Circondato da un’epica distesa di ondulate valli lunari,
lo straordinario villaggio color del miele scavato nelle
pareti rocciose è ormai cresciuto rispetto alle sue
radici di borgo agricolo. Fulcro del turismo in
Cappadocia, Göreme è ora un villaggio di tortuosi vicoli
sui versanti collinari che sono costellati di boutique
hotel rupestri in grado di offrire vedute sublimi alla
clientela, mentre la breve strada ‘del centro’ è un
susseguirsi di ristoranti e pacchiani negozi di
souvenir. Al giorno d’oggi, l’elemento di maggior
richiamo sono i voli panoramici in mongolfiera, eppure
la surreale bellezza della zona si coglie meglio tenendo
i piedi a terra. In estate il numero di visitatori
presenti nel villaggio può essere esasperante, tuttavia
in qualsiasi direzione si lasci l’abitato ci si immerge
in paesaggi da fiaba e si incontrano chiese rupestria
ogni angolo.
Museo a Cielo
Aperto di Göreme
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Cappella di San Basilio |
Aziz Basil Şapeli |
Cappella di Santa Barbara |
Azize Barbara Şapeli |
Chiesa della Mela
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Elmalı Kilise |
Chiesa del Serpente
o Chiesa di Sant’Onofrio
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Yılanlı Kilise |
Cappella del Pantocratore |
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Cappella Senza Nome
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İzimsiz Şapel |
Chiesa Oscura
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Karanlık Kilise |
Cappella di Santa Caterina
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Azize Katarina Şapeli |
Monastero delle
monache
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Rahibeler |
Chiesa della Fibbia |
Tokalı Kilise |
Chiesa della cisterna |
Sarnic Kilise |
Chiesa del Malocchio |
El Nazar Kilise |
Chiesa dello Specchio |
Aynalı Kilise |
Chiesa della Grotta Nascosta |
Saklı Magara Kilise |
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Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, il
Museo a Cielo Aperto di Göreme è una tappa irrinunciabile di un
viaggio in Cappadocia. L’incantevole insieme di chiese, cappelle e
monasteri scavati nella roccia, a circa 1 km in salita dal centro
del villaggio, era in origine un rilevante insediamento religioso
bizantino, abitato da una piccola comunità formata da una ventina di
monaci, che a partire dal XVII secolo divenne un luogo di
pellegrinaggio. |
Fiore all’occhiello del museo è la Chiesa Oscura, per la
quale è richiesto un biglietto d’ingresso supplementare.
Dalla biglietteria seguite il sentiero acciottolato fino
alla Cappella di San Basilio (Aziz Basil Şapeli),
dell’XI secolo e dedicata a uno dei santi più importanti
della Cappadocia, originario di Kayseri. Nella camera
principale, san Basilio è raffigurato sulla sinistra,
mentre a destra si notano una croce maltese e le figure
di san Giorgio e san Teodoro che uccidono un drago
(sbiadito), simbolo del paganesimo. A destra dell’abside
è rappresentata Maria con il Bambino, raffigurato con
una croce nell’aureola. Nei pressi si trova la Cappella
di Santa Barbara (Azize Barbara Şapeli), che
secondo alcuni storici fu scavata dai soldati bizantini
nell’XI secolo e che è dedicata alla loro santa patrona,
raffigurata sulla sinistra appena entrati.
Alzate lo sguardo verso il soffitto per vedere le
decorazioni in ocra rossa: quella al centro potrebbe
rappresentare l’Ascensione, mentre la strana creatura
visibile sopra la raffigurazione di san Giorgio, sulla
parete più lontana, potrebbe essere un drago, con le due
croci generalmente usate come armi per uccidere la
bestia.
