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Lhasa Tibet Breve

1-18 agosto 2024

con AnM e Marco Vasta nel Paese delle nevi

Sera སེ་ར་དགོན་པ

Lhasa e la valle del Kyi

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Situato circa 5 km a nord del centro di Lhasa, il Monastero di Sera (Sèlā Sì) era, assieme a Drepung, uno dei grandi complessi monastici gelugpa della zona.

I monaci, un tempo numerosissimi (5000 circa), sono ora ridotti a poche centinaia e i lavori di restauro degli edifici non sono ancora stati ultimati. Ciò nonostante il sito merita una visita, in particolare al mattino, quando fervono le varie attività, ma anche tra le 15 e le 17 (eccetto i fine settimana), quando nell’apposito cortile si tengono i dibattiti tra monaci. Dal momento che le cappelle vengono chiuse a partire dalle 15, è consigliabile visitare prima il monastero e, una volta visitate le cappelle, assistere ai dibattiti, folklorisitici ma incomprensibili per noi turisti,

L'origine del suo nome è attribuita al fatto che durante la costruzione, la collina dietro il monastero era ricoperta di rose selvatiche in fiore (o "sera" in tibetano). Un'etimologia alternativa sostiene che il luogo circondato da arbusti di lamponi chiamato "sewa" in tibetano, che formava come un "Rawa" in tibetano, che significa "recinto".

Sera è responsabile di circa 19 eremi, inclusi quattro conventi, tutti situati ai piedi delle colline a nord di Lhasa.

Sera © Ernst Krause  1938
Sopra: deposito biciclette accanto Potala 1986
Sera - Marco Vasta © 1998
Meccanico ripara la catena tornando da Sera 1986
Ngakpa Tratsang
Zhekong
Ekai Kawaguchi 
Tre anni in tibet di Ekai Kawaguchi 
Tsogchen ingresso
Tsogchen Mappa

Desideri e "il Grande Cammino"

Nel 1717 Desideri si trasferì nel monastero di Se ra, sede di una prestigiosa università monastica appartenente all’ordine dGe lugs pa, ordine che si rifaceva all’insegnamento del grande erudito e riformatore Tsong kha pa (1357-1419), una delle maggiori personalità della storia religiosa tibetana. Qui ebbe modo di apprendere, con l’aiuto di diversi maestri, i fondamenti della dottrina mahāyāna, perfezionando soprattutto la conoscenza della filosofia madhyamaka. Una delle opere a cui dedicò particolare attenzione è La grande esposizione del cammino graduale (Lam rim chen mo) di Tsong kha pa, opera monumentale che espone dettagliatamente il cammino soteriologico buddhista articolandolo in fasi progressive. La traduzione di questo testo, purtroppo andata perduta insieme ad altre opere, fu in seguito completata da Desideri a beneficio del missionario cappuccino Felice da Morro (1681-1721): «Lui scrivendo e io dettando, con indenfesso studio e applicazione, gli feci dal tibetano in italiano una versione d’un gran libro intitolato Lam-rim-cceà che vuol dire “I gradini nella strada” cioè i gradi per i quali nella legge de’ Thibettani i suoi seguaci devono camminar al fine a cui ella li conduce. Un tal libro era utilissimo al nostro intento, essendo come un compendio de’ centoquindici volumi del Kaa-ghiur, dove, con meraviglioso metodo, stile e chiarezza, si contengono tutti i principij e le false opinioni, di quella setta, e specialmente gli astrusi trattati del Tongbà-gnì, messi in succinto.»

In diversi capitoli della sua Relazione
Desideri descrive per la prima volta a un pubblico europeo i costumi religiosi del popolo tibetano. Fino all’incirca alla metà del diciannovesimo secolo quest’opera resterà una delle descrizioni più accurate delle pratiche e delle credenze del Buddhismo, ed è davvero singolare che essa non abbia mai ottenuto la fama che meritava, cadendo in un lungo oblio durato fino agli inizi del ventesimo secolo.

