Gli abitanti delle valli attorno a Skardu sonoi Baltì, un gruppo etnico e linguistico estremamente interessante, che è forse una delle popolazioni himalayane più conosciute dopo gli Sherpa in quanto i Baltì sono stati protagononisti di affascinanti spedizioni nel Karakorum. Per l'antropologo i Baltì sono di grande interesse perché, vivendo ai confini fra mondo tibetano e mondo indoariano, hanno assunto caratteristiche ed elementi culturali da entrambe queste civiltà. Antropologicamente parlando i Baltì sono di origine indoerupea, come i Dardi o gli Hunzakut, mentre nelle valli verso il Ladakh, qualche individuo ha tratti mongolidi. Il linguaggio era un tempo lo shina, appartenente all'area indoeuropea, ma dopo che il Baltistan cadde sotto l'influenza tibetana nell'11<198> secolo, divenendo il piccolo Tibet o Tibet degli albicocchi, lingua, costumi e religione subirono largamente l'influsso tibetano e buddista. Con il ritorno all'Islam nel 16<198> secolo la cultura buddista venne cancellata ma la lingua rimase ed anche oggi i Baltì parlano una lingua che è una forma di tibetano arcaico.
I Baltì sono sempre stati una popolazione molto povera, ancor più povera degli Hunzakut che, almeno, vivevano alle spalle delle carovane. Il chapati è stato spesso l'unico alimento, frugale e monotono, condito o fritto nel burro o spezzettato nel tea salato, altri alimenti sono brodo, latte cagliato, verdure prodotte localmente come patate (una cultura iniziata nel secolo scorso), rape, piselli.
Il vestito è semplice: ampi pantaloni, casacca lunga, un'immancabile coperta di lana. Esisteva un copricapo caratteristico: uno zuccotto di lana, ma ormai è stato sostituito dal baschetto di Gilgit, ma Shigar o nel bacino di Khapulu si incontra ancora qualche anziano con il caratteristico copricapo di lana grezza di capra. Dell'influenza tibetana troviamo nell'abbigliamento femminile i grossi dischi di ottone o l'abitudine di pettinarsi con piccole trecce che ricadono sule spalle. Dal Tibet (come nel vicino Ladakh) rimane l'uso alimentare del tea salato in cui viene sciolto burro rancido.
Accanto ai Baltì in Baltistan troviamo una popolazione chiamata Brokpà, il termine deriva dalla radice «drog», in tibetano «venire», ed indicherebbe i nomadi o «coloro che vengono da lontano» ed il termine si riferisce ai Dardi del vicino Dardistan che, attraversato il Deosei, si insediarono nelalla testata delle valli laterali sinistre dell'Indo. Per queste minoranze, studiate dal Dainelli nell'inverno del 1914, è oggigiorno difficile elencare delle differenze sostanziali che permettano di distinguerli dai Baltì. Un tempo il copricapo era marrone ed assomigliava al berretto «gilgit», ma ormai tutto sembra essere perennemente e, talvolta, miseramente uguale.
Speranza per un futuro economicamente migliore viene dal lavoro come portatori nelle spedizioni e nei trekking. Un'attività a doppia faccia: arricchimento del singolo (ma spesso il guadagno serve solo a pagarsi il pellegrinaggio alla Mecca) ma anche inquinamento culturale ed ecologico dalle valli da Skardu fino ai campi base del Concordia.
|