX secolo.
Vi servirà almeno un’ora (preferibilmente due) per rendere
pienamente giustizia al valore culturale di questo museo, dove vi
consigliamo di concedervi una pausa nell’ottimo Museum Café prima di
tuffarvi nuovamente tra le sale. Presso il negozio interno sono in
vendita riproduzioni di alcune opere in mostra.
Per una veloce anteprima dei principali capolavori del museo e della
storia del suo rinnovamento, visitate il sito
www.asianart.com/patan-museum. All’interno delle sale è
vietato scattare fotografie.
A sud del Museo di Patan, un cancello dà accesso al maestoso Mul
Chowk, il più grande e più antico dei tre principali chowk (cortili)
del palazzo. Gli edifici originari furono distrutti da un incendio
nel 1662 e ricostruiti appena tre anni più tardi da Srinivasa Malla.
Se vi capita di trovare la porta aperta, entrate a vedere le
finestre e i balconi finemente scolpiti e i tre templi dedicati a
Taleju, la divinità protettrice dei sovrani Malla.
Appena varcata la Porta di Bhairab, la prima cosa che noterete sarà
il Tempio di Bidya, un piccolo edificio dorato situato al centro
della piazza accanto al quale si può notare il palo di legno
utilizzato per legare gli animali destinati ai sacrifici. A sud si
trova il Tempio di Taleju Bhawani, fiancheggiato da statue delle dee
fluviali Ganga, a cavallo di una tartaruga, e Jamuna, sopra un
makara.
L’angolo nord-orientale della piazza è delimitato dall’alto Tempio
di Degutalle, sormontato da una torre ottagonale a tre tetti.
Immediatamente a nord sorge il Tempio di Taleju, un edificio più
grande a tre tetti che si affaccia su Durbar Sq. Ripetutamente
distrutto e altrettante volte ricostruito, attualmente è in fase di
restauro. La ricostruzione più recente risale al periodo
immediatamente successivo al terremoto del 1934. L’accesso a tutti e
tre i templi è riservato esclusivamente agli hindu anche se, di
fatto, raramente qualcuno lo trova aperto.
Sundari Chowk
A sud del Mul Chowk si apre il più piccolo Sundari Chowk, disposto
intorno a una fontana infossata superbamente scolpita,
chiamata Tusha Hiti. Purtroppo, il cortile è chiuso al
pubblico, ma avvicinandovi alla porta potrete scorgere la finestra
in metallo dorato che ne sormonta l’ingresso, fiancheggiato da due
ulteriori finestre in avorio intagliato. Poco distanti campeggiano
tre magnifiche statue di Hanuman (appena riconoscibile sotto gli
strati di vernice arancione), Ganesh e Vishnu nella sua incarnazione
di Narsingha, la divinità metà uomo e metà leone, qui raffigurata
nell’atto di strappare le viscere a un demone.
A
Nord di Durbar Square
I siti elencati di seguito si trovano a nord di Durbar Sq e si
possono visitare seguendo l’itinerario a piedi descritto sopra.
Tempio d’Oro (Kwa Bahal) (Hiranya Varna Mahavihara)
Situato immediatamente a nord di Durbar Square, questo straordinario
tempio buddhista fu probabilmente fondato nel XII secolo, ma occupa
la posizione attuale solo dal 1409. Vi si può accedere da due
diversi ingressi: lo stretto portale in pietra sontuosamente ornato
sul lato est e quello in legno sul lato ovest, all’interno di un
bahal comunicante sul lato nord di Nakabhil.
Entrando da est, osservate gli sgargianti leoni e la firma di
Krishnabir (1886), il maestro scultore che lavorò il bel portale
decorandolo con fregi ispirati alle divinità buddhiste. Questo
secondo portale conduce al cortile principale del Tempio d’Oro, così
chiamato per via delle lastre dorate che ne ricoprono gran parte
della facciata. È bene ricordare che prima di accedere al cortile
interno occorre togliersi le scarpe e tutti gli accessori di cuoio.
Le tartarughe che gironzolano per il cortile sono considerate le
guardiane del tempio. Il sacerdote più importante, invece, è un
fanciullo non ancora dodicenne che officia per 30 giorni prima di
cedere l’incarico a un altro coetaneo.
Il tempio esemplifica magnificamente lo stile architettonico tipico
di questi complessi. Due statue di elefanti ne presidiano il portone
e la facciata è ricoperta da una miriade di sfolgoranti figure
buddhiste. All’interno del santuario principale campeggia una bella
statua di Sakyamuni (non è consentito scattare fotografie). A
sinistra del cortile si trova una statua della Tara Verde, mentre
l’angolo destro è occupato da una statua del Bodhisattva
Vajrasattva, raffigurato con indosso un cappuccio d’oro e
argento. Il piccolo santuario di fronte al tempio principale
contiene un chaitya (piccolo stupa) ‘sorto da sé’ (swayambhu).