Il Monastero di Sera venne fondato nel 1419 da Sakya Yeshe, un discepolo di Tsongkhapa noto anche con il titolo onorifico di Jamchen Chöje. Nei suoi tempi d’oro Sera ospitava cinque collegi per l’insegnamento, ma nel 1959, anno dell’invasione cinese del Tibet, i collegi si erano ridotti a tre: Sera Me (dedicato ai precetti fondamentali del buddhismo), Sera Je (preposto all’istruzione di monaci provenienti dalle zone remote del Tibet) e Sera Ngagpa (adibito agli studi tantrici). Nel complesso Sera non subì gravi danni nel decennio della Rivoluzione Culturale, a differenza di molti altri collegi minori, che andarono distrutti.

 

Collegio di Sera Me

Per arrivare al Collegio di Sera Me, istituito nella stessa epoca in cui fu fondato il monastero, seguite il percorso dei pellegrini in senso orario, passando accanto alle aree residenziali di Tsangba Kangtsang e Tsowa Kangtsang e a una serie di edifici minori.

Al centro della maestosa sala principale campeggia una statua in rame di Sakyamuni, affiancato da Jampa e da Jampelyang. In fondo alla sala si aprono quattro cappelle: quella all’estremità sinistra è un ambiente buio dedicato a Ta-og, protettore del dharma dell’Oriente (raffigurato con un copricapo e custodito in un’elaborata teca in ottone), e a Dorje Jigje. Notate le maschere, le saette di ferro, di valore simbolico, e gli specchi appesi al soffitto (le donne non possono accedere a questa cappella). A sinistra dell’entrata potrete ammirare un maṇḍala tridimensionale in legno, utilizzato per invocare il Buddha della medicina.

Proseguite quindi verso la cappella centrale, che custodisce le statue dei Buddha del passato, del presente e del futuro, oltre a quelle di 16 arhat raffigurati all’interno delle loro grotte montane.

La cappella successiva ospita al centro una statua di Sakyamuni, chiamata Dagtse Jowo, che risale al XV secolo ed è l’immagine più venerata del collegio. Alle sue spalle si trovano Tsepame e otto bodhisattva. L’ingresso alla cappella è sorvegliato da due divinità tutelari: Tamdrin (Hayagriva, di colore rosso) e Miyowa (Achala, di colore blu). L’ultima cappella è consacrata a Tsongkhapa, ma custodisce anche diverse immagini dei Dalai Lama e di Sakya Yeshe (nell’angolo sinistro con un copricapo nero), fondatore e primo abate di Sera.Vi sono poi altre due cappelle al piano superiore. La prima, proprio in cima alle scale, è dedicata a Sakyamuni, raffigurato in una insolita posizione eretta chiamata thuwang; la seconda è consacrata a Drölma e contiene mille statue di questa divinità tutelare. La terza, infine, custodisce mille statue di Chenresig e un imponente vaso di ottone posto in un angolo della sala.

 

Collegio di Sera Ngakpa Tratsang

Questo collegio tantrico è il più antico edificio di Sera. La sala principale è dominata da una statua, posta dietro al trono, di Sakya Yeshe (che indossa un copricapo nero), attorniato da altri celebri lama del monastero. In fondo alla sala si aprono tre cappelle: la prima è dedicata a Jampa e a Chenresig dalle mille braccia, la seconda ospita una grande statua di Sakyamuni e altre 16 raffiguranti vari arhat, la terza custodisce la statua di Dorje Jigje, divinità protettrice, e, sulla destra, quella di Namtöse (Vaishravana), guardiano del nord, raffigurato mentre cavalca un leone delle nevi e tiene in mano una mangusta dalle cui fauci fuoriescono gioielli. Al piano superiore ci sono altre due sale consacrate a Tsepame, agli otto Buddha della medicina (Menlha) e contenenti i chörten funerari di diversi abati del passato. Dopo essere usciti dal collegio, molti pellegrini visitano i vicini Jarung Kangtsang, gli alloggi dei monaci,

