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Dal campo ritorniamo a sud di un chilometro portandoci sulla pista petrolifera e la seguiamo in direzione est verso Mourzouk. Amin ha ancora un fondo di wiskey in una bottiglia. Lo terrorizziamo con la prospettiva di perquisizioni della polizia ed in un fiato terminiamo la bottiglia. |
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Posto di controllo polizia libica con radio e rifornimento d'acqua. pr gli autisti siamo in localitą Es Betat (ovviamente non segnalato sulle carte), ma per i nostri cartografi non lo č... |
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Ci immettiamo sulla strada che unisce Germa alla stazione sperimentale di Berjuj (la visiterņ nel 2002).
La seguiamo in direzione nord. La pista diviene asfaltata. Attraversiamo un passo, ci confondiamo con quello pił ad est e crediamo che sia il passo di Bab el Macnusa. Arriviamo in vista dell'oasi di Djerma (Germa dei Garamanti). Sosta pranzo fuori dal villaggio mentre Mansur va a cercare di ottenere il permesso per fotografare a Germa. Ouarzagan ed il poliziotto partono verso Oubari con i passaporti per ottenere un altro visto. Sembra che il primo visto ottenuto a Ghat sia solo un visto di ingresso, ma non il visto di soggiorno che prevede una registrazione per la quale occorre pagare un altra tassa di 5 piastre a testa (15 dollari al cambio 1990). Ai lati della strada (che č in lieve discesa) ci vengono mostrate alcune rovine indicate come tombe garamantiche. Un cartello ne segnala una indicandola come tomba reale. Desolazione. |
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Ci immettiamo sulla strada asfaltata che dalla costa arriva ad Essaiene (Ghat)!. Alla nostra sinistra si va verso Ubari (34 km), Serdeles e Ghat. A destra la strada va Sheba (136 km). Nella calura del meriggio arriviamo all'ingresso delle rovine dell'antica Djerma dei Garamanti. L'edifico romano ed il teatro (minuscolo) sotto le rovine della cittą berbera abbandonata. Vi sono i resti della piccola decouville con i carelli. Vietato fotografare. Il custode parla italiano. Suo padre č stato impiccato dagli Italiani durante le operazioni di polizia degli anni 30 durante la riconquista del Fezzan guidata da Graziani, ma affrma di non portare rancore (vedi scheda Italiani in Libia). Torniamo sulla strada afaltata Sheba-Ghat e procediamo verso ovest in direzione Ubari. Un paio di chilometri ed a sinistra, su una strada bianca, raggiungiamo in un paio di chilometri la cosģ detta Tomba di Cecilia Plautilla o meglio la Tomba dei Mercatores. Le informazioni le troviamo sulla guida CTI "Sicilia e territori metropolitani". Riprendiamo la strada asfaltata con la nostra sinistra la bastionata del Messak Settafet. di fatto la bastionata ovest del Messak Mellet nella sua parte settentrionale curva verso est e prosegue nella falesia del Messak Settafet che ora ci sovrasta a sinistra (sud). Mi addormento rapidamente prima di Ubari. |
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Sosta forzata ad Ubari per riprendere i passaporti. ora abbiamo tutti i crismi per ... uscire dalla Libia. L'agente politico č felice. Mansur corre avanti verso Ghat (dalla moglie). L'Ubari del 1990 č una cittą polverosa. grandi spianate di terra ai lati della strada asfaltata. Ricordo edifici anche a tre-quattro piani. Negozi con poco assortimento ( e si che non era ancora iniziato l'embargo verso la Libia). Piero va dal barbiere. Ad un distributore mi chiedono di vendere wiskey. pagano 30 US$ per un ballatine. Nego di avere con me wiskey. Abu si avvicina e sostiene che posso fidarmi, non sono poliziotti e posso fidarmi. Il wiskey lo teniamo per stasera. |
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Noi ci attendiamo nella brousse fra la statale e la falesia, attendendo il capodanno che festeggiamo alle nove (ora di Teheran). Ottimi tortellini con panna e funghi. Brindisi all'anno che va e progetti per il futuro con un orecchio teso alla BBC ed alle ultime notizie. Buona fine... |
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