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Lhasa Tibet Breve

1-18 agosto 2024

con AnM e Marco Vasta nel Paese delle nevi

 

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Queste pagine sono una ipotesi di percorso che verrà predisposto in base al
Piano dei Voli definitivo

Drepung

Su ] Potala པོ་ཏ་ལ ] Jokhang ཇོ་ཁང་ ] Barkhor ར་སྐོར་ ] [ Drepung ] Shoton ] Sera ] Ganden ] Norbulinka ] Moschee ] Dolma Lhakang ]

Drepung è il più grande monastero del Tibet, situato appena fuori la capitale (tib.:: འབྲས་སྤུངས་དགོན་པ,  "Monastero del mucchio di riso"), situato ai piedi del monte Gephel, è uno dei "tre grandi" gompa dell'università Gelug Viene soprannominato Mucchio di riso per l'essere costituito da un insieme caotico di costruzioni di colore bianco. Insieme a quelle dei monasteri di Ganden e Samye, la scuola di Drepung offriva il livello più alto di istruzione nei settori della filosofia e della teologia del Buddhismo tibetano di scuola Gelug. Venne fondato nel 1416 da Jamyang Chojey, discepolo di Je Tsongkhapa, fondatore della scuola Gelug.

Custodisce molti tesori, o meglio, ciò che ne resta dopo la distruzione conseguente all'occupazione cinese. Al suo interno vivevano migliaia (forse 10.000) di monaci, molti furono costretti poi a fuggire, i pochi rimasti vennero uccisi durante i bombardamenti cinesi, oppure sono stati imprigionati per reati di opinione. Da alcuni anni, i monaci sono tornati ad abitare il monastero, parzialmente restaurato

Drepung - Marco Vasta © 1998

Il monastero di Drepung VENNE fondato nel 1416 da Jamyang Choge Tashi Palden (1397–1449), uno dei principali discepoli di Tsongkhapa, e prese il nome dalla sacra dimora di Shridhanyakataka nel sud dell'India Drepung era la sede principale della scuola Gelugpa e mantenne il primo posto tra i quattro grandi monasteri Gelugpa. Il Ganden Phodrang (dga´ ldan pho brang) era la residenza dei Dalai Lama fino a quando il Grande Il monastero di Drepung fu fondato nel 1416 da Jamyang Choge Tashi Palden (1397–1449), uno dei principali discepoli di Tsongkhapa, e prese il nome dalla sacra dimora di Shridhanyakataka nel sud dell'India. Drepung era la sede principale della scuola Gelugpa e mantenne il primo posto tra i quattro grandi monasteri Gelugpa. Il Ganden Phodrang (dga´ ldan pho brang) a Drepung era la residenza dei Dalai Lama fino a quando il Grande v Dalai Lama costruì il Potala. Drepung era nota per gli elevati standard dei suoi studi accademici, ed era chiamata la Nalanda del Tibet, in riferimento alla grande università monastica buddhista dell'India.

Vecchi documenti mostrano che c'erano due centri di potere a Drepung: la cosiddetta camera inferiore (Zimkhang 'og ma) associata aI Dalai Lama, e la camera superiore (Zimkhang gong ma) associata al discendenti di Sonam Drakpa, illustre maestro morto nel 1554. La tenuta dei Dalai Lama nel monastero di Drepung, chiamata Ganden Phodrang, era stata costruita nel 1518 da Gendun Gyatso Palzangpo (1476–1541), retrospettivamente nominato e conteggiato come Ssecondo Dalai Lama. Dal nome di questa tenuta deriva il nome del governo tibetano istituito dal 5° Dalai Lama.

Prima della sua morte nel 1554, Sönam Drakpa fondò la sua tenuta, la Camera Alta (Zimkhang Gongma), che prese il nome dalla sua posizione in cima a Drepung, appena sotto il cortile dei dibattiti Ngakpa "Ngagpa Dratshang". Dalai Lama costruì il Potala. Drepung era nota per gli elevati standard dei suoi studi accademici, ed era chiamata la Nalanda del Tibet, in riferimento alla grande università monastica buddista dell'India.

Penchen Sönam Drakpa (1478-1554 d.C.) nel 1535 succedette a Gendün Gyatso (1476–1541) sul trono di Drepung, essendo entrambi figure importanti nella storia della tradizione Geluk. Quando Sönam Drakpa fu nominato al Trono di Drepung (Drepung Tri), era già un famoso maestro Geluk. Aveva già occupato il Trono di Ganden (Ganden Tri) ed era considerato il pensatore Geluk più prolifico e importante del suo tempo. Il suo successore non fu altro che Sönam Gyatso (1543-1588 d.C.), il lama che avrebbe ricevuto il titolo ufficiale di III Dalai Lama (Talé Lama Kutreng Sumpa).

