La splendida spiaggia di sabbia e scisto, lunga 4 km, è per molti
l’attrattiva principale. L’ingresso è libero dall’estremità presso
Çıralı, mentre a Olympos vi si accede passando dalle antiche rovine
e pertanto è a pagamento.
Rovine di Olympos
(inclusa la spiaggia di Olympos ₺20, parcheggio ₺4;
h8-19 metà apr-ott, fino alle 18 nov-metà apr)
Le rovine dell’antica Olympos sono sparse accanto al torrente
Ulupınar in una valle profonda che termina in mare.Gli abitanti dell’antica Olympos veneravano Efesto (Vulcano), dio
del fuoco, e può darsi che tale devozione abbia tratto origine dalla Chimera, ovvero le fiamme che ancora oggi scaturiscono
dalla terra nella vicina Çıralı. La città cadde in declino nel
I secolo a.C. e rifiorì solo con l’arrivo dei romani alla
fine del I secolo d.C., per perdere nuovamente prestigio nel corso
del III secolo attaccata dai pirati. Nel Medioevo i veneziani e i
genovesi costruirono le loro fortezze lungo la costa, ma nel XV
secolo era già un sito abbandonato.
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Myra
Se avremo tempo di vedere soltanto uno degli straordinari siti di
tombe rupestri licie, allora sceglieremo le memorabili rovine
dell’antica Myra, che nell’entroterra, a circa 2 km dalla piazza
principale di Demre, sono tra le più belle di tutta la Licia. Il
sito comprende anche un ben conservato teatro romano da
10.000 posti, con diverse maschere teatrali scolpite nelle
pietre sparse intorno. La cosiddetta Tomba Dipinta, nei pressi della
necropoli sul fiume, è ornata sia all’esterno sia negli ambienti
interni da bassorilievi che ritraggono un uomo e la sua famiglia.
Demre
Ufficialmente nota con il nome di ‘Kale’, ma chiamata con l’antico
nome di ‘Demre’ pressoché da tutti, è un anonimo e
tentacolare centro abitato. In origine era la città licia (e poi
romana) di Myra, che nel IV secolo rivestiva una tale
importanza da avere un proprio vescovo, più precisamente san Nicola,
il personaggio storico da cui l’immaginario del mondo occidentale
derivò la figura di Babbo Natale. Nel 60 d.C., san Paolo
assicurò a Myra un posto nella tradizione liturgica fermandosi
presso il porto, Andriake, per cambiare imbarcazione mentre era in
viaggio verso Roma (così riportano gli Atti degli Apostoli 27, 4-6).
Un tempo sul mare, Demre divenne una località dell’entroterra con il
graduale depositarsi dei preziosi detriti – di argilla, limo, sabbia e ghiaia – trasportati dall’omonimo fiume. Su tali
fertili detriti si fondò la ricchezza della città, che ancora oggi è
uno dei maggiori centri per la produzione e la distribuzione di
frutta e verdura.
Chiesa di San Nicola
(Noel
Baba; Müze Caddesi; ₺20; h8.30-19 apr-ott, fino alle 17.30 nov-marzo)
La Chiesa di San Nicola, dove nel 343 d.C. fu sepolto il santo a
cui deve il nome, è un sito rilevante sia per i pellegrini
sia per i turisti (in modo particolare di nazionalità russa);
aspettatevi pertanto la folla e molti venditori di cianfrusaglie.
La chiesa è ornata da interessanti affreschi bizantini e da
pavimenti a mosaico, e da tempo non custodisce più le spoglie di san
Nicola (pare che dei mercanti italiani abbiano
profanato il sarcofago nel 1087 e traslato le ossa a Bari).
La chiesa fu trasformata in basilica dopo il restauro del
1043. Nel 1862 altri lavori finanziati dallo zar Nicola I di Russia
(san Nicola è il santo patrono del suo paese), modificaronol’aspetto
dell’edificio con l’aggiunta di un soffitto a volta e di un
campanile. I restauri più recenti, eseguiti da archeologi turchi,
hanno cercato di proteggerla dal deterioramento.
Nella piazza di fronte alla chiesa si trovano alcune statue del
santo – una delle quali, terribilmente kitsch, lo raffigura nelle
vesti di Babbo Natale; la festa di san Nicola (6 dicembre) è un
evento importante in questa cittadina.
