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Camini in mongolfiera - Göreme e dintorni

7-21 gennaio 2025

con AnM e Marco Vasta in Anatolia


Göreme

Circondato da un’epica distesa di ondulate valli lunari, lo straordinario villaggio color del miele scavato nelle pareti rocciose è ormai cresciuto rispetto alle sue radici di borgo agricolo. Fulcro del turismo in Cappadocia, Göreme è ora un villaggio di tortuosi vicoli sui versanti collinari che sono costellati di boutique hotel rupestri in grado di offrire vedute sublimi alla clientela, mentre la breve strada ‘del centro’ è un susseguirsi di ristoranti e pacchiani negozi di souvenir. Al giorno d’oggi, l’elemento di maggior richiamo sono i voli panoramici in mongolfiera, eppure la surreale bellezza della zona si coglie meglio tenendo i piedi a terra. In estate il numero di visitatori presenti nel villaggio può essere esasperante, tuttavia in qualsiasi direzione si lasci l’abitato ci si immerge in paesaggi da fiaba e si incontrano chiese rupestria ogni angolo.

 

Museo a Cielo Aperto di Göreme

   

Cappella di San Basilio Aziz Basil Şapeli
Cappella di Santa Barbara Azize Barbara Şapeli
Chiesa della Mela

Elmalı Kilise

Chiesa del Serpente

o Chiesa di Sant’Onofrio

Yılanlı Kilise

Cappella del Pantocratore

 
Cappella Senza Nome İzimsiz Şapel
Chiesa Oscura     Karanlık Kilise

Cappella di Santa Caterina

Azize Katarina Şapeli

Monastero delle monache

Rahibeler
Chiesa della Fibbia Tokalı Kilise

 Chiesa della cisterna

Sarnic Kilise

Chiesa del Malocchio El Nazar Kilise

Chiesa dello Specchio

Aynalı Kilise
Chiesa della Grotta Nascosta Saklı Magara Kilise
   

Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, il Museo a Cielo Aperto di Göreme è una tappa irrinunciabile di un viaggio in Cappadocia. L’incantevole insieme di chiese, cappelle e monasteri scavati nella roccia, a circa 1 km in salita dal centro del villaggio, era in origine un rilevante insediamento religioso bizantino, abitato da una piccola comunità formata da una ventina di monaci, che a partire dal XVII secolo divenne un luogo di pellegrinaggio.

Fiore all’occhiello del museo è la Chiesa Oscura, per la quale è richiesto un biglietto d’ingresso supplementare. Dalla biglietteria seguite il sentiero acciottolato fino alla Cappella di San Basilio (Aziz Basil Şapeli), dell’XI secolo e dedicata a uno dei santi più importanti della Cappadocia, originario di Kayseri. Nella camera principale, san Basilio è raffigurato sulla sinistra, mentre a destra si notano una croce maltese e le figure di san Giorgio e san Teodoro che uccidono un drago (sbiadito), simbolo del paganesimo. A destra dell’abside è rappresentata Maria con il Bambino, raffigurato con una croce nell’aureola. Nei pressi si trova la Cappella di Santa Barbara (Azize Barbara Şapeli), che secondo alcuni storici fu scavata dai soldati bizantini nell’XI secolo e che è dedicata alla loro santa patrona, raffigurata sulla sinistra appena entrati.

Alzate lo sguardo verso il soffitto per vedere le decorazioni in ocra rossa: quella al centro potrebbe rappresentare l’Ascensione, mentre la strana creatura visibile sopra la raffigurazione di san Giorgio, sulla parete più lontana, potrebbe essere un drago, con le due croci generalmente usate come armi per uccidere la bestia.

Oltre la Cappella di Santa Barbara (Azize Barbara Şapeli), il vicolo scende fino alla Chiesa della Mela (Elmalı Kilise), con colonne e nove cupole, che tra le decorazioni in ocra rossa conserva colorati affreschi ben preservati e di bella fattura raffiguranti scene tratte dalla Bibbia. L’Ascensione è dipinta sopra la porta, mentre il Cristo Pantocratore è raffigurato nella cupola centrale della chiesa. Si pensa che il nome della chiesa sia riconducibile alla presenza di un melo che cresceva nelle vicinanze oppure a un’errata interpretazione del globo tenuto in mano dall’arcangelo Gabriele, nella terza cupola.

Salendo si arriva alla Chiesa del Serpente (Yılanlı Kilise), chiamata anche Chiesa di Sant’Onofrio, dove l’onnipresente drago nemico di san Giorgio sta ancora passando un’altra brutta giornata. Per aggiungere al danno (mortale) anche la beffa, il drago qui raffigurato è stato pure scambiato per un serpente, da cui il nome della chiesa. L’ermetica figura dell’ermafrodita sant’Onofrio è rappresentata sulla destra con una foglia di palma a coprire i genitali. Di fronte, il personaggio accanto a Gesù è uno dei finanziatori della chiesa.

