Drepung - Marco Vasta © 1998
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Il monastero di Drepung VENNE
fondato nel 1416 da Jamyang Choge
Tashi Palden (1397–1449), uno dei principali
discepoli di Tsongkhapa, e prese il nome dalla
sacra dimora di Shridhanyakataka nel sud
dell'India Drepung era la sede principale della
scuola Gelugpa e mantenne il primo posto tra i
quattro grandi monasteri Gelugpa. Il Ganden
Phodrang (dga´ ldan pho brang) era la
residenza dei Dalai Lama fino a quando il Grande
Il monastero di Drepung fu fondato nel 1416 da
Jamyang Choge Tashi Palden (1397–1449), uno dei
principali discepoli di Tsongkhapa, e prese il
nome dalla sacra dimora di Shridhanyakataka nel
sud dell'India. Drepung
era la sede principale della scuola Gelugpa e
mantenne il primo posto tra i quattro grandi
monasteri Gelugpa. Il Ganden Phodrang (dga´ ldan
pho brang) a Drepung era la residenza dei Dalai
Lama fino a quando il Grande v
Dalai Lama costruì il Potala. Drepung era nota
per gli elevati standard dei suoi studi
accademici, ed era chiamata la Nalanda del
Tibet, in riferimento alla grande università
monastica buddhista dell'India.
Vecchi documenti mostrano che c'erano due centri
di potere a Drepung: la cosiddetta camera
inferiore (Zimkhang 'og ma)
associata aI Dalai
Lama, e la camera superiore (Zimkhang gong
ma) associata al discendenti di Sonam Drakpa,
illustre maestro morto nel 1554.
La tenuta dei Dalai Lama nel monastero di
Drepung, chiamata Ganden Phodrang, era
stata costruita nel 1518 da Gendun Gyatso
Palzangpo (1476–1541), retrospettivamente
nominato e conteggiato come
Ssecondo Dalai Lama. Dal nome di questa
tenuta deriva il nome del governo tibetano
istituito dal 5° Dalai Lama.
Prima della sua morte nel 1554, Sönam Drakpa
fondò la sua tenuta, la Camera Alta (Zimkhang
Gongma), che prese il nome dalla sua
posizione in cima a Drepung, appena sotto il
cortile dei dibattiti Ngakpa "Ngagpa Dratshang".
Dalai Lama costruì il Potala. Drepung era nota
per gli elevati standard dei suoi studi
accademici, ed era chiamata la Nalanda del
Tibet, in riferimento alla grande università
monastica buddista dell'India.
Penchen Sönam Drakpa (1478-1554 d.C.) nel
1535 succedette a Gendün Gyatso
(1476–1541) sul trono di Drepung, essendo
entrambi figure importanti nella storia della
tradizione Geluk. Quando Sönam Drakpa fu
nominato al Trono di Drepung (Drepung Tri), era
già un famoso maestro Geluk. Aveva già occupato
il Trono di Ganden (Ganden Tri) ed era
considerato il pensatore Geluk più prolifico e
importante del suo tempo. Il suo successore non
fu altro che Sönam Gyatso (1543-1588 d.C.), il
lama che avrebbe ricevuto il titolo ufficiale di
III Dalai Lama (Talé
Lama Kutreng Sumpa).
Drepung è ora diviso in quelli che sono
conosciuti come i sette grandi collegi:
Gomang (sGo-mang),
Loseling (Blo-gsal gling),
Deyang (bDe-dbyangs),
Shagkor (Shag-skor),
Gyelwa (rGyal-ba) o Tosamling (Thos-bsam gling),
Dulwa ('Dul-ba)
Ngagpa (sNgags-pa).
Può essere un'analogia in qualche modo utile
pensare a Drepung come a un'università sulla
falsariga di Oxford o della Sorbona nel
Medioevo, con i vari college che avevano enfasi
diverse, lignaggi di insegnamento o affiliazioni
geografiche tradizionali.