Andriake
Le rovine dell’antica Andriake sono disseminate in una vasta zona
intorno alla strada che conduce alla spiaggia di Çayağzı, 10 km a
sudovest di Demre. L’intero sito, che si estende ai margini di
un’ampia pianura alluvionale, è stato di recente sottoposto a un
notevole intervento di restauro e oggi ha buoni pannelli informativi
e percorsi pavimentati in pietra.
Purtroppo, il famoso granaio costruito da Adriano nel 139 d.C. è
stato restaurato con scarsa accortezza e ora è sotto una copertura
moderna che rende difficile immaginare l’edificio originario. Nel
2009 in questo sito sono stati scoperti i resti della prima sinagoga
dell’antica Licia di cui si abbia notizia. Il nuovo Museo della
Civiltà Licia ospita mostre interessanti,
mentre le piattaforme e i nascondigli affacciati sul delta del fiume
offrono ottime opportunità di birdwatching.
Negli ultimi tempi Çayağzı si sta proponendo come possibile punto di
sbarco (e imbarco) delle famose crociere blu lungo questa costa
mediterranea. Sporadici dolmuş portano a Çayağzı partendo da Demre;
la soluzione migliore è comunque
il taxi.
Üçağız e Kekova
Sotto tutela paesaggistica che ne vieta lo
sviluppo edilizio, Üçağız è un pittoresco villaggio di pescatori e
agricoltori (forse solo 420 abitanti) in posizione assolutamente
idilliaca su una baia, tra isolette e penisole. Il minuscolo
labirinto di vicoli alle spalle del porto è di per sé un acquerello
artistico di rustici cottage, anche se non è esente dalla fastidiosa
presenza dei procacciatori di clienti, perché, oltre ai viaggiatori
indipendenti, sono tanti gli autobus turistici che vi transitano in
giornata.
Üçağız è anche una tappa fissa delle escursioni in gület e il punto
di partenza delle visite alla città sommersa di Kekova (p373) e
all’isolata Kaleköy. La sera, senza le folle dei tour
organizzati, Üçağız riacquista la sua tranquilla atmosfera.
A ovest, sulla Penisola di Sıçak, Aperlae è un’antica città licia
solitaria e suggestiva, raggiunta dalla Via Licia.
Dopo l'occupazione italiana di Kastellorizo, Kekova – che all'epoca
era abitata temporaneamente durante l'estate per la raccolta del legname – fu contesa tra Italia e
Turchia. La Convenzione tra Italia e Turchia del 1932 lo assegnò
alla Turchia. Sul lato settentrionale si
trovano le rovine parzialmente sommerse di Dolchiste/Dolikisthe,
un'antica città che fu distrutta da un terremoto nel II secolo.
Ricostruito e ancora fiorente durante il periodo dell'Impero
Bizantino, fu definitivamente abbandonato a causa delle incursioni
arabe. Il Tersane (che significa "arsenale",
poiché la sua baia era il sito dell'antica città di Xera e un
arsenale, con le rovine di una chiesa bizantina) si trova a
nord-ovest dell'isola.
In barca?
Dopo aver visitato l’isola di Kekova e la sua Batık Şehir
(Città Sommersa) si pranza a bordo e poi si prosegue per Kaleköy,
fermandosi appena al largo presso un paio di tombe licie sommerse,
che si possono vedere facendo snorkelling o in kayak (e che sono
stupende da fotografare). Di solito si impiega circa un’ora per
visitare Kaleköy e salire fino alla fortezza
in cima all’altura.
Kaleköy (Kale, Simena)
Kaleköy (detta localmente "Kale") (l'antica Simena) è un sito
archeologico dell'antica civiltà licia, situato in uno dei punti più
belli della costa turca. È un piccolo villaggio le cui rovine, in
parte sommerse, comprendono la città di Aperlae ed un castello. Vi
si trovano pensioni e ristoranti di pesce che servono il pescato
giornaliero e piatti tradizionali della cucina nazionale. L'accesso
al villaggio è possibile solo via mare. Üçağız(l'antica Teimioussa)
si trova ad 1 km da Kaleköy, a nord di una piccola baia con il
medesimo nome ove si trovano le rovine della città antica. Vi si
trovano piccoli hotel, ristoranti ed un porticciolo. Il nome del
villaggio significa "tre bocche" per le sue tre uscite verso il mare
aperto. Entrambi i paesi sono mete popolari delle "Mavi Cruises"
(crociere blu) lungo la "Costa Turchese" della Licia.