Oltre la Cappella di Santa Barbara (Azize
Barbara Şapeli),
il vicolo scende fino alla Chiesa della Mela (Elmalı
Kilise), con colonne e nove cupole, che
tra le decorazioni in ocra rossa conserva colorati
affreschi ben preservati e di bella fattura raffiguranti
scene tratte dalla Bibbia. L’Ascensione è dipinta sopra
la porta, mentre il Cristo Pantocratore è raffigurato
nella cupola centrale della chiesa. Si pensa che il nome
della chiesa sia riconducibile alla presenza di un melo
che cresceva nelle vicinanze oppure a un’errata
interpretazione del globo tenuto in mano dall’arcangelo
Gabriele, nella terza cupola.
Salendo si arriva alla Chiesa del Serpente (Yılanlı
Kilise), chiamata anche Chiesa di
Sant’Onofrio, dove l’onnipresente drago nemico di
san Giorgio sta ancora passando un’altra brutta
giornata. Per aggiungere al danno (mortale) anche la
beffa, il drago qui raffigurato è stato pure scambiato
per un serpente, da cui il nome della chiesa. L’ermetica
figura dell’ermafrodita sant’Onofrio è
rappresentata sulla destra con una foglia di palma a
coprire i genitali. Di fronte, il personaggio accanto a
Gesù è uno dei finanziatori della chiesa.
Procedendo ancora un po’ lungo il sentiero si incontrano
la piccola Cappella del Pantocratore e la Cappella
Senza Nome (İzimsiz Şapel), con le loro
semplici decorazioni a motivi geometrici e le croci
maltesi in ocra rossa, oltre a una serie di grotte che
si suppone servissero quali refettorio e cucina, con un
tavolo scolpito nella roccia in una caverna.
Nel punto più alto del percorso,
e raggiungibile risalendo lungo una galleria, la
Chiesa Oscura (Karanlık Kilise),
straordinaria e ricca di affreschi, è la chiesa più
famosa del museo.
Continua su colonna a destra
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Chiesa oscura: Natività |
Il suo nome deriva dal fatto che in origine aveva
pochissime finestre, ma per fortuna la scarsa luce ha
conservato i vividi colori degli affreschi, tra cui il
Cristo Pantocratore, la Natività, la Trasfigurazione, il
tradimento di Giuda e la Crocifissione. La chiesa è
stata sottoposta a costose opere di restauro e il
supplementare biglietto d’ingresso richiesto è un
tentativo di limitare il numero di visitatori per
proteggerne gli affreschi.
Poco oltre la Chiesa Oscura, la piccola Cappella di
Santa Caterina (Azize Katarina Şapeli)
custodisce affreschi raffiguranti san Giorgio, santa
Caterina e la deesis (Cristo benedicente
seduto tra la Vergine e san Giovanni Battista).
Il Monastero Rahibeler (delle Monache) è
ai piedi del versante, poco prima di far ritorno alla
zona d’ingresso. In origine era alto diversi piani e gli
storici hanno ipotizzato che durante l’XI secolo fosse
abitato da una piccola comunità di monache. Oggi tutto
ciò che ne resta è l’ampia e spoglia sala del
refettorio
(Yemekhane)
e, saliti alcuni gradini, una piccola cappella con
affreschi di modesto interesse; l’intera struttura
rocciosa è transennata a causa del rischio frane.
Usciti dal Museo a Cielo Aperto non dimenticate di
attraversare la strada per visitare la Chiesa della
Fibbia (Tokalı Kilise), 50 m più in basso in
direzione di Göreme e accessibile con il medesimo
biglietto.
Si tratta di una delle chiese più grandi e più belle di
Göreme, con una cappella sotterranea e un favoloso ciclo
di affreschi restaurati, più narrativo che liturgico. Vi
si accede dalla ‘vecchia’ cappella risalente al X
secolo, traversando una sala dal soffitto a botte con
affreschi raffiguranti la vita di Cristo.