Secondo fonti locali, oggi la popolazione del
monastero di Lhasa è di circa 300 monaci, a
causa del limite demografico imposto dal governo
cinese. Tuttavia, l'istituzione ha continuato la
sua tradizione in esilio con campus nel sud
dell'India su un terreno in Karnataka
donato alla comunità tibetana in esilio dal
primo ministro Jawaharlal Nehru. Il monastero in
India oggi ospita oltre 5.000 monaci celibi, di
cui circa 3.000 a Drepung Loseling e circa 2.000
a Drepung Gomang. Ogni anno vengono ammessi
centinaia di nuovi monaci, molti dei quali
rifugiati dal Tibet
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Per visitare Drepung, la cosa migliore è seguire
il flusso dei pellegrini o, in loro
assenza, le indicazioni
in giallo. A est del gruppo di edifici principale
sono raggruppati alcuni collegi minori
che raramente sono
raggiunti dai turisti: Lamba
Mitze, Lumbum Kangtsang e Jurche Mitze,
che in passato ospitavano gli studenti
provenienti dalla Mongolia Interna, e Khardung
Kangtsang, il cui piano superiore è deturpato da
slogan e immagini maoiste.
Palazzo di Ganden
Nel 1530 il II Dalai Lama
commissionò la costruzione del Palazzo di Ganden,
che fu adottato come residenza da lui e i suoi
successori fino al quinto (che lo abbandonò in
favore del Potala). Da questo palazzo, dunque, i
primi Dalai Lama esercitarono la loro autorità
sul Tibet centrale; il II, il III e il IV Dalai
Lama vi sono anche sepolti.
Per raggiungere il palazzo dal parcheggio,
superate le bancarelle che vendono ginepro e
matrici di legno per la stampa e percorrete in
senso orario il kora intorno al monastero, fino
a raggiungere i gradini che salgono al
palazzo.
La prima sala a sinistra è la Sanga Tratsang,
una cappella recentemente restaurata che
contiene statue delle divinità tutelari Namtöse
(Vaishravana), Nagpo Chenpo (Mahakala), Dorje
Jigje (Vajra Bhairavo), Chögyel (Dharmaraja),
Palden Lhamo (Shri Devi a cavallo) e Dorje
Drakden (l’oracolo di Nechung), tutte disposte
intorno alla statua centrale del quinto Dalai
Lama.
Salite la scalinata e attraversate il cortile
principale, dove in occasione della festa di
Shötun si svolgono tuttora spettacoli della
danza rituale cham. I pellegrini tibetani si
fermano qui per acquistare amuleti e
cordicelle sacre. Al piano superiore
dell’edificio principale ci sono tre cappelle,
che costituivano gli appartamenti dei primi
Dalai Lama; la seconda
delle tre, sulla destra, è una sala
delle udienze, dove potrete ammirare alcuni
dipinti murali straordinariamente
particolareggiati e il
trono del V Dalai Lama, posto accanto alla
statua di Chenresig dalle mille braccia; la
terza, invece, è un semplice soggiorno.
Scendendo le scale raggiungerete l’ultima
cappella, il cui ingresso è deturpato dalle
tracce di slogan politici risalenti all’epoca
della Rivoluzione Culturale (l’immagine di Mao è
stata rimossa solo di recente). Seguendo i
cartelli arriverete all’uscita nord, passando da
un baracchino di bibite e spuntini e un
tempietto dedicato a Drölma.
Grande sala delle riunioni
La grande sala delle riunioni, o tsogchen, è la
struttura principale del complesso di Drepung.
Per accedervi dovrete passare dall’entrata sul
lato occidentale e quindi superare una cucina,
fornita di un ampio calderone
e di mestoloni di fattura apparentemente
medievale.
La sala è uno spazio immenso, caratterizzato da
un’atmosfera davvero suggestiva: le pareti sono
tappezzate di thangka, abiti monacali e cappelli
gialli, e il soffitto è sorretto da più di 180
colonne; quelle vicino alla cappella
occidentale, dedicata alla dea Palden Lhamo,
sono ornate da antiche armature e archi.
Nella cappella retrostante, iosserviamo immagini delle divinità tutelari Chana Dorje (Vajrapani, di colore blu) e Tamdrin
(Hayagriva, di colore rosso) ai lati
della porta, custodisce le statue di
Sakyamuni, dei suoi due
discepoli più importanti
e dei Buddha del presente, del passato e del
futuro, oltre a nove chörten posti più in alto.