Kaş
Kaş (in italiano:
Antifilo o Antifello, entrambi desueti), seppur
non possa vantare le spiagge più belle della regione, la sua
posizione centrale, l’atmosfera di serenità e la serie di attività
avventurose praticabili in zona hanno reso Kaş una base ideale per
le incursioni nei dintorni.
Inoltre è la meta turca per eccellenza delle immersioni, con
opportunità di esplorazioni subacquee di relitti a breve distanza
dalla costa.
Per di più, da questa località è facile organizzare innumerevoli
gite in barca, uscite in kayak ed escursioni.
La Penisola di Çukurbağ si estende per 6 km a ovest del grazioso
centro storico, del porto e della piazza cittadina, nei cui pressi
c’è un antico teatro ben conservato, che di fatto è tutto quel che
resta di Antiphellos, l’originaria città licia. In alto sopra Kaş,
le diverse tombe rupestri licie che punteggiano la parete montuosa
sono visibili anche la sera, quando vengono illuminate.
Appena al largo, l’anomalia geopolitica dell’isola greca di Meis (Kastellórizo)
domina il panorama che si gode dal porto ed è visitabile con
un’escursione in giornata
Teatro di Antiphellos
Antiphellos era il piccolo insediamento portuale della più grande
città licia di Phellos, più a nord tra le colline. Di modeste
dimensioni, il teatro ellenistico, 500 m a ovest della piazza
principale di Kaş, poteva accogliere 4000 spettatori ed è in buono
stato di conservazione. Fu costruito nel I secolo a.C. e restaurato
300 anni dopo, probabilmente in seguito al devastante terremoto del
141 d.C. Dai posti a sedere più in alto si ammira una bella vista su
Kaş.
Se volete trascorrere tutta la giornata in spiaggia, la cosa
migliore da farsi è salire a bordo di un water taxi (andata e
ritorno ₺25) nel porto di Kaş e raggiungere una delle tre spiagge
della penisola di fronte a Liman Ağzı.
Tutte e tre hanno caffè, ombrelloni e lettini a noleggio, e le acque
della baia sono calme. Si può anche fare un’escursione a piedi (3
km) lungo un piacevole tratto della Via Licia, che inizia
all’altezza della Büyük Çakıl Plajı.
Büyük Çakıl Plajı
(Grande Spiaggia in Ciottoli; Hükümet Caddesi) Per nuotare andate
nella spiaggia di Büyük Çakıl, 1,5 km a sud-est del centro di Kaș e
relativamente pulita. Sebbene sia prevalentemente una distesa di
ciottoli (come indica il nome), a
un’estremità ha anche qualche metro di sabbia e sono presenti caffè
all’ombra dove bere una bibita fresca e affittare ombrelloni e
lettini.
Sintesi di luoghi e monumenti
da Wikipedia, selezionati dalla relazione Elisabetta Lattanzi
Myra |
Antica e importante città
della Licia di cui restano le rovine di un grande teatro
romano e la necropoli rupestre (dal sec. V a. C.). Le
facciate delle tombe scolpite nella roccia presentano molte
varietà di forme, quali per esempio il tetto piano o a
spioventi e il frontone ogivale o triangolare; nei rilievi
che adornano alcune tombe, l’arte licia mostra l’influsso
greco molto più che quello iranico.
In epoca cristiana Myra è
ricordata per aver dato ospitalità a S. Paolo e perché ne fu
vescovo S. Nicola. Teodosio II ne fece la capitale della
Licia. Dopo la conquista da parte degli Arabi nell’808
iniziò il lungo declino della città e nel 1087 le spoglie
del vescovo di Myra vennero trafugate e portate a Bari, dove
tuttora si trovano conservate nella Basilica di San Nicola.
Le rovine della città sono
coperte da materiale alluvionale, ma sono stati parzialmente
riportati alla luce il teatro romano, ricostruito
dopo il terremoto del 141, le terme e una basilica
bizantina dell’VIII secolo dedicata a san Nicola (la
tomba del santo reca evidenti segni dell’asportazione del
corpo avvenuta del 1087 da parte di commercianti baresi
per salvarlo dagli islamici). |
Isola Kekova |
Insenature rocciose e
scogliere ricoperte di pini fanno da sfondo ad una crociera
in barca; sott'acqua, nelle vicinanze dell’isola, si trovano
le rovine tentacolari di un'antica città della Licia,
sommersa dopo un terremoto nel secondo secolo. |
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Ultima modifica: 17/01/2025 15:28:55
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