Khamarin Khiid - Sajnšand

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Provincie e aree della Mongolia

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Sajnšand (in lingua mongola Сайншанд) è capoluogo dell'ajmag (provincia) del Dornogov’ e il centro amministrativo del sum omonimo, che ha un'area di 2.342,80 km². È situata nelle steppe del deserto del Gobi, ad un'altitudine di 961 m s.l.m. Aveva, al censimento del 2010, una popolazione di 28.712 abitanti. La città si trova sulla linea ferroviaria Transmongolica.

Voce Wikipedia (lingua inglese) 44.892859, 110.136664 - 44° 53' 34.2924" 110° 8' 11.9898"

 

Climate data for Sainshand

Month

Jan

Feb

Mar

Apr

May

Jun

Jul

Aug

Sep

Oct

Nov

Dec

Year

Record high °C (°F)

1.1
(34)

13.1
(55.6)

21.6
(70.9)

29.4
(84.9)

36.7
(98.1)

40.0
(104)

39.5
(103.1)

38.4
(101.1)

32.6
(90.7)

26.6
(79.9)

14.3
(57.7)

6.2
(43.2)

40
(104)

Average high °C (°F)

−11.8
(10.8)

−6.7
(19.9)

3.0
(37.4)

14.1
(57.4)

22.5
(72.5)

27.5
(81.5)

29.4
(84.9)

27.5
(81.5)

20.8
(69.4)

12.0
(53.6)

−0.6
(30.9)

−9.8
(14.4)

10.66
(51.18)

Daily mean °C (°F)

−18.1
(−0.6)

−13.7
(7.3)

−4.2
(24.4)

5.9
(42.6)

14.5
(58.1)

20.4
(68.7)

22.7
(72.9)

20.9
(69.6)

13.6
(56.5)

4.4
(39.9)

−7.0
(19.4)

−15.6
(3.9)

3.65
(38.56)

Average low °C (°F)

−22.8
(−9)

−19.5
(−3.1)

−10.9
(12.4)

−1.1
(30)

7.2
(45)

13.6
(56.5)

16.8
(62.2)

15.0
(59)

7.5
(45.5)

−1.4
(29.5)

−12.3
(9.9)

−20.4
(−4.7)

−2.36
(27.77)

Record low °C (°F)

−35
(−31)

−35.8
(−32.4)

−27.1
(−16.8)

−22.6
(−8.7)

−10.2
(13.6)

3.2
(37.8)

7.2
(45)

5.6
(42.1)

−4.4
(24.1)

−17.1
(1.2)

−28
(−18)

−34.3
(−29.7)

−35.8
(−32.4)

Average precipitation mm (inches)

0.5
(0.02)

1.1
(0.043)

1.5
(0.059)

3.1
(0.122)

8.1
(0.319)

16.1
(0.634)

31.0
(1.22)

30.9
(1.217)

10.9
(0.429)

4.6
(0.181)

2.1
(0.083)

1.4
(0.055)

111.3
(4.382)

Avg. precipitation days (≥ 1.0 mm)

0.1

0.3

0.4

0.7

1.6

2.8

5.4

4.4

1.8

1.0

0.6

0.4

19.5

Source: NOAA (1961-1990) [3]

 

Shambala

WijiTravel (lingua inglese)

Museo di Danzan Ravjaa

Fondato nel 1991 in onore del quinto Goviin Dogshin Noyon Khutagt ("Terrible Nobile Santo del Gobi"), uno degli intellettuali più grandi e più insoliti della storia mongola.Conserva originali opere d'arte e manoscritti letterarid i Danzanravjaa , insieme con i suoi libri, articoli religiosi, costumi teatrali, oggetti personali e oggetti simili che illustrano la sua vita e di lavoro. Ingresso T1000

Sito ufficiale

 

Monastero Khamar (Khamariin Khiid) N 44°36,038' E 110°16,650'

(45 km a sud della città). Il Monastero Khamar è stata fondata nel 1820 dal famoso educatore mongolo 19° secolo e figura letteraria Danzanravjaa. Il monastero fu un importante centro del buddista cd setta rossa, e sede del Gobiin Dogshin Noyon Khutagt ("Terrible Nobile Santo del Gobi").

 

Nord Shambala

(Vicino Khamariin Khiid) Vicino Monastero Khamar c'è Shambala, centro energetico del mondo. Danzanravjaa il 5° Terribile Nobile Santo del Gobi lasciò l'incarico a tutti i suoi discepoli di riunirsi in mezzo alle colline colorate circostanti per fare disegno in proporzione della terra di Shambala. Essi uno stupa in legno, una porta e un mucchio di pietre. In questo luogo, Sua Santità prego per ri-incontrare il tutti i discepoli della Sacra Terra di Shambala. Ecco perché questo posto è conosciuto come Shambala e divenne uno dei luoghi più sacri per la prostrazione e circumambulazione.

 

Khan Bayanzurkh - Khar Uul (montagna nera)

La più famosa montagna del Gobi. La gente del posto la chiama "desiderio appagante di montagna". Se avete tempo a disposizione, i locali consigliano l'escursione di due a tre ore fuori a Khar Uul (Black Mountains), a sud-ovest della città. Prendete con voi acqua - questo è il Gobi, dopo tutto.