 

Drepung è ora diviso in quelli che sono conosciuti come i sette grandi collegi:

Gomang (sGo-mang),

Loseling (Blo-gsal gling),

Deyang (bDe-dbyangs),

Shagkor (Shag-skor),

Gyelwa (rGyal-ba) o Tosamling (Thos-bsam gling),

Dulwa ('Dul-ba)

Ngagpa (sNgags-pa).

Può essere un'analogia in qualche modo utile pensare a Drepung come a un'università sulla falsariga di Oxford o della Sorbona nel Medioevo, con i vari college che avevano enfasi diverse, lignaggi di insegnamento o affiliazioni geografiche tradizionali.

Secondo fonti locali, oggi la popolazione del monastero di Lhasa è di circa 300 monaci, a causa del limite demografico imposto dal governo cinese. Tuttavia, l'istituzione ha continuato la sua tradizione in esilio con campus nel sud dell'India su un terreno in Karnataka donato alla comunità tibetana in esilio dal primo ministro Jawaharlal Nehru. Il monastero in India oggi ospita oltre 5.000 monaci celibi, di cui circa 3.000 a Drepung Loseling e circa 2.000 a Drepung Gomang. Ogni anno vengono ammessi centinaia di nuovi monaci, molti dei quali rifugiati dal Tibet

Quasi la metà degli edifici monastici più antichi furono distrutti dopo la rivolta di Lhasa nel 1959. Gli edifici principali, compresi i quattro college, lo Tsokchen e la residenza dei Dalai Lama, furono preservati.

La prima manifestazione segnalata durante l'anniversario della rivolta tibetana del 10 marzo 2008, quando un gruppo di 300-400 monaci di Drepung marciarono verso il centro di Lhasa chiedendo la libertà religiosa e il rilascio dei monaci di Drepung arrestati un anno prima. La polizia cinese blocco il loro percorso ed iniziò una protesta. Secondo quanto riferito, alcuni monaci furono gettati a terra e presi a calci e fino a 60 monaci furono arrestati.

Il monastero di Drepung rimase sotto assedio quattro giorni fimo al 14 marzo 2008. Secondo quanto riferito, le forze statali avevano bloccato l'acqua, l'elettricità, il cibo e le strutture sanitarie nel monastero di Drepung e in altri monasteri attivi nelle manifestazioni, compresi i monasteri di Ganden e Sera. Di conseguenza, i monaci soffrivano la fame. Dopo il tour della stampa estera delle autorità cinesi il 7 aprile 2008, 80 monaci da Drepung e due da Labrang scomparvero per aver parlato ai giornalisti.

L'International Herald Tribune riferì la riaperturail monastero di Drepung nel 2013 dopo essere stato chiuso per cinque anni.

Per visitare Drepung, la cosa migliore è seguire il flusso dei pellegrini o, in loro assenza, le indicazioni in giallo. A est del gruppo di edifici principale sono raggruppati alcuni collegi minori che raramente sono raggiunti dai turisti: Lamba Mitze, Lumbum Kangtsang e Jurche Mitze, che in passato ospitavano gli studenti provenienti dalla Mongolia Interna, e Khardung Kangtsang, il cui piano superiore è deturpato da slogan e immagini maoiste.

Palazzo di Ganden

Nel 1530 il II Dalai Lama commissionò la costruzione del Palazzo di Ganden, che fu adottato come residenza da lui e i suoi successori fino al quinto (che lo abbandonò in favore del Potala). Da questo palazzo, dunque, i primi Dalai Lama esercitarono la loro autorità sul Tibet centrale; il II, il III e il IV Dalai Lama vi sono anche sepolti.

Per raggiungere il palazzo dal parcheggio, superate le bancarelle che vendono ginepro e matrici di legno per la stampa e percorrete in senso orario il kora intorno al monastero, fino a raggiungere i gradini che salgono al palazzo.

La prima sala a sinistra è la Sanga Tratsang, una cappella recentemente restaurata che contiene statue delle divinità tutelari Namtöse (Vaishravana), Nagpo Chenpo (Mahakala), Dorje Jigje (Vajra Bhairavo), Chögyel (Dharmaraja), Palden Lhamo (Shri Devi a cavallo) e Dorje Drakden (l’oracolo di Nechung), tutte disposte intorno alla statua centrale del quinto Dalai Lama.

