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Annidata in una ampia vallata delimitata da impervie falesie di arenaria rossa e disseminata di boschetti di palme che si rincorrono fino al centro del wadi (letto di un fiume prosciugato), Al Ula (arabo: ٱلْعُلَا al-ʿulā) ha un fascino quasi soprannaturale (sic!). Inoltre è la porta d’accesso a Mada'in Salih, la ‘Petra’ dell’Arabia Saudita dichiarata Patrimonio dell’Umanità, ragion per cui molti visitatori diretti al sito fanno base qui.
Le rovine della vecchia Al Ula sono espressione dell’architettura tradizionale dell’Arabia settentrionale e la città, avendo alle spalle una storia che risale al VI secolo p.E.c., è circondata da suggestivi siti preislamici.
Il libro della Genesi (25:3-5) narra che "Ioksan generò Saba e Dedan e i figli di Dedan furono gli Asurim, i Letusim e i Leummim".
Dalla storiografia sappiamo che Al Ula venne fondata con il nome di Dadan dai Lihyaniti che ne fecero la capitale del loro regno. Al Ula occupava una posizione strategica lungo le rotte commerciali delle spezie e dell’incenso che collegavano il Levante con l’Egitto e il Nord Africa.
Successivamente l'insediamento si spostò in una parte più alta della valle dove non veniva minacciato dalle piene del wadi e venne fortificato.
Oggi AlUla conta migliaia di palme ed è un'oasi con che racchiude una cittadina in espansione. Il progetto Vision 2030 ha portato posti di lavoro che vedono in prima fila anche le ragazze. Pian piano i servizi ai turisti miglioreranno e l'offerta alberghiera sarà ampliata. La restaurata Old Alula, con i suoi spazi per la musica, ravviva le sere della gioventù che guarda con orgoglio al futuro.
Al Ula Heritage Village (Ad-Deerah, la città vecchia)
Tra le più curiose testimonianze storiche dell’Arabia Saudita troviamo la città vecchia di Al Ula. Aperta ai visitatori a dicembre 2020, si tratta dell’antica città dove risiedevano i pellegrini durante il loro viaggio da Damasco a La Mecca.
Al termine dei lavori, i turisti potranno visitare i resti di oltre 900 abitazioni e 400 botteghe, rimaste disabitate dal XII secolo della nostra era fino ad oggi. L’antica città era protetta da una cinta muraria. Al dicembre 2021 il percorso nella parte restaurata era molto breve e raggiungeva la piazzetta dove si trova Meridiana Tantora (Tantora Sundial, ma anche Tantura), il luogo dove tramite una meridiana veniva misurato il tempo e il ciclo delle stagioni.
Le case erano state progettate per essere attaccate l'una all'altra, fornendo una fortificazione, il che suggerisce che la difesa fosse una priorità per i primi abitanti della città. Ad un certo punto, alla città si accedeva da 14 porte, che venivano aperte al mattino per accogliere viandanti, pellegrini e altri visitatori, e chiuse ogni sera. La occupazione dell'antica città fino alla scorsa generazione ha permesso ai ricercatori di iniziare a raccogliere storie orali, dipingendo un quadro di come fosse la vita all'interno delle sue mura.
L’area della città vecchia è divisa in due dalla strada: la parte occidentale è stata diffusamente restaurata, mentre quella orientale sprigiona ancora tutto il fascino delle rovine. La parte occidentale della città vecchia è stata resa accessibile con percorsi ed indicazioni nel dicembre 2020 e riaperta al turismo nel marzo 2021.
La moschea delle ossa, Masjid al-Izam
Nel nono anno della Egira, il profeta Maometto (che Dio lo benedica e gli conceda la pace) era in marcia verso la conquista di Tabuk giunse qui, trecento chilometri a nord di Medina. La moschea fu eretta sul luogo in cui Maometto determinò la qibla (arabo: قبلة), cioè la direzione della Mecca e indicò il punto in cui doveva poi essere eretto il mihrab. Gli abitanti di Al Ula la edificarono come moschea del venerdì in pietra con l'interno intonacato con argilla e la tradizione la chiama "moschea delle ossa" perché si tramanda che Maometto disegnò sulla sabbia la pianta dell'edificio tracciandola con un osso.
La moschea è stata costruita con materiali locali come pietra e argilla usati per rinforzare le sue mura e fronde di palma per costruire il tetto. Comprende una cappella, un mihrab e un pulpito. C'è una piccola stanza il cui ingresso si trova vicino al muro della qibla, mentre ci sono due ingressi al lato nord della moschea.
Fortezza di Musa Ibn Nusayr (Al Ula Fort)
A protezione del loro villaggio, gli abitanti del I° secolo prima dell'Era corrente usarono blocchi di arenaria rossa per costruire la cinta muraria del castello, che si trova in cima al promontorio di Jabal Um Nasser (Musa Ibn Nusayr)con vista a 360° sulla valle circostante. La salita a gradoni dura una decina di minuti è moderatamente impegnativa, ma sarete ricompensati dallo spettacolo delle falesie rossastre che si susseguono a perdita d’occhio nella vallata. Il forte o castello che dir si voglia, si raggiunge dal marciapiede lungo la strada che divide Ash Shqaiq la parte restaurata di AlUla da All-Lilf quella lasciata in rovina. L'area della fortezza è di soli 180 m2 e l'altezza è di 45 sul livello stradale. Il rifornimento d'acqua era assicurato da un pozzo all'interno della vinta muraria. Gli anziani di Al Ula rccontano che sulla torre saliva un al-Munadi, una sorta di banditore che a gran voce annunciava la perdita o il ritrovamento di oggetti o di denaro. per legge a chi li ritrovava spettava una percentuale.