Ai quattro angoli del cortile sono poste statue dei quattro
Lokeshvara (incarnazioni di Avalokiteshvara) e di quattro scimmie
che porgono in dono della frutta. Una scalinata sale a una cappella
posta al piano superiore dedicata a un candido Avalokiteshvara a
otto braccia, decorata con affreschi in stile tibetano tra cui è
raffigurata una ruota della vita. Infine, uscendo dal tempio, alzate
lo sguardo al mandala Kalachakra lavorato a sbalzo sul soffitto.
Dal Tempio d’Oro vale la pena di piegare a sud in direzione di
Durbar Sq per vedere il piccolo Tempio di Uma Maheshwar, a
due piani, e lo splendido Tempio di Gauri Shankar di pietra
in stile indiano shikhara. Dall’altra parte della strada, in un
piccolo cortile, sorge il Maru Mandapa Mahavihar .
Immediatamente a nord di Durbar Square sorge il vistoso Tempio di Kumbeshwar, uno dei tre templi a cinque piani della valle. Questo
alto ed esile mandir presenta ornamenti in legno intagliato di
particolare valenza artistica e, elevandosi sopra le case
circostanti, pare sfidare la forza di gravità.
Una grande statua di Nandi e il lingam posto al centro indicano che
il santuario è consacrato a Shiva. Alla base del tempio ci sono due
laghetti la cui acqua si dice provenga direttamente dal lago sacro
di Gosainkund, raggiungibile con un trekking di una settimana a nord
della valle. Secondo la credenza, immergersi nelle acque
del Tempio di Kumbeshwar è altrettanto meritorio quanto affrontare
l’impegnativa scarpinata fino
a Gosainkund
(vedi trekking 2019).
La piazza circostante è punteggiata di templi dedicati a Bhairab e a
Baglamukhi (Parvati). Le donne del posto si riuniscono alla fontana
chiamata Konti Hiti per socializzare, fare il bucato e riempire
d’acqua le loro brocche. Lungo un viottolo a nord del tempio si
trova la Kumbeshwar Technical School.
Da qui si può effettuare una deviazione verso nord fino allo stupa
settentrionale, uno dei quattro santuari che segnano i confini
dell’antica città di Patan.
Per raggiungere il Tempio di Mahabouddha
incamminatevi a sud-est di Durbar Sq lungo Hakha Tole,
oltrepassando una serie di piccoli templi dedicati a Vishnu e a
Shiva. Una volta giunti a Sundhara Tole, con il suo tempio e
la hiti (fontana) infossata con le tre cannelle in ottone, girate a
destra e cercate il piccolo portale che immette al tempio.
Appena varcato l’ingresso, il tempio vi apparirà
all’improvviso, costretto all’interno di un piccolissimo cortile, al
pari di una pianta che cerca di allungarsi verso la luce. Costruito
in stile indiano shikhara, il santuario deve il proprio nome alle
centinaia di piastrelle di terracotta che lo rivestono, ciascuna
recante un’immagine del Buddha. L’edificio è vagamente ispirato a
quello di Mahabouddha a Bodhgaya, la località dell’India dove
il Buddha raggiunse il risveglio.
La struttura risale al 1585, ma fu totalmente
ricostruita dopo il disastroso terremoto del 1934. Purtroppo, in
mancanza di un progetto al quale attenersi si finì per realizzare un
edificio per molti aspetti diverso dall’originale; i mattoni e le
piastrelle avanzati furono talmente tanti da consentire,
successivamente, la costruzione di un piccolo santuario dedicato a
Maya Devi, la madre di Siddharta, il Buddha, in un angolo del
cortile!
Le viuzze circostanti sono gremite di negozi che
vendono statuette metalliche di ottima fattura realizzate nello
stile di Patan e raffiguranti divinità hindu e buddhiste; molti di
questi negozi espongono il loro assortimento anche all’esterno,
nella piazza intorno al tempio. Salendo alla terrazza sul tetto del
negozio posto sul retro del cortile si può ammirare una bella veduta
del tempio, senza dover necessariamente acquistare qualcosa.
Uku
Bahal - Rudra Varna Mahavihar
Situato a sud del Tempio di Mahaboud-dha, questo antico monastero buddhista è uno dei più famosi
di Patan. Il cortile principale è ingombro di statue e oggetti
metallici: dorje (simboli del fulmine), campane, pavoni, elefanti,
Garuda, capre impennate, fedeli inginocchiati, una statua
raffigurante un generale Rana e una coppia di leoni in stile
vittoriano (alquanto incoerente) che paiono essere stati catapultati
qui direttamente da Trafalgar Sq.
Il monastero è in funzione da secoli e le travi lignee del tetto
sono tra le più antiche della valle, tuttavia gran parte della
struttura attuale risale al XIX secolo. Alle spalle del complesso
sorge uno stupa nello stile di Swayambhunath al quale si accede da
una porta laterale.
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L'attuale Kumari di Patan si appresta ad uscire in
occasione del Panjra Astami (5 agosto 2022). Credit: Suprince Shakya.
La Kumari viene portata in braccio o in portantina perché i uoi
piedi non devono toccare terra. |
Chanira Bajracharya, 27 anni, precednte
kumari, adorata in Nepal come l'incarnazione di una dea
hindu ritratta nella sua abitazione.
Credit: Uma Bista New York Times 22 luglio 2022 |
A sinistra: l
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