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venerdì |
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Campo Sveglia ad un'ora decente. Aspettiamo il figlio di Shebani che ci accompagnerà a visitare alcuni grafiti scoperti da poco. Ci spostiamo a piedi od in Toyota di mezzo chilometro a nord del campo e seguendo una frattura nella parete, su facile ma sconnesso pietrame, saliamo alla prima terrazza sovrastata a sua volta da un'altra parete. Il terreno della terrazza è piatto e ciottoloso tipo hannada. Percorriamo il terrazzo per un paio di chilometri ed ecco una stazione rupestre con una pietra su cui affilare selci e numerosi pestelli. Siamo nella stazione che Shebani chiama In Arai. Tornati al campo si smontano le tende ancora in piedi, si carica e si parte. |
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Secondo i cartografi usciamo da Tehuinat ed entriamo in un canyon parallelo dove visitiamo le stazioni di Tin Anneuin. Forse l'elemento più notevole sono la coppia di lottatori all'interno di un gruppo di figure, più recenti rispetto ad altri gruppi. Elegantissimo il profilo con i corpi dei contendenti ben modellati. La figura a sinistra regge un lungo bastonecon manico ricurvo, appoggiato ad un oggetto che pende dalla schiena. L'individuo a destra dembra indossare una cortissima tunica e regge un arco. Le teste non sono visibili mentre appaiono soltanto i due lunghi colli. |
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Stazione di Ti-n-Ashig. |
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Stazione di In-Eidi. Percorriamo il canyon fino in fondo fino a quando sembra che si chiuda, ma poi torniamo indietro sulla stessa pista, ne usciamo e imbocchiamo un altro canyon, sulla nostra destra ma non è una indicazione, alla fine della quale troviamo altri siti archeologici. |
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Visitiamo Aniger. Visitiamo Ti-n-Lanlal. Poi usciamo anche da questo canyon ritornando indietro e ci infiliamo in un altro in direzione nord. |
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Stazione di Uan Harad (?) non riportata da Mori. Con grande soddisfazione del gruppo B termina anche la visita ai siti dell'Acacus. Riprendiamo il largo canyon da cui siamo entrati. riportiamo la guida alla sua casa (si fa per dire) cioè all' accampamento dell'Amrar Hamdani Khali e raggiungiamo il pozzo di Inn Hannia. Facciamo acqua e poi via verso sud-est-nord-ovest. Ormai siamo in balia di quattro disperati cartografi che discutono, litigano, si strappano carte di mano, corrompono autisti per far loro affermare che siamo in tutto altro posto. Una vera «Accademia della carta topografica. |
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Finalmente facciamo campo (in realtà i 24 chilometri sono dall'ultima stazione di Uan Harad) Giornata di sole. Compagnia sempre più piacevole. Turni di cucina invariati. la solita persona promette che domani aiuterà in cucina. |
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