Le pareti e le colonne sono affiancate dalle
statue di otto bodhisattva. Di fronte, al
centro, si trova la statua di un giovane Lamdrin
Rinpoche (che è stato abate di Drepung; lo si
riconosce facilmente per gli occhiali dalla
montatura nera) e, subito a fianco, il suo
chörten. La parete est ospita invece l’effigie
di Tsongkhapa, fondatore dell’ordine gelugpa.
Tra le sculture di maggiore interesse nella sala
principale spiccano quelle raffiguranti
Jampelyang (Manjushri), alta ben due piani e
affiancata dal tredicesimo Dalai Lama; Sakyamuni;
una statua di Tsongkhapa che si dice abbia
parlato; Jamyang Chöje, in una teca sulla
destra; il settimo Dalai Lama; sulla destra, un
altro Sakyamuni affiancato da cinque Dalai Lama.
A ciascuna estremità dell’altare è collocato un
gruppo di otto arhat (letteralmente,
‘meritevoli’). Osservate anche la statua di
Jampa, alta due piani, nella sala posteriore
destra. I pellegrini camminano sotto la lunga
teca sulla parete orientale, che conserva un
gigantesco thangka che viene esposto durante la
festa di Shötun (c’è anche una sua foto).
Ritornando all’entrata
principale, potrete salire le scale che
conducono al primo e al secondo piano. In cima
alle scale si trova la Sala dei Re del Tibet,
adorna di immagini dei primi re del Tibet e di
Lobsang Gyatso (il V Dalai Lama), e una
cappella che custodisce la testa di una statua
di Jampa alta due piani. Qui i pellegrini si
prostrano e bevono da una conchiglia consacrata.
Proseguite in senso orario entrando nella
Cappella di Sakyamuni, ricca di chörten, poi
scendete nel Miwang Lhakhang, la cappella che
custodisce la scultura più venerata della sala
delle riunioni: l’imponente statua di Jampa, il
Buddha del futuro, all’età di 12 anni. La
statua, alta quanto tre piani dell’edificio, ha
la propria base in una cappella al pianterreno
che avrete già visitato; al suo fianco si
trovano Tsongkhapa, sulla sinistra, e Jamyang
Chöje, sulla destra. La tappa successiva è il
Drölma Lhakhang.
Drölma è una divinità tutelare femminile, e le
tre immagini della dea hanno il compito di
proteggere e preservare rispettivamente l’acqua,
la ricchezza e l’autorità di Drepung.La cappella
custodisce anche pregevoli testi sacri scritti
su oro che fanno parte del Kangyur. La statua al
centro rappresenta Sakyamuni, nel cui amuleto
pare sia conservato un dente di Tsongkhapa.
Per uscire dall’edificio cercate
la porta sul lato ovest del secondo piano.
Collegio di Ngagpa
Quello di Ngagpa, specializzato
in studi tantrici, è uno dei quattro tratsang
(collegi) di Drepung. La cappella è dedicata a
Dorje
Jigje (Yamantaka), una divinità tantrica della
meditazione dalla testa taurina, che ha la
funzione di opporsi alle forze della
transitorietà. Pare che l’immagine di Dorje
Jigje, realizzata in uno stile vagamente
fumettistico, sia opera dello stesso Tsongkhapa.
Procedendo in senso orario vedrete, fra le
altre, le statue di Palden Lhamo (la prima, a
cavallo), Nagpo Chenpo (la terza), Drölma (la
quarta), Tsongkhapa (la quinta), del quinto
Dalai Lama (la settima) e, vicino alla porta,
quella dell’oracolo di Nechung. Di lato noterete
la statua di Chögyel, raffigurato con la testa
di toro, la cui mano sporge dalla teca di vetro.
Per farvi un’idea di quale fosse
lo stato di decadenza di Drepung prima che
venissero avviati i lavori di restauro,
effettuate una breve deviazione fino ai Samlo
Kangtsang: gli alloggi dei monaci, non ancora
restaurati e circondati da ruderi, sono uno
scenario davvero malinconico.Seguendo il
percorso di pellegrinaggio (sempre in senso
orario), costeggerete il lato posteriore della
sala delle riunioni e passerete accanto al
piccolo Tempio di Jampelyang, dove i pellegrini
versano un po’ di burro di yak sul muro e poi
scrutano dall’esterno le immagini di Jampelyang
e rölma, realizzate su roccia, e ricevono un
colpetto sulla schiena con una bacchetta sacra
di ferro. Poco più avanti, nascosta sulla
destra, si apre la piccola grotta di meditazione
di Jamyang Chöje, contenente pregevoli pitture
rupestri.