Salite la scalinata e attraversate il cortile principale, dove in occasione della festa di Shötun si svolgono tuttora spettacoli della danza rituale cham. I pellegrini tibetani si fermano qui per acquistare amuleti e cordicelle sacre. Al piano superiore dell’edificio principale ci sono tre cappelle, che costituivano gli appartamenti dei primi Dalai Lama; la seconda delle tre, sulla destra, è una sala delle udienze, dove potrete ammirare alcuni dipinti murali straordinariamente particolareggiati e il trono del V Dalai Lama, posto accanto alla statua di Chenresig dalle mille braccia; la terza, invece, è un semplice soggiorno. Scendendo le scale raggiungerete l’ultima cappella, il cui ingresso è deturpato dalle tracce di slogan politici risalenti all’epoca della Rivoluzione Culturale (l’immagine di Mao è stata rimossa solo di recente). Seguendo i cartelli arriverete all’uscita nord, passando da un baracchino di bibite e spuntini e un tempietto dedicato a Drölma.

 

Grande sala delle riunioni

La grande sala delle riunioni, o tsogchen, è la struttura principale del complesso di Drepung. Per accedervi dovrete passare dall’entrata sul lato occidentale e quindi superare una cucina, fornita di un ampio calderone e di mestoloni di fattura apparentemente medievale.

La sala è uno spazio immenso, caratterizzato da un’atmosfera davvero suggestiva: le pareti sono tappezzate di thangka, abiti monacali e cappelli gialli, e il soffitto è sorretto da più di 180 colonne; quelle vicino alla cappella occidentale, dedicata alla dea Palden Lhamo, sono ornate da antiche armature e archi.

Nella cappella retrostante, iosserviamo immagini delle divinità tuCasella di testo:  telari Chana Dorje (Vajrapani, di colore blu) e Tamdrin (Hayagriva, di colore rosso) ai lati della porta, custodisce le statue di Sakyamuni, dei suoi due discepoli più importanti e dei Buddha del presente, del passato e del futuro, oltre a nove chörten posti più in alto. Le pareti e le colonne sono affiancate dalle statue di otto bodhisattva. Di fronte, al centro, si trova la statua di un giovane Lamdrin Rinpoche (che è stato abate di Drepung; lo si riconosce facilmente per gli occhiali dalla montatura nera) e, subito a fianco, il suo chörten. La parete est ospita invece l’effigie di Tsongkhapa, fondatore dell’ordine gelugpa. Tra le sculture di maggiore interesse nella sala principale spiccano quelle raffiguranti Jampelyang (Manjushri), alta ben due piani e affiancata dal tredicesimo Dalai Lama; Sakyamuni; una statua di Tsongkhapa che si dice abbia parlato; Jamyang Chöje, in una teca sulla destra; il settimo Dalai Lama; sulla destra, un altro Sakyamuni affiancato da cinque Dalai Lama. A ciascuna estremità dell’altare è collocato un gruppo di otto arhat (letteralmente, ‘meritevoli’). Osservate anche la statua di Jampa, alta due piani, nella sala posteriore destra. I pellegrini camminano sotto la lunga teca sulla parete orientale, che conserva un gigantesco thangka che viene esposto durante la festa di Shötun (c’è anche una sua foto).

Ritornando all’entrata principale, potrete salire le scale che conducono al primo e al secondo piano. In cima alle scale si trova la Sala dei Re del Tibet, adorna di immagini dei primi re del Tibet e di Lobsang Gyatso (il V Dalai Lama), e una cappella che custodisce la testa di una statua di Jampa alta due piani. Qui i pellegrini si prostrano e bevono da una conchiglia consacrata.
Proseguite in senso orario entrando nella Cappella di Sakyamuni, ricca di chörten, poi scendete nel Miwang Lhakhang, la cappella che custodisce la scultura più venerata della sala delle riunioni: l’imponente statua di Jampa, il Buddha del futuro, all’età di 12 anni. La statua, alta quanto tre piani dell’edificio, ha la propria base in una cappella al pianterreno che avrete già visitato; al suo fianco si trovano Tsongkhapa, sulla sinistra, e Jamyang Chöje, sulla destra. La tappa successiva è il Drölma Lhakhang.
Drölma è una divinità tutelare femminile, e le tre immagini della dea hanno il compito di proteggere e preservare rispettivamente l’acqua, la ricchezza e l’autorità di Drepung.La cappella custodisce anche pregevoli testi sacri scritti su oro che fanno parte del Kangyur. La statua al centro rappresenta Sakyamuni, nel cui amuleto pare sia conservato un dente di Tsongkhapa.

Per uscire dall’edificio cercate la porta sul lato ovest del secondo piano.

 

Collegio di Ngagpa

Quello di Ngagpa, specializzato in studi tantrici, è uno dei quattro tratsang (collegi) di Drepung. La cappella è dedicata a Dorje
Jigje (Yamantaka), una divinità tantrica della meditazione dalla testa taurina, che ha la funzione di opporsi alle forze della transitorietà. Pare che l’immagine di Dorje Jigje, realizzata in uno stile vagamente fumettistico, sia opera dello stesso Tsongkhapa. Procedendo in senso orario vedrete, fra le altre, le statue di Palden Lhamo (la prima, a cavallo), Nagpo Chenpo (la terza), Drölma (la quarta), Tsongkhapa (la quinta), del quinto Dalai Lama (la settima) e, vicino alla porta, quella dell’oracolo di Nechung. Di lato noterete la statua di Chögyel, raffigurato con la testa di toro, la cui mano sporge dalla teca di vetro.