 

Dal diario di Rosalba Sineoni

 

Giungiamo in stazione con largo anticipo, ossia alle 8.30. Il treno parte alle 9.35. Dodo ci consegna i biglietti del treno in prima classe. Si tratta del treno numero 286. Il Biglietto è nominativo su cui viene indicata la carrozza e il numero di posto. Le sale d'aspetto all'interno dell'edificio hanno l'aria viziata e quindi la maggior parte di noi preferisce attendere all'esterno. L'edificio della Stazione è bello e particolarmente pulito. Non è molto affollato perché probabilmente è domenica. Il treno giunge con mezzora di anticipo. Prima di salire mostriamo il biglietto all'addetto delle ferrovie (una donna). Sarà la donna che sulla carrozza provvederà a servire i caffè, ramazzare i pavimenti (sì, avete capito bene, circa ogni 3 ore i pavimenti vengono puliti), ad aprire su richiesta la porta del bagno, a segnalare al capotreno l'ok per la partenza. Il nostro vagone, di prima classe, è suddiviso in scompartimenti. Ogni scompartimento consta di 4 posti numerati  che possono essere trasformati in 4 cuccette. Il treno è vecchio (presumo anni '60) ma è confortevole. Il treno fa fermate sempre meno frequenti mano a mano che ci si avvicina a Sainshand. Le stazioni sono di muratura e piuttosto semplici. La velocità non è elevata ed è per questo che il treno impiega ben 10.30 per raggiungere Sainshand; l'andatura è comunque piacevole. Il paesaggio è piuttosto monotono. Per la maggior parte del tragitto la ferrovia costeggia la strada asfaltata che porta a Pechino su cui viaggiano pochissime auto. La steppa è come sempre infinita ma priva di gher e animali. Il paesaggio si fa desertico in prossimità di Sainshand. Giungiamo a destinazione con 5 minuti di anticipo, ossia alle 20.00. Fuori dal finestrino c'è un tramonto spettacolare. Troviamo subito l'autista del pulmino che ci porterà al Camp. Forse proprio per il tramonto  l'atmosfera che viviamo è fantastica. Sainshand è particolarmente ben tenuta e le case sono tutte di cemento e ordinate. Non ci sono le recinzioni di legno come al nord. Raggiungiamo il Camp in 30 minuti. Ceniamo alle 21.00.

 

Dal diario di Andrea Carbone

 

...Come prima cosa visitiamo il Monastero Khamarin Khiid ed il grande stupa poco distante di recente costruzione e visibile anche all’interno. Poi ci spostiamo nella zona delle due grandi mammelle, simbolo di fertilità, che vengono continuamente irrorate di latte dai fedeli, questa ripetuta pratica fa sì che siano completamente ricoperte da una patina bianca ed anche che emanino un odore acido un po’ sgradevole.

Ci spostiamo poi lungo il percorso spirituale–energetico vero e proprio, lasciamo il pulmino (con l’autista che vorrebbe ancora accompagnarci ad ogni tappa, no grazie, è breve e ci interessa farlo per conto nostro) e lo percorriamo quindi nel modo tradizionalmente corretto, a piedi. Il “sentiero” è segnalato da tanti piccoli stupa bianchi e si incontra subito una sorta di gazebo rialzato con una grande campana, dove ognuno fa vibrare i rintocchi rituali. Si prosegue poi verso l’entrata dell’area sacra, Shambala, superando un chiosco biglietteria.

Scriviamo un pensiero positivo ed uno negativo, ciascuno su un diverso biglietto ed entriamo nell’area rettangolare contornata da stupa bianchi, effettivamente ricorda molto il complesso di Erdene Zuu, in formato ridotto. C’è un braciere apposito dove si brucia in silenzio il foglietto col pensiero negativo. Subito dopo vi sono tre aiuole rotonde per ricordare il passato, il presente ed il futuro, vi giriamo intorno, uno alla volta offrendo la vodka che ci eravamo già procurati e meditando sui pensieri positivi.

Più avanti due aree ricoperte di ghiaia rossa sono i luoghi a più forte carica energetica, ci si cammina sopra scalzi e ci si sdraia a braccia e gambe allargate, per assorbire quelle forti e positive energie. Infine si sale al punto dove c’è un ovoo tondeggiante dal quale si ammira tutta l’area.

Usciti da lì proseguiamo col pulmino verso le grotte della meditazione, una falesia rocciosa con piccole grotte che contengono statue buddiste ed offerte votive. Poi passiamo in una zona, sempre semidesertica, siamo tornati alla latitudine del deserto del Gobi, ricca di reperti fossili tra i quali si notano ossa di dinosauro e tronchi d’albero fossili. Si trovano lì, a lato della pista, incredibilmente senza alcuna protezione in balia di qualunque irresponsabile cacciatore di souvenir.

Ci spostiamo adesso con ora scarsa di pulmino, nella seconda importantissima area, di questa giornata di percorso energetico spirituale, che va scelto e fatto, solo se le persone sono interessate, o almeno rispettose, relativamente ad una esperienza di questo tipo. Arriviamo alla montagna sacra di Bayanzhurk, che svetta sul territorio circostante. Pranzo al sacco con le cose già acquistate la mattina in città in uno dei chioschetti alla base della montagna. Poi si sale per 15 minuti lungo una scalinata sino ai piccoli edifici dietro ai quali c’è il braciere ove bruciare il foglietto col pensiero positivo, conservato sinora. Altra salita di 15 minuti, con un bel panorama e con un senso di serenità e liberazione, verso la cima. Le donne dovranno fermarsi un pochino prima dell’ovoo più alto.
Ci fermiamo a lungo sulla montagna perché il luogo piace a tutti ed il clima è davvero straordinario.

...

Andrea Carbone - 12 agosto 2014

marco vasta © 2015

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lento pede ambulabis

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