Procedendo ancora un po’ lungo il sentiero si incontrano la piccola Cappella del Pantocratore e la Cappella Senza Nome (İzimsiz Şapel), con le loro semplici decorazioni a motivi geometrici e le croci maltesi in ocra rossa, oltre a una serie di grotte che si suppone servissero quali refettorio e cucina, con un tavolo scolpito nella roccia in una caverna.

Nel punto più alto del percorso, e raggiungibile risalendo lungo una galleria, la Chiesa Oscura (Karanlık Kilise), straordinaria e ricca di affreschi, è la chiesa più famosa del museo.

 

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Chiesa oscura: Natività

Il suo nome deriva dal fatto che in origine aveva pochissime finestre, ma per fortuna la scarsa luce ha conservato i vividi colori degli affreschi, tra cui il Cristo Pantocratore, la Natività, la Trasfigurazione, il tradimento di Giuda e la Crocifissione. La chiesa è stata sottoposta a costose opere di restauro e il supplementare biglietto d’ingresso richiesto è un tentativo di limitare il numero di visitatori per proteggerne gli affreschi.

Poco oltre la Chiesa Oscura, la piccola Cappella di Santa Caterina (Azize Katarina Şapeli) custodisce affreschi raffiguranti san Giorgio, santa Caterina e la deesis (Cristo benedicente seduto tra la Vergine e san Giovanni Battista).

Il Monastero Rahibeler (delle Monache) è ai piedi del versante, poco prima di far ritorno alla zona d’ingresso. In origine era alto diversi piani e gli storici hanno ipotizzato che durante l’XI secolo fosse abitato da una piccola comunità di monache. Oggi tutto ciò che ne resta è l’ampia e spoglia sala del refettorio (Yemekhane) e, saliti alcuni gradini, una piccola cappella con affreschi di modesto interesse; l’intera struttura rocciosa è transennata a causa del rischio frane.

Usciti dal Museo a Cielo Aperto non dimenticate di attraversare la strada per visitare la Chiesa della Fibbia (Tokalı Kilise), 50 m più in basso in direzione di Göreme e accessibile con il medesimo biglietto.

Si tratta di una delle chiese più grandi e più belle di Göreme, con una cappella sotterranea e un favoloso ciclo di affreschi restaurati, più narrativo che liturgico. Vi si accede dalla ‘vecchia’ cappella risalente al X secolo, traversando una sala dal soffitto a botte con affreschi raffiguranti la vita di Cristo.

Si tratta in realtà della fusione di ben quattro chiese e cappelle, costruite in successione ed è giustamente famosa per l’abbondanza e la qualità degli affreschi che rivestono le volte e le pareti. Nella vecchia chiesa, dalla semplice struttura a una navata, si ammira un lungo ciclo della vita di Cristo, con una citazione per la visita dei Magi, la fuga in Egitto, il battesimo nel Giordano, l’ultima Cena e la discesa al Limbo. La chiesa nuova ha una struttura più complessa e basilicale, con archi, colonne, navate e absidi. Gli affreschi hanno il blu come colore dominante. Il ciclo cristologico occupa diversi spazi con scene di diversa ampiezza: il sottarco con le scene dell’annunciazione, della visita a Elisabetta, della Natività e dell’omaggio dei Magi; il frontone con il battesimo, le tentazioni del deserto e la pesca miracolosa; e poi le scene della trasfigurazione, della crocifissione, dell’ordinazione dei primi diaconi e della missione degli apostoli. Di particolare valore storico è il ciclo della vita di San Basilio, padre del monachesimo orientale.

Anticamente le cavità nel pavimento ospitavano alcune tombe, che furono portate via dai greci cristiani durante lo scambio di popolazione tra Grecia e Turchia.

 

 

Sarnıç Kilisesi (chiesa della cisterna)

 

Sopra: Sarnıç Kilisesi, affresco parete-

Sopra: Sarnıç Kilisi, affresco soffitto.

La Chiesa Sarnıç, una delle quattro chiese situate nella valle di Zemi, che si trova nella parte orientale del quartiere  Nevşehir  a Göreme di e si estende fino al Museo all'aperto di Göreme, risale all'XI secolo. Risale al sec. Situata a 17 chilometri dal centro di Nevşehir e a 200 metri dalla chiesa di Karabulut, la chiesa della Cisterna fu utilizzata come cisterna per un periodo storico. Gli affreschi che erano sott'acqua furono danneggiati perché anticamente venivano utilizzati come cisterna. Sebbene ci siano tracce d'acqua sugli affreschi sopra l'acqua, si afferma che i loro colori sono vibranti e che è una chiesa che vale la pena vedere. Sebbene la Chiesa Cisterna sia generalmente una parte del complesso monastico, si afferma che la sua differenza dagli altri complessi è che le stanze scolpite situate vicino alla chiesa hanno una pianta armoniosa e un cortile comune.