Si tratta in realtà della fusione di ben quattro chiese
e cappelle, costruite in successione ed è giustamente
famosa per l’abbondanza e la qualità degli affreschi che
rivestono le volte e le pareti. Nella vecchia chiesa,
dalla semplice struttura a una navata, si ammira un
lungo ciclo della vita di Cristo, con una citazione per
la visita dei Magi, la fuga in Egitto, il battesimo nel
Giordano, l’ultima Cena e la discesa al Limbo. La
chiesa nuova ha una struttura più complessa e
basilicale, con archi, colonne, navate e absidi. Gli
affreschi hanno il blu come colore dominante. Il ciclo
cristologico occupa diversi spazi con scene di diversa
ampiezza: il sottarco con le scene dell’annunciazione,
della visita a Elisabetta, della Natività e dell’omaggio
dei Magi; il frontone con il battesimo, le tentazioni
del deserto e la pesca miracolosa; e poi le scene della
trasfigurazione, della crocifissione, dell’ordinazione
dei primi diaconi e della missione degli apostoli. Di
particolare valore storico è il ciclo della vita di San
Basilio, padre del monachesimo orientale.
Anticamente le cavità nel pavimento ospitavano alcune
tombe, che furono portate via dai greci cristiani
durante lo scambio di popolazione tra Grecia e Turchia.
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Sarnıç Kilisesi (chiesa della
cisterna)
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Sopra: Sarnıç
Kilisesi, affresco parete- |
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Sopra:
Sarnıç Kilisi, affresco soffitto. |
La Chiesa Sarnıç, una delle quattro chiese situate nella valle di
Zemi, che si trova nella parte orientale del quartiere Nevşehir
a
Göreme di e si estende fino al Museo
all'aperto di Göreme, risale all'XI secolo. Risale al sec. Situata a
17 chilometri dal centro di Nevşehir e a 200 metri dalla chiesa
di Karabulut, la chiesa della Cisterna fu utilizzata come
cisterna per un periodo storico. Gli affreschi che erano sott'acqua
furono danneggiati perché anticamente venivano utilizzati come
cisterna. Sebbene ci siano tracce d'acqua sugli affreschi sopra
l'acqua, si afferma che i loro colori sono vibranti e che è una
chiesa che vale la pena vedere. Sebbene la Chiesa Cisterna sia
generalmente una parte del complesso monastico, si afferma che la
sua differenza dagli altri complessi è che le stanze scolpite
situate vicino alla chiesa hanno una pianta armoniosa e un cortile
comune.
La chiesa fu costruita secondo una struttura con unica abside
e volta a botte. Si afferma inoltre che la prima
caratteristica sorprendente degli affreschi della chiesa sono le
raffigurazioni di santi dipinte all'interno dei medaglioni. Quando
si esamina l'interno della chiesa, si nota
che vi sono ricchi pigmenti blu e rossi, raffigurazioni narrative,
antichi profeti ed enormi arcangeli,
raffigurazioni delle scene della Chiesa della Cisterna, Deesis,
Annunciazione a Maria, Nascita di Gesù, Ultima Cena, Tradimento di
Giuda, Crocifissione di Gesù, Battesimo, Matamorfosi e Pantecoste.
Dalle raffigurazioni si sa che l'Ultima Cena si trovava nella metà
settentrionale e nella parte occidentale del ton. Inoltre si precisa
che l'iscrizione sul lato destro della scena recita La Cena degli
Apostoli.
L'antica chiesa ebbe una seconda vita sotto forma di cisterna agricola.
Il fatto che la chiesa si trovasse all'inizio della Valle Zemi
rendeva la chiesa un ideale serbatoio per la raccolta dell'acqua e,
chiudendo una saracinesca, i contadini lasciavano che l'acqua
si accumulasse nella cisterna. L'acqua
immagazzinata all'interno della chiesa danneggiò gli affreschi della
Pentecoste e dell'Ultima Cena cancellandoli.
Il suo utilizzo idraulico è,
ovviamente, deplorevole, anche agli occhi dei turchi locali di oggi.
