2024
con AnM e Marco Vasta nel Paese
delle nevi
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Il nostro
viaggio
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Lhasa e la valle del fiume Kyi
Alla fine, due anni e quattro mesi dopo che
avevo lasciato Goa, e un anno e mezzo dalla nostra
partenza da Delly, e dieci mesi interi da quando
avevamo lasciato Kascimir, arrivammo, per grazia di
Dio, il diciottesimo giorno di marzo 1716, nella
città di Lhasa, capitale di questo Tibet, che già
una volta era stata scelta.
Ippolito desideri s.J.
in
Petech, Luciano. I Missionari
Italiani nel Tibet e nel Nepal.
Parte V–VII, Ippolito Desideri. Roma: Libreria dello
Stato.
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Edizione 19
novembre 1950
Il Tibet invaso dai comunisti |
Malgrado la massiccia opera di
modernizzazione promossa dai cinesi, Lhasa
(letteralmente ‘Terra degli Dèi’) è tuttora una città
delle meraviglie. La prima volta che vedrete il
Potala, un palazzo bianco e ocra che domina la città
santa, ci verranno i brividi, mentre il vecchio
quartiere tibetano, con gli edifici imbiancati a calce,
conserva ancora il sapore della tradizione. Ma a sedurre
definitivamente i visitatori sono il Jokhang -un
mistico connubio di fiammelle tremolanti di lumini
alimentati con il burro, profumo di incenso e pellegrini
in preghiera- e il circuito devozionale del Barkhor.
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Potala e dintorni - Museo Guimet |
Al centro del regno di Songtsen si trovava la città
di Rasa, il cui nome significava
«Città
murata», descrizione appropriata per un luogo
che era in parte città, in parte fortezza. Era
arroccata sulla riva del fiume Kyichu, e la possente
catena montuosa del Nye- chen Thangla si
stagliava a nord sopra di essa, separandola dal-
l'elevato altipiano conosciuto come Changtang,
le «pianure settentrionali ». Quando crebbe
con la fama e il potere dello tsenpo, Rasa acquistò
un nome nuovo e più dignitoso: Lhasa, la «Città
divina».
La corte dello tsenpo, fedele alla tradizione
nomade, si muoveva per il Tibet centrale in grandi
accampamenti, ma Lhasa stava divenendo sempre più il
cuore del regno.
Oggi i viali trafficati della moderna
città cinese fanno sembrare minuscoli i tortuosi vicoli
del quartiere tibetano, ma è proprio quest’ultimo che
dovreste visitare. A Lhasa non è necessario noleggiare
un mezzo di trasporto e in genere le guide vi lasceranno
esplorare la città per conto vostro. Se possibile,
pianificate un soggiorno di almeno una settimana per
avere il tempo di acclimatarvi, visitare le principali
attrattive e perlustrare le suggestive viuzze prima di
partire in esplorazione del vasto altopiano tibetano.
Il Potala e i principali monumenti di
Lhasa e dei suoi dintorni
Questo dipinto topografico costituisce
una sorta di mappa del percorso ideale del pellegrino
attraverso il Paese delle Nevi. Al centro riconosciamo
il Potala, con il
Palazzo Bianco - costruito tra il 1645 e il 1648
- e il
Palazzo Rosso - costruito tra il 1690 e il 1694.
Il monumento mostrato nel quadrante in basso a destra è
il Jokhang
(1), il tempio più sacro di Lhasa, fondato dal re
Songtsen Gampo (c. 610-649). Nella parte superiore della
thangka, da sinistra a destra, compaiono le principali
città monastiche della scuola Gelug del buddismo
tibetano:
Drepung (1416) (2),
Sera (1419)
(3) e Ganden
(1409) (4).
Lhasa (italiano)
https://it.wikipedia.org/wiki/Lhasa (scarso)
Lhasa (inglese)
https://en.wikipedia.org/wiki/Lhasa_(city
Lhasa, le sfide del cambiamento,
testimonianza dagli anni "80 al 2002
immagini dalla conferenza "Il sacco
di Lhasa", organizzata da Italia Nostra Milano
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Ultima modifica: 26/07/2024 22:31:50
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