Al Ula Antiquities & Heritage Museum
Questo piccolo museo molto ben allestito illustra attraverso esposizioni dettagliate e avvincenti la storia, la cultura, la flora e la fauna della zona, dedicando ampio spazio anche al sito di Madain Saleh e alla cultura nabatea.
Harrat Owairth - Al Ula Viewpoint
Lo scenario che ci circonda mentre saliamo fino a questo splendido punto panoramico è solo un assaggio di quanto ci aspetta. Giunti in cima, la strada prosegue pianeggiante attraverso un paesaggio lunare di basalto nero sferzato dal vento, poi raggiunge il King Abdulaziz Park (abbastanza dimesso, più una terrazza panoramica che altro) delimitato da un muretto All’improvviso, davanti a voi si spalanca una vista mozzafiato che abbraccia tutta la valle di Al Ula, incorniciata da imperiose montagne di roccia rossa che sfumano all’orizzonte. Una visione emozionante e surreale, specialmente di notte quando si scorge Al Ula tutta illuminata.
Roccia dell’Elefante - Jabal Al Fil - جبل الفيل e la Jar Rock (l'anfora)
A est delle montagne che formano la valle e l’Oasi di Al Ula si aprono scenari spettacolari. Le rocce dei Monti di Al Ula digradano man mano verso il deserto, creando formazioni sorprendenti. Tra di esse, la più emblematica è senza dubbio la Roccia dell’Elefante (Jabal Al Fil - جبل الفيل), una formazione suggestiva ma inavvicinabile.
Risultato dell’erosione durata milioni di anni, la sua forma ricorda quella di un elefante e colpisce per la sua incredibile perfezione. Potrete ammirarla a dorso di cammello, oppure con una corsa in 4×4. Ad ogni modo, qualunque sia il mezzo, ammirarla al tramonto o di notte è un’emozione indescrivibile! Insomma, Al Ula per i turisti è un grande circo. Normalmente la roccia è inavvicinabile, ma talvolta la recinzione è aperta ed installato un bar od addirittura un ristorante nel periodo del Wintr festival.
Poco distante dalla Roccia dell'elefante, in prossimità della strada 70 (dalla parte opposta della strada si trova l'edifico che ospita l'annuale Fiera del dattero), una quinta di roccia ospita un arco naturale a forma di Vaso arabo detta Jar Rock. Milioni di anni di erosione hanno formato un'apertura in uno degli caratteristici affioramenti di arenaria. L'effetto è un vaso scolpito dalla natura; anche se alcuni dicono che assomigli a una bottiglia o a un birillo da bowling. Decidi tu stesso quando visiti Jabal Jarrah.
Maraya Concert Hall
La parola Maraya in arabo significa specchio e l’edificio ha ricevuto l’appellativo di “meraviglia riflessa” grazie agli enormi specchi che sono stati applicati a tutta la struttura e che mettono in risalto il paesaggio naturale che lo circonda.
Inaugurata con una cerimonia speciale nel corso della seconda stagione del primo Tantora Winter Festival, la struttura ha una platea che può ospitare 500 persone sedute e ha accolto esibizioni di artisti di spicco della scena internazionale tra cui il musicista Omar Khaira e il tenore Andrea Bocelli.
“Tutto il mondo è palco” è il mantra dello studio milanese Giò Forma, architetti che spaziano dalle scenografie di grandi eventi agli edifici pubblici. Come la sala da concerti realizzata in mezzo al deserto: la suggestiva e gigantesca Maraya Concert Hall portata a termine in soli quattro mesi, grazie alla collaborazione con Black Engineering e una squadra di oltre 1300 elementi al lavoro. Con i suoi 9.740 metri quadrati di pareti riflettenti rappresenta è l’edificio a specchio più grande del mondo (c’è già il riconoscimento ufficiale nel Guinness dei primati). L’edificio sembra “disfarsi” nello scenario desertico.
Clima valle di Al Ula | ||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | |
Temp Media |
11.6° |
14.°2 |
17.9° |
22.5° |
26.8° |
29.8° |
30.8° |
31.6° |
29.2° |
24.4° |
17.6° |
13.1° |
Min. Temp |
3.5° |
5.4° |
8.5°° |
12.8 |
16.8° |
19.5° |
21.4° |
22.2° |
19.6° |
15.1° |
9.4° |
5.2° |
Max. Temp |
19° |
22.1° |
26° |
30.°4 |
34.7° |
37.9° |
38.7° |
39.6° |
37.4° |
32.3° |
25° |
20.6°i |
Precip. mm |
5 |
2 |
3 |
1 |
1 |
0 |
0 |
0 |
0 |
1 |
4 |
4 |
Umidità (%) | 42% | 32% | 25% | 20% | 17% | 16% | 19% | 19% | 19% | 23% | 36% | 40% |
GG pioggia m | 1 | 0 | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 |
Ore sole med | 9.2 | 9.9 | 10.7 | 11.5 | 12.1 | 12.4 | 12.3 | 11.8 | 11.1 | 10.4 | 9.6 | 9.1 |
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GMaps del nostro percorso Tabuk- Al Disah -Al Ula e Hegra
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