Tuttavia, questa è storia: le persone si adattano e si ripropongono
man mano che gli imperi vanno e vengono. I costruttori originali
volevano adorare. Successivamente le persone cercarono di coltivare
cibo. I popoli moderni ora visitano la Chiesa della Cisterna per
sperimentare una connessione unica con la natura e la storia. Questo
spazio cattura le diverse pulsioni di tutti gli esseri umani e narra
la lunga storia della Cappadocia.
El Nazar Kilise (Chiesa del
Malocchio)
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El Nazar
Kilisesi |
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El Nazar
Kilisesi |
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El Nazar
Kilisesi |
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El Nazar
Kilisesi |
Ricavata in una delle onnipresenti formazioni rocciose di forma
conica, la chiesa dall’interno affrescato a
colori vivaci risale al X secolo ed è stata restaurata con cura. Per
trovarla seguite il sentiero segnalato per la Valle di Zemi nei
pressi di Müze Caddesi.
La chiesa di
El Nazar è una delle chiese rupestri più iconiche della Cappadocia.
Scolpita in un isolato camino delle fate, la chiesa si trova in una
valle surreale. Questa chiesa raramente visitata è un'ottima
destinazione.
Questa
chiesa risale alla fine del 900, periodo di espansione politica
bizantina e rinascita culturale. El Nazar è una chiesa rupestre
della Cappadocia abbastanza tipica sotto molti aspetti: una piccola
chiesa affrescata a forma di croce, scolpita in un camino delle
fate. Eppure l'ambientazione iconica e alcune caratteristiche uniche
contraddistinguono El Nazar.
Lo stile
pittorico di El Nazar è morbido e piacevole. Su uno sfondo blu
scuro, l'artista ha utilizzato colori tenui rossi e verde chiaro.
Ciò conferisce una sensazione morbida e pastello allo spazio
interno. Restano gli affreschi solo nelle porzioni superiori.
El Nazar
comprende file di santi sotto gli archi e lungo le sezioni
inferiori. La chiesa contava originariamente più di cento santi, di
cui ne restano sessantadue. I volti lunghi, piatti e seri creano un
aspetto simile a un cartone animato nei dipinti. La scrittura è
limitata all'interno della chiesa. Alcuni santi sono etichettati per
nome.
Pianta e
soffitto
El Nazar è
una chiesa cruciforme a cupola. La sezione centrale ha una cupola
centrale e quattro bracci si estendono. La forma geologica unica di
questo camino delle fate verticale limita le dimensioni della chiesa
di El Nazar. L'interno misura 7 metri per 7 e non è presente alcun
vano d'ingresso (nartece).
Le braccia
trasversali non sono simmetriche. Il braccio sinistro (nord) ha un
ripostiglio adiacente, ma il braccio destro (sud) ha un piccolo
ascesso rotto. Entrambe le estensioni sembrano parte del lavoro di
progettazione originale.
L'area del
santuario principale presenta Maria seduta su un trono a forma di
lira (arpa a forma di U). Il Cristo Bambino siede su ogni grembo. La
mano scura sopra la testa di Maria rappresenta la protezione e la
benedizione di Dio. Accanto a Maria ci sono due arcangeli e due
figure non identificate (forse diaconi o martiri). La presenza di
Maria in un ascesso è rara per le chiese rupestri della Cappadocia.
El Nazar è
stato progettato per fare della cupola il suo elemento centrale. Con
poche finestre, le chiese rupestri della Cappadocia sono
naturalmente buie. La luce entra lateralmente dall'ingresso e
illumina l'abside, rendendola lo spazio più visibile e prominente.
La cupola e i bracci sono molto meno illuminati, ma quello di El
Nazar presenta una finestra sopraelevata che illumina la cupola.
Tale architettura enfatizzava l'opera d'arte della cupola, un
affresco dell'ascensione di Cristo al cielo quaranta giorni dopo la
sua risurrezione. La Bibbia spiega: “Mentre gli apostoli guardavano,
Gesù fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi.