La chiesa fu costruita secondo una struttura con unica abside e volta a botte. Si afferma inoltre che la prima caratteristica sorprendente degli affreschi della chiesa sono le raffigurazioni di santi dipinte all'interno dei medaglioni. Quando si esamina l'interno della chiesa, si nota che vi sono ricchi pigmenti blu e rossi, raffigurazioni narrative, antichi profeti ed enormi arcangeli, raffigurazioni delle scene della Chiesa della Cisterna, Deesis, Annunciazione a Maria, Nascita di Gesù, Ultima Cena, Tradimento di Giuda, Crocifissione di Gesù, Battesimo, Matamorfosi e Pantecoste. Dalle raffigurazioni si sa che l'Ultima Cena si trovava nella metà settentrionale e nella parte occidentale del ton. Inoltre si precisa che l'iscrizione sul lato destro della scena recita La Cena degli Apostoli.

L'antica chiesa ebbe una seconda vita sotto forma di cisterna agricola. Il fatto che la chiesa si trovasse all'inizio della Valle Zemi rendeva la chiesa un ideale serbatoio per la raccolta dell'acqua e, chiudendo una saracinesca, i contadini lasciavano che l'acqua si accumulasse nella cisterna. L'acqua immagazzinata all'interno della chiesa danneggiò gli affreschi della Pentecoste e dell'Ultima Cena cancellandoli.

Il suo utilizzo idraulico è, ovviamente, deplorevole, anche agli occhi dei turchi locali di oggi. Tuttavia, questa è storia: le persone si adattano e si ripropongono man mano che gli imperi vanno e vengono. I costruttori originali volevano adorare. Successivamente le persone cercarono di coltivare cibo. I popoli moderni ora visitano la Chiesa della Cisterna per sperimentare una connessione unica con la natura e la storia. Questo spazio cattura le diverse pulsioni di tutti gli esseri umani e narra la lunga storia della Cappadocia.

 

El Nazar Kilise (Chiesa del Malocchio)

El Nazar Kilisesi
El Nazar Kilisesi
El Nazar Kilisesi
El Nazar Kilisesi

Ricavata in una delle onnipresenti formazioni rocciose di forma conica, la chiesa dall’interno affrescato a colori vivaci risale al X secolo ed è stata restaurata con cura. Per trovarla seguite il sentiero segnalato per la Valle di Zemi nei pressi di Müze Caddesi.

La chiesa di El Nazar è una delle chiese rupestri più iconiche della Cappadocia. Scolpita in un isolato camino delle fate, la chiesa si trova in una valle surreale. Questa chiesa raramente visitata è un'ottima destinazione.

Questa chiesa risale alla fine del 900, periodo di espansione politica bizantina e rinascita culturale. El Nazar è una chiesa rupestre della Cappadocia abbastanza tipica sotto molti aspetti: una piccola chiesa affrescata a forma di croce, scolpita in un camino delle fate. Eppure l'ambientazione iconica e alcune caratteristiche uniche contraddistinguono El Nazar.

Lo stile pittorico di El Nazar è morbido e piacevole. Su uno sfondo blu scuro, l'artista ha utilizzato colori tenui rossi e verde chiaro. Ciò conferisce una sensazione morbida e pastello allo spazio interno. Restano gli affreschi solo nelle porzioni superiori.

El Nazar comprende file di santi sotto gli archi e lungo le sezioni inferiori. La chiesa contava originariamente più di cento santi, di cui ne restano sessantadue. I volti lunghi, piatti e seri creano un aspetto simile a un cartone animato nei dipinti. La scrittura è limitata all'interno della chiesa. Alcuni santi sono etichettati per nome.

Pianta e soffitto

El Nazar è una chiesa cruciforme a cupola. La sezione centrale ha una cupola centrale e quattro bracci si estendono. La forma geologica unica di questo camino delle fate verticale limita le dimensioni della chiesa di El Nazar. L'interno misura 7 metri per 7 e non è presente alcun vano d'ingresso (nartece).

Le braccia trasversali non sono simmetriche. Il braccio sinistro (nord) ha un ripostiglio adiacente, ma il braccio destro (sud) ha un piccolo ascesso rotto. Entrambe le estensioni sembrano parte del lavoro di progettazione originale.

