Lo Mzab e la Pentapoli
Lo Mzab (o M'zab o anche Zāb)
Lo Mzab è un altopiano calcareo, situato nella regione dello
uadi Mzab situata nel nord del deserto del Sahara, nella
Provincia di Ghardaïa (Algeria), a circa 600 chilometri a
sud di Algeri. I suoi abitanti, prevalentemente berberofoni,
chiamano il loro paese Aghlan n
Mzab (il vocabolo berbero
aɣlan,
oggi conosciuto solo per questo toponimo era in origine un
termine che significava "canale", "vallata"; esso è poi
stato adottato come neologismo presso i Berberi del resto
del Nord Africa col valore di "nazione"; gli arabofoni la
definiscono invece shebka
("rete", "reticolo"). Gli abitanti (mzabiti o mozabiti)
chiamano se stessi At Yighersan
("quelli dell'ordito", allusione agli abiti tradizionali
tessuti in casa).
Storia
La regione, un tempo frequentata
da berberi nomadi zeneti (wasiliti),
ha cominciato ad essere abitata da sedentari nell'XI secolo,
quando vi si stabilirono gli ultimi
ibaditi superstiti dopo
il crollo dell'imamato di Tahert ad opera dei Fatimidi (X
secolo). In precedenza l'ibadismo aveva a lungo dominato
nell'Africa settentrionale durante l'epoca rustumide.
Dopo essersi rifugiati in alcune
oasi vicine, come Ouargla e Sedrata, essi vennero scacciati
anche da queste località ad opera degli Almoravidi prima e
degli Almohadi poi, decidendo quindi di crearsi ex novo una
sede facilmente difendibile in un luogo fino ad allora
inospitale e privo di insediamenti stabili: lo Mzab. Qui
essi fondarono, una dopo l'altra, le sette città che ancor
oggi vi si trovano. Si tratta nell'ordine di:
Le ultime due città, fondate
qualche secolo dopo i primi insediamenti, si trovano a una
certa distanza da essi, rispettivamente a 100 e a 45 km
verso nord.
Lo Mzab venne posto sotto il
protettorato francese il 29 aprile 1853, e, dopo la
repressione di una rivolta, fu definitivamente annesso il 1º
novembre 1883 dalla Francia come parte delle sue colonie
nordafricane. Dopo l'indipendenza algerina del 1962 il
territorio divenne parte dell'Algeria.
Organizzazione
L'organizzazione socio-politica
degli ibaditi dello Mzab, benché oggi integrata nell'Algeria
indipendente, è ancora in gran parte legata a quella
tradizionale. Il potere è nelle mani dei religiosi, la
halqa (berb. halqet, "cerchia") degli
cazzaba (berb.
icazzaben, sing. acazzab "colui che ha rinunciato al
mondo"), in numero di dodici, che eleggono un loro
cheikh (berb. eshshikh), di norma nominato a vita ma
che può anche dimettersi o essere anche sostituito. A un
livello inferiore rispetto agli icazzaben stanno gli
irwan (sg. iru), religiosi di grado intermedio,
mentre gli imsurda (sg. amsurdi "colui che
segue la linea, la dottrina") sono gli studenti alle prime
armi che costituiscono il gradino più basso del clero
ibadita.
Architettura
Sugli affioramenti rocciosi
lungo lo uadi Mzab si trovano cinque villaggi fortificati,
conosciuti collettivamente col nome di
Pentapoli. Essi sono
Ghardaïa (oggi
l'insediamento principale),
Beni Isguen, Melika,
Bounoura, ed
El-Ateuf. Ad esse si
sono poi aggiunte le città di Berriane e Guerara, per
formare l'odierna Ettapoli.
Le città, fondate ex novo sulla
base di principi urbanistici consapevolmente elaborati,
costituiscono un interessante modello studiato da molti
architetti moderni, a partire da
Le Corbusier che visitò
lo Mzab ne 1931, sia come esempio di pianificazione del
territorio (con il centro, che coincide col punto più
elevato in cui si erge la moschea circondato dalle
abitazioni dei religiosi e poi via via, da quelle degli
appartenenti ai mestieri considerati meno spirituali), sia
per il tipo di architettura abitativa, in cui predomina una
concezione quasi ad alveare, piuttosto lontana dalla
concezione di una città formata da "case" distinte e
separate tra loro.
La combinazione fra il purismo
funzionale della fede ibadita con lo stile di vita proprio
delle oasi ha portato ad una rigorosa organizzazione dello
spazio e del territorio. Ogni città possiede una moschea
costruita sul modello delle fortezze, il cui minareto
fungeva da torre di guardia. Intorno alla moschea vennero
costruite abitazioni tutte uguali, a cerchi concentrici.
Questo tipo di architettura venne sviluppato per scopi
ugualitari, pur rispettando l'intimità familiare. Durante
l'estate gli abitanti delle città migravano verso 'città
estive', situate attorno a oasi con palmeti.
La valle dello Mzab è stata
inserita nel 1982 nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità
dell'UNESCO, come riconoscimento di un esempio intatto di un
tradizionale habitat umano perfettamente adattato
all'ambiente circostante.
La natura stessa della cultura
ibadita ha fatto sì che quest'area si conservasse intatta, e
gli ibaditi continuano tutt'oggi a dominare la vita sociale
della regione.