|
||||||||||
Anatolia OccidentaleQuesta è la regione turca meno battuta dalle folle turistiche. A eccezione delle formazioni di travertino di un bianco abbagliante di Pamukkale che brulicano di visitatori, l’Anatolia occidentale è infatti la più interessante destinazione del paese trascurata dalla maggior parte dei viaggiatori. Le grandi città antiche di Sagalassos, Afrodisia e Laodicea si visitano senza le solite moltitudini di persone, l’informale città lacustre di Eğirdir è un’ottima base per le gite in bicicletta e in barca e per le escursioni lungo i boscosi tratti del Sentiero di San Paolo, mentre le rovine rupestri della Valle Frigia riportano all’Età del Ferro e al regno di re Mida. Dopo aver esplorato questo cuore rurale, è giunta l’ora di compiere qualche incursione urbana, come a Bursa, la prima capitale ottomana, dove vi attendono grandiose moschee, vasti bazar e mausolei imperiali; o nell’atmosfera contemporanea del centro studentesco di Eskişehir, con la sua cultura del caffè e il nuovo OMM (Museo Moderno Odunpazarı) dedicato all’arte moderna.
Lago di EğirdirA Eğirdir alcune delle migliori zone dove fare il bagno sono accessibili solo tramite gite in barca, che permettono di rilassarsi, pescare un po’ e più in generale di godersi le acque blu del lago battute dal vento. Le uscite in barca – disponibili dal 15 giugno al 15 settembre – rappresentano da sempre una seconda fonte di reddito per i pescatori e i proprietari delle pensioni.
SagalassosVisitare le estese rovine di Sagalassos, in alto tra le frastagliate vette dell’Ak Dağ (Montagna Bianca), è un po’ come avvicinarsi al mito: in qualche modo l’antica città in rovina incastonata tra le brulle montagne sembra essere l’incarnazione della sacra armonia tra la natura, l’architettura e le maggiori divinità dell’antichità. Sagalassos è considerata uno fra i più rilevanti siti archeologici dell’area mediterranea, ciò nonostante difficilmente si vedono grandi folle o autobus dei tour organizzati; e talvolta gli archeologici in visita o le pecore sui pendii sono più numerosi dei turisti È un luogo dove rallentare i ritmi e fermarsi a riflettere, magari al gelido sibilo del vento anatolico, e ovviamente dove lasciarsi incantare da antiche rovine davvero suggestive. Anche se si può visitare all’incirca in due ore, prendetevi tutto il tempo necessario per soffermarvi e apprezzare appieno questo sito montuoso. Sebbene sia stata distrutta più volte dai terremoti, non è mai stata saccheggiata e la ricostruzione sta lentamente progredendo.
Chiedete in biglietteria la anahtar (chiave) della
Biblioteca Neon che sovente è chiusa. Varcato l’ingresso, potete
svoltare a destra, cominciando il giro dall’alto e procedendo in
discesa (un percorso un po’ ripido), oppure potete partire dal basso
e risalire. All’epoca, la serie di fontane a terrazze doveva apparire dal basso come un’unica torre d’acqua di tre piani, in quella che era un’incredibile illusione ottica. Superando la porta tiberiana osservate l’agorà inferiore e, sulla destra, l’immenso complesso delle terme romane restaurate. Alle spalle dell’agorà (risalendo la scala in metallo) si erge il ninfeo di Adriano a ridosso del versante montuoso. Qui, i resti ben conservati di un’antica fontana presentano le elaborate sculture di quattro mitiche nereidi e muse (per la maggior parte senza testa). Poco oltre si può osservare il poco che rimane dell’odeon.
Ultima modifica: 11/12/2024 19:59:18
|