Collegio di Loseling
Loseling, il più grande collegio
di Drepung, è dedicato agli studi di logica. Se
avete tempo fate un salto nel piccolo cortile
dei dibattiti, a ovest del collegio, nel cui
giardino talvolta i monaci si esercitano
suonando grosse trombe
e cembali.
La sala principale ospita un
trono sul quale sedevano i Dalai Lama, una vasta
biblioteca e un lungo altare adorno di statue
del quinto, settimo e ottavo Dalai Lama, di
Tsongkhapa e degli abati di Drepung. I due
chörten dei primi abati di Loseling sono colmi
di generose offerte. Sul fondo della sala si
aprono tre cappelle: quella di sinistra
custodisce 16 arhat; la cappella centrale
contiene una grande immagine di Jampa e una
dell’oracolo di Nechung, che tradizione vuole si
sia creata da sé; infine, quella di destra
ospita una statua di Sakyamuni, piccola ma molto
bella.
Salendo al secondo piano,
passerete davanti a un piccolo torchio
tipografico e raggiungerete una cappella che
custodisce numerose statue di divinità
dall’espressione adirata, prima di passare sotto
una capra impagliata ricoperta di banconote da
un máo ed entrare nella inquietante gönkhang
(cappella della divinità tutelare). Qui sono
presenti altre statue di divinità protettrici,
tra cui Dorje Jigje (Yamantaka), Nagpo Chenpo
(Mahakala dalle sei braccia), Dorje Drakden e
Dorje Lekpa.
Collegio di Gomang
Gomang, il secondo collegio di
Drepung in ordine di grandezza, è strutturato
seguendo la stessa pianta del Loseling. La sala
principale è adorna di immagini, tra cui quelle
di Jampa, Tsepame e del settimo Dalai Lama.
Anche in questo caso in fondo alla sala si
aprono tre cappelle: quella sulla sinistra
ospita le statue di tre divinità della
longevità; la cappella centrale, piena zeppa di
immagini, è la più importante in assoluto.
Infine, come nel Loseling, al piano superiore si
trova una sola cappella, dedicata alla divinità
tutelare (le donne non vi possono accedere)
Collegio di Deyang
Deyang, il più piccolo dei
collegi di Drepung, non è una tappa
indispensabile della visita al monastero. La
statua più importante, collocata nella sala
principale, è quella di Jampa, al cui fianco
campeggiano quelle di Jampelyang, Drölma, del
quinto Dalai Lama e di altri personaggi
eminenti. Al piano superiore si trovano alcune
divinità tutelari.
Grande cortile dei dibattiti
Se vi trovate in quest’area nel
pomeriggio, cercate di organizzare la visita in
modo da assistere ai dibattiti tra monaci
(accompagnati da scenografici battiti di mani e
gesti rituali), che si svolgono tra le 14.30 e
le 16.30 nel grande cortile situato nell’angolo
sud-orientale del complesso.
Kora di Drepung
Il piacevole kora di Drepung
sale fino a circa 3900 m, quindi è consigliabile
percorrerlo dopo aver trascorso almeno
quattro o cinque giorni a Lhasa, in modo da
acclimatarsi. Il circuito passa accanto a
diverse pitture rupestri, arriva a un alto muro,
al quale viene appeso un gigantesco thangka in
occasione della festa di Shötun, poi entra in
una valle in cui sventolano numerose bandiere di
preghiera e quindi scende verso est, passando
vicino a una statua di Drölma (Tara) e a varie
altre incisioni rupestri. Il tragitto è molto
panoramico. Il circuito richiede circa un’ora se
si procede a passo tranquillo (ma chi è allenato
lo
completerà molto più in fretta). Il sentiero
parte dal bivio del Palazzo di Ganden e prosegue
su per il pendio |