sei in
|
|||||||
mercoledì |
0 |
|
219 |
Campo nella terra di nessuno Sveglia ad un'ora decente. Dobbiamo essere in frontiera per le 9.00. peccato che nessuno ci abbia detto del cambio di fuso e così arriveremo in frontiera con un'ora di ritardo. Colazione. Bruciati i rifiuti. Su indicazione di Abu scaviamo una buca profonda circa un metro e nascondiamo tutti gli alcolici dei due gruppi. Ricopriamo e poi passiamo sopra con le ruote per nascondere le tracce dello scavo. Partenza |
|||
5 |
5 |
224 |
Tin Beit Avanposto libico |
||||
8 |
13 |
232 |
Posto di frontiera libico di Essaiene (Issaiene, Esseyen). Compilazione carta di entrata. Compilazione dichiarazione di valuta. Il posto di frontiera è in agitazione poiché da oggi la Libya apre le sue frontiere a tutti i cittadini del Maghreb. Vi sono una paio di striscioni di benvenuto ed un palchetto (coperto) per le autorità. La cerimonia non so quando averrà ma è probabile che le autorità siano tutte all'aeroporto per il primo volo Ghat - Djanet e vv. Arriva Mansur e partiamo. Consulto un volumone dove vengono annotati gli stranieri in transito. prima di noi sono passati solo il proprietario di Kel12 con due amici. Con un po' di orgoglio possiamo affermare di essere il primo gruppo internazionale a passare questa frontiera! Dalla frontiera inizia una bella e comoda strada asfaltata che conduce a Ghat e poi su fino a Tripoli. Passiamo due frazioni (T??? ed El Barka) |
||||
24 |
37 |
256 |
Arriviamo a Ghat ed andiamo alla polizia che è ospitata in un bell'edificio dall'apparenza di forte., ma il color sabbia può ingannare in quanto è il colore usuale sia qui come Tam. Delle pratiche si occupano Mansur ed il poliziotto. Credo che Mansur lasci qui la fiche verde rilasciata dall'Ambasciata libica A Roma. (Per le pratiche di visto nei viaggi successivi vedi la pagina relativa). Con le 4x4 andiamo alla cittadella della Ghat vecchia, che sembra abbandonata. Rifiuti sono buttati qua e là, spiegazione «Ci abitano gli stranieri (leggi: negri)». Caldo insopportabile data l'ora. Acquisti al mercato della frutta: arance, cetrioli. Al gruppo si aggiunge l'agente politico che mai, in tutto il viaggio, si dichiarerà tale, ma dirà di lavorare per l'Agenzia Libica. Non si intrometterà mai nei nostri discorsi e colloquierà con noi in lingua inglese. Chiedo ad Abu di richiamare Amin affinché rimanga in colonna e non ci faccia più perdere tempo. Adesso siamo in ritardo di un giorno sul programma. Ripartiamo verso sud sulla stessa strada asfaltata. Ci fermiamo alla frazione di El Barka per fare il pieno d'acqua. |
||||
24 |
61 |
280 |
Essaiene (Issaiene, Esseyen) Ripassiamo dal posto di confine ma non vi sono formalità. Di nuovo su strada bianca. |
||||
8 | 69 | 288 | Ritorniamo quindi a Tin Beit (Tin Beibe) | ||||
12 | 81 | 300 |
All'altezza di Anou Aerard troviamo il bivio per Tin Alkoum da cui siamo arrivati ieri. La pista continua in territorio libico ma parallela di pochi metri a dei cippi che potrebbero essere quelli di confine. Ho incontrato due anni fa dei cippi simili attraversando la frontiera proibita a sud di Tam. Breve sosta per dissotterrare il wiskey sepolto stamane. |
||||
6 | 87 | 306 | La pista corre parallela di alcuni chilometri alla bastionata dell'Akacus che volta lentamente verso sud est. fra noi e la falesia vi sono delle dune. Una delle guglie di queste falesie è l'Anou Ayadhar (1480 m), la vetta più elevata d'Akacus. | ||||
18 |
105 |
324 |
Costeggiamo l'Erg Takhakhour. NB vi sono due piste che corrono a nord ed a sud dell'erg, così come è possibile addentrarsi nel percorso più settentrionale nella valle di Tin Raraba. Sostiamo per fotografare le dune che stanno assumendo un colore rossastro. Per alcuni di noi è il primo vero contatto con una duna di sabbia. Entusiasmo. Abu prega, sarà l'unico a farlo regolarmente per tutto il viaggio fermandosi ad ogni ora canonica. Le ore della preghiera variano di giorno in giorno. Ad Algeri abbiamo visto sul giornale che venivano riportate le ore della preghiera ed ora, passato il solstizio d'inverno, la prima preghiera inizia da essere anticipata di giorno in giorno. Nino, ora chiamato Tabib Kabir, il grande medico, prega con lui e noi lo fotografiamo. Nino ha avuto contatti di lavoro con il mondo arabo (o ha fatto lo skipper a porto Sudan?) e conosce bene l'Islam. (Per alcune informazioni sull'Islam clicca qui) Pieghiamo verso nord ovest e ci addentriamo in una valle che si restringe a canyon e si inoltra fra i monti. |
||||
36 |
141 |
360 |
La pista s'incunea nei corridoi interdunari e giunge alla spaccatura del Oued Atunek (nel 1997 vi abbiamo trovato un altro posto di polizia che ora mi risulta non esservi più). | ||||
12 | 153 | 372 |
in dolce salita e correndo a manetta sulla sabbia raggiungiamo il passo o colle di Takhakhour. paesaggio maestoso di montagne con grandi bastionate rocciose e sabbia. Scivoliamo giù dal passo e ci affacciamo su spazi sabbiosi (qualche acacia) incastonati fra le bastionate. Viaggiando in senso contrario il colle, con i suoi 250 metri di dislivello e la pendenza notevole, è impegnativo. |
||||
34 |
187 |
406 |
Siamo nel Uadi Afaar. Montiamo il campo. |
||||
|
|
|
|
||||
|