 

Collegio di Sera Je Tretsang o Zhekong

Iil più grande college del complesso di Sera, misurava un'area di 17.000 m2. Inizialmente era un edificio a tre piani; nel XVIII secolo fu aggiunto un quarto piano rafforzando l'edificio con un totale di 100 colonne. Vanta una splendida sala principale, adorna di thangka e illuminata da fasci di luce provenienti dalle alte finestre. Nei vari chörten sono custoditi i resti dei più noti lama di Sera. Alla sinistra della sala si apre un passaggio che, attraverso una cappella dedicata ai Buddha del passato, del presente e del futuro, conduce alla sala più sacra di tutto il complesso: la Cappella di Tamdrin. Tamdrin (Hayagriva), il cui nome significa ‘con la testa di cavallo’, è una delle incarnazioni del divino che il praticante può visualizzare durante la meditazione: qui raffigurata in atteggiamento irato, è la divinità tutelare più venerata di Sera, tanto che spesso, di fronte alla sua statua, si forma una lunga fila di pellegrini in attesa di sfiorarne i piedi con la fronte, in segno di devozione.

La statua di Hayagriva (che si dice sia stata scolpita dallo stesso Lodro Rinchen in rame dorato), conosciuta popolarmente anche come Avalokiteśvara, che era considerata la divinità protettrice del monastero. Questa divinità adirata era venerata come dissipatrice di ostacoli con poteri curativi. Tokden Yonten Gonpo adorò per primo questa divinità e su ingiunzione divina iniziò suo figlio Kunkhepa a seguire questa tradizione. Kunkhepa, con la benedizione di Lama Tsongkhapa, istituzionalizzò il nome di Hayagriva o Tamdin Yangsang come divinità protettrice suprema del monastero.

La sala riunioni del college raffigurava affreschi delle conquiste della vita di Buddha, i troni dei Dalai Lama e dei Panchen Lama; sulla parete nord si vedevano stupa e immagini del Dalai Lama VIII e Dalai Lama XIII, Reting Telkus II e IX e Lodro Rinchen (fondatore di Sera).

Qui i monaci vendono anche fili sacri e pillole benedette, amuleti protettivi e foglietti di carta rossi, che i pellegrini bruciano per chi è deceduto di recente. L’elaborato altare in ottone ricorda quelli dei templi nella Valle di Kathmandu. Osservate le armi, i cappelli e le maschere appesi al soffitto. Anche al secondo piano c’è una cappella dedicata alla stessa divinità, che però vi è rappresentata con nove teste.

La prima cappella in fondo alla sala è consacrata a Sakyamuni, la cui pregevole statua è posta sotto un baldacchino e un maṇḍala; i pellegrini percorrono gli scalini sulla destra per arrivare a sfiorarne la gamba sinistra. Le successive due cappelle sono dedicate a Tsongkhapa, raffigurato a fianco di Sakyamuni e Öpagme (Amitabha), e a Jampelyang, affiancato da Jampa e da un altro Jampelyang. Giunti a questo punto, potrete salire al piano superiore, dove troverete altre cappelle.

Il secondo piano del monastero chiamato Zelre Lhakhang permette una panoramica dell'immagine principale di Hayagriva nel piano sottostante, e anche una piccola immagine di Hayagriva a nove teste insieme alle immagini di Padmasambhava, del V Dalai Lama e delle divinità protettrici. Un piano sopra c'era il Namgyel Lhakhang e al quarto e ultimo piano c'erano gli alloggi dei Dalai Lama e degli insegnanti di Sera Je

A nord-est del collegio si apre il cortile dei dibattiti, dove di solito i monaci si riuniscono a discutere tra le 15 e le 17 nei giorni feriali: si tratta di un’attività rituale cui vale la pena di assistere, se non altro perché rappresenta una piacevole alternativa alla mera contemplazione dell’iconografia buddhista. Non sarà difficile trovare il cortile: potrete lasciarvi guidare dal suono dei battimani, che sottolineano i momenti salienti delle discussioni, e magari osservare dove si accalcano i visitatori stranieri muniti di macchina fotografica.