Mentre egli se ne andava ed essi guardavano verso il cielo,
improvvisamente si presentarono loro due uomini vestiti di bianche
vesti» (Atti 1:5–6). Gesù risorto siede in un sacro medaglione, che
quattro angeli sollevarono dai bordi. A Gesù Ai piedi, Maria è
affiancata da due angeli. Le altre dodici persone sono gli apostoli
di Gesù. Guardano perplessi mentre il loro Signore si allontana
verso il cielo.
Le due
braccia di El Nazar giustappongono la nascita e la morte di Gesù.
Nella teologia ortodossa, l'incarnazione (la nascita di Dio come
essere umano) e la crocifissione/resurrezione (la rinascita
dell'umanità) erano momenti cruciali nella salvezza divina.
Il braccio
destro racconta in otto scene l'incarnazione di Gesù. La storia
inizia con l'annunciazione sul tetto arrotondato sopra il piccolo
ascesso. Un angelo dice a Maria: "Concepirai un figlio, lo darai
alla luce e lo chiamerai Gesù" (Lc 1,30). Il racconto prosegue
sulla parete piana (lunetta) con la nascita vera e propria di Gesù.
Maria giace distesa Su un tappeto reale ornato, e Gesù giace
all'interno di una culla decorata. Qui l'artista ha gestito male lo
spazio, quindi ha compresso la scena della nascita in un'area
sottodimensionata. Poi, di fronte all'annunciazione, due ostetriche
bagnano Gesù in una vasca ingioiellata. Intanto i pastori con i loro
animali vengono a trovare Gesù.
Le quattro
scene successive avvolgono la sezione centrale del braccio sud.
Sotto la scena dell'annunciazione c'è Gesù.
Aynalı Kilise (Chiesa dello Specchio)
Dall’ingresso del Museo a Cielo Aperto, risalendo per 1 km Müze
Caddesi si incontra il sentiero segnalato che conduce all’Aynalı
Kilise. La cappella principale è decorata con semplici motivi
geometrici in ocra rossa, ma l’aspetto più affascinante della visita
è inoltrarsi nella rete di strette gallerie che collegano tra loro
le camere scavate nella roccia.
Saklı Magara Kilise (Chiesa della Grotta
Nascosta)
Nei pressi di Müze Caddesi un cartello giallo indica la
strada per la Saklı Kilise, scoperta soltanto nel 1956. Una volta
giunti in cima all’altura, seguite il sentiero che prosegue a
sinistra e cercate i gradini che scendono verso destr
Subito dopo il Tourist Hotel, andando verso il museo all'aperto di
Goreme, sulla destra troverete il cartello che la indica. Dalla
strada salite delle scale e poi salite sul sentiero tenendo sempre
la destra, la troverete sotto di voi e dovrete scendere quindi
ancora qualche gradino...non per niente si chiama la "chiesa
nascosta". Vale la visita per la curiosità dei suoi affreschi, della
fine del XII secolo, sono infatti i primi nei quali appare il
paesaggio della Cappadocia anche se in forme stilizzate.
Camini delle fate - Tre
Grazie
 (Üç
Güzeller; Nevşehir-Ürgüp Yolu) Questi tre camini delle fate
sormontati da un cono scuro (chiamati anche ‘le tre
bellezze’), che si distinguono nella distesa ondulata appena
fuori del villaggio, sono le ben note formazioni rocciose di Ürgüp,
soggetti prediletti delle foto al tramonto. Si trovano a 1 km lungo
la strada principale, andando verso Ortahisar dalla rotonda in cima
a Tevfik Fikret Caddesi.
Per vederli da un’angolazione più bassa, imboccate il ripido
sentiero che dalla passerella in legno scende nella valle. Esiste
anche un sentiero di accesso più facile che parte proprio nei pressi
della statale, a circa 20 m lungo la strada dirigendosi verso Ürgüp.
Fonti:
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