L'area del santuario principale presenta Maria seduta su un trono a forma di lira (arpa a forma di U). Il Cristo Bambino siede su ogni grembo. La mano scura sopra la testa di Maria rappresenta la protezione e la benedizione di Dio. Accanto a Maria ci sono due arcangeli e due figure non identificate (forse diaconi o martiri). La presenza di Maria in un ascesso è rara per le chiese rupestri della Cappadocia.

El Nazar è stato progettato per fare della cupola il suo elemento centrale. Con poche finestre, le chiese rupestri della Cappadocia sono naturalmente buie. La luce entra lateralmente dall'ingresso e illumina l'abside, rendendola lo spazio più visibile e prominente. La cupola e i bracci sono molto meno illuminati, ma quello di El Nazar presenta una finestra sopraelevata che illumina la cupola. Tale architettura enfatizzava l'opera d'arte della cupola, un affresco dell'ascensione di Cristo al cielo quaranta giorni dopo la sua risurrezione. La Bibbia spiega: “Mentre gli apostoli guardavano, Gesù fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Mentre egli se ne andava ed essi guardavano verso il cielo, improvvisamente si presentarono loro due uomini vestiti di bianche vesti» (Atti 1:5–6). Gesù risorto siede in un sacro medaglione, che quattro angeli sollevarono dai bordi. A Gesù Ai piedi, Maria è affiancata da due angeli. Le altre dodici persone sono gli apostoli di Gesù. Guardano perplessi mentre il loro Signore si allontana verso il cielo.

Le due braccia di El Nazar giustappongono la nascita e la morte di Gesù. Nella teologia ortodossa, l'incarnazione (la nascita di Dio come essere umano) e la crocifissione/resurrezione (la rinascita dell'umanità) erano momenti cruciali nella salvezza divina.

Il braccio destro racconta in otto scene l'incarnazione di Gesù. La storia inizia con l'annunciazione sul tetto arrotondato sopra il piccolo ascesso. Un angelo dice a Maria: "Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù" (Lc 1,30). Il racconto prosegue sulla parete piana (lunetta) con la nascita vera e propria di Gesù. Maria giace distesa Su un tappeto reale ornato, e Gesù giace all'interno di una culla decorata. Qui l'artista ha gestito male lo spazio, quindi ha compresso la scena della nascita in un'area sottodimensionata. Poi, di fronte all'annunciazione, due ostetriche bagnano Gesù in una vasca ingioiellata. Intanto i pastori con i loro animali vengono a trovare Gesù.

Le quattro scene successive avvolgono la sezione centrale del braccio sud. Sotto la scena dell'annunciazione c'è Gesù.

 

Aynalı Kilise (Chiesa dello Specchio)

Dall’ingresso del Museo a Cielo Aperto, risalendo per 1 km Müze Caddesi si incontra il sentiero segnalato che conduce all’Aynalı Kilise. La cappella principale è decorata con semplici motivi geometrici in ocra rossa, ma l’aspetto più affascinante della visita è inoltrarsi nella rete di strette gallerie che collegano tra loro le camere scavate nella roccia.

 

Saklı Magara Kilise  (Chiesa della Grotta Nascosta)

Nei pressi di Müze Caddesi un cartello giallo indica la strada per la Saklı Kilise, scoperta soltanto nel 1956. Una volta giunti in cima all’altura, seguite il sentiero che prosegue a sinistra e cercate i gradini che scendono verso destr

Subito dopo il Tourist Hotel, andando verso il museo all'aperto di Goreme, sulla destra troverete il cartello che la indica. Dalla strada salite delle scale e poi salite sul sentiero tenendo sempre la destra, la troverete sotto di voi e dovrete scendere quindi ancora qualche gradino...non per niente si chiama la "chiesa nascosta". Vale la visita per la curiosità dei suoi affreschi, della fine del XII secolo, sono infatti i primi nei quali appare il paesaggio della Cappadocia anche se in forme stilizzate.

 

 

 

Camini delle fate - Tre Grazie

(Üç Güzeller; Nevşehir-Ürgüp Yolu) Questi tre camini delle fate sormontati da un cono scuro (chiamati anche ‘le tre bellezze’), che si distinguono nella distesa ondulata appena fuori del villaggio, sono le ben note formazioni rocciose di Ürgüp, soggetti prediletti delle foto al tramonto. Si trovano a 1 km lungo la strada principale, andando verso Ortahisar dalla rotonda in cima a Tevfik Fikret Caddesi.

Per vederli da un’angolazione più bassa, imboccate il ripido sentiero che dalla passerella in legno scende nella valle. Esiste anche un sentiero di accesso più facile che parte proprio nei pressi della statale, a circa 20 m lungo la strada dirigendosi verso Ürgüp.

 

 

 

 

 

Fonti:


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Ultima modifica: 18/12/2024 17:51:51

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