 

Dukhang, grande sala delle riunioni nel Tsogchen

La grande sala delle riunioni, o Tsogchen, è il più vasto edificio di Sera e risale al 1710. La sala centrale, particolarmente solenne, è famosa per i thangka, lunghi quanto le pareti, e per la maestosa statua di Jampa, alta quanto due piani dell’edificio e circondata da una serie di altre sculture, fra cui quelle raffiguranti i Dalai Lama, sulla destra. Sulla sinistra vi è il grande trono del tredicesimo Dalai Lama, alla cui sinistra è collocata una statua di Sakya Yeshe. In questa sala si vedono pure delle sculture in burro di yak incredibilmente elaborate. Delle tre cappelle sul fondo la più importante è quella centrale, dominata da una statua di Jampa alta 6 m, così imponente da essere visibile anche dalla cappella centrale del piano superiore. Sempre in questo piano, all’estrema sinistra della cappella centrale, vi è una statua, molto venerata, di Chenresig dalle mille braccia. I pellegrini appoggiano la fronte a un palo che li mette direttamente in contatto con il cuore del bodhisattva della compassione.

Poiché il percorso di pellegrinaggio termina in corrispondenza del retro dell’edificio, questa sarà la prima cappella che visiterete, per poi scendere nella sala delle preghiere. Merita un’occhiata anche la suggestiva cucina del monastero sul lato est della grande sala delle riunioni.

 

Hardong Kangtsang

Hardong fungeva da residenza per i monaci che studiavano al Collegio di Sera Je. All’ingresso della cappella osservate le tre fotografie di Ekai Kawaguchi, il monaco giapponese che studiò qui sotto mentite spoglie nel 1901. Scendendo lungo il pendio, osservate le splendide pitture rupestri raffiguranti Jampelyang, Chenresig, Chana Dorje (Vajrapani) e la Tara Verde.

 

Torchio tipografico

Prima di lasciare il monastero dovreste dare un’occhiata alle matrici e agli strumenti tipografici situati in questa nuova sala. Per scattare fotografie si pagano ¥5. Si vendono stampe effettuate in loco per ¥25. A fianco di questa sala sorge un piccolo edificio che conserva tre maṇḍala di sabbia.

 

Kora di Sera

Il kora di Sera, un bel circuito che vale la pena di seguire, si percorre in meno di un’ora: inizia davanti all’ingresso e prosegue verso ovest, descrivendo un arco intorno alle mura del monastero. Scendendo dal versante orientale si possono ammirare varie pitture rupestri dai colori vivaci: le più grandi, sul lato est del monastero, ritraggono Dorje Jigje, Tsongkhapa e altri eminenti personaggi. Accanto ai dipinti si erge un muro di sostegno sul quale, durante le feste, viene appeso un enorme thangka.

 

Eremo di Chöding

In cima a una rampa di gradini, accanto al muro dei thangka, un sentiero si dirama dal kora e conduce all’eremo di Chöding, uno dei luoghi di ritiro di Tsongkhapa, anteriore alla costruzione del monastero di Sera. Non c’è molto da vedere in questo sito, ma la camminata per raggiungerlo è breve e, dall’alto, si gode una piacevole vista. Un sentiero prosegue verso sud girando intorno alla collina, poi passa accanto a una fonte sacra per raggiungere infine un punto panoramico che offre suggestive vedute del monastero, con Lhasa sullo sfondo.

 

 

Ultima modifica: 30/06/2024 20:19:41

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