Per farvi un’idea di quale fosse lo stato di decadenza di Drepung prima che venissero avviati i lavori di restauro, effettuate una breve deviazione fino ai Samlo Kangtsang: gli alloggi dei monaci, non ancora restaurati e circondati da ruderi, sono uno scenario davvero malinconico.Seguendo il percorso di pellegrinaggio (sempre in senso orario), costeggerete il lato posteriore della sala delle riunioni e passerete accanto al piccolo Tempio di Jampelyang, dove i pellegrini versano un po’ di burro di yak sul muro e poi scrutano dall’esterno le immagini di Jampelyang e rölma, realizzate su roccia, e ricevono un colpetto sulla schiena con una bacchetta sacra di ferro. Poco più avanti, nascosta sulla destra, si apre la piccola grotta di meditazione di Jamyang Chöje, contenente pregevoli pitture rupestri.

 

Collegio di Loseling

Loseling, il più grande collegio di Drepung, è dedicato agli studi di logica. Se avete tempo fate un salto nel piccolo cortile dei dibattiti, a ovest del collegio, nel cui giardino talvolta i monaci si esercitano suonando grosse trombe
e cembali.

La sala principale ospita un trono sul quale sedevano i Dalai Lama, una vasta biblioteca e un lungo altare adorno di statue del quinto, settimo e ottavo Dalai Lama, di Tsongkhapa e degli abati di Drepung. I due chörten dei primi abati di Loseling sono colmi di generose offerte. Sul fondo della sala si aprono tre cappelle: quella di sinistra custodisce 16 arhat; la cappella centrale contiene una grande immagine di Jampa e una dell’oracolo di Nechung, che tradizione vuole si sia creata da sé; infine, quella di destra ospita una statua di Sakyamuni, piccola ma molto bella.

Salendo al secondo piano, passerete davanti a un piccolo torchio tipografico e raggiungerete una cappella che custodisce numerose statue di divinità dall’espressione adirata, prima di passare sotto una capra impagliata ricoperta di banconote da un máo ed entrare nella inquietante gönkhang (cappella della divinità tutelare). Qui sono presenti altre statue di divinità protettrici, tra cui Dorje Jigje (Yamantaka), Nagpo Chenpo (Mahakala dalle sei braccia), Dorje Drakden e Dorje Lekpa.

 

Collegio di Gomang

Gomang, il secondo collegio di Drepung in ordine di grandezza, è strutturato seguendo la stessa pianta del Loseling. La sala principale è adorna di immagini, tra cui quelle di Jampa, Tsepame e del settimo Dalai Lama. Anche in questo caso in fondo alla sala si aprono tre cappelle: quella sulla sinistra ospita le statue di tre divinità della longevità; la cappella centrale, piena zeppa di immagini, è la più importante in assoluto. Infine, come nel Loseling, al piano superiore si trova una sola cappella, dedicata alla divinità tutelare (le donne non vi possono accedere)

 

Collegio di Deyang

Deyang, il più piccolo dei collegi di Drepung, non è una tappa indispensabile della visita al monastero. La statua più importante, collocata nella sala principale, è quella di Jampa, al cui fianco campeggiano quelle di Jampelyang, Drölma, del quinto Dalai Lama e di altri personaggi eminenti. Al piano superiore si trovano alcune divinità tutelari.

 

Grande cortile dei dibattiti

Se vi trovate in quest’area nel pomeriggio, cercate di organizzare la visita in modo da assistere ai dibattiti tra monaci (accompagnati da scenografici battiti di mani e gesti rituali), che si svolgono tra le 14.30 e le 16.30 nel grande cortile situato nell’angolo sud-orientale del complesso.

 

Kora di Drepung

Il piacevole kora di Drepung sale fino a circa 3900 m, quindi è consigliabile percorrerlo dopo aver trascorso almeno quattro o cinque giorni a Lhasa, in modo da acclimatarsi. Il circuito passa accanto a diverse pitture rupestri, arriva a un alto muro, al quale viene appeso un gigantesco thangka in occasione della festa di Shötun, poi entra in una valle in cui sventolano numerose bandiere di preghiera e quindi scende verso est, passando vicino a una statua di Drölma (Tara) e a varie altre incisioni rupestri. Il tragitto è molto panoramico. Il circuito richiede circa un’ora se si procede a passo tranquillo (ma chi è allenato lo completerà molto più in fretta). Il sentiero parte dal bivio del Palazzo di Ganden e prosegue su per il pendio

Ultima modifica: 21/06/2024 13:20:20

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